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parlaItalia.it Questa pagina non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornata senza alcuna periodicità legge n. 62 del 7.3.2001 La digitazione suggerisce l'elenco dei possibili titoli * Nessun apprezzamento da parte dell'Università di Messina Titolo 29.09.2017 Nessun apprezzamento da parte dell'Università di Messina Titolo testo Giuseppe Micali Chiudi * Fonte: Corsaro del Sud - ilmarenero.blogspot.it L'I.N.P.S. di Messina nella bufera? 7.10.2017 Fonte: Corsaro del Sud - ilmarenero.blogspot.it L'I.N.P.S. di Messina nella bufera? Ci poniamo questo interrogativo prima di scrivere quanto abbiamo scoperto da una nostra personale inchiesta, avvertendo chi di competenza dell'ente previdenziale locale che, in qualsiasi momento, potrà inviarci, e noi lo pubblicheremo, un commento o una smentita o qualsiasi altra dichiarazione. Dietro segnalazione di un nostro collega che, peraltro, cura una nota rivista di genetica e immunologia pediatrica, giungiamo a conoscenza di una situazione allarmante, che coinvolge circa 90 ex dirigenti amministrativi del Policlinico Universitario di Messina i quali, a distanza di anni dal riconoscimento della loro pensione, si sono visti togliere una parte di essa ma anche il trattamento di fine rapporto. Le somme si aggirano tra le 100.000 e le 180.000 euro, gettando nel panico e nella disperazione molte famiglie. Alcuni di questi ex dirigenti hanno intentato causa all'I.N.P.S. sede di Messina per rivalersi delle somme, a loro dire, ingiustamente ritirate, avendo dalla loro parte anche la Corte dei Conti regionale di Palermo (che a breve si pronuncerà in merito). Sono state sospese le procedure, intimando alla sede previdenziale locale di interrompere il prelievo di queste somme già percepite. Altri hanno difficoltà a consegnare le somme perchè spese negli anni e sono costretti a intentare una causa che sta seguita dallo studio legale Rizzo-Vadalà. Siamo andati ad ascoltare la versione dell'avvocato Rizzo che segue alcuni di questi ex dirigenti amministrativi, ritenendo che l'I.N.P.S. di Messina stia procedendo in maniera errata contro questi ultimi considerato che "decorso un anno dalla liquidazione della pensione - afferma il legale - a meno che non ci sia un dolo, non si può procedere con questo prelievo come prevede il contratto collettivo di lavoro del 27 Gennaio 2005. Semmai, - prosegue - per rideterminare le pensioni economiche dei dirigenti ospedalieri si deve partire solo dal Gennaio 2005 per quelli che sono andati in pensione dopo questa data, e non antecedentemente così come fatto in questo caso. Ci sono in ballo circa 2.800.000 euro di pensione - spiega- che l'I.N.P.S. sta ricalcolando". Prendiamo l'esempio di un ex dirigente del Policlinico ex IX livello per il quale gli uffici previdenziali di Messina hanno disposto il recupero a rate sul trattamento pensionistico di quasi 63mila euro, somma già corrisposta e qualificata come indebitamente erogata a titolo di pensione. In via cautelativa, veniva imposto il recupero, mediante trattenuta mensile pari al quinto della pensione calcolata dopo la riliquidazione. Alla fine, la sua pensione, da 44.330 euro pasaava a 26.841 euro. Nel caso specifico, e in casi analoghi, le amministrazioni (Azienda Ospedaliera Universitaria e Ateneo) riconoscevano al soggetto il diritto all'equiparazione economica ex nono livello ospedaliero, poi dirigente amministrativo e provvedevano ad erogare al dipendente la retribuzione dell'ex nono livello, poi dirigente di primo livello, trasmettendo all'I.N.P.S. gli atti e le comunicazioni previste, tanto che il medesimo Istituto provvedeva ad erogare le relative somme maturate come ex nono livello. L'I.N.P.S., invece, successivamente ci ripensava e "riteneva di non dover considerare ai fini del calcolo della pensione quota A, la posizione economica del dirigente di primo livello, dovendo invece calcolare la pensione sulla base della inferiore categoria D3, in palese spregio al riconoscimento