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GITA SCOLASTICA OTRANTO-PALMARIGGI CLASSI 1^G- 1^A

Pubblicato il 6 giugno 2016 da giustinablog

 

 

Mercoledì 18 Maggio noi alunni delle classi I “G” e I “A” ci siamo recati in
gita d’istruzione a compimento dell’anno Scolastico 2015/2016 accompagnati dalle
professoresse Saponara, Samarelli e Di Santo. Siamo partiti da Trani alle ore 6
e dopo circa 4 ore di viaggio in pullman siamo giunti a Palmariggi, un piccolo
paese a pochi chilometri dalla città di Otranto, dove abbiamo visitato il centro
didattico che, in un antico frantoio dismesso, ospita il museo della conchiglia
e del corallo di proprietà del signor Antonio Plati, appassionato di minerali,
fossili e conchiglie.

Durante la visita è stato proiettato un primo documentario della durata di 15
minuti, intitolato ”Vita da mollusco” girato in circa tre mesi in Kenia, sulla
costa orientale dell’Africa, vertente sugli organismi marini ed il loro habitat
naturale, filmato che ci ha guidato alla scoperta delle meraviglie custodite e
nascoste nei fondali del nostro mare come la Cypraea tigris, Cypraea annolus,
Cypraea isabella e Cypraea staphylea, spugne, stelle marine, coralli etc.etc..

Successivamente abbiamo visionato un secondo documentario intitolato “I
molluschi” che ne illustrava le caratteristiche principali e la classificazione
in bivalvi, gasteropodi , cefalopodi. Il documentario si è soffermato anche su
altre specie marine esposte nel museo come coralli e spugne.

I bivalvi circa 30.000 specie senza capacità di movimento tra cui ostriche e
vongole, sono molluschi la cui conchiglia è formata da due parti dette valve
unite da una cerniera mobile, un piede ventrale escavatore a forma di scure e
con una massa viscerale con branchie e lamelle. I bivalvi sono animali
filtratori con un sistema nervoso semplificato.

I gasteropodi possono essere marini o terrestri che hanno un polmone nella
cavità del mantello e sono relegati ad ambienti umidi sono costituiti da un
unico blocco (elemento)e sono molto
articolati.                                                            
                       

Il Conus geographus appartiene alla famiglia dei gasteropodi, ha una bocca che
si allarga a dismisura per nutrirsi ed essendo un predatore è sempre in
movimento per andare a caccia delle sue prede. Il Conus geographus è come un
serpente ed ingerisce la sua preda molto lentamente. Anche la Cyprea appartiene
alla famiglia dei gasteropodi.

Gli scafopodi che hanno una forma a cono con due buchi laterali sono circa 1.000
specie.

I cefalopodi sono circa 700 specie tra cui polpi e calamari , hanno i tentacoli
per muoversi, collegati direttamente alla testa. Tra le sue specie principali
ricordiamo il Nautilus pompilus che è in grado di muoversi e il Nautilus
compilus che è in grado di produrre una conchiglia, l’Argonauta ha una semplice
conchiglia anche se non dovremmo definirla così.

Le conchiglie per le loro forme più disparate, per la loro bellezza e le loro
particolarità da sempre hanno affascinato l’uomo che le ha utilizzate come
monete negli scambi , per creare strumenti musicali e per creare gioielli e
suppellettili.

Abbiamo inoltre visto altri invertebrati come: le spugne (Poriferi) che sono dei
filtratori,i coralli neri, i falsi coralli, le madrepore ed i coralli rossi
(Corallum rubrium) che vivono in colonie e danno vita ai rami di corallo.



Il corallo bianco vive nei fondali a temperature molto rigide e si trovano anche
nel lago di Santa Maria di Leuca.

Abbiamo inoltre appreso che alcuni molluschi si nascondono nella sabbia
mimetizzandosi con il fondale marino, le zenofore si mimetizzano inglobando dei
sassolini nella loro conchiglia così da sembrare ammassi di pietrine. I
molluschi si nutrono di altri organismi ma finiscono per essere predati. Ogni
mollusco dotato di conchiglia è architetto della propria casa perché la crea da
sé. I molluschi sono organismi invertebrati e quindi senza ossa ed hanno lo
scheletro all’esterno ed abitano all’interno delle conchiglie che sono
costituite di carbonato di calcio (CaCo3). Inoltre abbiamo visto varie specie di
molluschi presenti sulla barriera corallina. Ci è stato mostrato il Conus
mediterraneo che è velenoso.

