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<p class="corgi-1fqj0gr"><span class="ebduyov0 corgi-1ru34n9">Trattiamo i tuoi dati personali in conformità con la nostra <a href="/policies/privacy" target="_blank" data-pass-thru="true" class="corgi-cc2ok">Informativa sulla privacy</a> e ai
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Va' al contenuto principale LA TUA PRIVACY Utilizziamo i nostri cookies e quelli di terze parti per garantire la funzionalità del sito e assicurarci che la nostra piattaforma venga utilizzate senza problemi - ad esempio, rendere il processo di login più semplice e limitarne gli abusi e le frodi, analizzare e ottimizzare il sito e personalizzare la tua esperienza in base a raccomandazioni rilevanti per te. Puoi accettare tutti i cookies cliccando sul bottone "Accetta i cookies" o scegliere le tue preferenza cliccando su "Gestisci i cookies". Leggi di più Accetta i cookiesRifiuto i cookies non essenziali Gestisci i cookies Lancia una petizione Le mie petizioni Sfoglia Sostienici! Accedi -------------------------------------------------------------------------------- Dettagli della petizione -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- Commenti -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- Aggiornamenti -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- -------------------------------------------------------------------------------- BRING BACK BYRTA BRING BACK BYRTA 45 hanno firmato. Arriviamo a 100. Più firme aiuteranno questa petizione ad essere inclusa tra le petizioni raccomandate. Aiuta a portare questa petizione a 100 firme! Più firme aiuteranno questa petizione ad essere inclusa tra le petizioni raccomandate. Aiuta a portare questa petizione a 100 firme! -------------------------------------------------------------------------------- Felisia Helmsdal ha lanciato questa petizione Life will be fun, worth living. BYRTA will be back idiots Firma questa petizione 45 hanno firmato. Arriviamo a 100. Più firme aiuteranno questa petizione ad essere inclusa tra le petizioni raccomandate. Aiuta a portare questa petizione a 100 firme! Più firme aiuteranno questa petizione ad essere inclusa tra le petizioni raccomandate. Aiuta a portare questa petizione a 100 firme! FIRMA QUESTA PETIZIONE Nome Nome Cognome Cognome Email Email Milan, 20153 Italia Sì! Fatemi sapere se questa petizione vince, e come posso aiutare altre petizioni importanti. No. Non voglio sapere se ci sono novità su questa e altre importanti petizioni. Firma questa petizione Non mostrare il mio nome e il mio commento su questa petizione Trattiamo i tuoi dati personali in conformità con la nostra Informativa sulla privacy e ai nostri Termini di servizio. Lancia la tua petizione La persona che ha lanciato questa petizione ha preso una posizione e ha agito. Vuoi fare lo stesso? Lancia una petizione AGGIORNAMENTI * 25 sostenitori 3 ore fa * Felisia Helmsdal ha lanciato questa petizione 14 ore fa RAGIONI PER FIRMARE * Gudny Olsen·3 ore fa byrta>>> … Leggi di più 0· Segnala -------------------------------------------------------------------------------- * Magnus Høgenni·4 ore fa PLS … Leggi di più 0· Segnala Guarda tutte le ragioni Riportare una violazione delle politiche -------------------------------------------------------------------------------- PETIZIONI CHE SONO PROMOSSE DA ALTRI UTENTI DI CHANGE.ORG * Promossa da 1.820 sostenitori UN VOTO PER IL CLIMA Lettera aperta degli scienziati del clima alla politica italiana La scienza del clima ci mostra da tempo che l'Italia, inserita nel contesto di un hot spot climatico come il Mediterraneo, risente più di altre zone del mondo dei recenti cambiamenti climatici di origine antropica e dei loro effetti, non solo sul territorio e gli ecosistemi, ma anche sull'uomo e sulla società, relativamente al suo benessere, alla sua sicurezza, alla sua salute e alle sue attività produttive. Il riscaldamento eccessivo, le fortissime perturbazioni al ciclo dell'acqua e altri fenomeni meteo-climatici vanno ad impattare su territori fragili e creano danni a vari livelli, influenzando fortemente e negativamente