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Submission: On August 08 via manual from FO — Scanned from IT

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            vince, e come posso aiutare altre petizioni importanti.</span>
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            novità su questa e altre importanti petizioni.</span>
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Life will be fun, worth living. BYRTA will be back idiots

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Milan, 20153
Italia

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 * Gudny Olsen·3 ore fa
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 * Magnus Høgenni·4 ore fa
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PETIZIONI CHE SONO PROMOSSE DA ALTRI UTENTI DI CHANGE.ORG

 * Promossa da 1.820 sostenitori
   
   
   UN VOTO PER IL CLIMA
   
   Lettera aperta degli scienziati del clima alla politica italiana La scienza
   del clima ci mostra da tempo che l'Italia, inserita nel contesto di un hot
   spot climatico come il Mediterraneo, risente più di altre zone del mondo dei
   recenti cambiamenti climatici di origine antropica e dei loro effetti, non
   solo sul territorio e gli ecosistemi, ma anche sull'uomo e sulla società,
   relativamente al suo benessere, alla sua sicurezza, alla sua salute e alle
   sue attività produttive. Il riscaldamento eccessivo, le fortissime
   perturbazioni al ciclo dell'acqua e altri fenomeni meteo-climatici vanno ad
   impattare su territori fragili e creano danni a vari livelli, influenzando
   fortemente e negativamente anche le attività economiche e la vita sociale.
   Stime assodate mostrano come nel futuro l'avanzare del cambiamento climatico
   ridurrà in modo sensibile lo sviluppo economico e causerà danni rilevanti a
   città, imprese, produzioni agricole, infrastrutture. Per un grado di
   riscaldamento globale in più rispetto al presente, ad esempio, si avranno
   mediamente su scala globale un aumento del 100% della frequenza di ondate di
   calore e tra il 30 e il 40% di aumento della frequenza di inondazioni e
   siccità, con una conseguente diminuzione del benessere e del prodotto interno
   lordo. Nel Mediterraneo e in Italia, poi, la situazione potrebbe essere anche
   più critica, in quanto, ad esempio, si hanno già chiare evidenze di aumenti
   di ondate di calore e siccità, di ritiro dei ghiacciai alpini, di aumento
   delle ondate di calore marine e, in parte, di aumento degli eventi estremi di
   precipitazione. In questo contesto, ci appare urgente porre questo problema
   in cima all'agenda politica. E oggi, l'avvicinamento alle prossime elezioni
   diventa l'occasione per farlo concretamente. Chiediamo dunque con forza ai
   partiti politici di considerare la lotta alla crisi climatica come la base
   necessaria per ottenere uno sviluppo equo e sostenibile negli anni a venire;
   questo dato di realtà risulta oggi imprescindibile, se vogliono davvero
   proporre una loro visione futura della società con delle possibilità di
   successo. In particolare, nella situazione attuale appare urgente porre in
   essere azioni di adattamento che rendano noi e i nostri territori più
   resilienti a ondate di calore, siccità, eventi estremi di precipitazione,
   innalzamento del livello del mare e fenomeni bruschi di varia natura; azioni
   che non seguano una logica emergenziale ma di pianificazione e programmazione
   strutturale. A causa dell'inerzia del clima, i fenomeni che vediamo oggi
   saranno inevitabili anche in futuro, e dunque dobbiamo gestirli con la messa
   in sicurezza dei territori e delle attività produttive, investendo con
   decisione e celerità le risorse peraltro disponibili del PNRR. Allo stesso
   tempo, dobbiamo anche fare in modo che la situazione non si aggravi
   ulteriormente e diventi di fatto ingestibile, come avverrebbe negli scenari
   climatici peggiori. Per questo dobbiamo spingere fortemente sulla riduzione
   delle nostre emissioni di gas serra, decarbonizzando e rendendo circolare la
   nostra economia, accelerando il percorso verso una vera transizione
   energetica ed ecologica. Come scienziati del clima siamo pronti a fornire il
   nostro contributo per elaborare soluzioni e azioni concrete che siano
   scientificamente fondate, praticabili ed efficaci, ma chiediamo con forza
   alla politica di considerare la crisi climatica come un problema prioritario
   da affrontare, perché mina alla base tutto il nostro futuro. Ci auguriamo
   dunque elaborazioni di programmi politici approfonditi su questi temi e una
   pronta azione del prossimo governo per la lotta alla crisi climatica e ai
   suoi impatti. Primi firmatari Carlo Barbante, Consiglio Nazionale delle
   Ricerche (CNR) e Università Ca' Foscari, Venezia Carlo Carraro, Università
   Ca' Foscari, Venezia Antonio Navarra, Università di Bologna e Presidente
   della Fondazione Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC)
   Antonello Pasini, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Roma Riccardo
   Valentini, Università della Tuscia, Viterbo, e Presidente della Società
   Italiana per le Scienze del Clima Con il contributo dei seguenti autori
   italiani dell'AR6-IPCC Annalisa Cherchi, CNR, Bologna Erika Coppola,
   International Centre for Theoretical Physics, Trieste Susanna Corti, CNR,
   Bologna Sandro Fuzzi, CNR, Bologna Piero Lionello, Università del Salento,
   Lecce Massimo Tavoni, Politecnico di Milano Elena Verdolini, Università di
   Brescia Altre firme della comunità scientifica Roberto Barbiero, Agenzia
   Provinciale per la Protezione dell'Ambiente, Trento Leonardo Becchetti,
   Università di Tor Vergata, Roma Alessandra Bònoli, Università di Bologna
   Michele Brunetti, CNR, Bologna Roberto Buizza, Scuola Univesitaria Superiore
   Sant'Anna, Pisa Carlo Cacciamani, ItaliaMeteo Stefano Caserini, Docente di
   Mitigazione dei cambiamenti climatici, Politecnico di Milano Claudio
   Cassardo, Università di Torino Marinella Davide, Università Ca' Foscari,
   Venezia Enrica De Cian, Università Ca' Foscari e CMCC, Venezia Maria Cristina
   Facchini, CNR, Bologna Francesco Forastiere, CNR, Palermo, e Imperial
   College, Londra Filippo Giorgi, International Centre for Theoretical Physics,
   Trieste Silvio Gualdi, CMCC, Bologna Fausto Guzzetti, CNR, Perugia, e
   Protezione civile, Roma Vittorio Marletto, ARPAE Emilia-Romagna, Bologna
   Simona Masina, CMCC, Bologna Maurizio Maugeri, Università di Milano Paola
   Mercogliano, CMCC, Caserta Mario Marcello Miglietta, CNR, Lecce Franco
   Molteni, consulente scientifico di ECMWF, Reading, UK, e ICTP, Trieste Mario
   Motta, Politecnico di Milano Elisa Palazzi, Università di Torino Claudia
   Pasquero, Università di Milano Bicocca Cinzia Perrino, CNR, Roma Antonello
   Provenzale, CNR, Pisa Gianluca Ruggieri, Università dell'Insubria, Varese
   Gianmaria Sannino, ENEA, Roma Stefano Tibaldi, CMCC, Bologna Giorgio
   Vacchiano, Università di Milano Francesca Ventura, Università di Bologna
   Leggi di più
   
