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LE PAROLE INUTILI

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 * gennaio 2016


NIENT’ALTRO CHE LA VERITÀ

Ho deciso di dirtela, la verità, amico mio. Sono stanco di vederti penare alla
ricerca di una risposta che non trovi. Il tuo desiderio di conoscenza è più che
legittimo. Ogni persona che non ha mai conosciuto i suoi genitori vorrebbe
conoscerli. Sa benissimo che il rischio di essere delusa è grande ma preferisce
una cattiva notizia al non sapere. Tutti conosciamo il detto nessuna nuova buona
nuova eppure ci è così difficile ignorare di ignorare. Così è giusto, amico mio,
che tu voglia sapere chi ti ha creato. Io lo so, l’ho sempre saputo e te le
dirò. Sappi che non sarà una risposta consolatoria e neppure definitiva. Quindi
non farti illusioni. C’è un motivo preciso che mi spinge a fare ciò che, senza
dubbio, è un errore. Dopo che avrai saputo, capirai.

La prima cosa che devi sapere è che io non sono completamente umano. Nessuno lo
è. Neppure tu.

Io e molti altri come me, discendono da quella razza che, centinaia di migliaia
di anni fa, fece l’esperimento.

Scelse la scimmia più adatta e impiantò in lei il due per cento del suo Dna.
Quella scimmia si trasformò in ciò che tu sei ora. Un uomo. Le altre scimmie,
come tu stesso puoi constatare, sono rimaste tali.

Oggi gli uomini dicono che il loro Dna differisce da quello di alcuni primati
solamente per il due per cento, ma non è esatto. Quel due per cento non è umano.
Appartiene a quella razza. L’uomo è un ibrido, un meticcio, un incrocio. Il
risultato dell’esperimento.

Ti starai chiedendo chi sono io e perché so queste cose. Io, caro amico, non
sono un alieno. Nessuno, su questa terra lo è. Neppure io. Io sono un uomo
esattamente come lo sei tu. Un ibrido come te.

Non chiedermi qual è quella razza da cui entrambi deriviamo. Non ha importanza.
E’ probabile che, nell’universo, ne esistano un numero infinito. Non chiedermi
neppure perché fece quell’esperimento. Ciò che devi sapere è che, dopo aver
creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, si innamorò di lui. Si accoppiò e
moltiplicò in modo naturale gli umani. Vuoi sapere perché io conosco la verità e
tu no? Perché un mio lontano antenato era di quella razza e si accoppiò con una
donna umana. Tu invece hai solo antenati umani. A me, come agli altri miei
simili, la storia è stata tramandata oralmente con il divieto assoluto di farla
conoscere agli umani cosiddetti “puri” come te. Non per senso di superiorità,
credimi, ma per il vostro bene. Per questo, come ti dicevo, sto sbagliando.
Quella razza vi ama ed è per grande compassione verso di voi che vi nasconde la
verità. Forse anche per senso di colpa. Perché, ad un certo punto, il punto più
triste di questa storia, vi ha dovuto abbandonare. Sì, abbandonare. I vostri
creatori, che un po’ sono anche i miei, erano qui con voi, su questa terra. Ma
un giorno hanno dovuto tornarsene a casa. Il vostro Dio se ne è tornato
nell’alto dei cieli. Non si è dimenticato di voi, ma non può più fare nulla per
voi. Perché non è il Dio che tutti vorrebbero. E’ soltanto il vostro creatore.
L’autore dell’esperimento. La storia che conoscete voi è puro romanticismo
consolatorio. Io penso, però, che l’umanità non possa credere in eterno a Babbo
Natale.

Pensa ancora, amico mio, a chi non ha mai conosciuto i suoi genitori. La cosa
più bella che può immaginare è che il suo papà e la sua mamma siano comunque da
qualche parte, che li amino comunque e che comunque li possano aiutare. Solo
questo li può auto-consolare. Pensa alla vita difficile che facciamo e alla
paura che, nonostante tutto, abbiamo di lasciarla. La cosa più bella che un uomo
può immaginare è che, dopo questa, ci sia un’altra vita molto più bella.

