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Va' al contenuto principale * * * Lancia una petizione * Le mie petizioni * Sfoglia * Sostienici! Accedi Lancia una petizioneSostienici!SfogliaCerca * -------------------------------------------------------------------------------- Accedi o registrati -------------------------------------------------------------------------------- ACCEDI Non hai un account? Iscriviti Accedi con GoogleAccedi via Facebook O Hai dimenticato la password? Aderendo o accedendo via Facebook, accetti i termini di servizio e la informativa sulla privacy di Change.org. LA PIATTAFORMA DI PETIZIONI. E TU COSA CAMBIERAI? 469.485.779 persone in azione. Vittorie giorno dopo giorno Lancia una petizione Vittoria VITTORIA: ABBIAMO VINTO E LO DOBBIAMO A TUTTE NOI! La forza delle donne ha vinto! Finalmente la Casa Internazionale delle Donne ha ottenuto il contratto di comodato d’uso gratuito per i prossimi 12 anni. Si tratta del risultato frutto della forte, costante e unita mobilitazione… -------------------------------------------------------------------------------- * Casa Internazionale delle Donne * 101.774 Sostenitori VITTORIA: MOHAMMED AL-NIMR È STATO RILASCIATO! li Mohammed al-Nimr è stato rilasciato dalle autorità saudite! Grazie di cuore a tutti voi che in questi anni avete firmato e sostenuto questa petizione. Stefano Molini Leggi tutto... -------------------------------------------------------------------------------- * Stefano Molini Rome, Italia * 462.346 Sostenitori VERITÀ E GIUSTIZIA PER MARTINA ROSSI CASSAZIONE 21 GENNAIO 2021 Illustrissimo Presidente della Repubblica On. Sergio Mattarella Le scriviamo per invocare giustizia per Martina Rossi morta in Spagna il 3 agosto 2011 per la quale i Giudici del tribunale di Arezzo nel 2018 condannano due ragazzi: Luca Vanneschi e Alessandro Albertoni a 6 anni per aver provocato la morte della giovane come conseguenza di altro reato e tentata violenza di gruppo. Ad oggi però, dopo 10 anni, per la giustizia italiana, la morte di questa giovane non ha nessun colpevole ed il processo è a rischio prescrizione. L’inchiesta italiana viene aperta a Genova, città di residenza di Martina, e si conclude nel 2014 con quattro indagati: due per essere i responsabili della sua morte e altri due per falsa testimonianza. Il filone principale passa per la procura di Arezzo per competenza territoriale: i due indagati sono di Castel Fibocchi. Gli inquirenti toscani decidono di riesumare il cadavere per eseguire una nuova autopsia: le indagini vengono chiuse il 12 febbraio 2017 e il 28 novembre dello stesso anno due giovani vengono rinviati a giudizio per tentata violenza sessuale di gruppo e morte in conseguenza di un altro reato. La 20enne cercava di sfuggire, secondo la ricostruzione degli inquirenti, da un tentativo di stupro ed essendo chiusa la porta, ha tentato di scavalcare per raggiungere il balcone della sua stanza. Il processo di primo grado si conclude con la condanna dei primi due a 6 anni. È il 14 dicembre 2018. Per i giudici “Martina Rossi ha reagito ad un tentativo di violenza nei suoi confronti“ come testimoniano i graffi sul collo molto ben visibili di uno degli imputati ed i segni sul corpo della ragazza. Il processo d’appello inizia quasi un anno dopo il verdetto di primo grado. Lo scorso 28 novembre la presidente della Corte d’appello di Firenze dichiara prescritto il reato di morte in conseguenza di altro reato. Il 9 giugno 2020 la Corte d'appello di Firenze assolve i due dal reato di "tentata violenza di gruppo perché il fatto non sussiste", altresì dichiara che "un’aggressione di carattere sessuale non può, invero, neppure del tutto escludersi». Il Procuratore Generale del Tribunale di Firenze presenta ricorso in Cassazione contro l'assoluzione dei due. La data per la Cassazione è fissata per il 21 gennaio 2021. Chiediamo pertanto il Vostro intervento perché ci sia la revoca della prescrizione per reati così gravi, nello specifico "morte come conseguenza di altro reato". La morte di un essere umano non può essere trattata come un debito: "caduto/a in prescrizione". È disumano che a distanza di così tanti anni, a fronte delle tante prove raccolte, due genitori non abbiano ancora potuto capire com'è morta la loro unica figlia ventenne. Sollecitiamo inoltre affinché l'udienza in Cassazione prevista per il 21 gennaio 2021 possa svolgersi regolarmente senza ulteriori possibili rinvii che causerebbero la caduta in prescrizione anche del secondo capo d'imputazione, in alternativa che venga congelata la prescrizione sino alla data nella quale tale processo potrà essere svolto. Lo chiedono tanti cittadini come noi, che da anni seguono le fasi processuali senza vedere uno spiraglio di luce. Verità e Giustizia perché Martina Rossi è tutte noi, le nostre figlie, nipoti, amiche. Per questo ci rivolgiamo a Lei Illustrissimo Presidente. Fiduciose/i nell'attenzione che Vorrà porre Porgiamo i più distinti saluti. Leggi tutto... -------------------------------------------------------------------------------- * Claudia Buccheri Milan, Italia * 99.732 Sostenitori VITTORIA! I GATTI DELLA COLONIA FELINA DEL PORTO SONO SALVI VITTORIA, I GATTI DELLA COLONIA FELINA DEL PORTO SONO SALVI GRAZIE ALLE MIGLIAIA DI PERSONE CHE HANNO SOTTOSCRITTO LA PETIZIONE SU CHANGE.ORG Andrea Romiti Capogruppo in Consiglio Comunale assieme alle responsabili assegnatarie della colonia, Stefania e Luisa, hanno avviato una raccolta di firme su change.org poiché a seguito di alcuni lavori edilizi di ristrutturazione dell'ex-silos in Porto, è stato comunicato l'obbligo di spostare l'intera colonia di gatti dalla parte opposta, che era distante centinaia di metri e nei pressi dell'ingresso del Varco Fortezza. Tale sistemazione poneva in serio pericolo i gatti per il traffico veicolare che ogni giorno transita in ingresso e in uscita dal porto. “Grazie alle 15.000 sottoscrizioni superate, probabilmente abbiamo fatto riflettere qualcuno, compreso il Sindaco, al quale legge regionale gli affida il parere obbligatorio per effettuare lo spostamento della colonia”. Affermano unanimemente Romiti e le assegnatarie della colonia e continuano “Siamo certi che sia stato l’elevato numero delle firme raggiunto che abbia agevolato l’accordo con la “Porto 2000 immobiliare” che ha in concessione quell’area portuale. La colonia dei gatti sarà spostata di 30 metri sul retro del Silos e all’interno di un’area protetta, prospicente l’imbarco dei traghetti. Una bella vittoria a difesa dei nostri gatti!!” E concludono Stefania e Luisa: “Adesso stiamo studiando la partenza di un bel progetto che valorizzi anche la presenza dei gatti sul Molo, come quella di coinvolgere i bambini attraverso proposte decorative ispirate a “La gabbianella e il gatto”. Leggi tutto... -------------------------------------------------------------------------------- * Andrea Romiti Livorno, Italia * 15.438 Sostenitori VITTORIA! Grazie alla vostra partecipazione, che ha sostenuto l'impegno sindacale di CGIL CISL e UIL, si è concordato con il Governo per ripristinare il finanziamento dell'assenza per quarantena Covid. All'art. 9 DL Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2022, approvato in Consiglio dei Ministri il 15 ottobre 2021, compare il nuovo finanziamento. GRAZIE a tutte e tutti voi! Leggi tutto... -------------------------------------------------------------------------------- * FP CGIL CISL FPL UIL FPL Torino Torino Italia * 47.070 Sostenitori COMUNE DI PESCARA : NON FACCIAMO FINIRE LA PINETA DANNUNZIANA Leggi tutto... -------------------------------------------------------------------------------- * Antonio Panico Citta sant'angelo, Italia * 37.267 Sostenitori 1. Vittoria: abbiamo vinto e lo dobbiamo a tutte noi! 2. Vittoria: Mohammed al-Nimr è stato rilasciato! 