Infine nel laboratorio di Palazzo Modoni abbiamo preso parte ad un’attività
creativa chiamata “Suoni di mare” consistente nella realizzazione di un
simpatico oggetto assemblando conchiglie, perline, un bastoncino e tre nastrini
colorati.

Alle ore 13,30 circa, terminata la visita e le attività al museo ci siamo recati
all’agriturismo biologico “La fattoria” per il pranzo.

Nel pomeriggio abbiamo proseguito la nostra visita, osservando il centro storico
di Otranto e le sue meraviglie:

– le mura della città antica e la torre che si affacciano direttamente sul mare
per proteggere la città dalle invasioni barbariche e dagli attacchi provenienti
dal mare.        

Forte il legame tra il mare e la città testimoniato anche dai marinai sin dal
periodo della dominazione bizantina e dalla cappella degli 800 martiri che
custodisce le ossa delle vittime dell’invasione turca.

– Il Castello aragonese di Otranto, una vera e propria fortezza militare di
pianta quadrata con quattro torri circolari e cannoniere circondato da un
fossato.                    Alle quattro torri ne fu successivamente aggiunta
un’altra a punta di diamante, all’interno della fortezza vivevano esclusivamente
i soldati.

– la chiesa madre dedicata alla Madonna dell’Annunziata, nota come chiesa
“normanna” ma che racchiude più stili, è una cattedrale romanica con tetto
saliente e un portale sorretto da quattro colonne del 1600. Una particolarità è
il suo campanile distaccato. La cattedrale è istoriata con mosaici per
consentire alla popolazione analfabeta di quel tempo di poter ugualmente
apprendere gli insegnamenti attraverso le immagini, come quello dove è
raffigurato l’albero della vita con la via del bene e quella del male. Sono
rappresentati i segni zodiacali e la Madonna è rappresentata sia secondo la
raffigurazione orientale che secondo quella occidentale. All’interno della
Cripta sono da notare ben 68 colonne con capitelli diversi tra loro a
testimonianza delle diverse dominazioni: bizantina, normanna,angioina,aragonese
e turca.

Alle 17.30 siamo ripartiti per Trani dove siamo giunti alle 21,30 dopo quattro
ore di viaggio. E’ stata una giornata intensa, faticosa, interessante, piacevole
e divertente.

 

Trani,20 Maggio 2016        
                                                 Alunna : Clotilde di Pace

                                                                                                
Classe I “G”

                                                                      
                             A.S. 2015/2016

 


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Otranto-Palmariggi classi 1^G- 1^A


IL RACCONTO DEL PERIODO FASCISTA FRA I BOMBARDAMENTI E I GIOCHI GINNICI
ORGANIZZATI DAL “FASCIO”.

Pubblicato il 5 aprile 2016 da giustinablog

 

I ricordi di Nonna Teresa che all’epoca era una vispa e curiosa bambina.

Sirene, bombardamenti, fughe ma anche tanta voglia di vivere la “normalità”.
Questo ed altro ancora nei racconti di Nonna Teresa, un’arzilla 84enne che
all’epoca dei fatti raccontati era una vispa e curiosa bambina. Il luogo è la
nostra scuola, il giorno è il 2 Febbraio di quest’anno, il contesto: la lezione
di storia. L’evento organizzato dalla nostra professoressa , ci ha permesso di
conoscere  alcuni momenti del periodo fascista attraverso i racconti
dell’infanzia di nonna Teresa. Alcuni ragazzi della nostra classe le hanno posto
delle domande e lei ha risposto ampliando l’ argomento.

Maria Elena:  “Cosa facevate quando passavano gli aerei?”