   Gree&Blue Gedi
   103.946 sostenitori
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 * SUBITO UNA LEGGE PER TUTELARE GLI STUDENTI UNIVERSITARI DISLESSICI:
   #LOSTUDIOÈUNDIRITTO
   
   Chiediamo al futuro Governo e Parlamento una legge ad hoc sulla dislessia per
   l’università, che dia certezza di diritto a studentesse e studenti con queste
   caratteristiche: il pieno riconoscimento di strumenti e misure compensative
   nel percorso accademico e la presenza di almeno un centro pubblico per la
   diagnosi degli adulti con DSA, in ogni regione.  Grazie alla legge 170 del
   2010, gli studenti con Disturbi Specifici dell'Apprendimento (dislessia,
   disortografia, disgrafia e discalculia) a scuola hanno diritto a usare
   strumenti compensativi come computer con sintesi vocale, mappe concettuali,
   calcolatrice, oltre al tempo in più per le prove scritte. All’università,
   invece, l’uso degli strumenti è concesso a discrezione del singolo docente! È
   giusto? Certamente no: la dislessia è una caratteristica che permane nel
   corso della vita e gli strumenti sono indispensabili in tutte le fasi della
   formazione e nel mondo del lavoro. Federica è dislessica. A scuola ha sempre
   potuto usare le mappe concettuali, come previsto dalla legge 170/10, ma
   alcuni docenti universitari non glielo permettono. La scuola è diversa
   dall’università, dicono. Nonostante il suo impegno e la sua dedizione
   Federica ottiene voti che non rendono giustizia alla sua preparazione e
   influiranno sul punteggio di laurea, condizionando il suo futuro.  Alessandro
   vuole iscriversi a Medicina, ma per ottenere gli strumenti compensativi gli
   viene richiesta una diagnosi di DSA aggiornata dopo il compimento dei 18
   anni. Nella sua regione, però, non ci sono centri per gli adulti, in quella
   vicina sono solo privati. Alessandro non ha i soldi, ma senza la diagnosi
   avrà difficoltà a superare il test di ammissione.  Federica e Alessandro sono
   studenti con disturbi specifici di apprendimento - DSA (dislessia,
   disortografia, disgrafia e discalculia).  In Italia gli studenti con questa
   caratteristica sono quasi 20 mila. Sono persone dotate di un quoziente
   intellettivo nella norma ma possono avere difficoltà nel leggere in modo
   fluente, nello scrivere senza errori e nel calcolo.  Le persone con DSA
   riescono ad avere successo in tutti i contesti sociali: lo dimostrano
   imprenditori affermati, atleti, personalità dello spettacolo come Mika e
   Andrea Delogu, registi come Steven Spielberg, Nobel come Jacques Dubochet,
   premi Pulitzer come il poeta Philip Schultz, influencer come Khaby Lame. Ma
   devono essere messi nelle giuste condizioni per esprimere il proprio talento!
   Di cosa hanno bisogno per raggiungere il successo accademico? Di strumenti
   che li mettano nelle stesse condizioni degli altri studenti, come computer
   con sintesi vocale e correttore ortografico, formulari, mappe concettuali e
   calcolatrice. Devono avere la possibilità di fare l’esame in forma orale
   invece che scritta, oppure di spezzare l’esame in più prove per ridurre
   l’affaticamento. Non a tutti servono gli stessi strumenti, perché ogni
   dislessico è diverso dall’altro. Senza una certificazione diagnostica, però,
   non hanno diritto a nessuno strumento.  È indispensabile, dunque, che in ogni
   regione ci sia almeno un centro diagnostico per adulti gratuito. Chiediamo
   perciò al futuro Governo e al Parlamento di approvare una norma per garantire
   questi diritti. Schierati al fianco degli studenti universitari con DSA,
   firma oggi la petizione      La legge 170 del 2010, il decreto 5669 del 2011
   e le Linee Guida Miur sui DSA trattano di inclusione negli Atenei, ma in modo
   incompleto e riduttivo. Chiediamo perciò al futuro Governo e Parlamento di
   approvare urgentemente una norma per garantire: - Strumenti compensativi,
   misure dispensative, modalità di verifiche e valutazione adeguate nei test
   d’ingresso e negli esami all’università.   - Un centro sanitario pubblico in
   ogni regione per la certificazione diagnostica degli adulti, senza la quale
   gli studenti universitari, ma anche i candidati ai concorsi pubblici e i
   lavoratori nelle aziende private, sarebbero privi di diritti. Sostieni questa
   battaglia di civiltà per dare agli studenti universitari con DSA le stesse
   chance dei loro compagni di studi. Le storie di Ruggero, Camilla, Francesco e
   Antonio, raccolte in questo documentario, ci confermano quanto sia urgente un
   cambiamento. Grazie per il tuo prezioso supporto! P.S. dopo aver firmato la
   petizione, ricordati di confermare la tua firma cliccando sul link che
   riceverai via email. Senza questo passaggio la tua firma non verrà
   conteggiata!Leggi di più
   
