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COME POSSO ATTIVARE UNA EFFICACE PREVENZIONE DELLA CALCOLOSI ED IDENTIFICARE I
FATTORI DI RISCHIO?

 * Stop Calcoli Renali
 * Come posso attivare una efficace prevenzione della calcolosi ed identificare
   i fattori di rischio?

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della calcolosi ed identificare i fattori di rischio?


COME POSSO ATTIVARE UNA EFFICACE PREVENZIONE DELLA CALCOLOSI ED IDENTIFICARE I
FATTORI DI RISCHIO?

Pubblicato da Piergiorgio Bolasco in Senza categoria

LA FORMAZIONE DEI CALCOLI RENALI

La calcolosi urinaria è una patologia molto frequente che colpisce variabilmente
a seconda delle regioni italiane, Non esistono dati certi sulla incidenza o
prevalenza per carenza di studi specifici e sicure evidenze che sottostimano i
valori reali. In Sardegna (specie nel Sud) a causa del clima con caratteristiche
sub-tropicale si può stimare che oltre 200.000 sardi soffrono o hanno sofferto
di litiasi renale.
Non si hanno numeri orientativi sulla percentuale di soggetti «produttori di
calcoli» cioè coloro che hanno avuto coliche renali nel giro di tre anni o molti
altri che producono calcoli ogni mese per anni. Il calcolo nelle vie urinarie è
una formazione in gran maggioranza dura che si sviluppa dall’ aggregazione di
cristalli .
Normalmente i reni normali producono nelle urine particolari sostanze chimiche
(promotori) che partecipano alla formazione dei cristalli, ma sono
fortunatamente contrastate da altre sostanze chimiche che inibiscono la
precipitazione dei cristalli (queste ultime vengono chiamate ”inibitori”). È il
gioco tra inibitori e promotori che impedisce in condizioni normali, cioè in
soggetti sani, la formazione di calcoli renali, anche in condizioni critiche. La
formazione di calcoli è molto condizionata dalla concentrazione dei promotori
nelle urine è lo stesso processo chimico che comporta la precipitazione di
troppo sale in un bicchiere : se la sostanza contenuta nelle urine è più
concentrata del normale essa tende a precipitare (sovrasaturazione) . Questo, si
ricorda, non avviene poiché nei soggetti sani perché nelle urine ci sono delle
sostanze che contrastano in maniera efficace la precipitazione dei cristalli (
citrati, magnesio, eccessiva acidità e talora alcalinità in presenza di
infezione delle vie urinarie. Nella maggior parte dei casi il protagonista nella
formazione è il calcio nelle urine provocato principalmente da fattori
ereditari, familiari genetici (cosidetti “fattori idiopatici”) ma talora da
fattori esterni, quali un’alimentazione ricca di calcio o povera di liquidi,
senza che sia presente una patologia scatenante Gli studi hanno dimostrato che
in un paziente che ha avuto un primo calcolo, la probabilità di formare un
secondo calcolo è di circa 15% in un anno, 35% – 40% in 5 anni, 60% in dieci
anni e 80% nell’arco della vita. La calcolosi renale colpisce più gli uomini
delle donne (3/4 volte).