3. Verità e Giustizia per Martina Rossi Cassazione 21 gennaio 2021 4. Vittoria! I gatti della colonia felina del porto sono salvi 5. Vittoria! 6. Comune di Pescara : Non facciamo finire la Pineta Dannunziana ARGOMENTI coronavirusgiustizia economicasaluteAnimalilavorodisabilitàdiritti umanimafiadiritti delle donnediritti civiliambienteospedaliistruzionelavoratori dello spettacolo -------------------------------------------------------------------------------- * coronavirus * giustizia economica * salute * Animali * lavoro * disabilità * diritti umani * mafia * diritti delle donne * diritti civili * ambiente * ospedali * istruzione * lavoratori dello spettacolo -------------------------------------------------------------------------------- PETIZIONI IN CORSO SU CHANGE.ORG In primo piano su Giornalettismo e 4 altre pubblicazioni -------------------------------------------------------------------------------- STOP TAMPON TAX, IL CICLO NON È UN LUSSO! Cos'è la Tampon Tax? Semplice! È l’imposta IVA al 22% che grava sui prezzi degli assorbenti, considerati come beni di lusso. Avere il ciclo non è un lusso nè tantomeno una scelta e gli assorbenti non sono un accessorio ma una necessità per ogni donna. Chiediamo che la Tampon Tax sia abbassata al 4% e che quindi gli assorbenti vengano considerati beni di prima necessità. Se ora pure i tartufi sono tassati al 5% come bene di prima necessità, viene spontaneo chiedersi come mai un assorbente non abbia lo stesso regime di tassazione. Il costo degli assorbenti non è un problema che riguarda esclusivamente le donne ma è un problema che coinvolge tutta la famiglia, uomini compresi! Per esprimere questa necessità, per verificare il livello di consapevolezza e anche per ridere un po' abbiamo invitato sette ragazzi e li abbiamo sottoposti al nostro esperimento sociale. Fatevi un regalo e fatelo alle donne della vostra vita. Attraverso una semplice firma non ci aiuterete solamente a cambiare una tassa ma l'intero stile di vita di molte donne. Leggi di più Cos'è la Tampon Tax? Semplice! È l’imposta IVA al 22% che grava sui prezzi degli assorbenti, considerati come beni di lusso. Avere il ciclo non è un lusso nè tantomeno una scelta e gli assorbenti non sono un accessorio ma una necessità per ogni donna. Chiediamo che la Tampon Tax sia abbassata al 4% e che quindi gli assorbenti vengano considerati beni di prima necessità. Se ora pure i tartufi sono tassati al 5% come bene di prima necessità, viene spontaneo chiedersi come mai un assorbente non abbia lo stesso regime di tassazione. Il costo degli assorbenti non è un problema che riguarda esclusivamente le donne ma è un problema che coinvolge tutta la famiglia, uomini compresi! Per esprimere questa necessità, per verificare il livello di consapevolezza e anche per ridere un po' abbiamo invitato sette ragazzi e li abbiamo sottoposti al nostro esperimento sociale. Fatevi un regalo e fatelo alle donne della vostra vita. Attraverso una semplice firma non ci aiuterete solamente a cambiare una tassa ma l'intero stile di vita di molte donne. Leggi di più Onde Rosa 664.154 sostenitori Leggi di più Petizione di tendenza nella categoria giustizia economica -------------------------------------------------------------------------------- FERMIAMO LE DELOCALIZZAZIONI E LO SMANTELLAMENTO DEL TESSUTO PRODUTTIVO! Per una normativa che garantisca subito lavoro e diritti! Delocalizzare un’azienda in buona salute, trasferirne la produzione all’estero al solo scopo di aumentare il profitto degli azionisti, non costituisce libero esercizio dell’iniziativa economica privata, ma un atto in contrasto con il diritto al lavoro, tutelato dall’art. 4 della Costituzione. Ciò è tanto meno accettabile se avviene da parte di un’impresa che abbia fruito di interventi pubblici finalizzati alla ristrutturazione o riorganizzazione dell’impresa o al mantenimento dei livelli occupazionali Lo Stato, in adempimento al suo obbligo di garantire l’uguaglianza sostanziale dei lavoratori e delle lavoratrici e proteggerne la dignità, ha il mandato costituzionale di intervenire per arginare tentativi di abuso della libertà economica privata (art. 41, Cost.). Alla luce di questo, i licenziamenti annunciati da GKN si pongono già oggi fuori dall’ordinamento e in contrasto con l’ordine costituzionale e con la nozione di lavoro e di iniziativa economica delineati dalla Costituzione. Tale palese violazione dei principi dell’ordinamento, impone che vengano approntati appositi strumenti normativi per rendere effettiva la tutela dei diritti in gioco. Per questo motivo è necessaria una normativa che contrasti lo smantellamento del tessuto produttivo, assicuri la continuità occupazionale e sanzioni compiutamente i comportamenti illeciti delle imprese, in particolare di quelle che hanno fruito di agevolazioni economiche pubbliche. Tale normativa deve essere efficace e non limitarsi ad una mera dichiarazione di intenti.Per questo motivo riteniamo insufficienti e non condivisibili le bozze di decreto governativo che sono state rese pubbliche: esse non contrastano con efficacia i fenomeni di delocalizzazione, sono prive di apparato sanzionatorio, non garantiscono i posti di lavoro e la continuità produttiva di aziende sane, non coinvolgono i lavoratori e le lavoratrici e le loro rappresentanze sindacali. Riteniamo che una norma che sia finalizzata a contrastare lo smantellamento del tessuto produttivo e a garantire il mantenimento dei livelli occupazionali non possa prescindere dai seguenti, irrinunciabili, principi. 1-A fronte di condizioni oggettive e controllabili l’autorità pubblica deve essere legittimata a non autorizzare l’avvio della procedura di licenziamento collettivo da parte delle imprese.2-L’impresa che intenda chiudere un sito produttivo deve informare preventivamente l’autorità pubblica e le rappresentanze dei lavoratori presenti in azienda e nelle eventuali aziende dell’indotto, nonché le rispettive organizzazioni sindacali e quelle più rappresentative di settore.3- L’informazione deve permettere un controllo sulla reale situazione patrimoniale ed economico-finanziaria dell’azienda, al fine di valutare la possibilità di una soluzione alternativa alla chiusura.4- La soluzione alternativa viene definita in un Piano che garantisca la continuità dell’attività produttiva e dell’occupazione di tutti i lavoratori coinvolti presso quell’azienda, compresi i lavoratori eventualmente occupati nell’indotto e nelle attività esternalizzate.5- Il Piano viene approvato dall’autorità pubblica, con il parere positivo vincolante della maggioranza dei lavoratori coinvolti, espressa attraverso le proprie rappresentanze. L’autorità pubblica garantisce e controlla il rispetto del Piano da parte dell’impresa.6- Nessuna procedura di licenziamento può essere avviata prima dell’attuazione del Piano.7- L’eventuale cessione dell’azienda deve prevedere un diritto di prelazione da parte dello Stato e di cooperative di lavoratori impiegati presso l’azienda anche con il supporto economico, incentivi ed agevolazioni da parte dello Stato e delle istituzioni locali. In tutte le ipotesi di cessione deve essere garantita la continuità produttiva dell’azienda, la piena occupazione di lavoratrici e lavoratori e il mantenimento dei trattamenti economico-normativi. Nelle ipotesi in cui le cessioni non siano a favore dello Stato o della cooperativa deve essere previsto un controllo pubblico sulla solvibilità dei cessionari.8- Il mancato rispetto da parte dell’azienda delle procedure sopra descritte comporta l’illegittimità dei licenziamenti ed integra un’ipotesi di condotta antisindacale ai sensi dell’art. 28 l. 300/1970Riteniamo che una normativa fondata su questi otto punti e sull’individuazione di procedure oggettive costituisca l’unico modo per dare attuazione ai principi costituzionali e non contrasti con