   Associazione Italiana Dislessia
   54.543 sostenitori
   Firma la petizione


 * UNA FIRMA PER I DIRITTI DELLE VITTIME E LA SICUREZZA STRADALE
   
   Fermare la strage stradale e tutelare i diritti delle vittime: Il messaggio
   di Andrea Liverani, campione paralimpico di tiro a segno  VIDEOUNA FIRMA PER
   I DIRITTI DELLE VITTIME E LA SICUREZZA STRADALEA quasi sette anni dal 16
   novembre 2015, data di entrata in vigore degli effetti della direttiva UE
   2012/29 sulla tutela dei diritti delle vittime, il nostro Paese è ancora
   gravemente inadempiente. Lo stesso possiamo affermare per quanto riguarda la
   prevenzione: l’Italia nel 2019 non ha ridotto la strage del 50% ma solo del
   22,9%. La Strage Stradale continua, con 9 morti al giorno e 661 feriti al
   giorno (dati Istat 2019, il 2020 non fa testo per il lockdown, i dati 2021
   non ancora verificati dall’Istat, ma la strage continua) – è pandemia, è un
   problema di sanità pubblica non trattato con lo stesso rigore del covid 19,
   come se fosse un fatto privato.Non ci rassegniamo e Promuoviamo una raccolta
   firme per modificare tale situazione stagnante   1) I DIRITTI DELLE
   VITTIME:a) Diritto alla giustizia. Chiediamo la modifica dell’art. 111 Cost.
   per garantire parità processuale tra vittima ed imputato, nonché pienezza dei
   diritti delle vittime, superando quelle norme che espropriano diritti (es.,
   impossibilità di opporsi al patteggiamento, di fare appello contro le
   testimonianze false). Chiediamo anche un rito giurisdizionale speciale, come
   quello del lavoro, per assicurare celerità di trattazione, omogeneità delle
   decisioni e pienezza della tutela;b) Tutela della salute. Garantire le cure
   necessarie per riabilitazione a lungo termine per i disabili permanenti ed il
   sostegno economico continuativo per i progetti di vita indipendente c)
   Diritti civili. Chiediamo percorsi specifici di accesso al pubblico impiego
   per gli orfani o le vedove di vittime della strada. 2) LA SICUREZZA
   STRADALE:a) Coordinamento. Istituire, sul modello del Dipartimento della
   Protezione civile, un’Autorità unica interministeriale responsabile della
   gestione del complesso problema della sicurezza stradale e munita di poteri e
   di mezzi. Prevedere un sistema di sanzioni per le istituzioni che non
   raggiungono gli obiettivi;b) Infrastrutture e veicoli. Prevedere il
   collaudatore della sicurezza stradale per redigere un “fascicolo delle
   infrastrutture” come avviene per i fabbricati ed indicare le criticità da
   rimuovere, rilevate anche a seguito di un sinistro. Promuovere la mobilità
   sostenibile e garantire sicurezza a tutti gli utenti dellastrada. Richiedere
   che i mezzi di trasporto abbiano standard di prevenzione elevati,
   introducendo di serie tutte le misure di sicurezza, compresi i dispositivi
   tecnologici;c) Controlli. Potenziare i controlli, coprire le carenze di
   organico, finalizzare l’organizzazione agli obiettivi da raggiungere;
   diminuire la perdita di punti della patente ma renderli non recuperabili,
   riconoscendo che al diritto ad avere la patente deve corrispondere il dovere
   di osservare le norme;abolire il preavviso postazioni autovelox;d)
   Informazione e formazione. Istituire una rubrica fissa televisiva sui temi
   dell’incidentalità e per comunicare ai cittadini il Piano Nazionale della
   sicurezza stradale. Nelle scuole di ogni ordine e grado,assicurare
   l’educazione stradale e la formazione etico-sociale. Nelle autoscuole,
   assicurare la formazione responsabile del conducente e introdurre misure per
   prevenire il rilascio di patenti facili.Brochure iniziativa firmeRaccolta
   firme presentazione www.vittimestrada.orgLeggi di più
   
   AIFVS aps
   36.455 sostenitori
   Firma la petizione


 * AIFA CI RIPENSI SULLA RIMBORSABILITÀ DI FARMACI PER MALATI DI TUMORE AL
   PANCREAS
   
   Mia madre Antonella moriva a 56 anni: tumore implacabile, adenocarcinoma al
   pancreas. In una anno una fine orribile che segna tutti, per sempre. Dicevano
   che non era un cancro su base ereditaria. Da tempo oramai si sa che invece lo
   è, eccome! Ci sono mutazioni genetiche che inducono la malattia... essa sta
   silente e poi esplode. Un cugino materno muore il mese scorso, senza
   speranza, senza chirurgia: 56 anni. Ma AIFA dice NO al farmaco per i pazienti
   malati.  Ebbene, in occasione della Giornata Mondiale del Tumore del Pancreas
   2021, con un tempismo cinico per la sensibilità della comunità dei pazienti
   con tumore al pancreas,  l’AIFA spegneva le speranze di una comunità non
   approvando la rimborsabilità del farmaco Olaparib per i pazienti con
   mutazione BRCA germinale. Chiediamo una immediata rivalutazione della
   decisione. L’AIFA ha negato la rimborsabilità del farmaco Olaparib per i
   pazienti con tumore al pancreas portatori della mutazione germinale BRCA.  Lo
   studio di Fase III POLO, che ha verificato l’impatto del farmaco Olaparib per
   i pazienti con mutazione BRCA1/2 ereditata,  ha pienamente raggiunto il suo
   obiettivo primario: il prolungamento della vita libera da progressione di
   malattia senza deteriorane la qualità. La sopravvivenza a 2-3 anni è
   consistentemente aumentata, ancorché non in modo statisticamente
   significativo. La valutazione del valore di un farmaco non possa limitarsi al
   solo prolungamento della vita, indipendentemente da ogni altra
   considerazione. In ogni caso, il beneficio di sopravvivenza prolungato per un
   sottogruppo di pazienti, peraltro superiore a quanto osservato con gli schemi
   chemioterapici autorizzati per la prima linea terapeutica, è un evento
   estremamente prezioso e insolito nella cura del tumore del pancreas. RQuesta
   decisione, oltre a spegnere la speranza dei pazienti affetti da tumore del
   pancreas, produca incalcolabili danni sotto ogni profilo umano, culturale e
   scientifico, disconoscendo il valore del tempo che le persone trascorrono
   senza segni e sintomi correlati alla malattia e libere dalla tossicità fisica
   e psicologica di impegnativi trattamenti chemioterapici, ostacolando la
   crescita culturale di una comunità alimentando quel diffuso nichilismo che
   aleggia non solo nella comunità dei pazienti ma in quella dei medici
   scoraggiando futuri investimenti di ricerca nel settore. Il costo per le
   casse dello Stato di questo trattamento sarebbe stato risibile per circa 50
   pazienti per anno che potrebbero beneficiare dei vantaggi del farmaco.
   Chiediamo una immediata rivalutazione della decisione.Leggi di più
   
   Laura Dal Pozzo
   80.855 sostenitori
   Firma la petizione


 * #IOSTOCONSILVIA - MAI PIÙ VITTIME DI STALKING E DI VIOLENZA!
   