amministrativo della Pubblica Amministrazione datrice di lavoro. Non sono consentite all'I.N.P.S., - prosegue il disposto - peraltro giuridicamente infondate, dissertazioni, dovendo l'Ente prendere atto della retribuzione erogata dai datori di lavoro (A.O.U. e Ateneo) in virtù ed esecuzione anche di statuizioni giudiziali". I ricorrenti chiedono all'I.N.P.S. (ex gestione I.N.P.D.A.P.) l'annullamento dell'iniziativa di recupero somme, diffidando l'Ente dal procedere a trattenute sul trattamento pensionistico e a ripristinare il trattamento pensionistico mensile calibrato sulla posizione di dirigente amministrativo sanitario ex nono livello, come erogato prima della ulteriore nota oggetto di impugnazione relativa al nuovo conferimento pensione". Rimaniamo in attesa, lo ribadiamo, di una risposta dell'Ente previdenziale di Messina per confutare od esporre in maniera diversa quanto da noi scoperto in questa inchiesta. Giovanni Tomasello Chiudi * Fonte: video Gazzetta del Sud online 25.7.2017 Policlinico, ex dirigenti contro Inps 25.7.2017 Fonte: video Gazzetta del Sud online 25.7.2017 Policlinico, ex dirigenti contro Inps 180 di loro hanno ricevuto una richiesta di recupero somme sulle pensioni. Si tratta di cifre sostanziose che a partire da questo mese saranno detratte con ritenute mensili. Marina Bottari Chiudi * Fonte: tempostretto.it - Corte dei Conti Il caso kafkiano dei pensionati del Policlinico 27.10.2016 Fonte: tempostretto.it - Corte dei Conti Il caso kafkiano dei pensionati del Policlinico Sono andati in pensione negli anni scorsi, in base a diritti acquisiti e consolidati, ma improvvisamente, da un anno, l'Inps di Messina, unica ad applicare una disposizione a macchia di leopardo, chiede la restituzione di parte del TFS e ha dimezzato l'assegno mensile La storia che stiamo per raccontare è ai limiti del kafkiano ed è finita all’attenzione della Corte dei Conti e del Tribunale del lavoro. La storia inizia negli anni scorsi, quando un gruppo di dirigenti non medici del ruolo sanità, dopo una vita dedicata al lavoro al Policlinico sono andati in pensione. Fino ad allora, da personale universitario che presta servizio in un Policlinico, hanno versato contributi come previsto dalla legge ed hanno immaginato la loro vita da pensionati con serenità, in base a progetti personali che ognuno coltiva nel cuore. Fino a quando non è arrivata l’Inps di Messina che da oltre un anno in base a provvedimenti che sta applicando a macchia di leopardo e contestati sia nel merito che nel metodo, ha iniziato a trattenere ingenti somme dalle loro pensioni fino al 50%, contestando il TFS e disponendo anche il recupero di somme fino a 100 mila euro. In pochi minuti quella che doveva essere una tranquilla vecchiaia si è trasformata in un incubo burocratico inspiegabile. Così una trentina di pensionati del Policlinico si è recata dagli avvocati per chiedere giustizia. Nel frattempo si vede tolta ogni mese dalla pensione una cifra che varia dai 400 agli 800-900 euro mensili. Praticamente, secondo l’Inps, in attesa che la magistratura chiarisca chi ha ragione, gli ex dirigenti dovrebbero vivere di aria. Ma andiamo per ordine, aiutandoci sulla base dell’esposto che attraverso gli avvocati Fernando Rizzo e Andrea Vadalà hanno presentato alla Corte dei Conti. Grazie ad una legge del ’79 il personale universitario che presta servizio presso i Policlinici ha avuto diritto ad un’indennità di equiparazione al personale delle Unità sanitarie locali (oggi divenute Asp). Nel 1981 quell’indennità di equiparazione è diventata, dopo una sentenza della Corte Costituzionale, pensionabile. E’ cioè utile ai fini sia della buonuscita che della pensione, ovvero ai fini previdenziali. Il Policlinico di Messina si è adeguato alla norma e con una delibera del ’94 ha equiparato i dirigenti non medici versando i relativi contributi ed aumentando l’orario settimanale a 38 ore. Dal 2009 al 2015 quindi i protagonisti di questa storia kafkiana sono andati regolarmente in pensione ed hanno ricevuto sia il