L’altra razza, il vostro vero Dio, ha preferito lasciarvi credere questo. Per
compassione.

Io, per lo stesso motivo, ho deciso di trasgredire. Di darti la conoscenza.

Sarò anch’io punito come il serpente del paradiso terrestre? Non lo so.
Dipenderà forse dalla tua decisione di credere o no a quello che ora sai. Ma
prima che il mio destino si compia voglio che si sappia il vero motivo per cui
ti ho rivelato la verità. Io discendo dalla razza che fece l’esperimento, che
mischiandosi geneticamente all’ibrido da lei creata in laboratorio, ha fatto di
me un uomo come te.

Ma ora, da questa terra, anch’io rivolgo il mio sguardo al cielo e chiedo:

“Chi ha creato quella razza?”

“Chi ha creato lo scimmione e tutti quegli altri esseri viventi che l’uomo ha
chiamato “animali” e che già esistevano prima di lui?”

“E’ forse stato l’esperimento di laboratorio di un’altra razza a creare la razza
che ha creato l’uomo?”

“Non sta, senza dubbio, arrivando anche l’uomo a riprodursi in laboratorio a sua
immagine e somiglianza?”

“Se, un giorno, l’uomo riuscirà a dotare i suoi robot di una coscienza e un
altro giorno ancora li abbandonerà su questo pianeta, quali domande si faranno
le macchine pensanti? Scambieranno l’uomo per Dio e l’uomo, sentendosi in colpa,
glielo lascerà credere?”

Sappiamo ormai che il Dio, quello buono e onnipotente, è solo il super-eroe
della nostra fantasia. Ma il vero Dio esiste? Gli uomini, in quanto costruttori
di cose, danno per scontato che se una cosa esiste è perché qualcuno l’ha
costruita. Ma se non fosse così? Se tutto ciò che esiste ora fosse solo la
conseguenza di un fortuito abbraccio tra due atomi?

Io, caro amico, ti ho raccontato la tua vera storia. Ora vorrei che quei due
atomi raccontassero a me che cosa è veramente accaduto, se è davvero accaduto.

Parlino ora o tacciano per sempre.

Scritto il 9 gennaio 2016Lascia un commento su Nient’altro che la verità


IL RUMORE DEL VENTO

Proviamo in cielo.

Solo uccelli.

Oltre il cielo?

Solo pietre.

Proviamo allora a scavare.

Civiltà sepolte.

E poi?

Petrolio, a volte.

Provo a scendere in una grotta

e a starci un mese. Da solo.

In effetti sento delle voci

Ma sono le mie.

Magari in fondo all’oceano.

Relitti.

E poi?

Qualche pesce che si illumina.

Sotto gli oceani?

Magma.

Proviamo allora dentro di noi.

Viscere nauseabonde.

E poi?

Sangue e carne rossa.

Dentro la nostra anima?

Dov’è l’anima?

Ok. Volevo dire

Nella nostra mente.

Forse ho trovato qualcosa.

Cosa?

Sembrerebbe Dio.

Sta parlando.

Cosa dice?

Non capisco, è lontano.

Provo ad avvicinarmi.

E’ dipinto.

La voce viene da dietro una parete.

E cosa dice?

Le solite cose.

Aspetta

Mi sembra di sentire una canzone

Dice che la risposta sta soffiando nel vento

E tu lo senti il vento?

Certo che lo sento.

E cosa dice?

Nulla. Soffia e basta.

Forse la risposta

È nascosta nel rumore del vento

Ascolta meglio.

Sì. Credo anch’io che sia così.

La risposta è certamente lì.

Ora ascolto meglio.

Allora?

Solo un bisbiglio di morte

Il rumore del vento è troppo forte.

Scritto il 9 gennaio 201621 gennaio 2016Lascia un commento su IL RUMORE DEL
VENTO


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Scritto il 9 gennaio 20161 commento su Ciao mondo!
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