anche le attività economiche e la vita sociale. Stime assodate mostrano come nel futuro l'avanzare del cambiamento climatico ridurrà in modo sensibile lo sviluppo economico e causerà danni rilevanti a città, imprese, produzioni agricole, infrastrutture. Per un grado di riscaldamento globale in più rispetto al presente, ad esempio, si avranno mediamente su scala globale un aumento del 100% della frequenza di ondate di calore e tra il 30 e il 40% di aumento della frequenza di inondazioni e siccità, con una conseguente diminuzione del benessere e del prodotto interno lordo. Nel Mediterraneo e in Italia, poi, la situazione potrebbe essere anche più critica, in quanto, ad esempio, si hanno già chiare evidenze di aumenti di ondate di calore e siccità, di ritiro dei ghiacciai alpini, di aumento delle ondate di calore marine e, in parte, di aumento degli eventi estremi di precipitazione. In questo contesto, ci appare urgente porre questo problema in cima all'agenda politica. E oggi, l'avvicinamento alle prossime elezioni diventa l'occasione per farlo concretamente. Chiediamo dunque con forza ai partiti politici di considerare la lotta alla crisi climatica come la base necessaria per ottenere uno sviluppo equo e sostenibile negli anni a venire; questo dato di realtà risulta oggi imprescindibile, se vogliono davvero proporre una loro visione futura della società con delle possibilità di successo. In particolare, nella situazione attuale appare urgente porre in essere azioni di adattamento che rendano noi e i nostri territori più resilienti a ondate di calore, siccità, eventi estremi di precipitazione, innalzamento del livello del mare e fenomeni bruschi di varia natura; azioni che non seguano una logica emergenziale ma di pianificazione e programmazione strutturale. A causa dell'inerzia del clima, i fenomeni che vediamo oggi saranno inevitabili anche in futuro, e dunque dobbiamo gestirli con la messa in sicurezza dei territori e delle attività produttive, investendo con decisione e celerità le risorse peraltro disponibili del PNRR. Allo stesso tempo, dobbiamo anche fare in modo che la situazione non si aggravi ulteriormente e diventi di fatto ingestibile, come avverrebbe negli scenari climatici peggiori. Per questo dobbiamo spingere fortemente sulla riduzione delle nostre emissioni di gas serra, decarbonizzando e rendendo circolare la nostra economia, accelerando il percorso verso una vera transizione energetica ed ecologica. Come scienziati del clima siamo pronti a fornire il nostro contributo per elaborare soluzioni e azioni concrete che siano scientificamente fondate, praticabili ed efficaci, ma chiediamo con forza alla politica di considerare la crisi climatica come un problema prioritario da affrontare, perché mina alla base tutto il nostro futuro. Ci auguriamo dunque elaborazioni di programmi politici approfonditi su questi temi e una pronta azione del prossimo governo per la lotta alla crisi climatica e ai suoi impatti. Primi firmatari Carlo Barbante, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e Università Ca' Foscari, Venezia Carlo Carraro, Università Ca' Foscari, Venezia Antonio Navarra, Università di Bologna e Presidente della Fondazione Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) Antonello Pasini, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Roma Riccardo Valentini, Università della Tuscia, Viterbo, e Presidente della Società Italiana per le Scienze del Clima Con il contributo dei seguenti autori italiani dell'AR6-IPCC Annalisa Cherchi, CNR, Bologna Erika Coppola, International Centre for Theoretical Physics, Trieste Susanna Corti, CNR, Bologna Sandro Fuzzi, CNR, Bologna Piero Lionello, Università del Salento, Lecce Massimo Tavoni, Politecnico di Milano Elena Verdolini, Università di Brescia Altre firme della comunità scientifica Roberto Barbiero, Agenzia Provinciale per la Protezione dell'Ambiente, Trento Leonardo Becchetti, Università di Tor Vergata, Roma Alessandra Bònoli, Università di Bologna Michele Brunetti, CNR, Bologna Roberto Buizza, Scuola Univesitaria Superiore Sant'Anna, Pisa Carlo Cacciamani, ItaliaMeteo Stefano