Nonna Teresa:  “Quando  gli aerei sorvolavano i nostri cieli  , di giorno,
suonava l’allarme che spingeva tutte le persone, spaventate, a rifugiarsi nei
sotterranei fino a quando non suonava la sirena che indicava lo scampato
pericolo. Invece,  di notte  erano alla ricerca di un centro abitato, per cui
 le persone, per creare il buio totale si rinchiudevano in casa tappezzando i
buchi delle finestre con dei pezzetti di carta blu che avvolgeva il pane , che
prendevano con la tessera sociale. Inoltre, ricordoun’esperienza terrificante:
io e i miei cugini eravamo in campagna e giocavamo, noi saremmo morti se mia zia
non avesse riconosciuto il rumore dell’aereo nemico e se non ci avesse presi
velocemente e portati al rifugio, quando poi siamo usciti nuovamente lì dove
stavamo giocando, c’erano tanti proiettili a terra.”

Maria Celeste: “Quanti figli eravate? Cosa dicevano le persone quando nasceva
una figlia femmina?”

Nonna Teresa: “Noi eravamo sette figlie femmine e questo aveva lati positivi e
lati negativi.  Il lato positivo era che, essendo in sette, avevamo il diritto
alla refezione che potevano avere solo le famiglie numerose dei combattenti; il
lato negativo era che le femmine non erano molto desiderate come figlie a quel
tempo poiché erano considerate inutili alla società: dovevano solo stare in casa
a fare le casalinghe e figli, invece i maschi servivano per andare in guerra,
lavorare e portare cibo alla famiglia.”

Carla: “Che ricordo ha di Mussolini e di quel periodo fascista?”

Nonna Teresa: “Un ricordo piacevole è il saggio di ginnastica che organizzò
Mussolini, a cui partecipai con  grande entusiasmo. Mi ricordo la mia bella
divisa: gonna nera a balze, calze bianche, scarpe nere di vernice e una
camicetta bianca. Inoltre, mi faceva piacere che ogni sabato, invece di fare
lezione come tutti gli altri giorni della settimana, ci allenavamo; in aggiunta,
ricordo con molta gioia che a fine saggio i fascisti, organizzatori dell’evento,
consegnavano ad ogni bambino un formaggino, un panino, un frutto, una gomma da
masticare e altre merendine varie, che a quei tempi non si vedevano per niente
in giro.”

Parlando con Nonna Teresa, ci è sembrato che quasi le piacessero quei tempi e
che provasse, magari, anche un po’ di nostalgia della sua adolescenza.

Infatti, come racconta, nonostante fosse un periodo di ristrettezze economiche,
i ragazzi si accontentavano di poco e trovavano sempre l’ occasione per essere
felici.

Maria Celeste: “Ha mai visto qualcuno mentre veniva portato nei campi di
concentramento, o ha mai conosciuto un ebreo?”

Nonna Teresa: “No, non conoscevo nessun ebreo anche perché nel periodo in cui
scoppiò la guerra, ero sempre occupata nell’apprendere il mestiere di sarta.”

La passione di questa donna era cucire. A diciassette anni andò dalle suore per
imparare a confezionare gli abiti commissionati dalle benestanti signore della
borghesia tranese. Il lavoro non era retribuito, era un po’ come il
volontariato,  “Quando c’è la passione, che ti importa dei soldi?!” -afferma
Nonna Teresa.

Lavorava fino a tardi, diventando così brava che decise di aprire un’attività
tutta sua e che comunque le diede dei risultati permettendole di guadagnare
qualche soldo. Quando però decise di sposarsi, suo marito le disse di smettere
di lavorare e di pensare alla famiglia. Detto fatto! Questa donna pur di sposare
chi amava, rinunciò persino al suo lavoro, quindi si sposò ed ebbe quattro
figlie tutte femmine. Nonna Teresa ci ha raccontato che a quei tempi, solo la
donna portava la fede al dito, come segno di fedeltà, l’uomo invece non la
doveva portare necessariamente. Durante la seconda guerra mondiale, molte volte,
però, chi aveva cose pregiate, come appunto fedi o tegami di rame, li doveva
donare al regime fascista. A chi donava una fede d’oro, veniva data in cambio
una fede di ferro con la stampigliatura “Oro alla patria” e veniva lasciato un
attestato di partecipazione alla “Giornata della Fede”.



