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Mobirise Review Mobirise v5.3.0
Periodico d'informazione , cultura, arte, moda e gourmet  Nuovo ourtime Anno 
2023 N 36
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"L'ARTE  CHE RIVIVE E FA RIVIVERE"



       AN ITALIAN AMERICAN             LEGACY: A FAMILY STORY .

 

"ANTONIO LIGABUE, IL GENIO NEL TEMPO"

MIDO MILANO 2023...



Tre giorni dell’eyewear show a Fiera Milano Rho 

                               "  Grande  successo dell'evento a Rho Fiera
Milano."

  Un appuntamento durato tre giorni intensi, di duro lavoro ma anche tanti
piacevoli momenti per gli operatori del settore  ed organizzatori del MIDO 2023.


Tantissimi i prodotti presentati di alta qualità, design e tecnologia nel
settore degli occhiali; si fa onore l'eccellenza italiana, con creatività e
moda, ma va  anche dato uno sguardo attento con stima ai  tanti espositori
stranieri presenti.

Alla cerimonia d'apertura erano presenti  autorità di spicco Italiane e
personaggi Vip.

In allegato  il comunicato stampa a cura del'organizzazione.

Un ringraziamento a tutti gli operatori, organizzatori ed espositori e un
arrivederci alla prossima edizione.




MIDO 2023: SI APRE UN NUOVO CAPITOLO
DEL SALONE INTERNAZIONALE DELL’OCCHIALERIA
Il Presidente Vitaloni: “Abbiamo la responsabilità di essere tra gli eventi più
internazionali d’Italia
e, senza dubbio, il leader del settore a livello mondiale. Ciò significa
organizzare una
manifestazione che risponda alle esigenze dei professionisti che ogni anno da
tutto il mondo
vengono a MIDO per fare business”
Milano, 07 febbraio 2023 – MIDO 2023 segna l’avvio di una nuova era del salone
dell’occhialeria,
con numeri che confermano la leadership dell’eyewear show che ha chiuso ieri le
porte della 51^
edizione. Il prossimo anno la manifestazione si terrà da sabato 3 a lunedì 5
febbraio 2024, sempre
a Fiera Milano Rho.
35.000 le presenze di operatori provenienti per l’80% dall’Europa e per il 20%
dal resto del mondo.
Rispetto al 2022, si è registrato un incremento del 60%. In crescita anche la
presenza dell’Italia che
arriva al 53% del totale.
Gli oltre mille espositori invece, rappresentativi di tutta la filiera, dai
macchinari alle lenti,
passando dai produttori di montature, dai grandi brand del settore ai giovani
designer
indipendenti, sono arrivati per il 72% dall’estero e per il 28% dall’Italia. Tra
le presenze straniere,
il 51% è rappresentato dall’Europa, il 42% dall’Asia e il 7% dal resto del
mondo.
I dati, sia delle presenze che degli operatori, affermano quindi nuovamente la
concreta
internazionalità del salone.
“Abbiamo una responsabilità importante che deriva dall’essere l’evento di
riferimento a livello
globale dell’eyewear, ovvero far incontrare la domanda e l’offerta dei
professionisti che
partecipano a MIDO – commenta Giovanni Vitaloni, Presidente di MIDO. Quest’anno
poi abbiamo
registrato importanti debutti, tra gli espositori e tra i visitatori, che hanno
manifestato la loro
positiva sorpresa nel solcare per la prima volta le porte del nostro salone. La
“meraviglia”, che fa
parte del DNA di questo salone, è esattamente questo: colpire al cuore di chi
partecipa affinché
non possa fare a meno di esserci ogni anno”.
Sono state tante le novità e le proposte rivolte ai visitatori, con una
particolare attenzione agli
ottici: dal ciclo di incontri all’OTTICLUB dal titolo “How to?”, alla
presentazione di libri specializzati
nel programma “Book@MIDO”. Imprescindibile poi il focus sulla sostenibilità, con
riconoscimenti
e aree dedicate, ma non sono mancate le occasioni glamour, con la presenza di
VIP e personaggi
del mondo dello spettacolo, e intrattenimento con flash mob, esibizioni e
premiazioni nelle
celebri piazze di MIDO.
MIDO Press Office CAROLINA MAILANDER COMUNICAZIONE
 marcella.laterza@cmailander.it





MIDO 2023
Autorità presenti al Mido 
Milano-Mido 
ACCESSORI ...
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                   MMU: Family First sfila a Milano...

Milano, 2023 grande successo per la seconda sfilata del brand disegnato dal
35enne milanese Giorgio Mallone, ex writer e stilista.
Family first si afferma sulle passerelle grazie alla creatività del suo stilista
ed i collaboratori che rendono questo brand unico, pieno di colori, energia, 
con un richiamo allo sport ed alla vita sana; gli abiti trasmettono un'atmosfera
di un gruppo ben amalgamato quindi tradotto in modo semplice il messaggio  della
casa di moda vuole dire:. «Far famiglia», ovvero  sentirsi a proprio agio in una
community.
Che altro aggiungere, complimenti per la buona riuscita della sfilata,
arrivederci alla prossima, un ringraziamento agli organizzatori ed operatori del
settore.

Gaetano Malangone.






Milano moda uomo 2023 
Family First


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Sfilata uomo Milano...
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                                                    " VINTILAY  2022  IL GRANDE
RITORNO" 




Un grande successo per il tanto sofferto ritorno del Vinitaly, il 2022 ha
trionfato con un record  di presenze di tantissimi visitatori tra il pubblico e
gli operatori del settore.

L'emozione provata per essere  ritornati in presenza ci da grande speranza per 
un futuro anche se  la ferita della pandemia è ancora aperta ,ad ogni modo
grazie Verona, grazie Vinitaly,  e grazie ai tanti operatori del settore che 
hanno permesso di realizzare questa edizione, un arrivederci alla prossima.

                                                              GM. 




Comunicato stampa a cura di Veronafiere.

VINITALY CHIUDE CON RECORD INCIDENZA STRANIERI (28%).

OPERATORI A QUOTA 88MILA, 25MILA GLI STRANIERI DA 139 PAESI

(Verona, 13 aprile 2022). Si chiude l’edizione 54 di Vinitaly, che segna il
solco più profondo degli ultimi anni di una manifestazione sempre più orientata
al business, con i wine lover nella città medievale palcoscenico naturale di
Vinitaly and the city. Vinitaly 2022 registra il record storico di incidenza di
buyer stranieri in rapporto al totale ingressi: i 25.000 operatori stranieri (da
139 Paesi) rappresentano infatti il 28% del totale degli operatori arrivati in
fiera (88.000). E ciò al netto della fortissima contrazione – legata alle
limitazioni pandemiche agli spostamenti internazionali – degli arrivi da Cina e
Giappone, oltre ovviamente ai buyer russi. Un contingente che pesa
complessivamente per circa 5.000 mancati arrivi ma che non ha impedito la
rimodulazione dell’assetto partecipativo di una manifestazione che in chiave
nazionale ha anche ribilanciato le presenze del Centro-Sud - in rialzo - con
quelle del Nord.

Per il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese: “Il ruolo delle fiere
italiane è sempre più legato all’aumento numerico delle imprese che si avviano
all’internazionalizzazione, in particolare delle Pmi. Vinitaly, in questa
edizione più che mai, si è concentrato molto su questo aspetto con un risultato
molto positivo in favore di un settore morfologicamente caratterizzato da
piccole realtà. Guardiamo ora al 2023 – ha aggiunto Danese – con un evento
ancora più attento alle logiche di mercato e alla funzione di servizio e di
indirizzo della nostra fiera in favore di un comparto che abbiamo ritrovato
entusiasta di essere tornato a Verona dopo 3 anni”.

Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: “Si è chiuso il
Vinitaly che volevamo, e non era nulla scontato. Abbiamo dato un primo riscontro
dopo una lunga attività di ascolto e condivisione con le aziende del settore, e
dato vita a un piano che troverà, progressivamente, pieno regime entro il
prossimo biennio. Segnare il record di incidenza di buyer esteri in un anno così
difficile sul piano congiunturale e geopolitico è tutt’altro che banale ed
evidenzia tutta la determinazione di Veronafiere nel perseguire i propri
obiettivi”.

Sul fronte delle presenze estere, nel testa a testa tra Stati Uniti e Germania
la spuntano i primi che confermano la leadership nella classifica delle nazioni
presenti. Terzo rimane il Regno Unito, mentre il Canada subentra alla Cina nella
quarta posizione, davanti alla Francia. Seguono Svizzera, Belgio, Olanda,
Repubblica Ceca e Danimarca. Bene, nel complesso, le presenze dal continente
europeo, che hanno rappresentato oltre due terzi del totale degli esteri. Ottime
anche le performance di Francia, Svizzera, Belgio e Olanda che vedono aumentare
il numero degli operatori rispetto alle passate edizioni. Si consolidano inoltre
le presenze dei Paesi del Nord e dell’Est, con in evidenza Finlandia, Danimarca,
Repubblica Ceca, Slovenia e Romania. In ambito extraeuropeo, tengono Paesi come
Singapore, Corea del Sud, Vietnam; in crescita l’India. Infine, anche se con
valori assoluti contenuti, si dimezzano le presenze dall’Oceania mentre più che
raddoppiano quelle dall’Africa.




 E-mail: pressoffice@veronafiere.it; 







PH.G.Malangone
Vinitaly 2022
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Sabato 19 marzo si è svolta la prima Giornata del Vino di Golosaria; 
tantissime  le  adesioni di molti  produttori lombardi che hanno messo a
disposizione i loro vini e prodotti per le degustazioni, tanti gli stand
disponibili per accogliere un vasto pubblico presente a questo evento molto ben 
riuscito ed organizzato presso l’Hotel Melià di Milano (via Masaccio, 19) .

Nel contesto di questo evento ci sono state anche degustazioni guidate a base di
Grana Padano abbinato ai vini Lombardi.