Caserini, Docente di Mitigazione dei cambiamenti climatici, Politecnico di Milano Claudio Cassardo, Università di Torino Marinella Davide, Università Ca' Foscari, Venezia Enrica De Cian, Università Ca' Foscari e CMCC, Venezia Maria Cristina Facchini, CNR, Bologna Francesco Forastiere, CNR, Palermo, e Imperial College, Londra Filippo Giorgi, International Centre for Theoretical Physics, Trieste Silvio Gualdi, CMCC, Bologna Fausto Guzzetti, CNR, Perugia, e Protezione civile, Roma Vittorio Marletto, ARPAE Emilia-Romagna, Bologna Simona Masina, CMCC, Bologna Maurizio Maugeri, Università di Milano Paola Mercogliano, CMCC, Caserta Mario Marcello Miglietta, CNR, Lecce Franco Molteni, consulente scientifico di ECMWF, Reading, UK, e ICTP, Trieste Mario Motta, Politecnico di Milano Elisa Palazzi, Università di Torino Claudia Pasquero, Università di Milano Bicocca Cinzia Perrino, CNR, Roma Antonello Provenzale, CNR, Pisa Gianluca Ruggieri, Università dell'Insubria, Varese Gianmaria Sannino, ENEA, Roma Stefano Tibaldi, CMCC, Bologna Giorgio Vacchiano, Università di Milano Francesca Ventura, Università di Bologna Leggi di più Gree&Blue Gedi 103.946 sostenitori Firma la petizione * SUBITO UNA LEGGE PER TUTELARE GLI STUDENTI UNIVERSITARI DISLESSICI: #LOSTUDIOÈUNDIRITTO Chiediamo al futuro Governo e Parlamento una legge ad hoc sulla dislessia per l’università, che dia certezza di diritto a studentesse e studenti con queste caratteristiche: il pieno riconoscimento di strumenti e misure compensative nel percorso accademico e la presenza di almeno un centro pubblico per la diagnosi degli adulti con DSA, in ogni regione. Grazie alla legge 170 del 2010, gli studenti con Disturbi Specifici dell'Apprendimento (dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia) a scuola hanno diritto a usare strumenti compensativi come computer con sintesi vocale, mappe concettuali, calcolatrice, oltre al tempo in più per le prove scritte. All’università, invece, l’uso degli strumenti è concesso a discrezione del singolo docente! È giusto? Certamente no: la dislessia è una caratteristica che permane nel corso della vita e gli strumenti sono indispensabili in tutte le fasi della formazione e nel mondo del lavoro. Federica è dislessica. A scuola ha sempre potuto usare le mappe concettuali, come previsto dalla legge 170/10, ma alcuni docenti universitari non glielo permettono. La scuola è diversa dall’università, dicono. Nonostante il suo impegno e la sua dedizione Federica ottiene voti che non rendono giustizia alla sua preparazione e influiranno sul punteggio di laurea, condizionando il suo futuro. Alessandro vuole iscriversi a Medicina, ma per ottenere gli strumenti compensativi gli viene richiesta una diagnosi di DSA aggiornata dopo il compimento dei 18 anni. Nella sua regione, però, non ci sono centri per gli adulti, in quella vicina sono solo privati. Alessandro non ha i soldi, ma senza la diagnosi avrà difficoltà a superare il test di ammissione. Federica e Alessandro sono studenti con disturbi specifici di apprendimento - DSA (dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia). In Italia gli studenti con questa caratteristica sono quasi 20 mila. Sono persone dotate di un quoziente intellettivo nella norma ma possono avere difficoltà nel leggere in modo fluente, nello scrivere senza errori e nel calcolo. Le persone con DSA riescono ad avere successo in tutti i contesti sociali: lo dimostrano imprenditori affermati, atleti, personalità dello spettacolo come Mika e Andrea Delogu, registi come Steven Spielberg, Nobel come Jacques Dubochet, premi Pulitzer come il poeta Philip Schultz, influencer come Khaby Lame. Ma devono essere messi nelle giuste condizioni per esprimere il proprio talento! Di cosa hanno bisogno per raggiungere il successo accademico? Di strumenti che li mettano nelle stesse condizioni degli altri studenti, come computer con sintesi vocale e correttore ortografico, formulari, mappe concettuali e calcolatrice. Devono avere la possibilità di fare l’esame in forma orale invece che scritta, oppure di spezzare l’esame in più prove per ridurre l’affaticamento. Non a tutti