   #IoStoConSilvia - Mai più vittime di stalking e di violenza!   Ciao, sono
   Adriano e sono il fratello di Silvia, una giovane di 30 anni che ormai da
   troppo tempo, come molte donne, vive nel terrore a causa di uno stalker.
   Questa è la sua storia: nel gennaio 2021, per via delle dipendenze da droga
   del suo ex compagno, Silvia decide di lasciare questo ragazzo. Da questo
   momento in poi comincerà  la strategia del terrore nei suoi confronti:
   appostamenti fuori al lavoro, fuori casa, minacce con coltelli, percosse.
   Tutto questo finché le denunce fatte da Silvia portarono ad un divieto di
   avvicinamento, subito violato dallo stalker.  A questo punto partirono i
   domiciliari, ma lo stalker, purtroppo, ha un forte potere a livello
   psicologico nei confronti di Silvia e riesce a manipolarla: in collaborazione
   con il suo avvocato, riesce a convincerla a ritirare tutto, in cambio lui
   promette che sarebbe sparito per sempre. Inutile dire che così non è stato e,
   dopo alcuni mesi, lo stalker rientra in azione. La chiama continuamente, le
   manda centinaia di messaggi, minaccia amici e parenti, crea decine di profili
   falsi. Silvia è costretta più volte a cambiare casa e lavoro. La sua vita
   diventa un inferno. La strategia dello stalker è impietosirla, accusarla,
   farla sentire in colpa, minacciarla. Tra i messaggi che lui le invia, ce ne
   sono alcuni che mostrano le vene sanguinanti con scritto "mi sto uccidendo
   aiutami!" per proseguire con "vedi cosa mi stai facendo fare" e "se non mi
   aiuti dico a tutti cosa mi stai facendo fare", oppure ancora "scusami ti
   chiedo solo di aiutarmi" e così via. Un giorno, lo stalker, ha anche
   incendiato la sua macchina dicendo a Silvia che si sarebbe dato fuoco. Silvia
   ricomincia a denunciare ma i tempi sono lunghi, troppo lunghi. L’ultimo
   episodio risale a qualche settimana fa, quando lo stalker in questione si è
   presentato sotto casa per attenderla al suo rientro e nostra madre,
   spaventata, ha chiamato me per intervenire. Ne è seguita una colluttazione
   durante la quale sono stato colpito molte volte da lui e, solo dopo tempo e
   grazie all’intervento dei nostri vicini, sono riuscito ad allontanarlo. Ma
   potrebbe tornare ancora, e allora cosa possiamo fare? Tutto questo non
   sconvolge solo la vita di Silvia, ma anche quella di sua figlia di 11 anni
   che vive nel terrore, di sua madre diabetica che sta male quando lo stalker
   entra in azione e di suo padre con problemi di cuore, un cuore che ogni volta
   cede quando deve soccorrere la propria figlia nel momento di terrore.  Per
   questo ti chiedo di firmare e condividere questa petizione, perché quello che
   sta succedendo a Silvia potrebbe accadere anche a te, ad un tuo famigliare,
   ad un tuo parente o un tuo amico/a. In seguito agli ultimi fatti è stato
   disposto l'arresto dello stalker, ma non sappiamo se questo verrà confermato.
   Come Silvia ce ne sono tante che non hanno voce, questa petizione è anche per
   loro". Proprio in questi giorni stiamo assistendo a tante storie di donne che
   rimangono uccise da uomini violenti. Facciamo sì che il nome di Silvia non si
   aggiunga a questa brutta lista. Per fare questo, c’è bisogno di mettere in
   pratica queste azioni: - inasprimento delle pene  - braccialetto elettronico
   geolocalizzatore  - assistenza psicologica a 360° che stia veramente vicino
   alle vittime di stalking e che non si riduca ad un semplice rimedio in casa
   protetta -perizia psichiatrica allo stalker con misure cautelari e cure
   psichiatriche per cercare di guarirlo PERCHÉ IL CARCERE FINISCE, LA MALATTIA
   SE NON VIENE CURATA NO !!! LO STALKER CHE DEVE ESSERE FERMATO!! FIRMA ORA E
   CONDIVIDI LA PETIZIONE !!! NON C'È PIÙ TEMPO DA PERDERE !!!Leggi di più
   
   adriano salvatori
   24.556 sostenitori
   Firma la petizione


 * #MOLESTATO - È COSÌ CHE SI DIFENDONO LE DONNE?
   
   Sono una ragazza di 30 anni, mi chiamo Desirèe e questa è la storia di
   un'ingiustizia, che si ripresenta ancora dopo anni; anzi è la storia di
   un'ingiustizia dopo l'altra.    Mia madre si era separata da mio padre nel
   1998, in seguito a violenza domestica e molestie sessuali nei suoi e nei
   nostri confronti, le sue due figlie, Desirèe e Simona. Il processo è durato
   tantissimi anni, durante i quali purtroppo mia madre si è indebitata, gli
   avvocati costano e i processi sono lunghi, inoltre faceva molta fatica
   essendo da sola con due figlie.  Nel 2003 mio "padre" è stato condannato a 3
   anni di carcere, più al risarcimento per i danni morali, fisici e psicologici
   che ha causato a mia madre, me e mia sorella. Il risarcimento era di 36 mila
   euro (12 mila euro per ognuna delle parti lese). Inoltre con questa sentenza
   ha perso la patria potestà e il diritto successorio, ma solo nei nostri
   confronti, non anche nei confronti di mia madre. I soldi del risarcimento non
   ci sono mai arrivati. Negli anni, non sapevamo che dovevamo mandare una
   lettera per tenere in vita il processo ( il quale poi è andato in
   prescrizione e quindi ora lui non è più tenuto a pagare i danni).  Nel 2008
   c'è stata la sentenza d'appello e mio padre ha ottenuto pure l'indulto, così
   la sua pena si è ridotta a 1 anno; ma dei soldi del risarcimento non abbiamo
   ottenuto nulla. Durante questi anni mia madre è stata costretta anche a
   vendere la casa che aveva acquistato a Milano, grazie al suo lavoro (lavorava
   per la Sma, poi diventata Auchan e ora Conad), perchè era sommersa dai
   debiti. Negli anni però era riuscita a saldare gran parte dei suoi debiti e
   infine era riuscita ad andare in pensione, nonostante la cessione della sua
   azienda (Auchan) alla Conad, per la quale ci sono stati molti licenziamenti,
   ma lei era riuscita ad ottenere la pensione anticipata.  Il 31 gennaio del
   2022 però, siamo colpite da un'altra tragedia, la morte di mia mamma in
   seguito al Covid. In seguito alla sua morte, io e mia sorella pensavamo di
   essere le uniche eredi. Invece c'era anche mio padre. Scopriamo che essendo
   solo separati e non divorziati (mia madre non poteva permettersi di pagare il
   divorzio), per legge è come se fossero ancora "coniugati". Quindi oltre il
   danno, la beffa: anche lui risulta come erede e pur avendo commesso reati di
   violenza contro mia madre, mio padre prende la sua pensione di reversibilità
   di 900 euro e sarà erede, quindi gli spetterà l'eredità di mia madre che
   consiste nell'immobile che aveva acquistato in seguito, di cui c'è ancora il
   mutuo da estinguere.  Dopo tutto quello che ha fatto, com'è possibile che la
   sentenza non abbia previsto per lui la perdita dei diritti successori nei
   confronti di mia madre? Perchè non è stato previsto un divorzio automatico
   dopo la serie di reati che ha commesso? E perchè non viene dato tempo ai
   minori, una volta cresciuti di poter essere risarciti qualora questo non ci
   sia mai stato? Per tutti questi motivi chiedo di firmare questa petizione. E'
   ingiusto che non vi siano norme a tutela di chi è stato vittima di violenza,
   anche passate in giudicato, quindi chiedo: l'estensione dei tempi per fare
   ricorso, per coloro che hanno subito violenze quando erano minori; divorzio
   automatico per donne separate, vittime di violenza domestica; nel caso in cui
   la coppia è separata e non divorziata, perdita automatica di tutti i diritti
   successori per chi ha commesso violenza domestica contro il coniuge, in
   particolar modo se ci sono minori coinvolti nei reati di violenza. Queste
   norme devono essere applicate anche retroattivamente, per tutti coloro che
   non hanno potuto avere giustizia.  Grazie, a chi vorrà sostenermi. Leggi di
   più
   