CHI DEVE CURARE I CALCOLI

Non vi è dubbio che il principale specialista di riferimento per la cura della
calcolosi renale è lo Specialista Urologo il quale può intervenire per eliminare
il calcolo frantumandolo con vari mezzi (litotrissia
extracorporea-intracorporea) utilizzando le inde d’urto, oppure estraendo e/o
frantumando il calcolo per via endoscopica o per via chirurgica. Gli urologi
sono fondamentali per la cura della calcolosi e pur avendo tutte le capacità
scientifiche, il loro intenso impegno giornaliero nell’ambito chirurgico lascia
poco spazio ad una intensiva, non breve, continuativa ed approfondita attività
mirata alla prevenzione. Il paziente calcolotico ha necessità di comunicare con
lo specialista talora frequentemente.
L’intervento urologico può essere risolutivo ma migliaia di pazienti (produttori
di calcoli) non possono sottoporsi numerose volte a procedimenti di litotrissia
e/o interventi endoscopici e chirurgici e quindi , se è corretto rivolgersi
all’Urologo, sembra etico ragionevole che il Medico di Base e lo stesso Urologo
limitino troppi e frequenti interventi ma risolvere cercando di capire il
problema alla radice.
Per questo riteniamo che vi debba essere una stretta collaborazione tra urologo
interventista e il Medico Internista. La figura del Medico Internista è
rappresentata dal Nefrologo ma particolarmente esperto nel campo per una
diagnosi causale mai facile. Solo prove metaboliche raffinate possono permettere
di porre la diagnosi e indicare una cura farmacologica e nutrizionale che
rallenti o impedisca la formazione di altri calcoli. In Italia sono pochi i
centri di cura della calcolosi gestiti da Nefrologi e ancora meno esistono
laboratori specializzati che eseguano corrette e raffinate analisi che
permettano di orientare il Nefrologo. In Sardegna attualmente non abbiamo
laboratori iper-specialistici e siamo costretti ad inviare i campioni urinari in
centri del Continente.

ALCUNE REGOLE D’ORO

Il produttore di calcoli deve adeguarsi a:
1) identificare dei fattori di rischio metabolici con l’analisi delle urine e
del calcolo;
2) il paziente deve bere il tanto per poter urinare almeno 2,5 litri di acqua al
giorno;
3) Cercare di mantenere il peso corporeo nei limiti della norma ma occorre la
collaborazione di un bravo nutrizionista interfacciato con il nefrologo;
4) Seguire un’alimentazione bilanciata che tenga conto, secondo la tipologia
della calcolosi di ridurre l’apporto alimentare di calcio e/o di ossalati e/o di
fosforo e/o di acido urico;
5) L’attività fisica e sportiva deve essere incoraggiata ma durante l’esercizio
fisico l’eccessiva traspirazione cutanea di liquidi, la sudorazione conducono ad
un’alta concentrazione urinaria che favorisce la produzione di calcoli; bere
continuativamente durante l’allenamento!
6) Se la regola vale per i sani e soprattutto per quelli affetti da ipertensione
arteriosa è fortemente raccomandato ridurre il consumo di sale non superando i 5
grammi di sale da cucina (un cucchiaino colmo); poco sale, meno calcoli!
7) Consumare frutta e verdura ma attenzione alcuni di questi alimenti
vegetariani contengono sostanze nocive per chi produce calcoli (esempio: un bel
piatto di bietole o spinaci contiene grandi quantità di ossalato di calcio ed i
calcoli di ossalato sono frequenti nei produttori di questo tipo di calcoli);
invece molte frutte e verdure, possono aumentare i citrati urinari che
inibiscono la formazione dei calcoli;
8) Mai ridurre drasticamente il consumo di calcio con la dieta (la sua quantità
deve essere stabilità con le analisi) e non possiamo danneggiare le numerose
donne con osteoporosi;
9) È noto che l’alimentazione ricca di proteine animali provenienti dalla carne
non fa bene a nessuno ma deve essere limitata e personalizzata in tutte le
calcolosi perché variando l’acidità urinaria favoriscono la formazione di
numerose tipologie di calcoli e soprattutto dalle proteine si libera acido urico
che favorisce le calcolosi uratiche;
10) limitate le bevande zuccherate con vari tipi di zuccheri, favoriscono la
formazione di calcoli e inoltre diabete e sovrappeso sono fattori predisponenti.

Alla fine, l’alimentazione per qualsiasi patologia non si deve più definire
“dieta”; i nefrologi e i nuovi nutrizionisti, specie quelli che si sono
specializzati nell’alimentazione per i pazienti affetti da qualsiasi malattia
renale, la definiscono più specificatamente “terapia nutrizionale”.