servono gli stessi strumenti, perché ogni dislessico è diverso dall’altro. Senza una certificazione diagnostica, però, non hanno diritto a nessuno strumento. È indispensabile, dunque, che in ogni regione ci sia almeno un centro diagnostico per adulti gratuito. Chiediamo perciò al futuro Governo e al Parlamento di approvare una norma per garantire questi diritti. Schierati al fianco degli studenti universitari con DSA, firma oggi la petizione La legge 170 del 2010, il decreto 5669 del 2011 e le Linee Guida Miur sui DSA trattano di inclusione negli Atenei, ma in modo incompleto e riduttivo. Chiediamo perciò al futuro Governo e Parlamento di approvare urgentemente una norma per garantire: - Strumenti compensativi, misure dispensative, modalità di verifiche e valutazione adeguate nei test d’ingresso e negli esami all’università. - Un centro sanitario pubblico in ogni regione per la certificazione diagnostica degli adulti, senza la quale gli studenti universitari, ma anche i candidati ai concorsi pubblici e i lavoratori nelle aziende private, sarebbero privi di diritti. Sostieni questa battaglia di civiltà per dare agli studenti universitari con DSA le stesse chance dei loro compagni di studi. Le storie di Ruggero, Camilla, Francesco e Antonio, raccolte in questo documentario, ci confermano quanto sia urgente un cambiamento. Grazie per il tuo prezioso supporto! P.S. dopo aver firmato la petizione, ricordati di confermare la tua firma cliccando sul link che riceverai via email. Senza questo passaggio la tua firma non verrà conteggiata!Leggi di più Associazione Italiana Dislessia 54.543 sostenitori Firma la petizione * UNA FIRMA PER I DIRITTI DELLE VITTIME E LA SICUREZZA STRADALE Fermare la strage stradale e tutelare i diritti delle vittime: Il messaggio di Andrea Liverani, campione paralimpico di tiro a segno VIDEOUNA FIRMA PER I DIRITTI DELLE VITTIME E LA SICUREZZA STRADALEA quasi sette anni dal 16 novembre 2015, data di entrata in vigore degli effetti della direttiva UE 2012/29 sulla tutela dei diritti delle vittime, il nostro Paese è ancora gravemente inadempiente. Lo stesso possiamo affermare per quanto riguarda la prevenzione: l’Italia nel 2019 non ha ridotto la strage del 50% ma solo del 22,9%. La Strage Stradale continua, con 9 morti al giorno e 661 feriti al giorno (dati Istat 2019, il 2020 non fa testo per il lockdown, i dati 2021 non ancora verificati dall’Istat, ma la strage continua) – è pandemia, è un problema di sanità pubblica non trattato con lo stesso rigore del covid 19, come se fosse un fatto privato.Non ci rassegniamo e Promuoviamo una raccolta firme per modificare tale situazione stagnante 1) I DIRITTI DELLE VITTIME:a) Diritto alla giustizia. Chiediamo la modifica dell’art. 111 Cost. per garantire parità processuale tra vittima ed imputato, nonché pienezza dei diritti delle vittime, superando quelle norme che espropriano diritti (es., impossibilità di opporsi al patteggiamento, di fare appello contro le testimonianze false). Chiediamo anche un rito giurisdizionale speciale, come quello del lavoro, per assicurare celerità di trattazione, omogeneità delle decisioni e pienezza della tutela;b) Tutela della salute. Garantire le cure necessarie per riabilitazione a lungo termine per i disabili permanenti ed il sostegno economico continuativo per i progetti di vita indipendente c) Diritti civili. Chiediamo percorsi specifici di accesso al pubblico impiego per gli orfani o le vedove di vittime della strada. 2) LA SICUREZZA STRADALE:a) Coordinamento. Istituire, sul modello del Dipartimento della Protezione civile, un’Autorità unica interministeriale responsabile della gestione del complesso problema della sicurezza stradale e munita di poteri e di mezzi. Prevedere un sistema di sanzioni per le istituzioni che non raggiungono gli obiettivi;b) Infrastrutture e veicoli. Prevedere il collaudatore della sicurezza stradale per redigere un “fascicolo delle infrastrutture” come avviene per i fabbricati ed indicare le criticità da rimuovere, rilevate anche a seguito di un sinistro. Promuovere la mobilità sostenibile e garantire sicurezza a tutti gli utenti