Un evento che ci voleva davvero, dopo un brutto e lungo periodo di pandemia, che
ha scaldato i cuori,  dando  davvero la gioia di bere e gustare il vino, come
noi Italiani sappiamo fare molto bene; pertanto un ringraziamento a tutti gli
organizzatori ed espositori  presenti e un arrivederci alla prossima.

 (Alleghiamo comunicato stampa, a cura di Golosaria) 
















                        LE PROVINCE DI VARESE E BRESCIA PROTAGONISTE DELLA 
                       SECONDA SETTIMANA DEL GUSTO LOMBARDO 


               

Dal 21 al 27 l’incontro tra Grana Padano Dop e Ascovilo torna al centro dei menu
proposti dal ristorante Al 16 di Samarate 
e dal Finil del Pret di Comezzano-Cizzago



Spente le luci sulla Giornata del Vino di Golosaria, andata in scena sabato 19
marzo all’Hotel Melià di Milano con il connubio tra il Grana Padano Dop e vini
della Lombardia riuniti sotto l'egida di Ascovilo (associazione consorzi vini
lombardi), l’attenzione torna sulle Settimane del Gusto che fino al 14 maggio
porteranno in ben 13 ristoranti della Lombardia il progetto “Nati per stare
insieme”, ovvero l’incontro tra il formaggio Dop più consumato al mondo, e le
migliori espressioni enoiche del territorio lombardo.


Il secondo atto dell’iniziativa riguarda la settimana compresa tra il 21 e il 27
marzo e interesserà due locali delle province di Varese e Brescia. Si parte con
il ristorante Al 16 di Samarate (VA) che giovedì 24 marzo ospiterà la cena con
Marco Gatti e che dal 21 al 26 marzo proporrà in carta un menu ideato
appositamente per l’occasione dallo chef Stefano Portogallo, composto da:
patate, Grana Padano Dop, capesante marinate e uova di aringa; tortellini al
Grana Padano Dop, cardamomo e foie gras; coniglio ripieno, Grana Padano Dop,
spinacino e cumino e cheese-cake, Grana Padano Dop e frutti rossi. In
abbinamento ai piatti un Garda Doc Spumante Extra Dry del Consorzio Garda Doc;
un Chiaretto Valtènesi Riviera del Garda Classico Doc del Consorzio Valtènesi e
un Valtellina Superiore Docg del Consorzio Valtellina (prenotazioni al
3894413857). 


L’altro appuntamento sarà invece al ristorante Finil del Pret di
Comezzano-Cizzago (BS), che domenica 27 marzo ospiterà il pranzo con Marco Gatti
e dove, dal 21 al 27 marzo, la chef Silvia Loda presenterà agli ospiti una
proposta base di: flan di Grana Padano Dop, il suo biscotto e la pappa al
pomodoro; risotto al Grana Padano Dop con lumache trifolate; guancetta di
maialino cotta a bassa temperatura, la sua riduzione e spuma al Grana Padano Dop
e pera cotta; caramello e gelato al Grana Padano Dop. In abbinamento il Garda
Doc Riesling del Consorzio Garda Doc; il Lugana Doc del Consorzio per la tutela
del Lugana e il Valtellina Superiore Grumello del Consorzio Valtellina
(prenotazioni al 030972300)


Tutte le informazioni e il calendario completo delle Settimane del Gusto
su www.golosaria.it




Per maggiori informazioni
Federica Borasio • federica.borasio@comunicaedizioni.it
tel. 0131 261670 (int. 0216)
Les Enderlin • info@enderlin.it









PAOLO MASSOBRIO E PAOLO PARISSE

PHOTO G. MALANGONE -OURTIME.IT 



DA SINISTRA_ GILBERTO CASTOLDI DELLA CANTINA COBUE MARCO GATTI PAOLO MASSOBRIO E
PAOLO PARISSE

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                  GOLOSARIA MILANO 2022  
                   
                    G.MALANGONE 

 

PH. G. MALANGONE
WWW.OURTIME.IT 



      "  GOLOSARIA MILANO  23 APRILE  " 

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         " VINI TENUTA GALAVANA SUPERIORE CASTELVETRO DI MODENA "

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GOLOSARIA WINE RADDOPPIA CON LA SECONDA GIORNATA 
DEDICATA AI VINI DELL’EMILIA-ROMAGNA
 Appuntamento sabato 23 aprile all’hotel Melià di Milano con un’iniziativa 
inserita nel contesto del progetto europeo Mediterranean Cheese and Wines. 
 

L’occasione è ancora ghiotta, perché Sabato 23 aprile, le sale del Melià Hotel
di Milano (via Masaccio, 19 - mm1 e mm5 Lotto) tornano ad animarsi con il
secondo appuntamento di Golosaria Wine, dedicato questa volta ai vini DOP e IGP
dell’Emilia-Romagna e organizzato in collaborazione con l’Enoteca Regionale
Emilia-Romagna nell’ambito della campagna di promozione europea Mediterranean
Cheese and Wines. 
 
Aperta dalle 10.00 alle 21.00, la rassegna si articolerà in due momenti di
incontro: dalle 10,00 alle 15,00 con gli operatori di settore (enoteche,
botteghe alimentari, ristoranti e locali di tendenza); dalle 15,00 e fino alla
chiusura anche con il pubblico di consumatori e appassionati gourmet, che
potranno accedere ai circa 40 banchi d’assaggio dei produttori vitivinicoli
aderenti al Consorzio Tutela Lambrusco, al Consorzio Vini di Romagna e
al Consorzio Vini Colli Bolognesi; quindi alla sala dove sarà allestita l’area
Enoteca, un banco di assaggio collettivo che metterà in mescita le etichette Top
Hundred premiate dai giornalisti Paolo Massobrio e Marco Gatti in questi ultimi
vent’anni. Presente anche il Lounge Bar dove per l’intera giornata si potranno
consumare i piatti ispirati alla tradizione della cucina regionale interpretati
dal resident chef del ristorante Mamì del Melià.

Dalle eccellenze dell’Emilia Romagna, il viaggio proseguirà fino in Grecia,
grazie al progetto europeo Mediterranean Cheese and Wines, nato dalla volontà di
valorizzare vini e formaggi DOP e IGP
Il progetto intende valorizzare l’autenticità dei prodotti nell’intento di
accrescere la competitività di specifici prodotti quali vini e formaggi DOP e
IGP, aumentando il riconoscimento dei loghi DOP e IGP e migliorando la
percezione e la conoscenza dei consumatori sui regimi di qualità dell’Unione
Europea in generale. A Golosaria Wine si potranno infatti conoscere anche le
storie di Eas Naxos, fondata nel 1926 da un piccolo gruppo di allevatori di
capre, pecore e bovini da latte e da carne, ed Eos Samos, realtà fondata nel
1934 unendo 26 cooperative formate da piccoli produttori di vino dell’isola.
Naxos, Samos e l’Emilia-Romagna sono infatti territori fortemente radicati alla
propria tradizione e a un’agricoltura etica e sostenibile. 

Altra grande attrattiva sarà infine il programma delle Masterclass (saranno 5)
dedicate ai vini dell’Emilia-Romagna, studiate in collaborazione con l’Enoteca
Regionale Emilia-Romagna e condotte da Paolo Massobrio e Marco Gatti. 

Tutti i dettagli per partecipare all’evento, previa prenotazione o acquisto
ticket online, su www.golosaria.it




( COMUNICATO STAMPA  A CURA DI GOLOSARIA )


Ancora un  ringraziamento a tutti  gli organizzatori  dell'evento come sempre
ben riuscito, arrivederci alla prossima un  cordiale saluto la redazione di 
www.ourtime.it 
 
 
Maggiori informazioni
Federica Borasio • federica.borasio@comunicaedizioni.it
tel. 0131 261670 (int. 0216) - Les Enderlin • info@enderlin
















MOSTRA “I MACCHIAIOLI”

                         PALAZZO ZABARELLA, PADOVA, 24 OTTOBRE 2020/30 GIUGNO
2021




DOPO PIÙ DI UN ANNO CHE CI HA VISTI FORZATAMENTE ESCLUSI DALLA FREQUENTAZIONE DI
MOSTRE E MUSEI, LA MOSTRA DEI MACCHIAIOLI A PADOVA RAPPRESENTA UNA VERA
RINASCITA, COME DEL RESTO IL SOTTOTITOLO “CAPOLAVORI DELL’ITALIA CHE RISORGE” CI
SUGGERISCE. UN CENTINAIO DI OPERE CHE COSTITUISCONO UN VERO E PROPRIO NUTRIMENTO
PER L’ANIMA E LA MENTE, UNA NUOVA LINFA VITALE PER LE EMOZIONI IMMEDIATE ED
INTENSE CHE SUSCITANO NEL LORO IMPATTO SUL NOSTRO SGUARDO, AMMIRATO E CATTURATO
DALLE FORME, DAI COLORI, DALLO SPIRITO CHE DA ESSE, IMMEDIATAMENTE,
SCATURISCONO.
GIÀ A CAVALLO TRA IL 2003 ED IL 2004 PALAZZO ZABARELLA AVEVA OSPITATO UNA GRANDE
MOSTRA DEDICATA A QUESTI PITTORI, LA CUI POTENZA ESPRESSIVA HA IN QUALCHE MODO
RIVOLUZIONATO LA RAPPRESENTAZIONE DELLA REALTÀ DEL LORO TEMPO, TEMPO IN CUI,
PERALTRO, NON AVEVANO OTTENUTO IL RICONOSCIMENTO CHE LORO SPETTAVA. LA NOVITÀ
DELLA ESPOSIZIONE DI QUESTI GIORNI È IL RISULTATO DI UNA RICERCA APPROFONDITA E
SCRUPOLOSA CHE HA CONSENTITO DI FAR CONVERGERE IN UN UNICO INSIEME OPERE GIÀ
MOLTO NOTE ED OPERE POCO NOTE E IN TALUNI CASI MAI VISTE, GRAZIE AL RECUPERO DI
MOLTE DI ESSE GIÀ APPARTENUTE AI LORO PRIMI SOSTENITORI ED AI COLLEZIONISTI LORO
CONTEMPORANEI CHE COMPRESERO E SOSTENNERO, SUPPORTANDOLI ANCHE ECONOMICAMENTE,
IL GRANDE POTERE INNOVATIVO DEI PITTORI DELLA “MACCHIA”.LA MOSTRA È SUDDIVISA
INFATTI IN 6 SEZIONI:


“CRITICI E LETTERATI”, TRA I QUALI UN POSTO DI ECCELLENZA SPETTA SENZ’ALTRO A
DIEGO MARTELLI: CRITICO ED INTELLETTUALE, CHE FECE CONOSCERE PER PRIMO IN ITALIA
GLI IMPRESSIONISTI FRANCESI, COMPRESE SUBITO IL POTERE INNOVATIVO DELLA PITTURA
DEI MACCHIAIOLI, CHE AIUTÒ ANCHE ECONOMICAMENTE E CHE SPESSO FACEVA RIUNIRE
NELLA SUA TENUTA DI CASTIGLIONCELLO, LOCALITÀ ISPIRATRICE DI MOLTE DELLE LORO
OPERE PIÙ BELLE. LA COLLEZIONE DI QUADRI DEI MACCHIAIOLI CHE QUESTO ILLUMINATO
PERSONAGGIO AVEVA RACCOLTO PER SÉ CONFLUÌ SUCCESSIVAMENTE NELLA GALLERIA D’ARTE
MODERNA DI PALAZZO PITTI, CHE NE RESE POSSIBILE LA CONSERVAZIONE UNITARIA.
ACCANTO A LUI, TRA I PRIMI ESTIMATORI E “SPONSOR” DI QUESTI STRAORDINARI
PITTORI, LO SCIENZIATO GUSTAVO UZIELLI ED IL GIOVANE LETTERATO E CRITICO UGO
OJETTI. ESPOSTI IN MOSTRA I LORO RITRATTI: SPLENDIDO QUELLO DI MARTELLI, ASSORTO
NELLA SCRITTURA ALLA SUA SCRIVANIA, SENZA DIALOGO CON L’OSSERVATORE, OPERA DI
FEDERICO ZANDOMENEGHI; CORPOSO ED AMMICCANTE QUELLO DI UZIELLI, DIPINTO DA
GIOVANNI BOLDINI, MAESTRO NEL METTERCI IN COMUNICAZIONE CON I PERSONAGGI DEI
SUOI DIPINTI; MODERNISSIMO NEI COLORI ED ACCATTIVANTE QUELLO OJETTI, SEDUTO AL
SUO TAVOLO DI LAVORO MA PROIETTATO CON PENETRANTE SGUARDO VERSO CHI LO OSSERVA,
OPERA DI OSCAR GHIGLIA.
“AMICI E MECENATI”; SONO QUESTI PERSONAGGI DI ALTA LEVATURA SOCIALE, TRA I QUALI
NOBILDONNE DI CULTURA E FAMIGLIE DELL’ALTA BORGHESIA: FABBRONI, I CUI VISI
AMMIRIAMO NEI RITRATTI DI GIUSEPPE E DELLA MOGLIE ELISA, DI SILVESTRO LEGA,
BENINI MORROCCHI, CON LO SPLENDIDO VOLTO DELLA MOGLIE GIUDITTA, RITRATTA DA
ANTONIO PUCCINELLI, LA SIGNORINA TITTA ELISA GUIDACCI, LUNGO VOLTO ASIMMETRICO E
MALINCONICO NEL RITRATTO FATTO DI LEI DA LEGA.
“PRIMI COLLEZIONISTI”: SONO QUEI PERSONAGGI, ETEROGENEI E DI MODERNA INTUIZIONE,
CHE PER PRIMI FECERO PROPRIE LE OPERE DEI MACCHIAIOLI, VUOI PERCHÉ AMMIRATI DA
QUEI DIPINTI, DI CUI PRIMA DEGLI ALTRI AVEVANO INTUITO LA FORZA INNOVATIVA, VUOI
PERCHÉ INTERESSATI ALL’OPPORTUNITÀ DI NUOVI LUNGIMIRANTI INVESTIMENTI VUOI
PERCHÉ, IN QUALCHE MODO, POTEVANO COSÌ AFFERMARSI ESSI STESSI NELL’AMBITO DI UNA
SOCIETÀ IN FASE DI GRANDE CAMBIAMENTO.
“PITTORI AMATORI”: ALTRE FIGURE DI ARTISTI CHE, FREQUENTANDO INSIEME AI
MACCHIAIOLI IL CAFFÈ MICHELANGELO A FIRENZE, LORO ABITUALE LUOGO DI RITROVO E DI
INCONTRO E DISCUSSIONI, HANNO CONDIVISO CON LORO LA SPERIMENTAZIONE DELL’EN
PLEIN AIR E MAN MANO CON LORO HANNO INSTAURATO FORTI LEGAMI DI AMICIZIA AL PUNTO
DI SOSTENERE, ATTRAVERSO ACQUISTI DELLE LORO OPERE, GLI AMICI-COLLEGHI CHE NON
NAVIGAVANO IN BUONE ACQUE.
“I MERCANTI”: PERSONAGGI AFFERMATI NELL’AMBITO DELLA LORO ATTIVITÀ, ACUTI
OSSERVATORI E PROMOTORI DELLE NUOVE TENDENZE, COME APPUNTO QUEL NUOVO GENERE DI
PITTURA, CHE CONTRIBUISCONO ALLA LORO AFFERMAZIONE ALL’ESTERO, PRIMA ANCORA CHE
IN ITALIA, E CHE CON INTUITO ACQUISTANO LE NUOVE OPERE.
“LA COLLEZIONE ANGIOLINI”. PRENDE IL NOME DALL’IMPRENDITORE E MERCANTE D’ARTE
ALVARO ANGIOLINI DI LIVORNO E COSTITUISCE UN PATRIMONIO INSOSTITUIBILE, CHE PER
LA PRIMA VOLTA SI OFFRE AL PUBBLICO COSÌ COME ERA NATA, CON CAPOLAVORI ASSOLUTI
DI FATTORI, SIGNORINI, CABIANCA E GLI ALTRI.
L’IMPATTO EMOTIVO DI QUESTE OPERE SU CHI LE OSSERVA È IMMEDIATO: LA LORO PITTURA
SI BASA SUL PRINCIPIO DELLA “MACCHIA”, DA CUI LA DEFINIZIONE DI MACCHIAIOLI,
INIZIALMENTE UTILIZZATA IN CHIAVE IRONICA DA PARTE DI CERTA CRITICA ADERENTE AI
MODULI ACCADEMICI CORRENTI E POI FATTA PROPRIA DAL GRUPPO STESSO DI QUESTI
PITTORI; L’ACCOSTAMENTO DI MACCHIE DI COLORE, STESO A LARGHE, CONSISTENTI
PENNELLATE, DEFINISCE LE MASSE DI LUCE E DI OMBRE E LA RAFFIGURAZIONE SI
CONCRETIZZA PROPRIO GRAZIE AL CONTRASTO DI MACCHIE CHIARE E SCURE, ORGANIZZATE
IN MODULI SPESSO SOVRAPPOSTI, ESCLUDENDO IL CHIAROSCURO TRADIZIONALE E LA LINEA
DI CONTORNO DELLE FIGURE, CHE RISULTA INESISTENTE O APPENA PERCETTIBILE. I
SOGGETTI SONO ACCATTIVANTI: SCENE DOMESTICHE, INTERNI, LAVORO AGRICOLO NELLA
CAMPAGNA TOSCANA, BUOI NELLA MAREMMA, CAVALLI, MARINE, SOLDATI, GENTE COMUNE,
COLTA IN MOMENTI DI LAVORO O DI RIPOSO, ED ANCHE FIGURE DI NOBILI O BORGHESI; LO
SGUARDO È SEMPRE RIVOLTO ALL’UOMO ED ALLE SUE VICISSITUDINI, ANCHE NEI CAMPI DI
BATTAGLIA DELL’ITALIA RISORGIMENTALE.
POSSIAMO DIRE CHE IN QUESTA VASTA ESPOSIZIONE, BEN ORGANIZZATA IN SALE CHE
CONSENTONO IL DISTANZIAMENTO DEI VISITATORI, SONO RAPPRESENTATI TUTTI GLI
ADERENTI A QUESTA CORRENTE PITTORICA COSÌ INNOVATIVA E RIVOLUZIONARIA PER IL SUO
TEMPO E COSÌ ISTINTIVAMENTE FRUIBILE DAL MODERNO OSSERVATORE: DA QUELLI
UNIVERSALMENTE CONOSCIUTI, FATTORI (21 OPERE IN MOSTRA), LEGA (19), SIGNORINI
(17), BOLDINI (4) AI NOMI MENO NOTI AL GRANDE PUBBLICO, MA NON PER QUESTO MENO
COINVOLGENTI, BORRANI, SERNESI, ABBATI, PUCCINELLI, DE TIVOLI, CECIONI,
CABIANCA.
PROPRIO A VINCENZO CABIANCA SI DEVE LO SPLENDIDO “AL SOLE” (N. 1), MANIFESTO
DELLA MOSTRA, NEL QUALE SUI TRE REGISTRI SOVRAPPOSTI DELL’OCRA DEL TERRENO, DEL
BIANCO DEL MURETTO, DELL’AZZURRO CHIARO DEL CIELO, LE FIGURE DI DUE DONNE,
INTENTE NELLA LETTURA, CAMPEGGIANO NEI LORO PANNEGGIATI ABITI “MONUMENTALI”
MENTRE UNA TERZA, IN DISPARTE, È INTENTA NELLA PESCA.
LA STESSA SOVRAPPOSIZIONE DI FASCE DI COLORE, CON IL GIALLO DEL CAMPO, IL
VERDOGNOLO DELLA MONTAGNA E L’AZZURRO DEL CIELO INTERROTTO DAL BIANCORE DI
NUVOLE SPARSE, TROVIAMO COME SFONDO ALLE TRE FIGURE UMANE, INSIEME ALL’ANIMALE
INDISPENSABILE COLLABORATORE NEL LAVORO, NELLA “RACCOLTA DEL GRANO
SULL’APPENNINO” DI ODOARDO BORRANI (N. 2), DEL QUALE IL CRITICO D’ARTE ENRICO
SOMARÉ EBBE A SCRIVERE “PERFETTAMENTE MODELLATO, IRRORATO DI LUCE ALPESTRE,
DORATO, MENTRE L’ARIA SOTTILE DELL’ALTEZZA NE RAVVIVA LA MESSE, QUESTO PAESAGGIO
SORRIDE” NELLA SUA “STORIA DEI PITTORI ITALIANI DELL’OTTOCENTO”, PUBBLICATA NEL
1928.
A TUTTI È NOTO IL GIOVANNI FATTORI DEI CAVALLI POSSENTI E FOCOSI; MA UNA GRANDE
PACATA ARMONIA RESPIRIAMO NEL SUO “ARNO A BELLARIVA” (N. 3), GIOIELLO
AUTOGRAFATO DALL’ARTISTA, CHE RENDE CON SUPERBA MAESTRIA IL RIFLESSO DI ALBERI E
SPONDE NELL’ACQUA CALMA DEL FIUME “POPOLATO” SOLO DA DUE BARCHE AFFIANCATE LUNGO
LA RIVA.
COMMOVENTE E INSIEME CIVETTUOLA ED ACCATTIVANTE L’IMMAGINE DELLE “BAMBINE CHE
FANNO LE SIGNORE” DI SILVESTRO LEGA (N. 4) NEL QUALE, ALLO SGUARDO SODDISFATTO E
AMMICCANTE DELLE PICCOLE MADAMINE, FA RISCONTRO QUELLO DI BENEVOLA
CONDISCENDENZA DELLA MADRE, ABBAGLIANTE NEL SUO ABITO BIANCO, MENTRE UNA GIOVANE
“SERVETTA” ASSISTE COMPIACIUTA, IN DISPARTE, ALL’INNOCENTE  INIZIATIVA DELLE DUE
BAMBINE. UNO SPACCATO DI AMOROSA VITA FAMILIARE.
DIVERSI E PALESEMENTE RIECHEGGIANTI TRATTI DI TOULOUSE LAUTREC I “BAMBINI COLTI
NEL SONNO” DI TELEMACO SIGNORINI (N. 5), QUASI UN’ISTANTANEA IN CUI L’INCIPIENTE
STIRACCHIAMENTO DELLA FANCIULLA IN PRIMO PIANO SEMBRA PRELUDERE IN MODO
STRAORDINARIAMENTE REALISTICO AL RISVEGLIO, MENTRE L’ALTRO È ANCORA DEL TUTTO
ABBANDONATO NELLE BRACCIA DI MORFEO; UN MAGICO MOMENTO DI INTIMITÀ DOMESTICA.
ALTRI RAGAZZI, UN PO’ PIÙ GRANDI, UN PO’ PIÙ TRASGRESSIVI NE “L’ANTICA PESCAIA
DI BOUGIVAL”, CAPOLAVORO DI SERAFINO DE TIVOLI (N. 6), UNO DEI PRIMI ESPONENTI
DEL MOVIMENTO PITTORICO DEI MACCHIAIOLI, TANTO DA RICEVERE L’APPELLATIVO DI
“PAPÀ DELLA MACCHIA”. IL BIANCO DEI LORO CORPI ACERBI QUASI RICHIAMA IL
PIUMAGGIO DELLE OCHE, TRANQUILLE E INDIFFERENTI AL MOVIMENTO FORSE UN PO’
RUMOROSO DEI RAGAZZI CHE SI TUFFANO IN ACQUA MENTRE LA PLACIDITÀ DEL CORSO
D’ACQUA CONSENTE AL TERZO DI DESTREGGIARSI SULLA BARCHETTA: LA FOTOGRAFIA DI UN
GIORNO DI VACANZA.
ACCECANTE IL BIANCO DEI MURI ESTERNI DELLA CASA ESPOSTA AL SOLE VISTA DA UN
INTERNO, CHE LA PARZIALE PRESENZA DI UN TINO CI FA SENTIRE INEQUIVOCABILMENTE IN
UNA CANTINA E IN QUESTO AMBIENTE FRESCO ED IN PENOMBRA PERCEPIAMO IL SENSO DI
REFRIGERIO, “DALLA CANTINA DI DIEGO MARTELLI” DI GIUSEPPE  ABBATI (N. 7);
SOVENTE, NELLE OPERE DEI MACCHIAIOLI, È PROPRIO LA “MACCHIA” BIANCA
DELL’INTONACO DI MURI, MURETTI, MASSICCIATE A CONTRASTARE FORTEMENTE CON I TONI
PIÙ SCURI DI ALTRI ELEMENTI DELLA COMPOSIZIONE ED È PROPRIO IN QUESTO CHE SI
ESPLICITA LA LORO TECNICA DI AFFIDARE AL CONTRASTO TRA COLORE-LUCE E
COLORE-OMBRA IL COMPITO DI CATTURARE L’OSSERVATORE ALL ’INTERNO DELL’AMBIENTE
RITRATTO
ALTRO TRATTO, IN QUESTO “ALLA VILLA DI POGGIO PIANO” DI SILVESTRO LEGA (N. 8)
RISPETTO ALLE BAMBINE CHE FANNO LE SIGNORE, DI 16 ANNI PRIMA. MANCANO CIRCA 6
ANNI ALLA MORTE DEL PITTORE, ED IL GRADUALE DETERIORAMENTO DELLA VISTA PORTA LA
SUA PITTURA A PERDERE NITIDITÀ MA AD ACQUISIRE CONTRASTI DI LUCE E COLORI IN CUI
SI MUOVONO FIGURE APPENA ACCENNATE, POCO DEFINITE NEI CONTORNI, CON PENNELLATE
PIÙ RAPIDE, FORSE PIÙ ISTINTIVE, EVOCATRICI PIÙ UNO STATO D’ANIMO CHE DI UNA
SITUAZIONE COLTA NELLA SUA PRECISA REALTÀ.
UN’ESPERIENZA RINNOVATRICE E UN’EMOZIONE INDIMENTICABILE IL PERCORSO DI QUESTA
MOSTRA, CHE RIEMPIE DI BELLEZZA E DÀ RESPIRO AL’ANIMO , E DOPO UN LUNGO PERIODO
COSÌ DURO PER RESTRIZIONI E LIMITAZIONI, CI PERMETTE DI APRIRE MENTE E CUORE ED
ELEVARCI VERSO UNA VISIONE PIÙ AMPIA, OTTIMISTICA E RASSERENANTE DEL NOSTRO
FUTURO.