COSA DOBBIAMO BERE

Le caratteristiche delle acque minerali variano notevolmente. Il loro contenuto
è composto da numerose sostanze minerali: sodio, cloro, potassio, fluoro,
calcio, ferro, magnesio, silice, bicarbonati ma possono essere presenti tracce
di altri elementi come litio, stronzio, arsenico, bario, manganese, solfati,
iodio, nitrati, fosforo, alluminio, bromo. Tutti questi elementi provengono
dallo scorrimento e dal contatto delle acque con le superfici sotterranee e
superficiali. Le sorgenti devono collocate in zone non inquinate e quindi devono
essere batteriologicamente pure.
I parametri che devono essere presi in considerazione sono vari e il giudizio
dell’acqua più adatta non deve basarsi solo su uno o due di questi ma deve
essere frutto di una valutazione complessiva anche sulla base del tipo di
calcoli renali da cui è affetto il paziente:
Il residuo secco fisso. È utile per classificare le acque in “minimamente
mineralizzate”, “leggermente mineralizzate o oligominerali” “acque mineralizzate
o medio minerali e acque ricche di sali minerali. Questo solo parametro è preso
purtroppo in considerazione da molti acquirenti.
La conducibilità è un parametro che è proporzionale dalla capacità dell’acqua di
condurre la corrente elettrica. Maggiore è la conducibilità maggiore è il
contenuto di sali minerali perchè essi favoriscono il passaggio della corrente
elettrica.
Il contenuto di calcio. Talora pazienti e semplici acquirenti diffidano delle
acque che contengono una certa quantità di calcio (come in talune acque
minimamente mineralizzate). Una certa quantità di calcio è indispensabile nelle
acque che beviamo poichè il calcio nell’intestino lega fortemente alcuni
composti come l’ossalato che non vengono riassorbiti e pertanto vengono
eliminati con le feci.
Il contenuto di sodio. Impercettibile al gusto questo elemento è sempre presente
ma sono sconsigliate le acque cloruro-sodiche nei pazienti con ipertensione
arteriosa e/o insufficienza renale.
Il pH e bicarbonati. Il suo valore è legato alla presenza di sostanze alcaline
come il bicarbonato. Oltretutto sono le più gradevoli per il sapore conferito
dal bicarbonato di calcio specie nelle acque effervescenti naturali o
addizionate di anidride carbonica. Anche in questo caso occorre attenzione
perchè il bicarbonato in alte quantità si lega e veicola eccessive quantità di
calcio o sodio.

L’acqua del rubinetto? perché no? ad alcune città pervengono acque potabili da
differenti acquedotti di buona qualità, anche in Sardegna. Nella nostra Regione
sono prevalenti le acque di falda; le acque del continente provengono da acque
di sorgente, non sono sempre di qualità, e spesso il costo/qualità non
rispecchia la bontà dell’acqua. Se i cittadini potessero conoscere le analisi
regolarmente effettuate dalle Agenzie Regionali, si potrebbero valutare
correttamente se idonee. È dovere del nefrologo indicarvi le acque più idonee
per il vostro caso evitando inutili carichi dai supermercati ed eccessive spese
inutili senza contare che alcune acque sono imbottigliate utilizzando alcuni
tipi di plastiche che possono essere dannose.

Lo stile di vita, se inadeguato, influenza notevolmente anche la produzioni di
calcoli. L’alimentazione è parte integrante della nostra vita: troppe proteine,
pochi vegetali, poco sale, troppa sedentarietà, troppi zuccheri. Occorre
rifletterci

Piergiorgio Bolasco
Specialista in Nefrologia Medica






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Sono uno specialista in Nefrologia ed esercito questa professione da 40 anni.
Uscito dal Servizio Pubblico mi sono reso conto che una patologia molto
frequente come la calcolosi renale non è presa in carico nella sua globalità se
non da rari centri in Italia.


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