TFS che l’assegno mensile in base a quanto previsto da quell’equiparazione. Fino a quando, un mattino di oltre un anno fa, una trentina di loro, non sappiamo ancora in base a quale criterio (dal momento che in pensione con quelle stesse caratteristiche e ruoli ne sono andati 150 e nello stesso arco di tempo), hanno iniziato a ricevere lettere dall’ufficio Inps di Messina con le quali veniva contestato l’indebito arricchimento. Stando all’Inps infatti quei calcoli su pensione e trattamento di fine pensione erano sbagliati e quel diritto acquisito da 30 anni, ovvero l’ indennità di equiparazione, non aveva alcun valore nonostante la sentenza della Corte Costituzionale del 1981. C’è di più: l’Inps ha chiesto la restituzione di somme che vanno dai 40 mila ai 100 mila euro ai singoli pensionati, trattenendole mensilmente alla fonte ed ha anche decurtato la pensione in base ai nuovi calcoli. Il tutto ignorando qualsiasi forma di “appello” o di controdeduzione, nonché il fatto che in alcuni casi sono trascorsi 5 anni dall’erogazione del TFS (e quindi la somma non può più essere richiesta dall’Inps). Il testo unico n°1032 del ’73 prevede che il TFS può essere revocato o rivisto solo entro un anno dall’erogazione. Le stranezze non finiscono qui. L’INPS di Messina è l’unica sede in Italia ad aver agito così e peraltro solo nei confronti di un gruppo di ex dirigenti non medici del Policlinico. Lettere analoghe non sono più arrivate nei confronti di altri dirigenti non medici andati in pensione anche nello stesso periodo dei ricorrenti. Dei 150 andati in pensione dal 2005 ad oggi al Policlinico, negli stessi ruoli, solo 30 hanno ricevuto le lettere che hanno trasformato la loro vita in tragedia. “Nel corso della nostra vita-scrivono nell’esposto- abbiamo potuto disporre di una retribuzione che ci ha permesso d’improntare la nostra vita patrimoniale ed affettiva contando sul fatto che, anche andando in pensione, avremmo potuto far fronte ad impegni di spesa già effettuati, come mutui, prestiti, mantenimento dei figli all’università. Ma adesso l’Inps vuole indietro somme dai 70 ai 300 mila euro accusandoci di indebito arricchimento”. Al di là delle conseguenze sul piano psicologico del trovarsi la pensione dimezzata e nel vedersi richiedere la restituzione del TFS, la cosa che li ha spinti a rivolgersi alla Corte dei Conti ed al Tribunale del lavoro è l’essere considerati dall’Inps quasi dei ladri, nonostante una vita di lavoro e di regolare versamento dei contributi. Gli uffici di Messina si basano sull’applicazione retroattiva di una norma che però, nello stesso testo normativo esclude le posizioni giuridiche ed economiche già conseguite, come sono appunto quelle maturate dai pensionati del Policlinico di Messina sin dal ’94, data della delibera di equiparazione. Nell’esposto alla Corte dei conti gli avvocati Rizzo e Vadalà evidenziano come solo la sede di Messina abbia intrapreso queste iniziative di recupero e solo a macchia di leopardo. Proprio per questo chiedono che venga accertato un eventuale danno erariale da parte dei funzionari che hanno intrapreso tali azioni. Se infatti i magistrati dovessero ritenere illegittima la richiesta dell’Inps, dovranno essere restituite tutte le somme e pagate e spese legali con gli interessi. Se invece l’azione dell’Inps verrà considerata legittima il danno è causato dal fatto che la misura di recupero non è applicata per la generalità dei soggetti in posizione analoga né a Messina né in Italia. In entrambi i casi c’è danno erariale. In una delle note che Rizzo e Vadalà hanno inviato all’Inps vengono richiesti: “1)i criteri con i quali gli uffici hanno individuato i destinatari dei provvedimenti, escludendone altri nelle medesime condizioni giuridiche 2)se i funzionari preposti all’azione di recupero godano d’incentivi o premi produttività in relazione a tali attività intraprese nei confronti dei nostri assistiti”. Il Tribunale del lavoro a novembre ha fissato le prime udienze, mentre il percorso alla Corte dei conti è appena