In conclusione noi due, giovani reporter, abbiamo constatato che forse si
riusciva ad essere più felici prima che adesso: può sembrare strano, ma è così!

Infatti, oggi i ragazzi si lamentano perché non hanno l’ ultimo telefono uscito
sul mercato, prima ci si lamentava della scarsità di cibo.



Natalia la Forgia e Arianna Altieri.

CLASSE 3 ^E


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periodo fascista fra i bombardamenti e i giochi ginnici organizzati
dal “fascio”.


INTERVISTA A NONNA TERESA

Pubblicato il 5 aprile 2016 da giustinablog

 

TUTTO IL POTERE DEL FASCISMO

IN UNA SCUOLA MEDIA TERESA VENTURA PARLA DEGLI ANNI DURI DEL FASCISMO E DELLA
SECONDA GUERRA MONDIALE



Mercoledì 2 Febbraio 2016 la signora Teresa Ventura è stata invitata dalla
nostra  professoressa di lettere per raccontare ciò che accadeva negli anni in
cui Mussolini  “dettava legge.” Nonna Teresa è stata affettuosamente accolta e
le sono stati donati, per  ringraziarla della sua disponibilità e cordialità ,
una piantina ed un mazzo di mimose, simbolo quest’ultimo della donna libera ed
emancipata di oggi, non sottomessa e servile come la donna secondo i fascisti.
Dai suoi racconti si capisce che lei è stata una donna senza pretese, tale da
abbandonare il suo sogno di affermarsi come sarta per dedicarsi alla famiglia,
ai figli e al marito a cui è stata sempre molto devota. Al tempo del fascismo
Teresa non era altro che una fanciulla costretta ad adattarsi, come tutti, a
quella realtà oppressiva e maschilista per sopravvivere. Cresciuta in una
famiglia umile, è stata educata al sacrificio, all’ubbidienza e alla
condivisione. In quegli anni il cibo scarseggiava e così insieme alle sue
sorelle si spartiva quel poco, che a stento, i genitori riuscivano a procurarsi
giornalmente. Racconta che sulla sua tavola solitamente c’erano verdure e
lumache, alimenti presi direttamente dalla terra ;  infatti,  in età fascista,
chi acquistava generi alimentari nei negozi, doveva presentare una tessera dalla
quale, ad ogni acquisto, veniva tolto un punto e quando si esauriva, la tessera
doveva essere rinnovata sotto pagamento. Teresa ci racconta della sua scuola: le
divise delle scolare, la foto del duce sulla parete accanto al Crocifisso, il
saluto al Duce, le profonde fratture sociali. Ha parlato anche del sabato
fascista, giornata dedicata alle parate e alle attività sportive; lei faceva
parte della squadra delle Piccole Italiane ed era felice perché, a loro, lo
Stato aveva donato una divisa tutta nuova: ricorda col sorriso la sua camicia
bianca, la gonnellina nera e le sue meravigliose ballerine. Per lei quella fu
l’unica gioia di quegli anni di paura per una guerra che alla sua età non
riusciva proprio a capire… Le avevano insegnato a nascondersi quando suonava la
sirena e a rimanere nel rifugio finché gli aeroplani da guerra non si fossero
dileguati. Tra gli altri ricordi, c’è quel drammatico 18 Settembre del 1943
quando i tedeschi presero 54 tranesi ignari e innocenti, li ammassarono in
Piazza Vittorio Emanuele e di fronte a loro un plotone di esecuzione era pronto
a fare fuoco. Una donna avvertì l’arcivescovo e il podestà del paese di quanto
stava accadendo e Mons. Petronelli arrivò subito e cercò di convincere il
comandante del plotone a non fucilare gli ostaggi. Il motivo della rappresaglia
fu che qualche giorno prima a Trani erano stati uccisi cinque tedeschi e per
vendicarli il comando tedesco voleva togliere la vita di 50 tranesi. Teresa
serba nel suo cuore l’atto coraggioso dell’arcivescovo e del podestà, che posti
davanti al plotone si sarebbero fatti fucilare  pur  di salvare la vita di tanti
padri di famiglia ( tra cui il nonno di due alunne della classe ) ; grazie al
loro intervento, il comandante non diede l’ordine di sparare . Nel 2005 è stata
istallata in Piazza della Repubblica, già Piazza Vittorio Emanuele, nello stesso
punto dove avvenne il tragico episodio, una lapide con i nomi dei 54 ostaggi, a
memoria di una rappresaglia dagli esiti non tragici.  Dopo le tante   domande
poste dagli alunni, curiosi di conoscere il quadro sociale dell’Italia fascista
negli anni ’40, Teresa si è congedata seguita dagli applausi di ragazzi che
sperano di non diventare mai diventare testimoni di atti di assurda violenza.