   Desirèe Gullo
   38.505 sostenitori
   Firma la petizione


 * STOP TAMPON TAX, IL CICLO NON È UN LUSSO!
   
   Cos'è la Tampon Tax? Semplice! È l’imposta IVA al 22% che grava sui prezzi
   degli assorbenti, considerati come beni di lusso. Avere il ciclo non è un
   lusso nè tantomeno una scelta e gli assorbenti non sono un accessorio ma una
   necessità per ogni donna. Chiediamo che la Tampon Tax sia abbassata al 4% e
   che quindi gli assorbenti vengano considerati beni di prima necessità. Se ora
   pure i tartufi sono tassati al 5% come bene di prima necessità, viene
   spontaneo chiedersi come mai un assorbente non abbia lo stesso regime di
   tassazione. Il costo degli assorbenti non è un problema che riguarda
   esclusivamente le donne ma è un problema che coinvolge tutta la famiglia,
   uomini compresi! Per esprimere questa necessità, per verificare il livello di
   consapevolezza e anche per ridere un po' abbiamo invitato sette ragazzi e li
   abbiamo sottoposti al nostro esperimento sociale. Fatevi un regalo e fatelo
   alle donne della vostra vita. Attraverso una semplice firma non ci aiuterete
   solamente a cambiare una tassa ma l'intero stile di vita di molte donne.Leggi
   di più
   
   Silvia De Dea
   682.489 sostenitori
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 * BONUS SALUTE MENTALE (#BONUSPSICOLOGO)
   
   Nella Legge di Bilancio 2022 era stato proposto un Bonus Salute Mentale da 50
   milioni di euro per aiutare economicamente le persone che decidono di
   rivolgersi a uno psicologo, uno psicanalista, uno psichiatra, uno
   psicoterapeuta. Una proposta bipartisan appoggiata pubblicamente da tutti i
   principali gruppi parlamentari: Movimento 5 Stelle, Partito Democratico,
   Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Italia Viva e Liberi e Uguali. Tutti,
   maggioranza e opposizione. Ma, nonostante l'accordo tra le forze politiche,
   il governo non ha ritenuto di inserirla nella Legge di Bilancio. Mentre sono
   sopravvissuti tanti altri bonus, dai rubinetti alle zanzariere. Nel 2021,
   dati dell'Istituto Piepoli, il 27,5% dei pazienti che avevano intenzione di
   iniziare un percorso di salute mentale non ha potuto farlo per ragioni
   economiche. Mentre il 21% è stato costretto a interromperlo. Chiediamo al
   governo di prendere davvero in considerazione questa proposta e di inserirla
   nel primo provvedimento utile per andare incontro a un'esigenza immediata e
   pressante. Oltre a realizzare un investimento vero e sensato sul capitale
   umano e sul benessere personale e in comunità delle persone. La proposta
   prevede due bonus: uno iniziale da 150 euro una tantum slegato dal'Isee. E
   uno piu' consistente e progressivo: 1600 euro annui per Isee da 0 a 15000,
   800 euro annui per Isee da 15000 a 50000 e 400 euro annui per Isee da 50000 a
   90000. Non un investimento sostitutivo rispetto al servizio pubblico, che
   pure andrebbe potenziato, ma una risposta di civiltà rispetto ai tantissimi
   che si rivolgono ai professionisti nel silenzio e nell'assenza di qualsiasi
   tipo di sostegno.Leggi di più
   
   Francesco Maesano
   324.241 sostenitori
   Firma la petizione


 * LO STUPRO NON HA ATTENUANTI
   
   Ad ottobre 2017 una ragazza dopo aver trascorso la serata in un locale a
   Ravenna è stata violentata e filmata. La difesa dei due imputati ha descritto
   la ragazza come ubriaca e molto disinibita nella sua vita in generale. I
   giudici, tra cui due donne, hanno deciso che questo basta per assolvere i due
   imputati. Cioè essere una persona disinibita e aver bevuto, non si sa quanto
   di preciso, basta affinchè del tuo corpo qualcuno possa decidere di fare
   quello che vuole.La Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha già
   detto che l'Italia ha dei pregiudizi sulle donne in questo senso. Vogliamo
   continuare su questa strada?Dobbiamo aver paura di uscire e di comportarci
   naturalmente purché potrebbe risultare un "via libera" a chi vuole
   stuprarci/molestarci?Lo stupro non ha attenuanti. Chiediamo che le massime
   autorità dello Stato - dal Governo alla Presidenza della Repubblica  - nel
   rispetto dell'autonomia della magistratura diano un chiaro ed univoco segnale
   a noi cittadine e cittadini per ribadire una volta e per sempre che lo stupro
   non ha alcuna attenuante.Leggi di più
   
