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HomepageRoberto Pietrafesa2023-11-29T15:53:34+01:00

IL PROGETTO LUISA

Mia moglie Daniela poco prima del lancio di LUISA 1 l’1 Dicembre 2019, 11:45.


LUISA è il nome di mia madre e lo stesso che ho scelto di dare al mio progetto,
unico in Italia: lanciare un pallone ad elio come quello delle feste patronali
ma con un trasmettitore di posizione che rendesse possibile seguirne il volo,
sospinto dalla sola forza naturale del vento. Osservando i luoghi sorvolati e le
variazioni di quota e velocità dovute ai fenomeni meteorologici potrò quindi
rispondere a una domanda che mi ponevo da piccolo: dove vanno a finire i
palloncini che sfuggono di mano ai bambini? Ve lo siete chiesto anche voi?
Il pallone è in Mylar proprio come quelli delle bancarelle, pesa 35 grammi e
quand’è completamente gonfio ha un diametro di massimo 75 centimetri. Per farlo
salire bisogna dargli una spinta verso l’alto sfruttando il principio di
Archimede, matematico e fisico siciliano. Questo si ottiene riempiendolo con gas
elio: per ogni litro di gas il pallone riceverà una spinta di un grammo forza.
Il problema però è che mentre i palloncini dei bambini devono sollevare solo se
stessi, nel progetto LUISA il pallone deve sollevare anche il trasmettitore.
Ebbene, direte: basta mettere più elio e il gioco è fatto! Purtroppo no. Con
troppo gas il pallone scoppierà a bassa quota perché non può espandersi, mentre
a noi interessa che voli ad almeno 11000 metri, la stessa quota degli aerei di
linea, oltre le nubi: in questo modo non vi finisce dentro, salvando i circuiti
dalla condensa d’acqua. Questo si può ottenere solamente se il trasmettitore
pesa meno di cinque grammi.

Il peso totale della scheda e dei suoi pannelli solari.


E l’impresa è riuscita! Insieme ai colleghi radioamatori Hans, Jim e Mikael,
inglese, americano e svedese, ho minuaturizzato la scheda elettronica fino a
4,85 grammi, realizzando il trasmettitore di posizione più piccolo e leggero mai
lanciato in Italia! Queste dimensioni non consentono di “imbarcare” un
amplificatore di potenza, per cui trasmette con soli 10 milliwatt, un
venticinquesimo dei comuni smartphone. Ma come può far giungere il suo segnale
così lontano? Semplice: sfruttando la propagazione ionosferica delle onde HF (14
MHz) e usando il modo digitale WSPR. La propagazione ionosferica consente alle
onde radio di rimbalzare negli strati alti della ionosfera (circa 400 km),
tornando sulla terra a migliaia di chilometri di distanza, come scoprì
l’italiano Guglielmo Marconi nel 1901. Il modo digitale WSPR (Weak Signal
Propagation Reporter), invece, concentra l’energia del trasmettitore in una
strettissima larghezza di banda, la qual cosa agisce sfruttando un principio
simile a quello per cui stringiamo l’estremità del tubo d’irrigazione per far
arrivare il getto d’acqua più lontano. La scheda elettronica ha bisogno di
corrente elettrica per funzionare e sarebbe stato molto più comodo usare delle
comuni batterie stilo, se non fosse per il fatto che pesano troppo e non
consentono al palone di alzarsi in volo. Ho quindi usato 6 piccoli pannelli
solari delle dimensioni di 39×19 millimetri, che forniscono complessivamente i 3
Volt di alimentazione elettrica necessari per attivare il dispositivo.

Il momento del lancio di LUISA 1, alle 11:45 dell’1 Dicembre 2019.

Dopo diverse difficoltà correlate alla conformità di un componente e ad
un’errata tecnica di saldatura di un oscillatore al quarzo, il primo lancio
avrebbe dovuto rappresentare un semplice test generale del dispositivo
elettronico e del pallone, tant’é che si poneva come obbiettivo il solo
raggiungimento della quota di galleggiamento e qualche decina di chilometri di
tragitto. Un “volo prova”, insomma. E’ invece “sfuggito di mano” percorrendo ben
3000 chilometri in direzione Sud-Est, alla quota di 8700 metri e alla velocità
media di circa 105 km/h, veleggiando beato sul mar mediterraneo e sorvolando la
Grecia, l’isola di Creta, Egitto, Israele, Giordania e infine Arabia Saudita,
sul cui deserto si è posato dopo circa trenta ore di volo. Buona la prima! Un
inaspettato successo che, con emozione e stupore, ha incuriosito i cittadini di
Monteiasi e, da lì, la stampa locale e quella nazionale: un articolo sul
Quotidiano di Puglia seguito da Repubblica, e ancora un servizio di Claudio
Valeri al TG1 e un’itervista di Alessandro Milan su Radio24.

Il tragitto di LUISA 1: 3050 km tra Monteiasi e un altopiano nel deserto
dell’Arabia Saudita.


A partire da Aprile 2020 ci saranno altri lanci, ognuno dedicato ad
un’associazione di volontariato. Sarà possibile seguire i voli in tempo reale,
cliccando sul menu in alto. Inoltre, cliccando su Vola con LUISA chi vorrà potrà
viaggiare idealmente nei palloni, registrando il suo nome ed il desiderio che
porta nel proprio cuore. Metterò in evidenza all’interno del pallone un
biglietto colorato con l’indirizzo web della pagina in modo che che chi dovesse
trovarlo potrà leggere i vostri desidèri: un gesto di fratellanza degli italiani
verso gli altri popoli del pianeta, in un momento in cui le consapevolezze
etiche stanno conquistando una giusta risonanza.




GALLERIA FOTO-VIDEO

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Lancio di LUISA-1 (1.12.2019)







TG1 del 7 Gennaio 2020






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