dellastrada. Richiedere che i mezzi di trasporto abbiano standard di prevenzione elevati, introducendo di serie tutte le misure di sicurezza, compresi i dispositivi tecnologici;c) Controlli. Potenziare i controlli, coprire le carenze di organico, finalizzare l’organizzazione agli obiettivi da raggiungere; diminuire la perdita di punti della patente ma renderli non recuperabili, riconoscendo che al diritto ad avere la patente deve corrispondere il dovere di osservare le norme;abolire il preavviso postazioni autovelox;d) Informazione e formazione. Istituire una rubrica fissa televisiva sui temi dell’incidentalità e per comunicare ai cittadini il Piano Nazionale della sicurezza stradale. Nelle scuole di ogni ordine e grado,assicurare l’educazione stradale e la formazione etico-sociale. Nelle autoscuole, assicurare la formazione responsabile del conducente e introdurre misure per prevenire il rilascio di patenti facili.Brochure iniziativa firmeRaccolta firme presentazione www.vittimestrada.orgLeggi di più AIFVS aps 36.455 sostenitori Firma la petizione * AIFA CI RIPENSI SULLA RIMBORSABILITÀ DI FARMACI PER MALATI DI TUMORE AL PANCREAS Mia madre Antonella moriva a 56 anni: tumore implacabile, adenocarcinoma al pancreas. In una anno una fine orribile che segna tutti, per sempre. Dicevano che non era un cancro su base ereditaria. Da tempo oramai si sa che invece lo è, eccome! Ci sono mutazioni genetiche che inducono la malattia... essa sta silente e poi esplode. Un cugino materno muore il mese scorso, senza speranza, senza chirurgia: 56 anni. Ma AIFA dice NO al farmaco per i pazienti malati. Ebbene, in occasione della Giornata Mondiale del Tumore del Pancreas 2021, con un tempismo cinico per la sensibilità della comunità dei pazienti con tumore al pancreas, l’AIFA spegneva le speranze di una comunità non approvando la rimborsabilità del farmaco Olaparib per i pazienti con mutazione BRCA germinale. Chiediamo una immediata rivalutazione della decisione. L’AIFA ha negato la rimborsabilità del farmaco Olaparib per i pazienti con tumore al pancreas portatori della mutazione germinale BRCA. Lo studio di Fase III POLO, che ha verificato l’impatto del farmaco Olaparib per i pazienti con mutazione BRCA1/2 ereditata, ha pienamente raggiunto il suo obiettivo primario: il prolungamento della vita libera da progressione di malattia senza deteriorane la qualità. La sopravvivenza a 2-3 anni è consistentemente aumentata, ancorché non in modo statisticamente significativo. La valutazione del valore di un farmaco non possa limitarsi al solo prolungamento della vita, indipendentemente da ogni altra considerazione. In ogni caso, il beneficio di sopravvivenza prolungato per un sottogruppo di pazienti, peraltro superiore a quanto osservato con gli schemi chemioterapici autorizzati per la prima linea terapeutica, è un evento estremamente prezioso e insolito nella cura del tumore del pancreas. RQuesta decisione, oltre a spegnere la speranza dei pazienti affetti da tumore del pancreas, produca incalcolabili danni sotto ogni profilo umano, culturale e scientifico, disconoscendo il valore del tempo che le persone trascorrono senza segni e sintomi correlati alla malattia e libere dalla tossicità fisica e psicologica di impegnativi trattamenti chemioterapici, ostacolando la crescita culturale di una comunità alimentando quel diffuso nichilismo che aleggia non solo nella comunità dei pazienti ma in quella dei medici scoraggiando futuri investimenti di ricerca nel settore. Il costo per le casse dello Stato di questo trattamento sarebbe stato risibile per circa 50 pazienti per anno che potrebbero beneficiare dei vantaggi del farmaco. Chiediamo una immediata rivalutazione della decisione.Leggi di più Laura Dal Pozzo 80.855 sostenitori Firma la petizione * #IOSTOCONSILVIA - MAI PIÙ VITTIME DI STALKING E DI VIOLENZA! #IoStoConSilvia - Mai più vittime di stalking e di violenza! Ciao, sono Adriano e sono il fratello di Silvia, una giovane di 30 anni che ormai da troppo tempo, come molte donne, vive nel terrore a causa di uno stalker. Questa è la sua storia: nel gennaio 2021, per via delle dipendenze