l’ordinamento europeo. Come espressamente riconosciuto dalla Corte di Giustizia (C-201/2015 del 21.12.2016) infatti la “circostanza che uno Stato membro preveda, nella sua legislazione nazionale, che i piani di licenziamento collettivo debbano, prima di qualsiasi attuazione, essere notificati ad un’autorità nazionale, la quale è dotata di poteri di controllo che le consentono, in determinate circostanze, di opporsi ad un piano siffatto per motivi attinenti alla protezione dei lavoratori e dell’occupazione, non può essere considerata contraria alla libertà di stabilimento garantita dall’articolo 49 TFUE né alla libertà d’impresa sancita dall’articolo 16 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE” Riteniamo altresì che essa costituisca un primo passo per la ricostruzione di un sistema di garanzie e di diritti che restituisca centralità al lavoro e dignità alle lavoratrici e ai lavoratori. Per permettere una ponderata valutazione degli interessi incisi dal testo dell’atto legislativo in cantiere riteniamo necessaria ed immediata una sospensione da parte del Governo delle procedure di licenziamento ex l. 223/91 ad oggi avviate dalle imprese. Documento redatto daMassimo CapialbiDanilo ConteGiulia FrosecchiFrancesca MaffeiGiovanni OrlandiniPier Luigi PaniciMarzia PironePaolo SolimenoSilvia Ventura Approvato dall’assemblea permanente delle lavoratrici e dei lavoratori Gkn Primi firmatariAdriano Scanga, Torino -Avvocato, Telefono Rosso Potere Al PopoloMarco Tufo, Grosseto- Ordine Degli Avvocati Di GrossetoSilvia Borelli, Ferrara- Università Di FerraraGiovanni Calvellini Angela Rauseo, Bologna- Consulente Del LavoroDanilo Risi, Napoli- Giuristi Democratici Andrea Ranfagni, Firrnze Giovanni Ventura, Trieste Enrico Buono, Napoli Elisena Iannuzzelli, Napoli Enrico Buono, Napoli Elisena Iannuzzelli, Napoli Madia D'onghia, Fasano Giuliana Quattromini, Napoli -Avvocata, Comma2 Lavoro È Dignità Madia D’onghia, Fasano Emilio Sirianni , Cosenza Antonio Loffredo, Firenze -Università Di SienaMarina Capponi, Firenze - Libera Professionista Enzo Martino, Torino- Comma2Anna Silvana Lamacchia, Torino -Comma2 - Lavoro È Dignità Riccardo Tonelli, Ferrara- Università Di FerraraAlberto Piccinini, Bologna- Comma2Gianluca Vitale, Torino Francesco Andretta, Napoli -Comma2Giuliana Quattromini, Napoli- Comma2 Lavoro È Dignità Silvia Balestro, Milano Bartolo Mancuso, Roma -Comma 2Andrea Guazzarotti, Padova- Università Di FerraraMario Fezzi, Milano Gionata Cavallini, Milano Monica Rota, Milano- Comma 2Emilia Recchi, Roma Elena Poli, Torino -Comma2Palma Balsamo, Catania -Comma 2Stefania Mangione, Bologna -Comma2Andrea Stramaccia, Firenze -Comma 2Giacomo Summa, Roma Giovanni Battista Mascheretti, Bergamo -Associazione Comma 2Maria Gabriella Del Rosso, Firenze- Comma 2Olivia Bonardi, Milano -Università Degli Studi Di MilanoEnrica Mangia, Milano -Comma 2 Lavoro È DignitàFrancesco Montorio, Lesmo Mara Parpaglioni, Roma Massimiliano Del Vecchio, Taranto- Comma2Giovanni Marcucci, Milano- Comma 2Giulia Druetta, Torino Donata Gottardi, Verona- Università Di VeronaRita Mazzanti, Ferrara- Comma2 – Lavoro È DignitàSimona Peluso, Torino Lamine Auriane, Brussels- Université Catholique De Louvain Fulvio Perini, Villar Dora- Associazione Volere La LunaBoris Infantino, Piacenza- Comma 2 Lavoro È DignitàMassimo Padovani, Asti- Comma 2Paolo Pini, Ferrara -UnifeSofia Ciuffoletti, Fiesole Unifi- Centro Interuniversitario AdirMauro Tagliabue, Milano- Comma2 Lavoro È DignitàGabriella Vanzetti, Alba -Comma 2Riccardo Elia, Milano- Comma2Francesco Pizzuti, Bologna Comma2Giovanni Conticelli, Firenze Carlo Barotti, Rovigo Laura Curcio, Milano Mirella Caffaratti, Torino Antonio Carbonelli, Brescia Guido Ortona, Torino Sergio Palombarini, Bologna Carlo Guglielmi, Roma Cecilia Faini, Firenze Alessandro Villari, Milano- Comma2Giovanni Dosi, Pisa -Scuola Superiore Sant'anna, PisaRiccardo Barbero, Torino Jacopo Staccioli, Milano -Università Cattolica Del Sacro CuoreLorenzo Venini , Milano Lucrezia Fanti, Roma- Sapienza Università Di RomaAngela Stani, Roma Davide Lovisolo, Torino Dario Guarascio, Roma -Sapienza Università Di RomaRaffaele Tenaglia, Trieste Federico Martelloni, Bologna- Sinistra ItalianaVirginia Amorosi, Napoli- Università Degli Studi Di Napoli Federico IIGabriele Muci, Leverano (Le) -Potere Al Popolo Domenico Amorosi, Lecce Luigi Marengo, Roma- Università LuissVeronica.Mezzasalma, Bergamo -Comma 2Stefano Vaccari, Reggio Emilia Comma2Andrea Roventini, Pisa Alberto Ghidoni, Milano Amilcare D'andrea, Lioni (Av) Raffaella Bianconi , Firenze Sindacato Avvocati Firenze E Toscana Vittorino Lauria, Firenze Lo Conte Letizia, Firenze -Ordine Avvocati Di FirenzeIrene Romoli, Firenze -Libero ProfessionistaVincenzo Bavaro, Sannicandro Di Bari (Bari) -Università Di Bari Aldo MoroValerio De Stefano, Bruxelles Ku Leuven Elena Oddone, Firenze Alberto Massaia, Torino M. Dolores Santos, Firenze -Università Di SienaPatrizia Cerrato, Genova-Coordinamento Democrazia Costituzionale Genova Paola Altrui, Roma- Giuristi DemocraticiStefano Bigliazzi, Genova- Giuristi DemocraticiEffiong Ntuk, Torino- Giuristi DemocraticiLuigi Ficarra, Padova- Associazione Giuristi DemocraticiAlessandro Brunetti, Roma -Giuristi DemocraticiCarlo Cappellari, Venezia -Giuristi DemocraticiLisa Parrini , Firenze Roberta Ponzetti, Orio Canavese Maria Teresa Vallefuoco, Benevento -Giuristi Democratici Di Benevento Giliola Corradi, Verona-Giuristi DemocraticiEmilio Robotti, Genova- Associazione Giuristi DemocraticiDonata Bacci, Lastra A Signa (Firenze)-Giuristi DemocraticiRosa Elvira Dattolo, Palermo- Giuristi DemocraticiCaterina Serrao, Napoli- Giuristi DemocraticiSalvatore Locci, Torino Lorenza Cescatti, Rovereto(Tn)- Giuristi DemocraticiFulvia Delabella, Firenze Doris Genchi, Venezia Donatella Nonis, San Donà Di Piave- Giuristi Democratici VeneziaMarco Paggi, Padova Roberto De Angelis, Roma Sandro Valbusa, Genova -Giuristi Democratici Roberto Lamacchia, Torino- Ass. Naz. Giuristi DemocraticiGiuseppe Antonio Recchia, Taranto -Università Degli Studi Di BariAvv. Angelo Pozzan, Venezia - Giuristi Democratici. Di Venezia "Emanuele Battain"Fausto Gianelli Modena Giuristi Democratici - ModenaValeria Cirillo, Bari -Università Degli Studi Di Bari "Aldo Moro"Cordaro Carmela Maria, Messina -Giuristi DemocraticiSimone D'Ascola, Pisa -Università di PisaLuigi Galloni, Roma -Giuristi democraticiPiera Campanella, docente universitaria -Bologna Aurora d'Agostino, avvocata Padova- giuristi democraticiNunzia Parra, Avvocata Perugia Andrea Allamprese, Professore -Università di Modena e Reggio EmiliaSilvia larese, Avvocata -FirenzeBruno Laudi, Avvocato -Bologna Leggi di più Per una normativa che garantisca subito lavoro e diritti! Delocalizzare un’azienda in buona salute, trasferirne la produzione all’estero al solo scopo di aumentare il profitto degli azionisti, non costituisce libero esercizio dell’iniziativa economica privata, ma un atto in contrasto con il diritto al lavoro, tutelato dall’art. 4 della Costituzione. Ciò è tanto meno accettabile se avviene da parte di un’impresa che abbia fruito di interventi pubblici finalizzati alla ristrutturazione o riorganizzazione dell’impresa o al mantenimento dei livelli occupazionali Lo Stato, in adempimento al suo obbligo di garantire l’uguaglianza sostanziale dei lavoratori e delle lavoratrici e proteggerne la dignità, ha il mandato costituzionale di intervenire per arginare tentativi di abuso della libertà economica privata (art. 41, Cost.). Alla luce di questo, i licenziamenti annunciati da GKN si pongono già oggi fuori dall’ordinamento e in contrasto con l’ordine costituzionale e con la nozione di lavoro e di iniziativa economica delineati dalla Costituzione. Tale palese violazione dei principi dell’ordinamento, impone che vengano approntati appositi strumenti normativi per rendere effettiva la tutela dei diritti in gioco. Per questo motivo è necessaria una normativa che contrasti lo smantellamento del tessuto produttivo, assicuri la continuità occupazionale e sanzioni compiutamente i comportamenti illeciti delle imprese, in particolare di quelle che hanno fruito di agevolazioni economiche pubbliche. Tale normativa deve essere efficace e non limitarsi ad una mera dichiarazione di intenti.Per questo motivo riteniamo insufficienti e non condivisibili le bozze di decreto governativo che sono state rese pubbliche: esse non contrastano con efficacia i fenomeni di delocalizzazione, sono prive di apparato sanzionatorio, non garantiscono i posti di lavoro e la continuità produttiva di aziende sane, non coinvolgono i lavoratori e le lavoratrici e le loro rappresentanze sindacali. Riteniamo che una norma che sia finalizzata a contrastare lo smantellamento del tessuto produttivo e a garantire il mantenimento dei livelli occupazionali non possa prescindere dai seguenti, irrinunciabili, principi. 