   Giulia P
   29.978 sostenitori
   Firma la petizione


 * LA DISABILITÀ NON SCADE: AGGIORNATE IL NOMENCLATORE E LA LEGGE 104
   
   Maddalena Milone: Alla cortese attenzione del Ministero della disabilità,
   delle pari opportunità e del lavoro Con la seguente lettera vorremmo
   presentare delle criticità che riguardano diverse aree della disabilità nel
   nostro paese: 1. aggiornamento nomenclatore tariffario Il nomenclatore
   tariffario degli ausili, protesici e non, è un documento in cui sono elencati
   i vari ausili ortopedici necessari alle persone con disabilità per camminare.
   Al momento risulta ancora in vigore quello del 1999. Nonostante sia stato
   emanato, in effetti, un documento con i nuovi dispositivi tecnologici e i
   nuovi livelli di LEA, tale documento (DPCM 12 gennaio 2017), approvato nel
   2021, risulta ancora non operativo. Le stesse officine ortopediche chiedono a
   gran voce di risolvere tale problema, che comporta per loro una maggiore
   difficoltà lavorativa e un doversi adattare a una burocrazia non più
   adeguata. Sul sito Fioto viene riportato: "Questi cinque anni di attesa hanno
   accentuato le diseguaglianze territoriali (sia tra le Regioni sia tra le ASL)
   di accesso alle prestazioni di assistenza protesica; si sono moltiplicate le
   situazioni di abusivismo in assenza della disciplina dell'accreditamento
   della filiera erogativa. Non è più tempo di rinvii; i LEA devono diventare
   operativi."Soprattutto, però, questo risulta un problema molto grave per
   coloro che colpiti da disabilità si trovano ad affrontare spese molto alte o
   a rinunciare a poter svolgere determinate attività, incluse quelle lavorative
   e sportive, rimaste privilegio dei pochi che possono permettersi le protesi e
   le carrozzine per lo sport. 2. Legge 104/1992 e legge 151/2001Anche nei casi
   di gravità, la legge non tutela sufficientemente il lavoratore disabile sul
   posto di lavoro, in quanto la normativa tende a tutelare  il caregiver
   prevedendo un congedo straordinario, per gravissimi e documentati motivi di
   salute, solo a beneficio dei parenti/genitori/figli della persona con
   handicap, ma non per il disabile stesso.Mi chiedo e Vi chiedo, quindi, in che
   modo avvenga l'inclusione della persona con difficoltà nel mondo del lavoro,
   se in caso di gravi problemi di salute tale forma di congedo è prevista solo
   per chi assiste ma non per il lavoratore diretto interessato, che rischia
   così di perdere il lavoro se capita un grave problema di salute. 3. Sussidi
   economici per persone con disabilità e invalidità civileE' lampante come 295
   euro di invalidità civile o 500 euro di accompagnamento non siano
   sufficienti, nel 2022 in Italia, per permettere una vita dignitosa,
   soprattutto se teniamo in considerazione il fatto che una persona disabile
   deve affrontare maggiori spese mediche.Aggiungo che il limite 17.050, 42 euro
   lordi (circa 1200 euro al mese) per avere tale sussidio appare assolutamente
   inadeguato, considerando anche i problemi precedentemente esposti. Chiediamo
   che tali importi vengano adeguati al costo della vita.  La Costituzione
   Italiana, all'articolo 3, così recita:Tutti i cittadini hanno pari dignità
   sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di
   sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c.1], di razza, di lingua
   [cfr. art 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinione politiche [cfr.
   art. 22], di condizioni personali e sociali.E' compito della Repubblica
   rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto
   la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
   persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
   all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.  L'articolo 38,
   invece, cita:Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi
   necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale. I
   lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati
   alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e
   vecchiaia, disoccupazione involontaria. E' palese come tali contraddizioni
   violino addirittura la fonte primaria del nostro diritto, ma soprattutto
   avere dei cittadini in grado di lavorare e di produrre per lo Stato sarebbe
   un vantaggio per la Società, che invece di fatto esclude queste persone sia
   in ambito sociale che lavorativo, in quanto non le mette in condizione di
   raggiungere il loro pieno potenziale. Crediamo fermamente che sia non solo
   etico, ma utile un'integrazione migliore del cittadino con handicap, rendendo
   di nuovo produttive persone che ad oggi sono considerate solo una spesa.Si
   parla tanto di inclusione ma spesso si ha l’impressione che le proposte e gli
   interventi sul tema siano solo di pura apparenza. Leggi di più
   
   Maddalena Milone
   38.842 sostenitori
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 * STOP CARO BOLLETTE, FAMIGLIE E IMPRESE STANNO MORENDO
   
   Mi chiamo Tiziana, sono coordinatrice di TNI Italia e ho un ristorante
   insieme alla mia famiglia. Dopo le chiusure nel lockdown ho cercato di
   salvare la mia attività con forza ed entusiasmo, lavorando ogni giorno a
   ritmi disumani. Ma poi è arrivato un nuovo lockdown mascherato e da tre mesi
   il ristorante è precipitato nuovamente nel buio. La stangata finale è
   arrivata con l’ultima bolletta…. Raddoppiata! Un imprenditore può fallire se
   non è capace di svolgere il proprio lavoro. Non può fallire perché arriva una
   bolletta che non lascia scampo… che dà il colpo di grazia. BASTA IMPOSTE E
   ONERI SULLE BOLLETTE!!  NOI PAGHIAMO SOLO IL CONSUMO Il gas naturale in
   Europa ha registrato un’impressionante fiammata dei prezzi pari al +660%
   rispetto al pre covid. Si stima un costo energetico quadruplicato nel 2022.
   Questi incrementi hanno comportato un aumento dei costi in capo a imprese,
   attività, esercizi commerciali e famiglie, già seriamente danneggiate dal
   lockdown mascherato che stanno vivendo ormai da novembre. Arrivano bollette
   con aumenti che vanno in media dal 100 al 400% grazie anche allo
   sciacallaggio delle grosse multinazionali produttrici e distributrici di gas
   e luce che possono applicare tariffe allucinanti.  Ma questo avviene solo in
   Italia perché in altri paesi dell’UE le bollette sono spesso irrisorie
   creando uno squilibrio enorme tra imprenditori italiani ridotti allo stremo e
   imprenditori di altri paese europei che possono svolgere la propria attività
   di impresa senza essere mangiati dalla tassazione che in Italia è la più alta
   in assoluto. Le imprese in Italia sono in ginocchio. Molte famiglie ridotte
   in povertà. Le grosse multinazionali produttrici e distributrici di energia e
   gas stanno realizzando extra profitti incredibili e ingiusti anche a
   discapito di molti piccoli distributori onesti che sono invece stati
   costretti a chiudere. CHIEDIAMO DI PAGARE LE STESSE TARIFFE PER L’ENERGIA CHE
   VENGONO PAGATE IN EUROPA. DI TASSARE GLI EXTRA PROFITTI CHE LE GROSSE
   MULTINAZIONALI PRODUTTRICI E DISTRIBUTRICI DI ENERGIA E GAS STANNO
   REALIZZANDO SULLE NOSTRE SPALLE PER SOSTENERE LO SCOSTAMENTO DI BILANCIO
   NECESSARIO AD AIUTARE LE IMPRESE ITALIANE MASSACRATE DAL CARO BOLLETTE. DI
   PAGARE SOLO IL CONSUMO EFFETTIVO. NO IMPOSTE. NO ONERI DI SISTEMA. INTERVENTO
   DELLO STATO PER CALMIERARE LE TARIFFE E FAR APPLICARE QUELLA PIU’ BASSA COME
   MISURA ECCEZIONALE IN QUESTO DIFFICILE MOMENTO STORICO CREDITO DI IMPOSTA DEL
   20% SULLE BOLLETTE PAGATE ESTESO ANCHE ALLE PICCOLE MEDIE IMPRESE
   APPLICAZIONE DEL MECCANISMO DEL REVERSE CHARGE IVA!!!! LE IMPRESE NON HANNO
   LIQUIDITA’ PER PAGARE IVA OGGI CHE PORTERANNO IN DEDUZIONE DOMANI.   NON C’E’
   PIU’ TEMPO. OCCORRE AGIRE OGGI. “BASTA IMPOSTE SOLO CONSUMI” è una petizione
   rivolta al Governo per chiedere un sostegno per le imprese e le famiglie
   messe in ginocchio dal caro bollette. A chiederlo TNI TUTELA NAZIONALE
   IMPRESE, associazione sindacale del comparto HO.RE.CA.Leggi di più
   