da droga del suo ex compagno, Silvia decide di lasciare questo ragazzo. Da questo momento in poi comincerà la strategia del terrore nei suoi confronti: appostamenti fuori al lavoro, fuori casa, minacce con coltelli, percosse. Tutto questo finché le denunce fatte da Silvia portarono ad un divieto di avvicinamento, subito violato dallo stalker. A questo punto partirono i domiciliari, ma lo stalker, purtroppo, ha un forte potere a livello psicologico nei confronti di Silvia e riesce a manipolarla: in collaborazione con il suo avvocato, riesce a convincerla a ritirare tutto, in cambio lui promette che sarebbe sparito per sempre. Inutile dire che così non è stato e, dopo alcuni mesi, lo stalker rientra in azione. La chiama continuamente, le manda centinaia di messaggi, minaccia amici e parenti, crea decine di profili falsi. Silvia è costretta più volte a cambiare casa e lavoro. La sua vita diventa un inferno. La strategia dello stalker è impietosirla, accusarla, farla sentire in colpa, minacciarla. Tra i messaggi che lui le invia, ce ne sono alcuni che mostrano le vene sanguinanti con scritto "mi sto uccidendo aiutami!" per proseguire con "vedi cosa mi stai facendo fare" e "se non mi aiuti dico a tutti cosa mi stai facendo fare", oppure ancora "scusami ti chiedo solo di aiutarmi" e così via. Un giorno, lo stalker, ha anche incendiato la sua macchina dicendo a Silvia che si sarebbe dato fuoco. Silvia ricomincia a denunciare ma i tempi sono lunghi, troppo lunghi. L’ultimo episodio risale a qualche settimana fa, quando lo stalker in questione si è presentato sotto casa per attenderla al suo rientro e nostra madre, spaventata, ha chiamato me per intervenire. Ne è seguita una colluttazione durante la quale sono stato colpito molte volte da lui e, solo dopo tempo e grazie all’intervento dei nostri vicini, sono riuscito ad allontanarlo. Ma potrebbe tornare ancora, e allora cosa possiamo fare? Tutto questo non sconvolge solo la vita di Silvia, ma anche quella di sua figlia di 11 anni che vive nel terrore, di sua madre diabetica che sta male quando lo stalker entra in azione e di suo padre con problemi di cuore, un cuore che ogni volta cede quando deve soccorrere la propria figlia nel momento di terrore. Per questo ti chiedo di firmare e condividere questa petizione, perché quello che sta succedendo a Silvia potrebbe accadere anche a te, ad un tuo famigliare, ad un tuo parente o un tuo amico/a. In seguito agli ultimi fatti è stato disposto l'arresto dello stalker, ma non sappiamo se questo verrà confermato. Come Silvia ce ne sono tante che non hanno voce, questa petizione è anche per loro". Proprio in questi giorni stiamo assistendo a tante storie di donne che rimangono uccise da uomini violenti. Facciamo sì che il nome di Silvia non si aggiunga a questa brutta lista. Per fare questo, c’è bisogno di mettere in pratica queste azioni: - inasprimento delle pene - braccialetto elettronico geolocalizzatore - assistenza psicologica a 360° che stia veramente vicino alle vittime di stalking e che non si riduca ad un semplice rimedio in casa protetta -perizia psichiatrica allo stalker con misure cautelari e cure psichiatriche per cercare di guarirlo PERCHÉ IL CARCERE FINISCE, LA MALATTIA SE NON VIENE CURATA NO !!! LO STALKER CHE DEVE ESSERE FERMATO!! FIRMA ORA E CONDIVIDI LA PETIZIONE !!! NON C'È PIÙ TEMPO DA PERDERE !!!Leggi di più adriano salvatori 24.556 sostenitori Firma la petizione * #MOLESTATO - È COSÌ CHE SI DIFENDONO LE DONNE? Sono una ragazza di 30 anni, mi chiamo Desirèe e questa è la storia di un'ingiustizia, che si ripresenta ancora dopo anni; anzi è la storia di un'ingiustizia dopo l'altra. Mia madre si era separata da mio padre nel 1998, in seguito a violenza domestica e molestie sessuali nei suoi e nei nostri confronti, le sue due figlie, Desirèe e Simona. Il processo è durato tantissimi anni, durante i quali purtroppo mia madre si è indebitata, gli avvocati costano e i processi sono lunghi, inoltre faceva molta fatica essendo da sola con due figlie. Nel 2003 mio "padre" è stato condannato a 3 anni di carcere, più al risarcimento per i danni morali, fisici e