1-A fronte di condizioni oggettive e controllabili l’autorità pubblica deve essere legittimata a non autorizzare l’avvio della procedura di licenziamento collettivo da parte delle imprese.2-L’impresa che intenda chiudere un sito produttivo deve informare preventivamente l’autorità pubblica e le rappresentanze dei lavoratori presenti in azienda e nelle eventuali aziende dell’indotto, nonché le rispettive organizzazioni sindacali e quelle più rappresentative di settore.3- L’informazione deve permettere un controllo sulla reale situazione patrimoniale ed economico-finanziaria dell’azienda, al fine di valutare la possibilità di una soluzione alternativa alla chiusura.4- La soluzione alternativa viene definita in un Piano che garantisca la continuità dell’attività produttiva e dell’occupazione di tutti i lavoratori coinvolti presso quell’azienda, compresi i lavoratori eventualmente occupati nell’indotto e nelle attività esternalizzate.5- Il Piano viene approvato dall’autorità pubblica, con il parere positivo vincolante della maggioranza dei lavoratori coinvolti, espressa attraverso le proprie rappresentanze. L’autorità pubblica garantisce e controlla il rispetto del Piano da parte dell’impresa.6- Nessuna procedura di licenziamento può essere avviata prima dell’attuazione del Piano.7- L’eventuale cessione dell’azienda deve prevedere un diritto di prelazione da parte dello Stato e di cooperative di lavoratori impiegati presso l’azienda anche con il supporto economico, incentivi ed agevolazioni da parte dello Stato e delle istituzioni locali. In tutte le ipotesi di cessione deve essere garantita la continuità produttiva dell’azienda, la piena occupazione di lavoratrici e lavoratori e il mantenimento dei trattamenti economico-normativi. Nelle ipotesi in cui le cessioni non siano a favore dello Stato o della cooperativa deve essere previsto un controllo pubblico sulla solvibilità dei cessionari.8- Il mancato rispetto da parte dell’azienda delle procedure sopra descritte comporta l’illegittimità dei licenziamenti ed integra un’ipotesi di condotta antisindacale ai sensi dell’art. 28 l. 300/1970Riteniamo che una normativa fondata su questi otto punti e sull’individuazione di procedure oggettive costituisca l’unico modo per dare attuazione ai principi costituzionali e non contrasti con l’ordinamento europeo. Come espressamente riconosciuto dalla Corte di Giustizia (C-201/2015 del 21.12.2016) infatti la “circostanza che uno Stato membro preveda, nella sua legislazione nazionale, che i piani di licenziamento collettivo debbano, prima di qualsiasi attuazione, essere notificati ad un’autorità nazionale, la quale è dotata di poteri di controllo che le consentono, in determinate circostanze, di opporsi ad un piano siffatto per motivi attinenti alla protezione dei lavoratori e dell’occupazione, non può essere considerata contraria alla libertà di stabilimento garantita dall’articolo 49 TFUE né alla libertà d’impresa sancita dall’articolo 16 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE” Riteniamo altresì che essa costituisca un primo passo per la ricostruzione di un sistema di garanzie e di diritti che restituisca centralità al lavoro e dignità alle lavoratrici e ai lavoratori. Per permettere una ponderata valutazione degli interessi incisi dal testo dell’atto legislativo in cantiere riteniamo necessaria ed immediata una sospensione da parte del Governo delle procedure di licenziamento ex l. 223/91 ad oggi avviate dalle imprese. Documento redatto daMassimo CapialbiDanilo ConteGiulia FrosecchiFrancesca MaffeiGiovanni OrlandiniPier Luigi PaniciMarzia PironePaolo SolimenoSilvia Ventura Approvato dall’assemblea permanente delle lavoratrici e dei lavoratori Gkn Primi firmatariAdriano Scanga, Torino -Avvocato, Telefono Rosso Potere Al PopoloMarco Tufo, Grosseto- Ordine Degli Avvocati Di GrossetoSilvia Borelli, Ferrara- Università Di FerraraGiovanni Calvellini Angela Rauseo, Bologna- Consulente Del LavoroDanilo Risi, Napoli- Giuristi Democratici Andrea Ranfagni, Firrnze Giovanni Ventura, Trieste Enrico Buono, Napoli Elisena Iannuzzelli, Napoli Enrico Buono, Napoli Elisena Iannuzzelli, Napoli Madia D'onghia, Fasano Giuliana Quattromini, Napoli -Avvocata, Comma2 Lavoro È Dignità Madia D’onghia, Fasano Emilio Sirianni , Cosenza Antonio Loffredo, Firenze -Università Di SienaMarina Capponi, Firenze - Libera Professionista Enzo Martino, Torino- Comma2Anna Silvana Lamacchia, Torino -Comma2 - Lavoro È Dignità Riccardo Tonelli, Ferrara- Università Di FerraraAlberto Piccinini, Bologna- Comma2Gianluca Vitale, Torino Francesco Andretta, Napoli -Comma2Giuliana Quattromini, Napoli- Comma2 Lavoro È Dignità Silvia Balestro, Milano Bartolo Mancuso, Roma -Comma 2Andrea Guazzarotti, Padova- Università Di FerraraMario Fezzi, Milano Gionata Cavallini, Milano Monica Rota, Milano- Comma 2Emilia Recchi, Roma Elena Poli, Torino -Comma2Palma Balsamo, Catania -Comma 2Stefania Mangione, Bologna -Comma2Andrea Stramaccia, Firenze -Comma 2Giacomo Summa, Roma Giovanni Battista Mascheretti, Bergamo -Associazione Comma 2Maria Gabriella Del Rosso, Firenze- Comma 2Olivia Bonardi, Milano -Università Degli Studi Di MilanoEnrica Mangia, Milano -Comma 2 Lavoro È DignitàFrancesco Montorio, Lesmo Mara Parpaglioni, Roma Massimiliano Del Vecchio, Taranto- Comma2Giovanni Marcucci, Milano- Comma 2Giulia Druetta, Torino Donata Gottardi, Verona- Università Di VeronaRita Mazzanti, Ferrara- Comma2 – Lavoro È DignitàSimona Peluso, Torino Lamine Auriane, Brussels- Université Catholique De Louvain Fulvio Perini, Villar Dora- Associazione Volere La LunaBoris Infantino, Piacenza- Comma 2 Lavoro È DignitàMassimo Padovani, Asti- Comma 2Paolo Pini, Ferrara -UnifeSofia Ciuffoletti, Fiesole Unifi- Centro Interuniversitario AdirMauro Tagliabue, Milano- Comma2 Lavoro È DignitàGabriella Vanzetti, Alba -Comma 2Riccardo Elia, Milano- Comma2Francesco Pizzuti, Bologna Comma2Giovanni Conticelli, Firenze Carlo Barotti, Rovigo Laura Curcio, Milano Mirella Caffaratti, Torino Antonio Carbonelli, Brescia Guido Ortona, Torino Sergio Palombarini, Bologna Carlo Guglielmi, Roma Cecilia Faini, Firenze Alessandro Villari, Milano- Comma2Giovanni Dosi, Pisa -Scuola Superiore Sant'anna, PisaRiccardo Barbero, Torino Jacopo Staccioli, Milano -Università Cattolica Del Sacro CuoreLorenzo Venini , Milano Lucrezia Fanti, Roma- Sapienza Università Di RomaAngela Stani, Roma Davide Lovisolo, Torino Dario Guarascio, Roma -Sapienza Università Di RomaRaffaele Tenaglia, Trieste Federico Martelloni, Bologna- Sinistra ItalianaVirginia Amorosi, Napoli- Università Degli Studi Di Napoli Federico IIGabriele Muci, Leverano (Le) -Potere Al Popolo Domenico Amorosi, Lecce Luigi Marengo, Roma- Università LuissVeronica.Mezzasalma, Bergamo -Comma 2Stefano Vaccari, Reggio