 

Carla Penza  CLASSE 3 ^ E

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NONNA TERESA


INCONTRO CON L’ AUTORE FRANCESCO D’ ADAMO

Pubblicato il 5 aprile 2016 da giustinablog

Giovedì 17 marzo, Francesco D’Adamo, autore dei libri di grande successo e di
numerosi riconoscimenti anche internazionali; ha incontrato i ragazzi della
scuola media “G. Rocca” che lo hanno accolto con un forte e caloroso applauso. 
L’incontro ha coinvolto molti alunni delle classi prime, seconde e terze, che
hanno condiviso con l’autore le proprie riflessioni sul libro “Oh, freedom” la
cui lettura ha appassionato gli alunni e li ha coinvolti con mille curiosità. Un
romanzo che fa riflettere sulla libertà, argomento e tema molto importante ed
attuale; attraverso la storia di Tommy, un bambino di colore, che lavora con i
genitori schiavi in una piantagione di cotone nel Sud America, che sogna la
libertà. Il libro termina con Tommy che diventa una guida come Peg Leg Joe, che
aiuta a sua volta una bambina a trovare la strada per la libertà. “Oh, freedom”
significa “Oh, libertà”. Dopo l’introduzione e la spiegazione del libro,
l’autore ha fatto intervenire i ragazzi, che hanno posto delle domande. Dopo il
dibattito, l’autore ha invitato classe per classe ad andare a fare la foto con
lui e ha impresso l’autografo e la dedica sul libro di ciascun alunno.

Chiara Telesca classe 1^ A

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Francesco D’ Adamo


LES CRÊPES EN CLASSE

Pubblicato il 15 marzo 2016 da giustinablog

Spuntino del mattino per spiegare pesi e alimenti con l’articolo partitivo.

La classe 2ªG, durante l’ora di francese, il giorno 01/03/16 ha degustato un
piatto tipico della cucina francese: la crêpe alla Nutella, un peccato di gola a
cui è davvero difficile resistere: una golosa frittella sottile realizzata con
farina, uova, latte e zucchero che avvolge un ripieno di Nutella che più goloso
non si può. Voglia di uscire dagli schemi classici per poter impartire con
efficacia interattiva la lezione di francese a noi alunni per spiegare pesi e
alimenti con l’articolo partitivo. E’ un apprendimento che a noi studenti piace
perché ci sentiamo particolarmente coinvolti. In Francia le crêpes sono un
simbolo tradizionale di amicizia e alleanza. È sicuramente un piatto
tradizionale che i turisti e i parigini amano mangiare in ristoranti specifici
les crêperies ma, in alternativa, si possono trovare nei  chioschetti ambulanti
ad ogni angolo della città per gustarle e passeggiare nello stesso tempo alla
scoperta di Parigi. Un successo didattico e gastronomico riuscito. Très bien et
bon appétit!