M.C.





















DIDASCALIE DELLE IMMAGINI

1.
VINCENZO CABIANCA
AL SOLE, 1866
OLIO SU TELA, CM. 75X90

2. .
ODOARDO BORRANI
MIETITURA A SAN MARCELLO. LA RACCOLTA DEL GRANO SULL’APPENNINO, 1861
OLIO SU TELA, CM. 54X126,5

3.
GIOVANNI FATTORI
L’ARNO A BELLARIVA, 1875 CIRCA
OLIO SU TELA, CM. 37X101

4.
SILVESTRO LEGA
LE BAMBINE CHE FANNO LE SIGNORE, 1872
OLIO SU TELA, CM. 60X100

5.
TELEMACO SIGNORINI
BAMBINI COLTI NEL SONNO, 1896
OLIO SU CARTONE, CM. 49,5X40

6.
SERAFINO DE TIVOLI
L’ANTICA PESCAIA A BOUGIVAL, 1877-1878
OLIO SU TELA, CM. 89,5X116

7.
GIUSEPPE ABBATI
DALLA CANTINA DI DIEGO MARTELLI, 1866 CIRCA
OLIO SU TAVOLA, CM. 38X29

8.
SILVESTRO LEGA
ALLA VILLA DI POGGIO PIANO, 1888-1889
OLIO SU TAVOLA, CM. 34X60,5





COPERTINA ARTICOLO

TELEMACO SIGNORINI
SANTA MARIA DEI BARDI A FIRENZE, 1870
OLIO SU TELA, CM. 86X66,5












 * All
 * Eccezionale
 * Responsive
 * Creativa
 * Animata



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                                  "LA RUBRICA DELLA DOTT. MARGHERITA CANZI"

Il nostro “Ourtime” si è rinnovato. Nella sua nuova veste, abbiamo pensato di
inserire una rubrica autonoma per parlare di arte, eventi culturali, mostre e di
luoghi più o meno noti, magari a noi molto vicini ma poco considerati. Sarà un
modo, anche per noi, di indagare il variegato e smisurato patrimonio culturale
del nostro paese, ampliandone la conoscenza e arricchendo il nostro personale
bagaglio di sapere.

Spesso Ourtime si occupa di eventi e manifestazioni che hanno a che fare con il
mondo del “food”, dell’enogastronomia, del cibo; diciamo che questa rubrica
cercherà, senza alcuna presunzione, di essere una sorta sì di cibo, ma per la
mente e per l’anima. A presto.



                                             M.C. 