Emilia Comma2Andrea Roventini, Pisa Alberto Ghidoni, Milano Amilcare D'andrea, Lioni (Av) Raffaella Bianconi , Firenze Sindacato Avvocati Firenze E Toscana Vittorino Lauria, Firenze Lo Conte Letizia, Firenze -Ordine Avvocati Di FirenzeIrene Romoli, Firenze -Libero ProfessionistaVincenzo Bavaro, Sannicandro Di Bari (Bari) -Università Di Bari Aldo MoroValerio De Stefano, Bruxelles Ku Leuven Elena Oddone, Firenze Alberto Massaia, Torino M. Dolores Santos, Firenze -Università Di SienaPatrizia Cerrato, Genova-Coordinamento Democrazia Costituzionale Genova Paola Altrui, Roma- Giuristi DemocraticiStefano Bigliazzi, Genova- Giuristi DemocraticiEffiong Ntuk, Torino- Giuristi DemocraticiLuigi Ficarra, Padova- Associazione Giuristi DemocraticiAlessandro Brunetti, Roma -Giuristi DemocraticiCarlo Cappellari, Venezia -Giuristi DemocraticiLisa Parrini , Firenze Roberta Ponzetti, Orio Canavese Maria Teresa Vallefuoco, Benevento -Giuristi Democratici Di Benevento Giliola Corradi, Verona-Giuristi DemocraticiEmilio Robotti, Genova- Associazione Giuristi DemocraticiDonata Bacci, Lastra A Signa (Firenze)-Giuristi DemocraticiRosa Elvira Dattolo, Palermo- Giuristi DemocraticiCaterina Serrao, Napoli- Giuristi DemocraticiSalvatore Locci, Torino Lorenza Cescatti, Rovereto(Tn)- Giuristi DemocraticiFulvia Delabella, Firenze Doris Genchi, Venezia Donatella Nonis, San Donà Di Piave- Giuristi Democratici VeneziaMarco Paggi, Padova Roberto De Angelis, Roma Sandro Valbusa, Genova -Giuristi Democratici Roberto Lamacchia, Torino- Ass. Naz. Giuristi DemocraticiGiuseppe Antonio Recchia, Taranto -Università Degli Studi Di BariAvv. Angelo Pozzan, Venezia - Giuristi Democratici. Di Venezia "Emanuele Battain"Fausto Gianelli Modena Giuristi Democratici - ModenaValeria Cirillo, Bari -Università Degli Studi Di Bari "Aldo Moro"Cordaro Carmela Maria, Messina -Giuristi DemocraticiSimone D'Ascola, Pisa -Università di PisaLuigi Galloni, Roma -Giuristi democraticiPiera Campanella, docente universitaria -Bologna Aurora d'Agostino, avvocata Padova- giuristi democraticiNunzia Parra, Avvocata Perugia Andrea Allamprese, Professore -Università di Modena e Reggio EmiliaSilvia larese, Avvocata -FirenzeBruno Laudi, Avvocato -Bologna Leggi di più Giuriste/i solidali 50.400 sostenitori Leggi di più Petizione di tendenza nella categoria Tecnologia -------------------------------------------------------------------------------- CANCELLAZIONE DEI CELLULARI DALLE LISTE DI TELEMARKETING Tutti coloro che hanno un cellulare e che per disgrazia hanno fornito il proprio numero di telefono a un qualsiasi sito web accettando le condizioni d'uso o - per errore - le clausole relative al marketing, si trovano bombardati da decine di telefonate al giorno di operatori che cercano di vendere qualsiasi cosa a tutte le ore. Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 178/2010 - testo coordinato con il D.P.R. n. 149/2018, istituisce il "Registro Pubblico delle Opposizioni", dove è possibile iscriversi per opporsi all'utilizzo dei propri dati personali e del proprio numero telefonico per vendite o promozioni commerciali. Al momento è possibile però iscrivere al Registro soltanto i numeri di telefono fissi, mentre sono esclusi i cellulari e i numeri di telefono fisso "riservati" (ossia che non compaiono sugli elenchi). Questo perché manca un decreto attuativo che, come previsto dalla legge n. 5/2018, estenda la possibilità di iscrivere al Registro anche il proprio numero di telefono cellulare. Chiediamo alla Presidenza del Consiglio e al Garante della protezione dei dati personali che si ACCELERI L'ITER DI APPROVAZIONE DEL DECRETO ATTUATIVO per poter iscrivere al Registro anche i numeri di telefono cellulari e fissi riservati. Leggi di più Tutti coloro che hanno un cellulare e che per disgrazia hanno fornito il proprio numero di telefono a un qualsiasi sito web accettando le condizioni d'uso o - per errore - le clausole relative al marketing, si trovano bombardati da decine di telefonate al giorno di operatori che cercano di vendere qualsiasi cosa a tutte le ore. Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 178/2010 - testo coordinato con il D.P.R. n. 149/2018, istituisce il "Registro Pubblico delle Opposizioni", dove è possibile iscriversi per opporsi all'utilizzo dei propri dati personali e del proprio numero telefonico per vendite o promozioni commerciali. Al momento è possibile però iscrivere al Registro soltanto i numeri di telefono fissi, mentre sono esclusi i cellulari e i numeri di telefono fisso "riservati" (ossia che non compaiono sugli elenchi). Questo perché manca un decreto attuativo che, come previsto dalla legge n. 5/2018, estenda la possibilità di iscrivere al Registro anche il proprio numero di telefono cellulare. Chiediamo alla Presidenza del Consiglio e al Garante della protezione dei dati personali che si ACCELERI L'ITER DI APPROVAZIONE DEL DECRETO ATTUATIVO per poter iscrivere al Registro anche i numeri di telefono cellulari e fissi riservati. Leggi di più Sergio Chiapperini 95.844 sostenitori Leggi di più Petizione di tendenza nella categoria salute -------------------------------------------------------------------------------- LA FIGURA DELLO PSICOLOGO IN DIALISI È INDISPENSABILE! Ciao a tutti, sono Roberto e da 11 anni sono in emodialisi. Faccio dialisi tre volte a settimana presso il centro dialisi di Foggia e, come me, ci sono tante altre persone. Chi non ha passato quello che vive chi è in dialisi forse non può capire a fondo, ma è una cura che ti annienta fisicamente, e, dopo tanti anni, ti distrugge psicologicamente. Proprio per questo in molte città è presente un sostegno psicologico, per far fronte ai tanti disagi che passa un malato. A Foggia no, a Foggia ci siamo solo noi con il nostro dolore. Parlare con un terapeuta può sembrare nulla, invece per noi significherebbe molto, perché, per quanto i medici che ci seguono siano preparati, uno psicologo sa dove andare a parare ed è pronto a sostenerti. Dovete sapere che i disagi in dialisi all’inizio sembrano pochi, forse banali, ma più si va avanti e più le difficoltà aumentano. La dialisi in sé, a volte, passa in secondo di piano, con tutte le sue difficoltà, che non sono poche: doversi recare 3 volte a settimana in ospedale; dipendere da una macchina; limitarsi a bere un bicchiere di acqua in più altrimenti porti peso (trattenendo i liquidi dentro); doversi limitare a mangiare roba che contiene potassio, fosforo… per non parlare di quando vuoi andare a farti una vacanza, puoi certo, ma prima devi prenotare il centro dialisi se disponibile, e poi puoi muoverti… Dopo la dialisi, dopo anni di dialisi, iniziano a nascere nuovi problemi di salute, e non solo.. e di queste cose con chi ne parli? Certo, i medici nefrologi ci ascoltano, ma fino ad un certo punto (da una parte hanno ragione), perché loro fanno il loro dovere nel loro campo… Ma, fino in fondo, chi ti può ascoltare? Un genitore, un fratello, una sorella.. ma, credimi, ti capiranno fino a un certo punto… è qui che, secondo me, dovrebbe entrare in gioco la figura dello psicologo. Sai quanti emodializzati sono e saranno costretti a fare dialisi a vita perché non hanno l’opportunità di fare un trapianto. Sai quanti dializzati (come me), stanno aspettando in una lunga lista d’attesa un trapianto di rene… se arriverà quella “famosa chiamata”. Sai quanto trapiantati pensano che il trapianto sia per sempre.. non è così… Sai quanti dializzati come me si sono rassegnati a tanto a tutto… a non riuscire neanche a trovare un lavoro perché sono dializzato… ormai mi sono rassegnato a tanto a tutto e forse rimane solo la dialisi a vita. Lo psicologo, forse, per la malattia vera e propria potrà far poco, ma se la persona in dialisi sa che c’è, saprà che ha un punto di riferimento per parlare dei problemi di quello che non va, di