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crêpes en classe


LOTO POUR LA 2^ G

Pubblicato il 12 gennaio 2016 da giustinablog

La classe 2^G il giorno 15/12/15 ha organizzato una tombolata in lingua francese
per festeggiare il Natale in un’atmosfera di cordialità e convivialità, sotto la
guida della prof.ssa Medina.
I ragazzi hanno preparato un tipico dolce natalizio francese, la cosiddetta
“Galette des rois”. La torta contiene un impasto di farina di mandorle
accompagnata da due strati di pastasfoglia, che si sposa perfettamente con il
suo delicato gusto. Secondo la tradizione francese viene inserita una fava
nell’impasto, chi la troverà diventerà re o regina per un giorno! La tombola si
è svolta in lingua francese, assegnando i soliti premi: ambo (ambe), terno
(terne), quaterna (quaterne), quinta (quine) e tombola (loto).
Per i ragazzi è stata un’occasione per apprendere i numeri e la gastronomia in
lingua.
La classe ha avuto l’opportunità di condividere tale festa con i docenti delle
altre classi del plesso e con i collaboratori scolastici: infatti la
professoressa è stata così generosa da offrire a tutti lo squisito dolce!
Neanche i celiaci si sono sentiti esclusi, grazie alla bravura delle nostre
mamme, le quali si sono impegnate nel realizzare il dolce senza glutine. Joyeux
Noel à tous.

 

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GIORNATE FAI D’AUTUNNO: LE CLASSI DELLA S.M.S DELLA GIUSTINA ROCCA VISITANO
PALAZZO BONELLI A BARLETTA

Pubblicato il 24 novembre 2015 da giustinablog

Mercoledì 19 ottobre le classi 2^F e 1^E hanno partecipato alla visita F.A.I.
presso palazzo Bonelli a Barletta.

Arrivate a destinazione, le classi sono state accolte da un gruppo di giovani
ciceroni della S.S. di 1° Grado “De Nittis” che hanno mostrato le diverse parti
del palazzo e spiegato la sua storia.

All’entrata abbiamo ammirato una porta con uno stemma che si pensa appartenesse
alla famiglia Bonelli.

Il palazzo si presenta con 2 porticati, il primo è sorretto da 5 colonne con
capitelli di granito africano.

Nel secondo porticato spicca un loggiato formato da 2 colonne e 3 rilievi.
All’abbeveratoio era collegato un canale che portava l’acqua di scarto nel
canale fognario.

Dalla strada abbiamo ammirato la facciata principale di Palazzo Bonelli in
bugnato ruvido in alto e liscio in basso.

LA STORIA

Nel XI secolo al posto del palazzo c’era una torre normanna racchiusa da mura, a
poco a poco le mura si allargarono e oltre alla torre normanna venne costruito
anche il palazzo.

 

I Bonelli, antichissima famiglia sveva/normanna, prima di acquistare il palazzo
erano una famiglia politicamente influente: Giuseppe e Marco Antonio Bonelli
erano stati sindaci di Barletta rispettivamente 1809 e nel 1656.

Una leggenda narra che la famiglia che abitava dal 1500 il palazzo, nel 1600 fu
colpita da un calo economico; così divise in 2 parti il palazzo e poi a metterlo
in vendita.

Nel 1685 2 fratelli Bonelli acquistarono una parte del palazzo e ogni anno ne
compravano una piccola parte, fino a che nel 1791 lo acquistarono tutto.

Nel 1800 iniziarono i primi lavori di ristrutturazione.

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GIORNATE FAI D’AUTUNNO: LE CLASSI DELLA S.M.S DELLA GIUSTINA ROCCA VISITANO
PALAZZO BONELLI A BARLETTA


LA STATUA PIÙ GRANDE AL MONDO

Pubblicato il 27 Maggio 2015 da giustinablog

La statua più grande al mondo è alta 128 (153 più il basamento) metri e si trova
in Cina, nelle vicinanze della “Tianrui Hot Spring” (una sorgente termale famosa
per le sue proprietà terapeutiche), nell’area protetta della “Fodushan Scenic
Area” e si chiama “Buddha Zhōngyuán”. ll suo basamento è lo Spring Temple (in
inglese, tempio della primavera). Per il solo progetto della statua, ci sono
voluti 18 milioni di dollari, per quello intero, 55! Questo gigante pesa 1000
tonnellate ed è rivestito da 1100 lamelle di rame, ma sta per essere superato da
un nuovo progetto: recentemente, è iniziata la costruzione di un altro gigante
in un’isola situata lungo un fiume nello Stato occidentale indiano del Gujarat,
dedicato a Sardar Patel, eroe dell’indipendenza dell’India, da tutti conosciuto
come “uomo di ferro”. Questa Statua dovrà raggiungere i 182 metri, superando il
Buddha Zhōngyuán.