Mostra “Preraffaelliti, amore e desiderio” – Palazzo Reale, Milano, 19 giugno-6
ottobre 2019

Interessantissima ed affascinante la mostra “Preraffaelliti, amore e desiderio”
che a Palazzo Reale di Milano propone una ottantina di opere provenienti,
eccezionalmente, dalla Tate di Londra.
Siamo nella Inghilterra vittoriana, a metà dell’Ottocento: è un periodo che
vede, in tutta Europa, affacciarsi rivoluzioni sociali e politiche, moti
patriottici e ricerca di alternative alle convenzioni. In questo contesto, è a
Londra, la città che si sta modernizzando più velocemente ponendosi
all’avanguardia della rivoluzione industriale, che un eterogeneo gruppo di 7
giovani, tutti, tranne uno, studenti delle Royal Academy Schools, costituisce
nel 1848 la “Confraternita dei Preraffaelliti”, proprio con l’intento di opporsi
agli affermati dettami convenzionali ed accademici della stessa Royal Academy.
Inizialmente sono solo 3, Dante Gabriel Rossetti, William Holman Hunt e John
Everett Millais, ai quali se ne aggiungono ben presto altri quattro, anch’essi
mossi dal medesimo spirito “rivoluzionario” che vuole affermare un nuovo
realismo, nuove tematiche, nuovi valori. Il numero degli aderenti agli ideali
della Confraternita successivamente si amplia, tanto che in mostra a Milano gli
autori sono, in tutto, ben diciotto, per ciascuno dei quali è disponibile una
sintetica ma esauriente biografia nella prima sala della mostra.
Nel nome che si scelgono c’è già il loro “manifesto programmatico”: la
confraternita richiama sia le corporazioni medievali sia i moderni movimenti
operai che ad esse si ispirano, con una connotazione quasi di società segreta,
tanto che ai primordi affermano la loro appartenenza al gruppo solo con la
enigmatica sigla PRB (Pre-Raphaelite Brotherhood) a firma dei loro quadri,
svelata successivamente nel suo significato; il termine “preraffaelliti” afferma
in modo esplicito il loro rivoluzionario atteggiamento antagonista nei confronti
di quella pittura tesa solo al bello formale e distante dalla verità, di cui
individuano il primo grande esponente in Raffaello, considerandolo il primo
artefice dell’accademismo.
Le loro tematiche, apparentemente in contrasto con il loro spirito di
rinnovamento, attingono dalla letteratura, con grande predilezione per quella
italiana, dagli antichi miti, dalla Bibbia, dai cicli cavallereschi, traducendo
in espressioni pittoriche del tutto nuove personaggi e storie tradizionali e
creando così quel loro tratto caratteristico ed unico che qualcuno ha definito
“medievale modernità”. Incontriamo ad esempio Dante, con i suoi Paolo e
Francesca e la sua Beatrice, Claudio e Isabella e l’Ofelia di Shakespeare, Gesù
fanciullo e Gesù adulto, cavalieri nelle loro armature, santi, regine e
principesse. I modelli che posano per loro sono amici, parenti, conoscenti, e
vanno a comporre strutture pittoriche che richiamano i nostri grandi, come
Veronese, Botticelli, Antonello da Messina, Canaletto, Mantegna. Ma al tempo
stesso molto presenti sono i temi a loro contemporanei: il lavoro, le difficoltà
delle classi più umili, l’attenzione ai temi sociali, l’emigrazione, la
condizione delle donne.
Sono giovani che vogliono rinnovare l’arte ed anche i loro stili di vita sono
“di rottura”; la loro espressione pittorica è tesa principalmente alla verità,
tanto che saranno i primi a dipingere dal vero, fuori dagli studi, “en plain
air” (anticipando gli impressionisti), favoriti in questo proprio dalla comparsa
di nuovi prodotti offerti dalla modernizzazione industriale: i pigmenti sono ora
in tubetti di stagno, comodamente trasportabili e quindi utilizzabili ovunque; i
colori, per ottenere più brillantezza e luminosità, sono spesso stesi su un
fondo bianco, ottenendo così un effetto cromatico che si contrappone
radicalmente al tradizionale uso di colori “fangosi”, come loro li definiscono;
la loro osservazione della natura e della realtà è quasi maniacale e produce un
effetto pressoché fotografico in molte delle loro opere. Pensiamo solo che Hunt
chiese e riuscì ad avere un permesso speciale di visita alle carceri londinesi,
così da ottenere il risultato più realistico possibile nelle catene, nelle mura
e nell’ambiente in cui il suo Claudio è recluso. O pensiamo che Millais
trascorse mesi ad esaminare e poi dipingere tutte le varietà botaniche che
ritroviamo nell’ambiente boschivo che fa da cornice alla morte di Ofelia,
costringendo addirittura la modella a stare immersa per giorni nella vasca da
bagno, facendola così ammalare, pur di cogliere e trasferire sulla tela
l’effetto dei capelli sparsi nell’acqua, dell’abito bagnato aderente al suo
corpo, l’attimo subito prima dello spirare.
Grandissima ed imprescindibile presenza nell’arte dei Preraffaelliti è
costituita dalle donne, in tutte le loro “declinazioni” possibili; tutte le loro
appartenenze sociali sono rappresentate e sono ispiratrici di amore e desiderio,
così come recita il sottotitolo della mostra, gelosia, compassione, ammirazione,
tenerezza, passione, malizia, senso materno; possono essere vestite di umili
vesti o sontuosamente abbigliate ed ingioiellate, ma tutte hanno un fascino
unico ed inconfondibile perché sin da subito ispirate ad un unico tipo di donna,
dai lunghi e folti capelli rossi, carnagione chiarissima, labbra rosse e
sensuali, dettato da quella Elisabeth Siddal che, pittrice anch’essa, poetessa e
compagna di Dante Gabriel Rossetti, divenne la musa degli artisti della
confraternita.
Un altro elemento di cui colpisce la costante presenza in questi quadri sono i
fiori e gli elementi vegetali, ai quali viene sempre affidato un compito
simbolico oltre che decorativo: il papavero è simbolo di morte, la margherita di
purezza e innocenza, così come la rosa rosa, l’edera di amore eterno, il salice
del lutto e del pianto, e così via, secondo un “codice” di gran moda all’epoca e
ben conosciuto da uomini e donne per intrecciare dialoghi, diciamo così,
silenziosi…
Nel 1853 la Confraternita si scioglie; i suoi componenti prendono strade
diverse, pur rimanendo fedeli ai propri ideali e riuscendo, oltre la fine del
sodalizio, ad acquisire successo e ricchezza. Nell’arco di soli 5 anni si è
sviluppata l’esperienza di questo straordinario gruppo di artisti ma ha lasciato
un segno indelebile, che oggi ci attrae e ci affascina per la sua grande
modernità.
Si ringrazia l’Ufficio Stampa della mostra per la sua valida collaborazione.
Un ringraziamento particolare va a “Milanoguida”, l’organizzazione che,
avvalendosi di guide certificate e preparatissime, consente di accostarsi,
attraverso visite guidate a mostre e siti di interesse culturale, artistico e
storico, ad argomenti, tematiche e luoghi che divengono, grazie a loro, molto
più facilmente fruibili a tutti e spunto prezioso per approfondimenti
successivi.

  Margherita Canzi
 










rossetti-monna-vanna-olio-su-tela-88x86-2000x2349 
d.g.rosseti-nozze-di-san-giorgio-e-della-principessa-sabra-acquerello-su-carta-cm.36x36-1523x1536
d.g.rossetti-aurelia-olio-su-tavola-cm.-2000x2367
w.h.hunt-claudio-e-isabella-olio-su-tavola-cm.75x42-1992x3543
d.g.rossetti-il-sogno-di-dante-alla-morte-di-beatriceacquerello-su-carta-cm.-2000x1468
j.e.millais-ofelia-olio-su-tela-cm.-2000x1394
f.m.brown-ges-lava-i-piedi-di-pietro-olio-su-tela-cm.116x132-2000x1753
c.a.collins-maggio-a-regents-parkolio-su-tavola-cm.-281x180


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14.-Testa-di-tigre-1957-1958-olio-su-faesite-60-x-55-cm-collezione-privata-courtesy-Galleria-Centro-Steccata-Parma
17.-Volpe-in-fuga-con-gallo-in-bocca-s.d.-1943-1944-olio-su-tavola-di-compensato-554-x-695-cm-collezione-privata-Reggio-Emilia
13.-Paesaggio-Svizzero-s.d.-1957-1958-olio-su-tela-70-x-100-cm-courtesy-collezione-Girefin-Milano
2.-Autoritratto-con-mosche-s.d.-1956-1957-olio-su-tavola-di-faesite-325-×-257-cm-collezione-privata-Reggio-Emilia
8.-Cortile-1930-olio-su-tela-77-x-102-cm-collezione-privata-Reggio-Emilia
12.-Leone-ruggente-1936-bronzo-7-esemplari-44-x-35-x-17-cm-courtesy-Galleria-Centro-Steccata-Parma
(1)
1.-Autoritratto-con-cavalletto-1954-1955-olio-su-tavola-di-faesite-199-x-130-cm-collezione-BPER-Banca-Milano


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                                                                    ANTONIO
LIGABUE    