come ogni tanto possa mettere da “parte” la dialisi e pensare ad altro. La dialisi va oltre la malattia stessa, ti annienta non solo fisicamente, soprattutto psicologicamente. La figura dello psicologo è IMPORTANTE. Ti prego, firma anche tu questa petizione, aiutaci a trovare un sostegno. Leggi di più Ciao a tutti, sono Roberto e da 11 anni sono in emodialisi. Faccio dialisi tre volte a settimana presso il centro dialisi di Foggia e, come me, ci sono tante altre persone. Chi non ha passato quello che vive chi è in dialisi forse non può capire a fondo, ma è una cura che ti annienta fisicamente, e, dopo tanti anni, ti distrugge psicologicamente. Proprio per questo in molte città è presente un sostegno psicologico, per far fronte ai tanti disagi che passa un malato. A Foggia no, a Foggia ci siamo solo noi con il nostro dolore. Parlare con un terapeuta può sembrare nulla, invece per noi significherebbe molto, perché, per quanto i medici che ci seguono siano preparati, uno psicologo sa dove andare a parare ed è pronto a sostenerti. Dovete sapere che i disagi in dialisi all’inizio sembrano pochi, forse banali, ma più si va avanti e più le difficoltà aumentano. La dialisi in sé, a volte, passa in secondo di piano, con tutte le sue difficoltà, che non sono poche: doversi recare 3 volte a settimana in ospedale; dipendere da una macchina; limitarsi a bere un bicchiere di acqua in più altrimenti porti peso (trattenendo i liquidi dentro); doversi limitare a mangiare roba che contiene potassio, fosforo… per non parlare di quando vuoi andare a farti una vacanza, puoi certo, ma prima devi prenotare il centro dialisi se disponibile, e poi puoi muoverti… Dopo la dialisi, dopo anni di dialisi, iniziano a nascere nuovi problemi di salute, e non solo.. e di queste cose con chi ne parli? Certo, i medici nefrologi ci ascoltano, ma fino ad un certo punto (da una parte hanno ragione), perché loro fanno il loro dovere nel loro campo… Ma, fino in fondo, chi ti può ascoltare? Un genitore, un fratello, una sorella.. ma, credimi, ti capiranno fino a un certo punto… è qui che, secondo me, dovrebbe entrare in gioco la figura dello psicologo. Sai quanti emodializzati sono e saranno costretti a fare dialisi a vita perché non hanno l’opportunità di fare un trapianto. Sai quanti dializzati (come me), stanno aspettando in una lunga lista d’attesa un trapianto di rene… se arriverà quella “famosa chiamata”. Sai quanto trapiantati pensano che il trapianto sia per sempre.. non è così… Sai quanti dializzati come me si sono rassegnati a tanto a tutto… a non riuscire neanche a trovare un lavoro perché sono dializzato… ormai mi sono rassegnato a tanto a tutto e forse rimane solo la dialisi a vita. Lo psicologo, forse, per la malattia vera e propria potrà far poco, ma se la persona in dialisi sa che c’è, saprà che ha un punto di riferimento per parlare dei problemi di quello che non va, di come ogni tanto possa mettere da “parte” la dialisi e pensare ad altro. La dialisi va oltre la malattia stessa, ti annienta non solo fisicamente, soprattutto psicologicamente. La figura dello psicologo è IMPORTANTE. Ti prego, firma anche tu questa petizione, aiutaci a trovare un sostegno. Leggi di più Roberto Capuano 34.860 sostenitori Leggi di più Petizione di tendenza nella categoria Animali -------------------------------------------------------------------------------- FERMIAMO LA STRAGE DEI DELFINI NELLE ISOLE FAROE!! Vostra Maestà Margherita II Gentile Primo Ministro Mette Frederiksen, Gentile primo ministro Bárður á Steig Nielsen Vorrei rivolgere alle Vostre autorevoli cariche istituzionali e alle vostre coscienze, un appello, dopo aver visto le immagini shock nei video che stanno facendo il giro del mondo, sul massacro dei 1500 delfini uccisi, con feroce crudeltà, sulle spiagge delle isole Faroe. Sì, mi appello alle vostre coscienze, perché ho ancora fiducia che il senso di Umanità possa prevalere nelle nostre Comunità, impedendo all'indifferenza e alla voracità di prendersi tutto lo spazio. L'orrenda, documentata mattanza, che si ripete annualmente, è stato uno spettacolo particolarmente odioso e di gravità inaudita, in un anno che ci ha mostrato le conseguenze sulle nostre vite di un degrado costante e ormai poco controllabile della nostra realtà ambientale globale. Perché? Perché un Paese, la Danimarca, il cui alto grado di civiltà è riconosciuto dalla comunità globale, permette di offrire questo spettacolo efferato ed inquietante agli occhi del mondo? Come possono coesistere un alto grado di civiltà, intesa come cultura, rispetto, giustizia e libertà e un simile rituale di barbarie perpetrato sulla Natura che sembra non tenere conto di cosa stia accadendo a livello globale e di quanto sia importante che ogni comunità sappia dare un esempio virtuoso per invertire il processo di degrado ambientale? Mi auguro con tutto il cuore che la Vostra giurisdizione possa mettere fine a questo scempio e che la vostra immagine di Paese possa tornare ad essere un modello per le Comunità. Un sincero ringraziamento. Tutti i miei riguardi. Francesca Cesaroni (Scultrice e Psicoanalista italiana) -------------------------------------- Your Majesty Margrethe II Dear Prime Minister Mette Frederiksen Dear Prime Minister Bárður á Steig Nielsen I would like to make an appeal to your authoritative institutional offices and your consciences, after having seen the shocking images going around the world, showing the massacre of 1,500 dolphins, killed with ferocious cruelty in the bays of the Faroe Islands. Yes, I appeal to your consciences, because I still trust that the sense of humanity can prevail in our communities, preventing indifference and greed from taking all the space. This horrendous slaughter, which is repeated annually, was a particularly hideous spectacle of unprecedented severity, in a year that showed the consequences a constant and now barely controllable degradation of our global environmental reality has on our lives. WHY? Why does a country like Denmark, whose high degree of civilization is recognized by the global community, allow this heinous and disturbing spectacle to be offered to the eyes of the world? How can a high degree of civilization, understood as culture, respect, justice and freedom, coexist with a ritual of such barbarism that seems to ignore not only what is happening globally but each of our community’s responsibility to give a virtuous example as to reverse the degradation process? I hope with all my heart that your jurisdiction can put an end to this massacre and that your image as a country can once again become a role model for the communities. A sincere thanks. All my regards. Francesca Cesaroni (Italian sculptor and psychoanalyst) Leggi di più Vostra Maestà Margherita II Gentile Primo Ministro Mette Frederiksen, Gentile primo ministro Bárður á Steig Nielsen Vorrei rivolgere alle Vostre autorevoli cariche istituzionali e alle vostre coscienze, un appello, dopo aver visto le immagini shock nei video che stanno facendo il giro del mondo, sul massacro dei 1500 delfini uccisi, con feroce crudeltà, sulle spiagge delle isole Faroe. Sì, mi appello alle vostre coscienze, perché ho ancora fiducia che il senso di Umanità possa prevalere nelle nostre Comunità, impedendo all'indifferenza e alla voracità di prendersi tutto lo spazio. L'orrenda, documentata mattanza, che si ripete annualmente, è stato uno spettacolo particolarmente odioso e di gravità inaudita, in un anno che ci ha mostrato le conseguenze sulle nostre vite di un degrado costante e ormai poco controllabile della nostra realtà ambientale globale. Perché? Perché un Paese, la Danimarca, il cui alto grado di civiltà è riconosciuto dalla comunità globale, permette di offrire questo spettacolo efferato ed inquietante agli occhi del mondo? Come possono coesistere un alto