Francamente, non riesco a capire questa corsa al record: a chi costruisce la
statua più grande, alla città con il grattacielo più alto, a quella con il ponte
più lungo, etc…       Io penso che, se si parla di Arte,  quella con la “A”
maiuscola, il peso ed i centimetri non contano un bel niente. Più che le misure
hanno importanza l’espressività, la forza, e la capacità di innovare e di
trasmettere emozioni in chi le guarda. Penso, ad alcuni artisti italiani, come
Michelangelo o Leonardo Da Vinci. Al primo, ad esempio, è bastato un blocco di
marmo per tirar fuori, col lavoro delle sue mani, un monumento come il “David”.
Leonardo, invece, mescolava sapientemente le conoscenze scientifiche con una
buona dose di fantasia, per inventare macchine futuristiche e visionarie.

Io, nel mio piccolo, sono un amante dell’arte e mi è capitato molte volte di
ritrovarmi, davanti ad un foglio bianco, a riflettere sul soggetto che avrei
voluto rappresentare. La risposta terdava sempre a venire perché cercavo sempre
di sforzarmi di cercare nella mia mente qualcosa di originale. Certo, avrei
potuto copiare una qualsiasi figura e poi incorniciarla e appenderla ad un muro,
e invece no! Ho sempre aspettato che l’ispirazione arrivasse, continuando ad
immaginare volti, pose ed espressioni, per poi scegliere il soggetto da far
nascere sul foglio. Non mi sono serviti duecento metri quadri di carta per
disegnare qualcosa di bello, cosi come a Michelangelo non sono serviti 55
milioni di dollari per costruire il David.

Trovo inacettabile tanto spreco di denaro e spero almeno che quelle statue
abbiano un profondo senso spirituale e che, almeno, rivestano un ruolo
importante per i milioni di seguaci delle religioni buddiste ed induiste.

Luca Zecchillo 1a G

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PROGETTO “A SCUOLA D’ARCHIVIO”

Pubblicato il 20 Maggio 2015 da giustinablog

Il progetto “A scuola d’archivio” è stato promosso e realizzato dalla docente
Francesca Saponara, nell’ambito dei laboratori di consolidamento e/o
potenziamento organizzati dalla S.M.S. “G. Rocca”, nei giorni 19-24 del mese di
Febbraio e nei giorni 4-13 del mese di Marzo 2015, con l’obiettivo di introdurre
la conoscenza dell’Archivio Diocesano della nostra città.

Nel primo incontro la direttrice, Dott.ssa Daniela Di Pinto, ha illustrato la
storia dell’Archivio Diocesano “Arcivescovo Giovanni”, come si forma e si
struttura un archivio storico, come avviene l’inventariazione dei documenti,
cosa si intende per stato di conservazione degli stessi, quali sono gli
strumenti per la consultazione del materiale d’archivio. Durante la visita i
ragazzi hanno osservato documenti originali risalenti a partire dal sec. XII,
quali Bolle papali, pergamene, platee e registri parrocchiali, di cui sono state
illustrate caratteristiche e funzioni.

Gli alunni: Allegretti Simona, Angarano Claudio, Bombini Anita, Cafagno Greta,
Canaletti Marika, Caruso Manuela, Del Nigro Michele, Melaccio Mariapia, Pacelli
Vanessa, Scandamarro Francesca, Schinzani Valentina, Valenziano Antonio, tutti
provenienti da diverse classi seconde del nostro Istituto (il progetto era
impostato a classi aperte) sono stati coinvolti, nel secondo e terzo incontro,
nella scoperta del passato personale realizzando e verificando come l’archivio
sia già presente in molte fasi della vita (nascita, matrimonio, morte).
L’attività di ricerca basata sulla consultazione dei registri parrocchiali del
secolo scorso, conservati nell’Archivio Storico Diocesano di Trani, ha permesso
agli studenti di prendere confidenza con le fonti, mettendo in atto operatività
finalizzate a collegamenti e a riflessioni personali sulla propria storia
personale.