Si è tenuta dall’11 febbraio all’8 maggio la mostra “Antonio Ligabue, l’uomo,
l’artista” nella suggestiva cornice del roseto della Villa Reale di Monza,
all’interno dell’Orangerie, il cosiddetto “Serrone”.
In mostra, 90 opere, tra dipinti, disegni, incisioni, sculture, del grande
pittore del ‘900, la cui espressione artistica lo rende assolutamente unico ed
impareggiabile nel panorama italiano.
Il percorso espositivo è lineare e sobrio, inaspettatamente vivacizzato dalla
presenza di un leone ed una tigre imbalsamati, bellissimi esemplari che danno la
presenza “in carne ed ossa” di quegli animali selvaggi che sono uno dei temi
preponderanti nella pittura di questo artista straordinario. Con essi, instaura
un rapporto viscerale, ne conosce l’anatomia, cerca di catturarne l’essenza
vitale, arrivando allo sforzo di far suo e mimarne l’urlo, il ruggito, come ben
testimoniato dall’interessante video proiettato all’interno della mostra: lo si
vede nello sforzo di immagazzinare in sé stesso, respirare, “masticare”
l’energia animale che poi andrà a “rigettare” sulle sue creazioni.
Non solo animali selvaggi e belve feroci, ma anche animali domestici e da
cortile, animali “da lavoro”, ritratti all’interno di paesaggi agresti, in cui
si materializzano anche castelli, chiese e case dai tetti spioventi, memoria di
quella Svizzera dove era nato e vissuto per 20 anni, prima di esserne espulso.
L’altro potente tema della mostra è costituito dagli autoritratti, dai quali il
visitatore viene catturato ed istintivamente portato ad una sorta di
compassionevole empatia per quest’uomo così sofferente e tormentato, nel cui
volto vediamo rughe profonde, occhi angosciati, segni di lesioni autoinflitte;
quasi istintivamente chi lo osserva sente di immedesimarsi con lui, nella sua
dolente fatica di vivere.
Al termine del percorso espositivo è presente anche una interessante sezione
dedicata alla produzione plastica di Ligabue, con la presenza di oltre 20
sculture in bronzo, soprattutto animali.
Colpisce la grandissima forza espressiva di questo artista, uomo genio, che
tanto ha sofferto nella vita, essendo stato umiliato e per lungo tempo non
compreso, mentre lui sacrificandosi ed isolandosi dal resto del mondo ci ha
lasciato un grande patrimonio, le sue opere e la sua anima artistica. Questo può
aiutarci a riflettere se l’arte abbia un tempo ed uno spazio ben preciso oppure
siamo noi che dobbiamo educarci ed educare le nuove generazioni ad avere uno
sguardo più sensibile e ricettivo per ogni espressione artistica e le nuove
forme d’arte che verranno.
Queste poche righe da parte nostra, senza alcuna pretesa da critici d’arte,
vogliono essere un semplice omaggio a questo geniale, grandissimo artista per i
doni immensi che ci ha lasciato.
Si ringrazia il Comune di Monza ed il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza per
questa importante iniziativa culturale e ViDi Srl, organizzatrice della mostra.
           M. C.







                                          “ L’ EUROPA AL  TEMPO DEL  CORONAVIRUS
“ 
                                                                      Andrà
tutto Bene ? 




A distanza di circa un anno, mi ritrovo ancora qui davanti al mio pc, diciamo in
Smart working visto che questo termine ormai ha così spopolato nel nostro
linguaggio odierno, abbinato spesso al termine Pandemia Covid 19 .
Questo è il motivo che mi spinge a scrivere questo articolo, che vorrei 
condividere con i nostri lettori, e quanti ci seguono da tempo.
In realtà, per come la vedo io, significa essere confinato in casa cercando in
qualche modo di ammazzare il tempo perché non credo che tutta la popolazione
Europea e mondiale sia davvero felice di stare davanti a dei dispositivi
elettronici, siano essi pc, smart tv, tablet ecc…
Quindi la domanda davvero da porsi in questo momento è: una volta passata
l’emergenza pandemica, e trovata una risposta alla cura del Covid, saremo in
grado di affrontare davvero il futuro? riusciremo a tornare ad una vita normale?
e per normale intendo davvero vivere in movimento perché fermi vuol dire
Schiavi; “in movimento” significa essere liberi, a noi sta la scelta, si tratti
di lavoro, studio, affetti, ricerche e molto ancora, comunque questo è un
argomento che tratterò a breve su questa rivista.
Ora voglio dedicare queste poche righe ai ristoratori in modo particolare ai
ristoratori Italiani,   all’estero, che molto gentilmente mi hanno dato
testimonianza della situazione lavorativa nei loro locali.
Da sottolineare che le testimonianze raccolte arrivano da tutta l’Europa, nord,
centro, sud.
La cosa che mi lascia perplesso, sulla quale invito a riflettere, è che la
nostra vecchia cara Europa è divisa a macchia di leopardo per differenze non
solo di carattere etnico o culturale o religioso. Intendo dire che, in base alle
testimonianze che ho raccolto, i ristoratori dei paesi nordici, come ad esempio
Svezia, Danimarca ed anche Germania, hanno quasi tutti avuto il 70/80% di
ristoro economico, sempre tenuto conto del fatturato dell’attività,  mentre nel
centro e sud Europa, come la Francia,Belgio, Spagna, il Portogallo ma anche
Bulgaria e Romania, la situazione dei ristori ed interventi economici da parte
dei governi è davvero diversa: i famosi bonus non sempre arrivano nella stessa
entità a risarcire in modo equo i ristoratori chiusi ormai da lungo tempo, e
spesso in tanti casi non sono mai arrivati, questo per via di pretesti
burocratici, probabilmente anche per malcostume ma sicuramente per una mancanza
di volontà e giustizia. Questo deve farci riflettere in modo particolare,
proiettando questo pensiero nel nostro paese, dove pare che davvero pochi
ristoratori, di qualunque categoria o fatturato, ad oggi  hanno davvero
percepito un  bonus se non anche una sciocca e ridicola elemosina.
Scrivo questo articolo con molta umiltà soprattutto per raccontare le voci e le
testimonianze di queste persone che ho ascoltato telefonicamente o per iscritto;
tutti quanti, con grande dignità, hanno fornito la loro testimonianza, alcuni di
loro hanno dato sfogo al loro malcontento, a volte anche con molta emozione, che
si percepisce dalla voce e dal cuore.

Pertanto, in conclusione, cerco di immaginare la mappa geografica dell'Europa, a
macchia di leopardo, dove i contrasti e le iniquità sono ben visibili, quindi un
fallimento dell’Europa stessa, sottolineando in modo particolare la FORTE
responsabilità dei governanti che, per tanti motivi ed interessi politici, non
fanno il bene dei cittadini, anzi, pretendono ancora tasse e tributi iniqui,
gettando nella disperazione tanti imprenditori onesti e le loro famiglie, che
con grandi sacrifici hanno investito i loro risparmi per creare lavoro e un
futuro.
Invito tutti a condividere la riflessione che questa pandemia è una vera e
propria guerra mondiale e, come tutte le guerre, porta e lascia dietro di sé
morte, miseria, dolore.
Voglio ringraziare tutti i titolari e gestori dei locali che con la loro voce
testimonianza , sperano ancora in una soluzione positiva per le loro attività, e
tornare presto ad una vita normale.
Un augurio da tutti noi.
Si ringraziano i ristoranti: A Modo Mio, Parigi Sig Michele, Ristorante Mancini
specialità Positane,   Stocolma, Sig Giuseppe La Marca Ristorante Amalfi
itaalia, Tallinn Estonia,Ristorante San Carlo Vienna, Osteria Angelino Malaga,
Zero Sei Trattoria Romana, La Valletta Malta, Sig Fausto Soldini, la
testimonianza del Sig Vincenzo Calcagno, L'Opera Ristorante di  Namur-Belgio,
inoltre  un ringraziamento al Sig  Nicolo Di Puma chef del ristorante  Il Boccon
Divino- Cipro.


Aprile 2021                                                                     
             G.M.     








Ristorante Mancini Stocolma -Svezia
Mancini-Stocolma 
Zero Sei trattoria Romana -La Valletta Malta
A Modo Mio ristorante -Parigi
PIatto tipico Ristorante Amalfi Estonia
Piatto tipico  Boccon Divino-Cipro 
Pizza  Italiana 


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lUCE RIFLESSIONE
PENSIERO TEMPO
Novembre...
IL Mare...
Speranze...
Amore...


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                                      "  LA MIA GRANDE, BELLA FAMIGLIA AMERICANA
"

                                          




Questo racconto va ben oltre la storia mia personale perché comprende da vicino
gli Stati Uniti, in modo particolare Chicago.
Nel 1901 mio nonno, del quale io ho lo stesso nome e cognome, nato nel 1887 a
Pontecagnano, provincia di Salerno, emigra negli Stati Uniti, da ragazzino di 14
anni; con lui ci sono i due fratelli, zio Gabriele e zia Tommasina Malangone, la
più piccola di età; dopo un lungo viaggio in nave e dopo la quarantena
obbligatoria, per quello che posso sapere, i tre fratelli passeranno qualche
settimana a New York, dopo di che la loro destinazione sarà Chicago, dove si
stabiliscono per vivere e lavorare.
Mio nonno rimarrà a Chicago per oltre 30 anni, lavorando duramente
nell'industria dell'acciaio e conquistandosi una buona posizione sociale ed
economica.
Un trentennio è lungo, lo sviluppo economico e sociale corre veloce, in modo
particolare in America; mio nonno impara bene l’inglese, si integra molto bene,
fa dei progetti, che io sappia ha anche fatto parte come volontario
dell’esercito americano, come soldato scelto.
Insomma, come si può intuire, è ben determinato a vivere il resto della sua vita
a Chicago, ma poi accade un imprevisto strano del destino: la zia Tommasina, la
sorella minore, si ammala e, non fidandosi dei medici del luogo, chiede a tutti
i costi di essere accompagnata per tornare in Italia per un periodo ed essere
visitata da medici italiani; questo compito tocca appunto a mio nonno, che parte
a malincuore, pensando però di rientrare presto nella sua amata Chicago; ha
quasi 43 anni.
Le cose si complicano, la salute della zia si aggrava e la situazione politica
degli anni 30 in Italia è ben diversa da quella americana, ma questa è un'altra
storia.
In breve, nonno Gaetano, in Italia, conosce quella che sarà la sua futura
moglie: si chiama Vincenzina Coraggio, anche lei della zona di Pontecagnano. Si
sposano, ma subito dopo le nozze la mia nonna dice che non vuole assolutamente
lasciare l’Italia e non vuol sentire parlare di andare in America; mio nonno è
costretto a lasciare tutto quello che possiede a Chicago: non può affrontare un
altro viaggio così lungo (il volo aereo era impensabile, troppo costoso
lussuoso) così perderà la casa, il lavoro e dei buoni risparmi, ma per amore
della moglie lo farà. Nascono in seguito 5 figli, 2 maschi, mio padre Antonio e
mio zio Vincenzo, e tre femmine, Gilda, Alba e Rosina.
, con il fascismo, e mio nonno dovrà affrontare duri sacrifici economici in quel
periodo storico, si salverà un pochino economicamente con la sua famiglia grazie
alla sua ottima conoscenza dell’inglese perché, con lo sbarco degli alleati
americani a Salerno, lui parlando farà da interprete ai soldati americani, dando
anche loro ospitalità logistica nel terreno di proprietà vicino al mare, lungo
la strada che porta a Battipaglia–Palinuro; è una bella opportunità.
Come si sa, la guerra finisce, ma il periodo duro rimane, in breve lui e la sua
famiglia, per avere un po’di ristoro economico, dovranno attendere l’erogazione
del pagamento della pensione americana, che ha un elevato valore rispetto al
rapporto dollaro–lira in quel tempo.