   tiziana del monaco
   108.682 sostenitori
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 * CITTADINANZA ITALIANA A PATRICK ZAKI
   
   ENG / DE / ES / FRIl 7 febbraio 2021 è stato un anno esatto dalla
   carcerazione di Patrick George Zaki. La storia dello studente Egiziano è
   ormai risaputa, e purtroppo il susseguirsi dei continui rinvii hanno portato
   la situazione a limiti estremi. Il ragazzo studente alla università di
   Bologna, accusato dal regime Egiziano di atti sovversivi verso il proprio
   paese, in realtà viene tenuto in carcere in condizioni al limite della
   civiltà. Noi italiani abbiamo già dovuto subire schiaffi morali con il caso
   Giulio Regeni, che a tutt'oggi lascia l'amaro in bocca per il trattamento
   subito a qualsiasi livello. Esiste già una proposta nazionale : 200 comuni
   che concederanno la cittadinanza a Patrick. Iniziativa lodevole, ma non
   basta. https://www.facebook.com/stationtostation2agosto/Noi chiediamo che il
   nostro paese, che nel frattempo continua a fare affari di ogni genere con
   L'Egitto, dia un segnale fortissimo: La concessione a Patrick della
   cittadinanza Italiana per meriti speciali e ricorrendo un eccezionale
   interesse dello stato, in riferimento del 2 ^ comma dell'articolo 9 della
   legge sulla concessione della cittadinanza Italiana . Sappiamo che è una
   procedura tortuosa che deve superare parecchi iter burocratici, ma sappiamo
   che con un gesto super partes, potrebbe essere applicata. Noi vogliamo che
   dalle parole si passi ai fatti. Vogliamo una unione di intenti a livello
   politico che superi le divergenze e dia un segnale forte e dimostri una
   grande coesione, un gesto verso l'Egitto e alla comunità internazionale, che
   faccia capire la compattezza del nostro Paese . Il tempo é sempre più scarso,
   e le speranze di una scarcerazione sono sempre più flebili. Come Community
   Station to Station, che ha come scopo il tenere viva la memoria sulle stragi
   efferate avvenute nel nostro paese, alla lotta contro ogni diseguaglianza, e
   alla difesa dei diritti civili ed umani, chiediamo l'intervento delle
   istituzioni affinché  intervengano urgentemente e con decisione. Firmate e
   fate firmare questa petizione. Facciamo sentire la nostra voce, facciamo
   sapere a Patrick che comunque il popolo italiano è con lui. Ogni firma,
   condivisione, lettura, sarà un segnale che ognuno di noi darà. non
   abbandoniamo Patrick.   #freepatrickzaki#patrickcittadinoitaliano.          
                                                   Community  Station to
   Station.                                                                    
           Grazie a tuttiLeggi di più
   
   Station To Station
   312.125 sostenitori
   Firma la petizione


 * DIRITTI E DIGNITÀ PER I BRACCIANTI INVISIBILI
   
   Siamo lavoratori della terra, siamo raccoglitori del cibo, siamo operai della
   filiera agricola. Da troppo tempo, la nostra vita viene rubata dall’avidità.
   Da troppo tempo, la nostra esistenza viene schiacciata dallo sfruttamento. Da
   troppo tempo, la nostra realtà viene annientata dalla miseria.  Da troppo
   tempo, il nostro grido di giustizia per un salario dignitoso viene soffocato
   dal silenzio dell’ingiustizia. Da troppo tempo, la nostra richiesta di un
   alloggio decoroso viene illusa dalla politica del gradualismo. Da troppo
   tempo, il nostro urlo di dolore per una regolarizzazione viene represso dal
   mutismo dell’inconvenienza elettoralistica. Da troppo tempo, il nostro lavoro
   e quello dei contadini/agricoltori viene schiacciato sotto lo stesso rullo
   compressore della macchina costipatrice dei grandi monopoli. Da troppo tempo,
   la terra madre viene mortificata dalla bulimia del produttivismo sollecitata
   dall’ardita cupidigia dei giganti del cibo. Da troppo tempo, il consumatore
   viene tenuto all’oscuro dall’abbrutimento, dallo sfruttamento,
   dall’immiserimento e dall’ingiustizia che accompagna il cibo, ipotecandone la
   qualità etica, lungo la filiera agricola.  Oggi, l’ora del BASTA deve
   suonare,Oggi, la lunga notte dell’ingiustizia deve calare,Oggi, l’alba del
   giorno luminoso dell’alleanza - tra i braccianti sfruttati, i
   contadini/agricoltori schiacciati e i consumatori - deve sorgere. È per
   questo che oggi innalziamo un grido di dolore per chiedere: 1. Un salario
   dignitoso con “Uguale Lavoro Uguale Salario”, per tutti noi,
   indipendentemente dalla provenienza geografica, per emanciparci dalla
   precarietà lavorativa,2. Una regolarizzazione per uscire dall’invisibilità
   esistenziale, 3. Una possibilità di usufruire di alloggi decorosi per
   affrancarci dalla vulnerabilità sociale,4. Un codice etico pubblico per
   garantire ai consumatori un cibo sano e per tutelare nostro lavoro e quello
   dei contadini/agricoltori. Signor Presidente,non rimandi questo atto di
   Giustizia e di Civiltà ma assuma con audacia questa decisione per darci
   Diritti, perché un diritto ritardato è un diritto negato e un diritto per
   pochi diventa un privilegio per tutti.Le/I bracciantiLeggi di più
   
