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VARIANTE OMICRON, COLPISCE LA GOLA E NON I POLMONI. COSA DICONO GLI ULTIMI
STUDI. SINTOMI

SAREBBE PIÙ INFETTIVA MA MENO MORTALE RISPETTO AD ALTRE VERSIONI DEL VIRUS

Video Omicron: ecco il nuovo identikit Articolo Variante Omicron, sintomi e
differenze con Delta Articolo Test covid antigenici, sierologici, molecolari:
cosa sono e quando farli

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Firenze, 2 gennaio 2022 - Vanno avanti gli studi sulla variante Omicron. Da
quello che emerge, un numero crescente di prove indica che  Omicron ha maggiori
probabilità di infettare la gola rispetto ai polmoni, il che secondo gli
scienziati potrebbe spiegare perché sembra essere più infettiva ma meno mortale
rispetto ad altre versioni del virus.

Leggi anche: 

 * Test covid antigenici, sierologici, molecolari: cosa sono e quando farli
 * Le differenze con Delta

 

Lo riporta il Guardian analizzando sei recenti studi internazionali. La variante
«sembra più in grado di infettare la gola dove si moltiplicherebbe più
facilmente che nelle cellule profonde nel polmone. Si tratta di risultati
preliminari, ma gli studi puntano nella stessa direzione».

L'ipotesi che Omicron si moltiplichi di più in gola la renderebbe più
trasmissibile, spiegando la rapida diffusione rispetto al virus - scrive il sito
britannico riportando gli studi - che attacca i polmoni, più pericoloso ma meno
trasmissibile. Secondo uno studio del Molecular Virology Research Group
dell'Università di Liverpool Omicron porta a «malattie meno gravi» nei topi, con
carica virale inferiore e polmoniti meno gravi.



«Il modello animale suggerisce che la malattia è meno grave della Delta e del
virus Wuhan originale. Sembra essere eliminato più velocemente e gli animali si
sono ripresi più rapidamente».

Anche dal Neyts Lab dell'Università di Leuven in Belgio arrivano risultati
simili nei criceti siriani. E, un'ulteriore prestampa, presentata a Nature da
ricercatori Usa, conferma la tesi. Omicron - rileva poi il Centro per la ricerca
sui virus dell'Università di Glasgow - sarebbe sostanzialmente in grado di
eludere l'immunità dopo due dosi ma con il booster c'è «un ripristino parziale
dell'immunità».

La sfilza di ricerche di Natale si basa su uno studio dell'Università di Hong
Kong del mese scorso che mostra una minore infezione da Omicron nei polmoni e
sulla ricerca guidata dal professor Ravi Gupta dell'Università di Cambridge,
secondo cui la variante è meno in grado di entrare nelle cellule polmonari.
L'ultima conferma arriva dall'University College di Londra secondo cui molti
tamponi effettuati solo nel naso davano esito negativo, mentre se ripetuti anche
con un prelievo in gola risultavano positivi.




SINTOMI DIVERSI RISPETTO A DELTA

L’esistenza della nuova variante di Covid-19, denominata “Omicron”, appunto, è
stata segnalata per la prima volta a novembre in Sudafrica. L'Organizzazione
Mondiale della Sanità ha confermato la contagiosità di Omicron, in grado di
raddoppiare i contagi in meno di 3 giorni. 

Proprio la velocità di diffusione di Omicron fa sì che questa variante possa
affermarsi nei prossimi mesi come dominante. Ad oggi non sono ancora emerse
evidenze che l’infezione dovuta a Omicron causi una malattia più grave rispetto
alle altre varianti Covid. Anzi, stando ai primi dati provenienti per lo più dal
Sudafrica, Paese in cui si è originata la variante e dalla Gran Bretagna dove
Omicron si sta rapidamente diffondendo, la sintomatologia della variante Omicron
assomiglia più a quella di un raffreddore o un malanno di stagione.

I sintomi più comuni di Omicron

 * mal di testa
 * stanchezza
 * gola irritata
 * tosse secca
 * raffreddore
 * sudorazione notturna

 


OMICRON, DIFFERENZE CON DELTA

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il rischio derivato dalla
diffusione di Omicron è da considerarsi molto elevato, per via della diffusione
di questa nuova variante di Covid a livello globale, che ha la potenzialità di
diventare nei prossimi mesi quella dominante. Tuttavia, fa notare fin da subito
l’OMS, non sono ancora emerse evidenze che l’infezione dovuta a Omicron causi
una malattia più grave rispetto alle altre varianti Covid.



Anche i dati preliminari provenienti dal Sudafrica, Paese in cui si è originata
la variante, mostrano in prevalenza una sintomatologia lieve, parzialmente
riconducibile tuttavia alla diffusione nella fascia di popolazione più giovane,
che tende in generale a essere meno a rischio anche quando contrae la malattia.

Stando alle rilevazioni fatte dai virologi e ai primi dati provenienti per lo
più dalla Gran Bretagna la sintomatologia della variante Omicron assomiglia
più a quella di un raffreddore. 

A differenza della variante Delta invece non si rileva in modo
diffuso l'alterazione del gusto e dell'olfatto. 

Soprattutto a fare la differenza rispetto alle precedenti infezioni è che molte
persone sono vaccinate e per questo sviluppano una sintomatologia
lieve facilmente confondibile con un malanno di stagione. Per questo gli esperti
raccomandano di non prendere sottogamba i sintomi e in caso di dubbio usare
la massima prudenza rispettando le norme di distanziamento, igiene e uso della
mascherina fino all'esito del tampone molecolare.




LE CONSEGUENZE DI OMICRON SU VACCINATI E NON VACCINATI

 * Alcuni studi preliminari, da prendere con la dovuta cautela in quanto
   condotti su un numero molto limitato di casi, hanno rilevato come il
   completamento del primo ciclo vaccinale offra una protezione limitata contro
   Omicron rispetto alle altre varianti del coronavirus.
   
   Dati molto più rassicuranti si riscontrano nei casi di persone vaccinate con
   la dose booster: in questo caso la copertura immunitaria sembra
   aumentare sensibilmente, come effetto della maggiore presenza di anticorpi e
   della reazione immunitaria dell’organismo alla variante di un virus già
   precedentemente affrontato.
   
   Omicron ha dimostrato inoltre una capacità superiore rispetto alle altre
   varianti Covid di ricontagiare persone già in precedenza guarite dal
   Covid-19: il tasso di ricontagi in Sudafrica è più che raddoppiato rispetto
   alla variante Delta, sebbene in ogni caso con sintomatologia più
   lieve rispetto al primo decorso della malattia.


QUALI VACCINI SONO EFFICACI CONTRO OMICRON?

 * Quello che sappiamo è che dalle prime evidenze la copertura immunitaria da
   vaccino non sembrerebbe essere completamente efficace contro Omicron.
   Tuttavia i vaccini più diffusi a base di mRNA come Pfizer/BioNTech e Moderna
   mantengono un buon livello di protezione contro le forme gravi di COVID-19 e
   contro i decessi, soprattutto nel caso in cui si riceva una dose di
   richiamo. 
   
   
   
   Per questo l’OMS incoraggia a completare con la dose booster il ciclo
   vaccinale, indipendentemente dal tipo di vaccino a mRNA inoculato al
   richiamo.

© Riproduzione riservata



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