Ora arrivo al nocciolo della storia; era il 1980, avevo 14 anni, ero con la mia
famiglia in vacanza a Salerno, spesso si passavano le vacanze estive in quelle
zone andando al mare e visitando i luoghi turistici, la costiera amalfitana,
Pompei, Capri, Palinuro e molto ancora.
Eravamo a tavola, una bella tavola imbandita con i prodotti tipici Campani,
formaggi, salumi, dolci, la pastiera napoletana, ecc. Ad un certo punto mia
nonna Vincenzina comincia a parlare del nonno, che era ormai scomparso nel
lontano 1958, racconta di come era gentile, elegante nei modi, del suo essere
italiano ma anche americano, e tante belle storie legate alla sua vita, al
lavoro, su come si era dovuto integrare, e racconta anche dell’atteggiamento
ostile di razzismo che vi era all’epoca anche nei confronti degli italiani;
insomma a tutt’oggi nella mia mente è scolpita ancora l’immagine ed i ricordi di
quel giorno nel quale qualcosa è scattato in me e ho detto a me stesso che avrei
cercato tutte le tracce della sua vita passata in America; quello stesso giorno
ho detto “Ma nonna, allora in America ci saranno dei nostri parenti, cugini,
nipoti: dobbiamo assolutamente cercarli”, consapevole che a Chicago era rimasto
il fratello Gabriele, poi scomparso in seguito, ma sicuramente con dei figli
eredi.
Come dicevo, in quel momento avevo circa 14 anni, troppo piccolo per poter fare
delle ricerche approfondite, ma dopo breve tempo, per caso, oppure per un segno
tangibile del destino, grazie ad un amico, conobbi a Torino un professore di
inglese, americano di origine, nato e cresciuto a Chicago; comincio così a
studiare con lui l’inglese, con un metodo molto avanzato per quell’epoca
(parliamo del 1981), e nasce una vera amicizia che dura tutt’oggi.
Si chiama John Verville, è una persona molto intelligente, istruita, ama
viaggiare, ama la musica, e grazie a lui ed ai suoi insegnamenti, con il suo
aiuto e la sua esperienza, ho scoperto l’importanza di cercare i nostri parenti
nel mondo, perché secondo lui ci sono e non siamo soli; John infatti aveva già
messo in pratica tutto questo, ricostruendo la sua parentela e le origini del
suo cognome, trovando cugini di primo e secondo grado, in Francia, Svezia,
Germania; lui ovviamente, disponendo di mezzi economici, riuscirà a contattarli
ed andare a trovarli di persona.
Questi racconti mi affascinano e mi prendono il cuore e l’anima, e cresco più
maturo per la mia età, pensando non solo da adolescente di 15 anni ma anche con
la consapevolezza che c’è un mondo tutto da scoprire e quando sarò adulto lo
scoprirò.
Per una serie di circostanze della vita, inevitabili, il mio interesse ed
entusiasmo si fermano per un periodo medio-lungo, arriverà il servizio militare
a 20 anni, poi il mio primo impiego in una azienda di Torino e poi la svolta
decisiva di andare a lavorare sulle navi da crociera Costa, come fotografo di
bordo; insomma, per abbreviare, con l’aiuto di internet, dal 2002 comincio
seriamente a cercare indizi e tracce dei miei cugini americani negli USA; dopo
inutili tentativi e fallimenti, finalmente nel 2007, anche grazie al grande
aiuto dei Mormoni di Milano, della “Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi
giorni” (come saprà, i Mormoni hanno il più grande archivio al mondo
www.familysearch.com con lo scopo di archiviare i nomi dei defunti), sono
riuscito a trovare il nome dell’ultimo defunto Malangone, Rolando detto Jerry,
deceduto nel 2007; a quel punto, è stato facile trovare l’indirizzo ed il
telefono di suo figlio, Curt Malangone, che vive a Valparaiso, Indiana, Stati
Uniti.
Le racconto in breve: un pomeriggio d’estate, alle 14 circa, decido di
telefonare a mio cugino Curt in Indiana, lì sono le 7 del mattino, ricordo
ancora che con grande emozione e con un inglese un pochino affrettato dico:
Parlo con la famiglia Malangone, Sig .Curt? lui mi risponde chi sei? dico sono
molto serio, chiamo dall’Italia, mi chiamo Gaetano, sono tuo cugino nipote di G.
Malangone, fratello di tuo nonno Gabriele… per qualche secondo non sento la sua
voce, poi sento come un urlo di emozione, urlando chiama la moglie Barbara,
dice: Come here soon, mi dice stavo per cadere a terra, ora sono seduto ti
ascolto; la conversazione dura qualche minuto, ci scambiamo gli indirizzi email
e numeri dei cellulari; da quel momento in poi seguiranno numerose lettere e
telefonate per conoscerci meglio.

Comincio a pianificare il mio viaggio, a risparmiare i soldi che serviranno per
poter andare negli Stati Uniti; grazie al contributo di mio padre Antonio,
orgoglioso di questa mia iniziativa per aver ritrovato le origini d’oltre oceano
della nostra famiglia e grazie all’aiuto del mio amico John a Torino, che mi
mette in contatto con il prezioso amico Dan che vive a Chicago da molti anni,
nell’estate del 2010 riesco a realizzare il mio sogno americano: a giugno. con
un volo Alitalia da Malpensa sono arrivato all’aeroporto O’HARE di Chicago, ad
aspettarmi l’amico Dan che mi ha dato ospitalità, aiutandomi a visitare la
bellissima città, godendo delle attrazioni turistiche e culturali, musei, cucina
tipica e tanto ancora.
Qualche giorno per riposarmi ed abituarmi al jet lag e sono pronto ad andare
alla festa organizzata in mio onore dalla grande famiglia americana Malangone,
composta da Curt, Dawn, Lidia, Mark, Nancy, oltre a loro e i rispettivi
familiari ci sono alla festa più di 70 invitati, tutti arrivati per conoscere
l’uomo italiano arrivato da lontano, ma anche per conoscere meglio se stessi e
le loro origini italiche; io cerco di fare del mio meglio con l’inglese che ho
studiato e mi trovo a mio agio nel parlarlo, ma mi accorgo che non c’è bisogno
da parte nostra di troppe parole, ci sono gli abbracci, emozioni baci di gioia,
sguardi increduli, lacrime di gioia insomma una energia di amore ed il tutto
accompagnato da musica, vino, birra e cibi tipici Americani, alcuni dei quali
molto buoni e ben preparati dalla moglie di Curt, Barbara padrona di casa dove
si è svolto il party.
Dopo un breve racconto su come ho svolto la mia ricerca e come sono riuscito a
trovare la mia famiglia americana, la festa prosegue fino a tarda notte; al
mattino dopo ci ritroviamo ancora storditi dal troppo cibo, e vino, ma ancora
increduli per questo dono che la vita ci ha fatto, Barbara esclama sia in
inglese che spagnolo, per meglio intenderci, “è stato un regalo di Dio”: sì, è
così, la riflessione è esatta, e poi se mio nonno Gaetano non fosse rientrato in
Italia tutto questo non sarebbe mai potuto accadere; va fatta una profonda
riflessione su questo e su quanto la vita sia alle volte più generosa ed
imprevista di quanto possiamo credere.
Le mie vacanze estive Americane proseguono a Chicago, con le visite in tanti
luoghi che, pur non avendoli mai visti, mi sono davvero molto intimi e
familiari, come se li avessi vissuti in prima persona.
Cerco comunque di svolgere il mio lavoro, esco al mattino dopo una sostanziosa
colazione all’ americana, e poi comincio la giornata fotografando i tantissimi
grattacieli, le strade della città, i musei, la gente, il lago e tanto ancora.
Ho la fortuna di essere presente e partecipare alla festa Nazionale del 4
luglio, è una grande emozione stare lì, farne parte, festeggiare con amici e
cugini americani; mi portano a visitare il grande Indiana Dunes National Park,
dove trascorriamo una splendida giornata estiva sulle spiagge del lago Michigan,
con Curt e la sua famiglia e tanti bei cugini che non sapevo di avere.
Rimane con me la grande gioia e stupore, e la consapevolezza che la vita è
davvero tutta sempre da scoprire, quando hai un sogno dentro sei consapevole che
è reale lo puoi realizzare, l’emozione di aver trovato le origini della mia
famiglia in un'altra latitudine della terra.
Il 6 luglio con un volo della KLM, da Chicago ad Amsterdam, rientro poi su
Milano in Italia.
Ad oggi sono sempre in contatto con la mia famiglia americana; ho dovuto
rinunciare al viaggio del 2020 negli USA a causa del Covid 19, ma ci siamo fatti
la promessa che ci rivedremo appena possibile, ritrovandoci insieme con tutti i
miei cugini.

Ancora un ringraziamento di cuore al mio amico John Verville di Chicago e al mio
amico Dan Saymour per la loro preziosa amicizia ed ospitalità; un ringraziamento
a mio padre Antonio e la mia famiglia, che mi hanno aiutato a realizzare il mio
viaggio negli USA, alla mia compagna Margherita per esserci, ancora grazie ai
miei Americani  tutti con affetto,ed infine   ringrazio mia nipote Rebecca per
la traduzione in Inglese.


Grazie di cuore Gaetano.