   Campagna Braccianti
   156.076 sostenitori
   Firma la petizione


 * SALVIAMO LA WHIRLPOOL DI NAPOLI
   
   Siamo i lavoratori della Whirlpool di Napoli. Fino a luglio di quest’anno
   abbiamo lavorato in questa fabbrica, la storica Ignis fondata da Borghi, poi
   diventata Philips e dagli inizi anni '90 Whirlpool. Come sapete, qualche
   settimana fa - a seguito dello sblocco dei licenziamenti previsto dal Governo
   - l’azienda ha aperto la procedura di licenziamento nei confronti di tutti i
   lavoratori del sito produttivo di Napoli, lasciando circa 400 di noi (più
   indotto) per strada. Purtroppo, in questi ultimi mesi si sta verificando
   sempre più spesso che aziende in buona salute spolpino il patrimonio
   produttivo di un sito per poi andarsene via, senza alcun rispetto per niente
   e per nessuno. Si veda, oltre a noi, il caso dei lavoratori della GKN di
   Firenze solo a titolo esemplificativo. E infatti, dopo due anni di lotta
   contro una multinazionale cinica, la quale senza alcune evidenti ragioni
   economiche e dopo aver usufruito anche di aiuti statali ha scelto di
   abbandonare questo stabilimento, ci è stato dato il benservito gettando noi e
   le nostre famiglie nell’incertezza e nella disperazione più totale.  Insieme
   ai colleghi, abbiamo trascorso interi anni di vita e di lavoro in fabbrica e
   non ci siamo mai fermati. Non ci siamo sottratti nemmeno alla richiesta di
   rientrare in fabbrica durante la fase più acuta del Covid, pur senza aver
   ricevuto alcuna rassicurazione sul nostro futuro e con tutti i rischi che
   c’erano per la nostra salute. Lo abbiamo fatto perché per noi il lavoro è
   futuro, è vita. Siamo orgogliosi di ciò che abbiamo fatto in questi anni,
   perché ha sempre dato un contributo di qualità alla produzione industriale
   fatta in Italia e nel nostro territorio.  Un territorio per il quale - è bene
   ribadirlo - la tutela del lavoro è lotta alla criminalità e difesa della
   legalità, è contributo allo sviluppo di un’intera zona. Quattrocento posti di
   lavoro in meno a Napoli sono un favore fatto alla malavita e un impoverimento
   del tessuto economico e sociale della città, in un momento in cui la crisi da
   Covid 19 picchia duramente su tantissime persone e famiglie. Una vera e
   propria bomba sociale.  E’ da molto tempo che chiediamo alle Istituzioni di
   tutelarci per rispetto della dignità delle persone che lavorano in fabbrica,
   perché una persona senza lavoro è una persona senza dignità.  Le risposte che
   aspettavamo, però, non sono mai arrivate.  Per questo, adesso pretendiamo una
   risposta dai candidati a Sindaco di Napoli su come intenderanno affrontare
   questa nostra situazione, su come vogliono fermare questa emorragia
   occupazionale e le sue conseguenze sociali. E pretendiamo anche una risposta
   dal Governo, perché la perdita del posto di lavoro mette a rischio persone e
   famiglie in un territorio già martoriato e perché le vicende dei lavoratori
   sfruttati e poi abbandonati dalle multinazionali colpiscono l’Italia intera,
   creando gravissimi precedenti e un’emergenza da affrontare nell’immediato.
   Siamo persone, e oggi più che mai pretendiamo di essere ascoltate nella
   difesa dei nostri diritti. Aiutateci a far sentire la nostra voce firmando
   questa petizione.Leggi di più
   
   i lavoratori della whirlpool di Napoli Napoli non molla
   59.843 sostenitori
   Firma la petizione


 * PREVENIRE LA DEFORESTAZIONE E LO SFRUTTAMENTO DELL'AMAZZONIA!
   
   BR / DE / ES Jair Bolsonaro, eletto presidente del Brasile per i prossimi 4
   anni, durante un’intervista in campagna elettorale, ha detto che non vede
   niente di male nello sfruttamento della foresta amazzonica a fini economici.
   In poche parole, nessun problema quindi a deforestare, se questo fa bene
   all’economia del paese.Siamo consapevoli però che non tutto può essere fatto
   in nome della crescita economica, deforestare significa distruggere fauna e
   flora insostituibile. E oggi il “polmone del mondo” sta bruciando.Firma
   questa petizione in modo che nessuno abbia il diritto di toccare le nostre
   foreste, se non per proteggerle e/o studiarle, in modo che tutto ciò che le
   coinvolge sia un contributo ecologico, compresa l'economia, e che Possiamo
   mantenere in vigore l'articolo 225 della Costituzione federale del Brasile:
   "Ognuno ha il diritto a un ambiente ecologicamente equilibrato, un bene per
   l'uso comune delle persone ed essenziale per la sana qualità della vita, e il
   potere pubblico e la comunità hanno il dovere di difenderlo. e preservarlo
   per le generazioni presenti e future ".L'Amazzonia è conosciuta come il
   "polmone del mondo", essendo la vegetazione principale del nostro pianeta e
   contiene la più grande biodiversità per una foresta tropicale. Questa regione
   ospita circa 2,5 milioni di specie di insetti, decine di migliaia di piante e
   circa 2.000 uccelli e mammiferi e nel solo Brasile vi è una media tra 96.000
   e 128.000 specie di invertebrati e un chilometro quadrato della foresta
   pluviale amazzonica può contenere circa 90.000 tonnellate di piante
   vive.Oltre alla minaccia a questa biodiversità derivante dallo sfruttamento,
   viene messo in discussione un altro fatto, come le emissioni di carbonio
   dovute agli incendi, che possono contribuire in modo decisivo al
   riscaldamento globale. Gli studi indicano che l'insostenibile deforestazione
   della foresta può portare a una riduzione delle precipitazioni e, quindi, a
   un aumento della temperatura nella regione e, di conseguenza, nel mondo.Lo
   scopo di questa petizione è di informare tali organismi dei pericoli per le
   nostre foreste, prendere posizione e adottare le misure appropriate, in
   quanto sono responsabili della protezione ambientale nazionale.Leggi di più
   
   Valeria Magalhaes
   6.024.210 sostenitori
   Firma la petizione

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