Esplorare il proprio passato osservando, manipolando registri d’epoca, mettendo
le mani sulle proprie radici negli archivi familiari ha fatto acquisire e
apprendere le tecniche e gli strumenti per poter costruire il proprio albero
genealogico, attività oggetto di studio di questi incontri. Per procedere in
modo corretto è stato necessario controllare con attenzione ogni dato e a tal
proposito è stato consegnato ai ragazzi il classico schema ad albero. Si è
seguito, andando a ritroso, la linea paterna, poi quella materna e quelle
collaterali. Per la traduzione di documenti dal latino o in lingua straniera (di
nonni emigrati all’inizio del Novecento) trovati all’interno dei registri
parrocchiali di battesimo e matrimonio, i ragazzi hanno dimostrato di possedere
le necessarie competenze nelle conoscenze di base. Il lavoro è stato per la
maggior parte dei ragazzi portato a conclusione, per altri sarà necessario
consultare archivi storici di altre città per la diversa origine degli avi, non
tutti tranesi.

Nell’ultimo incontro, a conclusione del progetto, Don Nicola Maria Napolitano ha
illustrato ai ragazzi la storia della nostra Cattedrale, storia che si può
ricostruire grazie ai documenti conservati nel nostro Archivio storico
Diocesano. Questa esperienza si è mostrata molto interessante anche per
l’entusiasmo e lo stupore di certe scoperte inaspettate che a volte ho
riscontrato negli occhi dei miei “ ricercatori” in erba.

Prof.ssa Francesca Saponara
Docente di Lettere presso la Scuola Media “G. Rocca” di Trani

Pubblicato in Succede a scuola | Commenti disabilitati su Progetto “A scuola
d’archivio”


LE MEDIE. UN NUOVO MONDO!

Pubblicato il 24 febbraio 2015 da giustinablog

Il primo giorno di scuola media non lo scorderò mai!

Siamo ormai alla conclusione del primo quadrimestre, ma ricordo ancora molto
bene le sensazioni che mi hanno accompagnato il mio primo giorno di scuola alle
medie. Nel tragitto casa-scuola il mio cuore batteva all’impazzata: mi sentivo
più grande e libero, ma allo stesso tempo anche impaurito, perché ancora non
sapevo cosa mi aspettava nella nuova scuola. Ho sempre sentito opinioni molto
diverse su questi tre anni fondamentali per la mia crescita: alcuni dicevano che
sarebbero stati degli anni belli e divertenti, altri dicevano che la scuola
media sarebbe stata un grande ostacolo da superare.

Appena entrati nella scuola siamo stati invitati ad andare nella mitica palestra
dove avrei trascorso un’ ora ogni settimana e dove erano riunite tutte le classi
prime, ciascuna con la propria insegnante di riferimento. Dopo aver aspettato
tutti i compagni ci siamo diretti in classe dove, prima di tutto, si è
presentata l’ insegnante di francese ed abbiamo iniziato a conoscerci ponendoci,
a vicenda, domande sulla nostra vita e le nostre abitudini. Sempre sullo stesso
argomento, ciascuno di noi ha realizzato un fiore con i petali dai colori tutti
diversi, utilizzando del cartoncino colorato. In seguito, abbiamo sistemato i
fiori su un cartellone in modo tale da far apparire la scritta “1a G” . Inoltre,
la professoressa ha assegnato ad alcuni di noi il compito di realizzare un
cartellone con le dieci regole fondamentali della classe, che con una vera e
propria cerimonia di giuramento ciascuno di noi si è impegnato solennemente ad
osservare.

Uno dopo l’altro, abbiamo firmato le regole per vivere meglio insieme,
impegnandoci a rispettarci a vicenda. Da quel momento in poi sono scattate
severe sanzioni per chi non le avesse rispettate; qui ho compreso di essere
entrato in un mondo completamente nuovo e veramente “da grandi”! I professori si
aspettano da noi atteggiamenti che dimostrino maturità e senso di responsabilità
e, dopo aver mostrato una buona dose di pazienza, ora non sono più disposti a
tollerare comportamenti infantili.

Il tempo mi sembra scorrere più velocemente forse perché le materie si alternano
numerose con professori diversi e non c’è sicuramente tempo per oziare!

Ignazio Cozzoli 1aG

Pubblicato in Succede a scuola | Commenti disabilitati su Le medie. Un
nuovo mondo!
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