                                          
                                                  
                                             "   An Italian American Legacy: a
family story "



My name is Gaetano Malangone and I am 54 years old. I have spent my entire life
in Turin, Italy, where I work as a photographer-journalist. In this letter I
wish to narrate an Italian-American story that I think will be of great interest
to our Italian compatriots living in the United States (US).

To begin, my Grandfather (my nonno) from whom I inherited name and surname is
born in 1887 in Pontecagnano, in the province of Salerno. In 1901, only 14 years
old at the time, my grandfather migrates to the US. He isn't alone for his two
siblings, uncle Gabriele and the youngest of the family auntie, Tommasina
Malangone, travel with him. After a long journey at sea, and a compulsory
quarantine on board, the brothers and sister spend a couple of weeks only in New
York where they had landed. Thereafter, the destination is Chicago, where they
eventually settle to live and work. My grandfather will live here for more than
30 years, working hard in the steel industry and achieving a good socio-economic
status.

Three decades is a long period of time, socio-economic development runs fast
particularly in the US, and so does his life. My grandfather learns English,
becomes well integrated, begins to draft future plans, and volunteers to be a
soldier in the U.S. Army. Clearly, he is determined to live the rest of his life
in Chicago until the unexpected event: auntie Tommasina falls ill. Not trusting
the local doctors, the young sister asks to be brought back to Italy to be
visited by Italian doctors. That's when my grandfather, who had turned 43 years
old, leaves Chicago, reluctantly, hoping to come back soon. However things get
complicated and auntie's health worsens. Moreover, the political situation in
Italy in the 1930s is very different from that of the American, but this is a
whole different story.

Once back in Italy, nonno Gaetano meets his life companion: Vincenzina Coraggio,
also from Pontecagnano area, and will marry. Vincenzina, my nonna, is determined
to live in Italy with her family and does not want to hear my grandfather speak
of going back to the US. Thus, he is forced to leave everything he owns in
Chicago. Plus, he cannot face such a long journey alone (taking a plane was
unthinkable, too expensive). In this way, nonno will loose his home, his job and
his good savings but, for the love towards his wife, he does it. From their
marriage, five children are born: two boys, my father Antonio and my uncle
Vincenzo, and three girls, Gilda, Alba and Rosina.

Life runs its course, the World breaks into the Second War, the fascists arrive,
and, in this historic period, my nonno takes great economic sacrifices. Him and
his family survive thanks to his excellent knowledge of the English language. As
a matter of fact, as the US allies land in Salerno, my grandfather catches a
great opportunity. He begins to work as an interpreter with the American
soldiers and helps in the logistic hospitality of the soldiers on Italian soil,
along the way that brings to Battipaglia–Palinuro. When The War ends a difficult
time persists and, in short, Gaetano and his family, will have to attend the
payment of the American pension - of high value compared to the Italian lira of
the time.

Now, I get to the core of my story. It was the year 1980; I was 14 years old and
was with my family on holiday in Salerno. Frequently, we'd spend summer holidays
in the seaside and visiting touristic locations such as the Amalfi coast,
Pompei, Capri and Palinuro. I remember we are having lunch, around a banquet of
typical local foods from Campania: cheeses, cured meats, desserts and the
pastiera napoletana. Nonna Vincenzina starts speaking about nonno Gaetano, who
had passed away back in 1958. She describes him as a kind and elegant man, of
him being both an Italian and American individual. She narrates some of his life
stories, about his work, on how he had to integrate in a new society, and
describes the hostile, racist attitude that was present at that time towards
Italians. Importantly, during this talk, I recall realizing how from that very
moment onwards I will have done anything in my power to trace all his past life
in the States. That same day I shouted "but nonna, so does this mean that in the
US we have relatives, cousins! We have to find them!", however aware that Uncle
Gabriele, my grandfather's brother, had passed away ... but for sure had had
daughters or sons, who may still be there!

As mentioned previously, at that time I was only 14 years old, too little to
start an in-depth research on my family, but, after a short period of time, or
maybe for an inevitable destiny ,  I meet in Turin an English professor, born
and raised in Chicago. It was 1981, and I begin studying English with him and a
solid friendship is born, and lasts to this day. My professor's name is John
Verville, he is very intelligent, well educated, loves to travel and music too,
and thanks to his teachings, help and experience, I learnt the importance of
looking for family members around the World. According to him, we are not alone
in this World. John too had began a research of his own family, tracing his
family tree, starting from the origin of his surname, thus finding first and
second degree cousins, in France, Switzerland, Germany. John had used up all his
saving to fly over and meet them all! These stories fascinate me and get hold of
my heart and soul, and I find myself growing, more mature than my peers, as a
teenager who is conscious of a World out there to be discovered. I was sure,
that once I had gotten older, I'd uncover it all.

For a series of inevitable life circumstances, my interest and enthusiasm that I
had has as a kid stop for a while. Years pass and I get into military service at
20 years old, and I then get my first job in a business in Turin. Then, a
decisive turning point, I decide to go work on cruise ship, signed Costa, as an
on-board photographer. In this year, 2002, I seriously begin looking for traces
that could lead me to my American cousins. After several attempts and failures
to reach out to them, finally in 2007, thanks to the massive help from the
Mormon in Milan from the "Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimgiorni" (as
you may know the Mormon have the biggest archive in the world
www.familysearch.com that helps people find family members). I was able to find
the last Malangone, Rolando also known as Jerry, who had died that year. At this
point it was simple to trace his son's telephone number and address: Curt
Malangone, Valparaiso - Indiana, United States.

In brief, one summer afternoon, at 2pm, I decide to call Curt - it is 7am in
Indiana. I reminisce on the emotion felt as I waited one the phone. As he picks
up I say, stumbling on my own words, "am I speaking with the Malangone Family?
Curt?" He answers "Who are you?". I reply saying, very seriously, that I am
calling from Italy, my name is Gaetano, and I'm a cousin of his, nephew of
Gaetano Malangone, brother of his grandfather Gabriele. For a few seconds I
don't hear his voice, then I hear him scream to his wife Barbara, he picks up
again and yells "come here soon, please! I was about to fall to the ground by
the emotion! I am sat now, please, go ahead". We spoke for a couple of minutes
and we exchange emails and telephone numbers. From this moment onwards many
emails follow and we get to know each other better.

I couldn't but begin to plan my journey to Chicago and I start saving money that
I will use in the US. A special thanks to my father Antonio whom, very proud of
my initiative, gives a contribution, and my friend John too, in Turin, whom had
put me in touch with the precious friend Dan who lives in Chicago. Finally, in
the summer of 2010, I manage to realise my American dream. In June, with an
Alitalia flight from Milano-Malpensa I arrive at the airport O'HARE in Chicago.
Waiting for me is Dan who hosts me, and shows me around the beautiful city, as
we enjoy the mainstream tourist and cultural attractions, museums, eat the
typical cuisine and much more. After some rest and a brief time to get used to
the get lag, I am ready to go to the party organised in my honour from the large
American Malangone family.

Curt, Dawn, Lidia, Mark, Nancy and many more family members join the party ...
there are more than 70 people! All are here to meet me: the Italian man, who
came such a long way, and eager to learn more about themselves and their Italian
origins. I try my best with my English that I have studied and find myself at
ease with it, but I quickly realise that there is no need to speak that much.
There are so many hugs, emotions and kisses, incredulous looks, tears of joy and
just a strong loving energy around, all accompanied by music, wine and beers.
Plus, the great local food prepared by Curt's wife Barbara, lady of the house
where the party took place.

After a brief narrative of how I carried out the research and how I managed to
find my American family, the party continues until late that night. The next
morning we find ourselves a little stunned by the too much food and wine, still
incredulous for the amazing gift that this life had just given us. Barbara
exclaims, "it's a gift from God!" and this is exactly the best way to put it. If
my grandfather Gaetano hadn't returned to Italy, all of this could have never
happened. A profound reflection must be made on all of this and on how life can
at times be so unpredictable and generous.

My summer holiday continues in Chicago. I visit loads of places that, even
though I had never seen, feel like home and are familiar to me, as if I had
already lived them in first person. Here, I still work. I leave early every
morning, after a hearty American breakfast, and I take shots of the many
skyscrapers, city streets, museums, people, lake and so much more. I am
extremely lucky and manage to participate in the National Party on the 4th of
July. It is such an emotion to take part in it and celebrate with my American
friends and cousins this day. Excitingly, they take me to visit the Indiana
Dunes National Park, where we spend an amazing chilled day on the beach of Lake
Michigan with Curt and his family and many more cousins that I didn't know I
had.

To this day, this feeling of joy and wonder stays with me, in my heart, together
with an awareness that our lives are all yet to be discovered. This experience
teaches me how if you have a dream and you are conscious that it is real, it is
by definition achievable.

On the 6th of July, with a KLM flight from Chicago to Amsterdam, and then to
Milan, I flew back. Up to present, I am still in touch with my American family.
Unfortunately, I had to give up my trip in 2020 due to Covid-19, but we promised
that we would see each other again as soon as possible, eager to find ourselves
all together again.

I tried to synthesis my story, and that of many people at the same time. I hope
that this narrative can provide a reflection to many that, like me, have a
family around the World. Further.

A special thanks to my cousin Kurt, and family ,  as well as to Dawn, Karen,
Mark  and Linda Malangoni, to their sons and daughtes, nieces and nephews... to
this big and loving American family! A particular recognition to my buddies John
Verville and Dan Saymour for the precious friendship and hospitality; to my
father Antonio and Italian family that helped me accomplish my American dream;
to my partner Margherita for always being there. And, a big thanks to my niece
Rebecca for the translation. In short, I love you all.

Gaetano. 












Nonno: Gaetano Malangone 
Mio Padre Antonio Malangone 
Ricordo di famiglia Americana 
The Malangoni brothers.
La mia famiglia  negli USA.
Roland Gerome Malangoni
American family Malangoni : Mark, Karen,Linda,Dawn, Kurt
Mio Nonno Gaetano,con mio padre Antonio.


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