grado di civiltà, intesa come cultura, rispetto, giustizia e libertà e un simile rituale di barbarie perpetrato sulla Natura che sembra non tenere conto di cosa stia accadendo a livello globale e di quanto sia importante che ogni comunità sappia dare un esempio virtuoso per invertire il processo di degrado ambientale? Mi auguro con tutto il cuore che la Vostra giurisdizione possa mettere fine a questo scempio e che la vostra immagine di Paese possa tornare ad essere un modello per le Comunità. Un sincero ringraziamento. Tutti i miei riguardi. Francesca Cesaroni (Scultrice e Psicoanalista italiana) -------------------------------------- Your Majesty Margrethe II Dear Prime Minister Mette Frederiksen Dear Prime Minister Bárður á Steig Nielsen I would like to make an appeal to your authoritative institutional offices and your consciences, after having seen the shocking images going around the world, showing the massacre of 1,500 dolphins, killed with ferocious cruelty in the bays of the Faroe Islands. Yes, I appeal to your consciences, because I still trust that the sense of humanity can prevail in our communities, preventing indifference and greed from taking all the space. This horrendous slaughter, which is repeated annually, was a particularly hideous spectacle of unprecedented severity, in a year that showed the consequences a constant and now barely controllable degradation of our global environmental reality has on our lives. WHY? Why does a country like Denmark, whose high degree of civilization is recognized by the global community, allow this heinous and disturbing spectacle to be offered to the eyes of the world? How can a high degree of civilization, understood as culture, respect, justice and freedom, coexist with a ritual of such barbarism that seems to ignore not only what is happening globally but each of our community’s responsibility to give a virtuous example as to reverse the degradation process? I hope with all my heart that your jurisdiction can put an end to this massacre and that your image as a country can once again become a role model for the communities. A sincere thanks. All my regards. Francesca Cesaroni (Italian sculptor and psychoanalyst) Leggi di più francesca cesaroni 152.264 sostenitori Leggi di più Petizione di tendenza nella categoria Famiglia -------------------------------------------------------------------------------- ISABELLA TORNA A CASA Petizione in spagnolo Questa è la mia storia. Sono padre di Isabella, una bellissima bambina che è stata portata in Ecuador dalla mamma, la mia ex moglie. Non la vedo da 238 giorni. Ma facciamo un passo indietro. La storia fra me e la mia ex compagna, originaria dell’Ecuador, è iniziata nel 2006 ad un torneo di scacchi in Francia. Ci siamo conosciuti, innamorati e lei si è trasferita in Italia a Perugia per vivere la nostra storia coronata dall’arrivo di una bellissima bambina occhi blu il 14 maggio 2014. Nel 2017 alla mia ex venne conferito un incarico di Console dell’Ecuador presso la città di Genova e decidemmo così di trasferirci con tutta la famiglia. Nel marzo 2018 purtroppo le nostre strade si divisero e se inizialmente sembrava una separazione consensuale ben presto iniziarono a sorgere le incomprensioni. Decisi di rimanere a vivere a Genova, pur avendo i miei affetti e la mia azienda a Perugia, per vedere regolarmente la mia bambina. Iniziò così un periodo di viaggi prevalentemente notturni tra Perugia e Genova per far conciliare il tempo con Isabella e il lavoro. Se fino a quel momento le decisioni come coppia genitoriale le avevamo sempre discusse e prese insieme tutto cambia. "Mi viene concesso" dalla mia ex compagna di vedere nostra figlia due pomeriggi alla settimana (martedì e giovedì dalle 15:30 alle 19:15 ) e un sabato e domenica alternato al mese. Proviamo la mediazione famigliare per accordarci sulla divisione di vacanze estive e festività. Risultato? Dal 2018 al 2020 nessuna vacanza e nessuna festività ci è stata concessa . Ogni accordo saltava all’ultimo minuto con le scuse più banali! A LUGLIO 2019 ho scoperto che mia figlia e la mia ex compagna stavano partendo; panico per dove? quando tornano? Isa? Provo a chiamare, ma il telefono è spento; provo a mettermi in contatto con la sua famiglia, ma nessuno mi risponde o mi sa dare risposte concrete. Assalito dalla paura di non vedere più mia figlia faccio l’unica cosa che mi sembra sensata e vado dai carabinieri. Sporgo quella che sarà la mia prima denuncia nella speranza che le forze dell’ordine possano rintracciare mia figlia e la madre. Niente. Le due sono in Ecuador e nessuno può fermarle perché hanno usato i passaporti diplomatici. Passano i giorni, interminabili, ma per fortuna tornano. Decido così di rivolgermi a un giudice per far sì che i diritti miei e di mia figlia vengano riconosciuti e rispettati. Dentro di me penso: finalmente si apre un nuovo capitolo più sereno per tutti ma ben presto dovrò ricredermi. Nel 2020 arriva la sentenza. Posso vedere Isabella il martedì e il mercoledì con pernotto a casa nostra e un venerdì, sabato e domenica alternato: in poche parole ottengo l'AFFIDAMENTO CONDIVISO! A luglio 2020 nasce mio figlio Gabriele, avuto dalla mia nuova compagna, Nicolotta, come la chiama Lei. Isabella è al settimo cielo e vuole passare quanto più tempo possibile con il suo fratellino. Ad agosto riusciamo anche a fare una mini vacanza in Umbria. Quando torniamo a Genova, c’è però un'altra sorpresa: Isabella viene nuovamente portata in Ecuador senza il mio permesso nel bel mezzo della pandemia. Torno dai carabinieri e la risposta è sempre la stessa “se viaggiano con passaporto diplomatico non possiamo fare nulla”. Chiedo più volte tramite PEC la revoca del passaporto diplomatico di Isabella alle autorità Italiane e dell’Ecuador senza ricevere risposta. È martedì 9 febbraio 2021 ore 15:15 sono davanti a scuola di Isa, escono tutti i bambini, ma mia figlia NO. Cerco la sua maestra, che mi informa del fatto che la bambina manca da scuola da ormai un paio di giorni. Avevo parlato con Isabella la sera prima "Papotto ci vediamo domani.." Ho ancora il numero della signora che fa le pulizie in casa, provo a chiamarla per sapere se a casa manca qualcosa, la povera donna capisce la mia condizione e mi chiede un po’ di tempo per verificare. Tempo? Ogni minuto a me sembra un secolo, ogni secondo in cui non so dove sia mia figlia è uno strazio per l’anima. A casa non manca nulla, magari non sono partite davvero. No, impossibile! Ecco il tornado di pensieri che mi assale. Me lo sento, sono sparite di nuovo, ormai so cosa devo fare: chiamare l’avvocato che segue la pratica dell’affidamento, recarmi dai carabinieri, provare a contattare la mamma di Isabella e la sua famiglia. Questa volta c’è qualcos’altro ad agitarmi, una sensazione, un sesto senso. Oggi sono trascorsi 8 mesi dalla scomparsa di mia figlia, non sono riuscito a mettermi in contatto con lei, ma sono stato bloccato sui loro telefoni. Ho combattuto contro tutti e tutto, ho attivato il procedimento per il rimpatrio di mia figlia, ho nominato avvocati, ho cercato di mettermi in contatto con la stampa locale in Ecuador, ho scritto decine di mail a ministri, rappresentanti dello stato, al presidente della Repubblica dell'Ecuador e finalmente.... il 15 ottobre ci sarà la prima udienza sul rimpatrio della mia principessa, un procedimento che secondo la convenzione dell'Aja 1980 (L'Ecuador ha aderito a tale legge internazionale) doveva durare 6 settimane. Sono passati 238 giorni Chiedo che vengano applicate le procedure internazionali per il rimpatrio della minore. Chiedo che venga applicata la legge e che finalmente mia figlia possa ritrovare la pace, riabbracciare suo fratello, i suoi nonni, Nicolotta, e i suoi cuginetti, nel suo paese dove è nata e cresciuta tutta la vita. Da mesi