iniziato. Nel frattempo ci sono intere famiglie che non dormono, angosciate sia perché con 300 euro di pensione non si può che sopravvivere, sia perché da persone perbene ed in regola con il fisco, sono stati trattati alla stregua dei 40 ladroni. Resta da chiedersi come a fronte di questa vicenda kafkiana ci sono persone che invece la notte dormono sonni sereni. Rosaria Brancato Chiudi * Fonte: Sicilians.it #Messina. Tagli pensioni, lavoratori denunciano INPS alla Corte dei Conti 13.10.2016 Fonte: Sicilians.it #Messina. Tagli pensioni, lavoratori denunciano INPS alla Corte dei Conti Da due anni lottano contro l’INPS che ogni mese arriva a decurtare la loro pensione anche di oltre il 50%. Visto che tutte le richieste di chiarimento sono state ignorate sia dalla sede di Messina che da quella di Roma, hanno deciso di passare alle maniere forti e hanno denunciato la vicenda alla Procura della Corte dei Conti di Palermo. La vicenda inizia nel 2014, quando l’INPS comincia a trattenere parte degli assegni mensili a una trentina di pensionati dell’Università, tutti funzionari e dirigenti, che hanno prestato servizio al Policlinico. La prima stranezza è proprio questa: solo a 30 su un totale di 120 persone andate in pensione con requisiti identici. E così, c’è chi passa da 2000-2.200 euro al mese a 8-900 da un momento all’altro, con una decurtazione che supera il limite massimo del 20% previsto in casi del genere, mentre l’INPS pretende indietro anche una parte della liquidazione, che ovviamente è già stata destinata e spesa per aiutare figli e nipoti. “I nostri assistiti -spiegano gli avvocati Fernando Rizzo e Andrea Vadalà– hanno presentato un esposto alla Procura Regionale della Corte dei Conti contro l’INPS, gestione dipendenti pubblici, sedi di Messina e di Roma, per accertare le responsabilità di funzionari e dirigenti. In virtù di atti amministrativi conformi a consolidata giurisprudenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione con la sentenza 8521 del 2012, sono stati tutti equiparati economicamente al dirigente non medico del ruolo sanità, con versamento dei contributi previdenziali relativi. Tanto che l’INPDAP prima e l’INPS dopo, hanno provveduto fino al 2014 a pagare TFS e trattamento pensionistico calcolati sull’intera retribuzione percepita”. Poi, unico caso del genere in Italia da quanto raccontano i lavoratori e i loro legali, l’INPS scavalca la normativa, nel calcolo di liquidazione e pensione esclude la differenza con lo stipendio da dirigente non medico della sanità e tra chi è andato in pensione prima del 2014 c’è anche chi si vede richiedere, in alcuni casi senza alcun preavviso, anche più di 100.000 euro. Un vero dramma per persone che hanno lavorato per 38-40 anni e che pensavano di poter contare su una vecchiaia serena. E non è tutto. Perché a chi è andato in pensione dal 2014 l’INPS di Messina, con una decisione senza precedenti, ha calcolato pensione e liquidazione solo sullo stipendio universitario, tralasciando l’integrazione per le mansioni svolte al Policlinico. Non contento, l’ente si è rifatto anche su chi era andato in pensione più di 5 anni prima, sebbene non sia consentito. “Abbiamo constatato e contestato, ma senza riscontro -aggiungono gli avvocati Rizzo e Vadalà- che solo la sede di Messina ha intrapreso queste iniziative di recupero. Nel resto d’Italia i dirigenti equiparati, pur nelle medesime condizioni giuridiche, continuano a percepire un trattamento previdenziale ancora calibrato sulla effettiva retribuzione percepita quale dirigente non medico della sanità”. Alla Corte dei Conti di Palermo gli ex dipendenti del Policlinico universitario chiedono di accertare le responsabilità dei dirigenti e funzionari INPS coinvolti nella vicenda, per il danno erariale determinato. Nel caso in cui il debito preteso dall’INPS sia ritenuto illegittimo dalla magistratura contabile, i ricorrenti chiedono che siano restituite loro le somme trattenute, oltre a interessi, rivalutazione e spese legali. “In caso contrario, il danno erariale è determinato dalla prescrizione e decadenza in cui sta incorrendo l’ente nel recupero di indebito -spiegano ancora i difensori dei pensionati. L’INPS, pur dovendo agire per tutti nelle medesime condizioni giuridiche ed economiche, sta evitando inspiegabilmente iniziative di recupero diffuse e coerenti, determinando l’irripetibilità di somme per milioni di euro a causa dell’inerzia e del decorso del tempo”. Gli avvocati Rizzo e Vadalà, che si dichiarano certi che i loro assistiti stiano subendo un’ingiustizia da parte dell’INPS, sottolineano anche che “appare singolare che un ente pubblico, benché più volte sollecitato a uniformità di giudizio, agisca invece a macchia di leopardo”. Dall’ufficio stampa regionale dell’INPS, contattato per avere delucidazioni, attendiamo adesso un chiarimento sulla vicenda, anche se voci ufficiose fanno trapelare che negli uffici dell’istituto inizino a manifestarsi i primi dubbi su una decisione che non ha precedenti in Italia. Elisabetta Raffa Chiudi * 09.03.2021 Roma - Nessuno risponde alle numerose email Illogica falla nel sistema di vaccinazione COVID 09.03.2021 09.03.2021 Roma - Nessuno risponde alle numerose email Illogica falla nel sistema di vaccinazione COVID Prendersi cura dei cittadini è un atto gentile, un sentimento che va espresso soprattutto a chi si trova in difficoltà a causa di una illogica falla nel sistema di vaccinazione COVID. Purtroppo, il virus non conosce la gentilezza e nemmeno il sentimento e, senza ombra di dubbio, approfitterà dell'illogicità di chi confeziona le leggi per espandersi. Dal sito salutelazio.it: • le persone residenti assistite in un'altra regione non possono prenotare nel Lazio; • soltanto le persone che hanno un medico di famiglia nel territorio regionale possono prenotare la vaccinazione; pertanto, le persone temporaneamente domiciliate e assistite da un Medico di Medicina Generale presso una ASL del Lazio possono prenotare la vaccinazione. Né legge né logica Perciò, chi non è assistito da un Medico di Medicina Generale presso una ASL del Lazio non potrà prenotare la vaccinazione? Dovrà, se potrà, tornare nella propria città, infettarsi con molta probabilità su un aereo o su un treno, oppure rimanere a Roma rischiando di essere infettato o infettare nel Lazio? Dopo aver comunicato telefonicamente e inutilmente alle ore 09:22 del 23 febbraio scorso alla segreteria del Ministero della Salute (vice Ministro Pierpaolo Sileri), considerata la mia ingenuità nel credere ancora nelle Istituzioni, cosciente della mia stupidità nell'osservare i valori sull'onestà trasmessi dai miei genitori, fiero di essermi ribellato contro molte proposte di furto, certo che, ormai, non esiste né legge né logica, lancio un appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinché intervenga direttamente per non far nascere un ulteriore focolaio di infezioni subito dopo le vaccinazioni. Giuseppe Micali Chiudi Policlinico, ex dirigenti contro Inps di Marina Bottari - Fonte: Gazzetta del Sud online 25.7.2017 180 di loro hanno ricevuto una richiesta di recupero somme sulle pensioni. Si tratta di cifre sostanziose che a partire da questo mese saranno detratte con ritenute mensili. archivi × parlaItalia.it La digitazione suggerisce l'elenco dei possibili links * * n1 01.2018 Crea la webApp di questo sito facendo click sul pulsante "Aggiungi a Home" che trovi nel browser di qualsiasi cellulare o tablet Chiudi Informativa Cookie Uso dei cookie Questo portale utilizza i Cookie per rendere i propri servizi semplici e efficienti per l’utenza che visiona le proprie pagine. Gli utenti che visionano il Sito vedranno inserite delle quantità minime di informazioni nei dispositivi in uso, che siano computer e periferiche mobili, in piccoli file di testo denominati “cookie” salvati nelle directory utilizzate dal browser web dell’Utente. Vi sono vari tipi di cookie, alcuni per rendere piú efficace l’uso del Sito, altri per abilitare determinate funzionalità. 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