chiedo che il mio ruolo di padre venga tutelato dallo Stato Italiano. Da mesi cerco la serenità di poter essere un buon padre per mia figlia. Aiutatemi a gridare ISABELLA TORNA A CASA! Aiutatemi a ricongiungermi con mia figlia: una bambina che merita di avere un padre e un fratello. Leggi di più Petizione in spagnolo Questa è la mia storia. Sono padre di Isabella, una bellissima bambina che è stata portata in Ecuador dalla mamma, la mia ex moglie. Non la vedo da 238 giorni. Ma facciamo un passo indietro. La storia fra me e la mia ex compagna, originaria dell’Ecuador, è iniziata nel 2006 ad un torneo di scacchi in Francia. Ci siamo conosciuti, innamorati e lei si è trasferita in Italia a Perugia per vivere la nostra storia coronata dall’arrivo di una bellissima bambina occhi blu il 14 maggio 2014. Nel 2017 alla mia ex venne conferito un incarico di Console dell’Ecuador presso la città di Genova e decidemmo così di trasferirci con tutta la famiglia. Nel marzo 2018 purtroppo le nostre strade si divisero e se inizialmente sembrava una separazione consensuale ben presto iniziarono a sorgere le incomprensioni. Decisi di rimanere a vivere a Genova, pur avendo i miei affetti e la mia azienda a Perugia, per vedere regolarmente la mia bambina. Iniziò così un periodo di viaggi prevalentemente notturni tra Perugia e Genova per far conciliare il tempo con Isabella e il lavoro. Se fino a quel momento le decisioni come coppia genitoriale le avevamo sempre discusse e prese insieme tutto cambia. "Mi viene concesso" dalla mia ex compagna di vedere nostra figlia due pomeriggi alla settimana (martedì e giovedì dalle 15:30 alle 19:15 ) e un sabato e domenica alternato al mese. Proviamo la mediazione famigliare per accordarci sulla divisione di vacanze estive e festività. Risultato? Dal 2018 al 2020 nessuna vacanza e nessuna festività ci è stata concessa . Ogni accordo saltava all’ultimo minuto con le scuse più banali! A LUGLIO 2019 ho scoperto che mia figlia e la mia ex compagna stavano partendo; panico per dove? quando tornano? Isa? Provo a chiamare, ma il telefono è spento; provo a mettermi in contatto con la sua famiglia, ma nessuno mi risponde o mi sa dare risposte concrete. Assalito dalla paura di non vedere più mia figlia faccio l’unica cosa che mi sembra sensata e vado dai carabinieri. Sporgo quella che sarà la mia prima denuncia nella speranza che le forze dell’ordine possano rintracciare mia figlia e la madre. Niente. Le due sono in Ecuador e nessuno può fermarle perché hanno usato i passaporti diplomatici. Passano i giorni, interminabili, ma per fortuna tornano. Decido così di rivolgermi a un giudice per far sì che i diritti miei e di mia figlia vengano riconosciuti e rispettati. Dentro di me penso: finalmente si apre un nuovo capitolo più sereno per tutti ma ben presto dovrò ricredermi. Nel 2020 arriva la sentenza. Posso vedere Isabella il martedì e il mercoledì con pernotto a casa nostra e un venerdì, sabato e domenica alternato: in poche parole ottengo l'AFFIDAMENTO CONDIVISO! A luglio 2020 nasce mio figlio Gabriele, avuto dalla mia nuova compagna, Nicolotta, come la chiama Lei. Isabella è al settimo cielo e vuole passare quanto più tempo possibile con il suo fratellino. Ad agosto riusciamo anche a fare una mini vacanza in Umbria. Quando torniamo a Genova, c’è però un'altra sorpresa: Isabella viene nuovamente portata in Ecuador senza il mio permesso nel bel mezzo della pandemia. Torno dai carabinieri e la risposta è sempre la stessa “se viaggiano con passaporto diplomatico non possiamo fare nulla”. Chiedo più volte tramite PEC la revoca del passaporto diplomatico di Isabella alle autorità Italiane e dell’Ecuador senza ricevere risposta. È martedì 9 febbraio 2021 ore 15:15 sono davanti a scuola di Isa, escono tutti i bambini, ma mia figlia NO. Cerco la sua maestra, che mi informa del fatto che la bambina manca da scuola da ormai un paio di giorni. Avevo parlato con Isabella la sera prima "Papotto ci vediamo domani.." Ho ancora il numero della signora che fa le pulizie in casa, provo a chiamarla per sapere se a casa manca qualcosa, la povera donna capisce la mia condizione e mi chiede un po’ di tempo per verificare. Tempo? Ogni minuto a me sembra un secolo, ogni secondo in cui non so dove sia mia figlia è uno strazio per l’anima. A casa non manca nulla, magari non sono partite davvero. No, impossibile! Ecco il tornado di pensieri che mi assale. Me lo sento, sono sparite di nuovo, ormai so cosa devo fare: chiamare l’avvocato che segue la pratica dell’affidamento, recarmi dai carabinieri, provare a contattare la mamma di Isabella e la sua famiglia. Questa volta c’è qualcos’altro ad agitarmi, una sensazione, un sesto senso. Oggi sono trascorsi 8 mesi dalla scomparsa di mia figlia, non sono riuscito a mettermi in contatto con lei, ma sono stato bloccato sui loro telefoni. Ho combattuto contro tutti e tutto, ho attivato il procedimento per il rimpatrio di mia figlia, ho nominato avvocati, ho cercato di mettermi in contatto con la stampa locale in Ecuador, ho scritto decine di mail a ministri, rappresentanti dello stato, al presidente della Repubblica dell'Ecuador e finalmente.... il 15 ottobre ci sarà la prima udienza sul rimpatrio della mia principessa, un procedimento che secondo la convenzione dell'Aja 1980 (L'Ecuador ha aderito a tale legge internazionale) doveva durare 6 settimane. Sono passati 238 giorni Chiedo che vengano applicate le procedure internazionali per il rimpatrio della minore. Chiedo che venga applicata la legge e che finalmente mia figlia possa ritrovare la pace, riabbracciare suo fratello, i suoi nonni, Nicolotta, e i suoi cuginetti, nel suo paese dove è nata e cresciuta tutta la vita. Da mesi chiedo che il mio ruolo di padre venga tutelato dallo Stato Italiano. Da mesi cerco la serenità di poter essere un buon padre per mia figlia. Aiutatemi a gridare ISABELLA TORNA A CASA! Aiutatemi a ricongiungermi con mia figlia: una bambina che merita di avere un padre e un fratello. Leggi di più Isabella torna a casa 41.920 sostenitori Mostrane ancora ARGOMENTI coronavirusgiustizia economicasaluteAnimalilavorodisabilitàdiritti umanimafiadiritti delle donnediritti civiliambienteospedaliistruzionelavoratori dello spettacolo -------------------------------------------------------------------------------- * coronavirus * giustizia economica * salute * Animali * lavoro * disabilità * diritti umani * mafia * diritti delle donne * diritti civili * ambiente * ospedali * istruzione * lavoratori dello spettacolo -------------------------------------------------------------------------------- NEI MEDIA “CHANGE.ORG, IL POTERE DELLE PETIZIONI: IL CLICK È SOLO L'INIZIO, I CITTADINI STANNO CAMBIANDO LE REGOLE” La Repubblica “DAI BANCHETTI AL COMPUTER, COSÌ CHANGE.ORG HA CAMBIATO LE PETIZIONI” Varesenews “LE PETIZIONI ONLINE SONO UNO STRUMENTO FAVOLOSO DI MOBILITAZIONE DEMOCRATICA” AGI “CAMBIAMO L'ITALIA UNA FIRMA ALLA VOLTA” LEGGO “LA REALTÀ È CHE IL MONDO HA ANCORA MOLTO BISOGNO DELL’8 MARZO COME GIORNATA DEDICATA ALLE DONNE, CE LO DICONO CHIARAMENTE LE FIRME DEL MOVIMENTO LIBERE. FIRME E VOCI CHE DEVONO ESSERE ASCOLTATE DA PARTE DELLE ISTITUZIONI” Vanity Fair -------------------------------------------------------------------------------- La tua privacy Utilizziamo i nostri cookies e quelli di terze parti per garantire la funzionalità del sito e assicurarci che la nostra piattaforma venga utilizzate senza problemi - ad esempio, rendere il processo di login più semplice e limitarne gli abusi e le frodi, analizzare e ottimizzare il sito e personalizzare la tua esperienza in base a raccomandazioni rilevanti per te. Puoi accettare tutti i cookies cliccando sul bottone "Accetta i cookies" o scegliere le tue preferenza cliccando su "Gestisci i cookies". 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