psicologici che ha causato a mia madre, me e mia sorella. Il risarcimento era di 36 mila euro (12 mila euro per ognuna delle parti lese). Inoltre con questa sentenza ha perso la patria potestà e il diritto successorio, ma solo nei nostri confronti, non anche nei confronti di mia madre. I soldi del risarcimento non ci sono mai arrivati. Negli anni, non sapevamo che dovevamo mandare una lettera per tenere in vita il processo ( il quale poi è andato in prescrizione e quindi ora lui non è più tenuto a pagare i danni). Nel 2008 c'è stata la sentenza d'appello e mio padre ha ottenuto pure l'indulto, così la sua pena si è ridotta a 1 anno; ma dei soldi del risarcimento non abbiamo ottenuto nulla. Durante questi anni mia madre è stata costretta anche a vendere la casa che aveva acquistato a Milano, grazie al suo lavoro (lavorava per la Sma, poi diventata Auchan e ora Conad), perchè era sommersa dai debiti. Negli anni però era riuscita a saldare gran parte dei suoi debiti e infine era riuscita ad andare in pensione, nonostante la cessione della sua azienda (Auchan) alla Conad, per la quale ci sono stati molti licenziamenti, ma lei era riuscita ad ottenere la pensione anticipata. Il 31 gennaio del 2022 però, siamo colpite da un'altra tragedia, la morte di mia mamma in seguito al Covid. In seguito alla sua morte, io e mia sorella pensavamo di essere le uniche eredi. Invece c'era anche mio padre. Scopriamo che essendo solo separati e non divorziati (mia madre non poteva permettersi di pagare il divorzio), per legge è come se fossero ancora "coniugati". Quindi oltre il danno, la beffa: anche lui risulta come erede e pur avendo commesso reati di violenza contro mia madre, mio padre prende la sua pensione di reversibilità di 900 euro e sarà erede, quindi gli spetterà l'eredità di mia madre che consiste nell'immobile che aveva acquistato in seguito, di cui c'è ancora il mutuo da estinguere. Dopo tutto quello che ha fatto, com'è possibile che la sentenza non abbia previsto per lui la perdita dei diritti successori nei confronti di mia madre? Perchè non è stato previsto un divorzio automatico dopo la serie di reati che ha commesso? E perchè non viene dato tempo ai minori, una volta cresciuti di poter essere risarciti qualora questo non ci sia mai stato? Per tutti questi motivi chiedo di firmare questa petizione. E' ingiusto che non vi siano norme a tutela di chi è stato vittima di violenza, anche passate in giudicato, quindi chiedo: l'estensione dei tempi per fare ricorso, per coloro che hanno subito violenze quando erano minori; divorzio automatico per donne separate, vittime di violenza domestica; nel caso in cui la coppia è separata e non divorziata, perdita automatica di tutti i diritti successori per chi ha commesso violenza domestica contro il coniuge, in particolar modo se ci sono minori coinvolti nei reati di violenza. Queste norme devono essere applicate anche retroattivamente, per tutti coloro che non hanno potuto avere giustizia. Grazie, a chi vorrà sostenermi. Leggi di più Desirèe Gullo 38.505 sostenitori Firma la petizione * STOP TAMPON TAX, IL CICLO NON È UN LUSSO! Cos'è la Tampon Tax? Semplice! È l’imposta IVA al 22% che grava sui prezzi degli assorbenti, considerati come beni di lusso. Avere il ciclo non è un lusso nè tantomeno una scelta e gli assorbenti non sono un accessorio ma una necessità per ogni donna. Chiediamo che la Tampon Tax sia abbassata al 4% e che quindi gli assorbenti vengano considerati beni di prima necessità. Se ora pure i tartufi sono tassati al 5% come bene di prima necessità, viene spontaneo chiedersi come mai un assorbente non abbia lo stesso regime di tassazione. Il costo degli assorbenti non è un problema che riguarda esclusivamente le donne ma è un problema che coinvolge tutta la famiglia, uomini compresi! Per esprimere questa necessità, per verificare il livello di consapevolezza e anche per ridere un po' abbiamo invitato sette ragazzi e li abbiamo sottoposti al nostro esperimento sociale. Fatevi un regalo e fatelo alle donne della vostra vita. Attraverso una semplice firma non ci aiuterete solamente a cambiare una tassa ma l'intero stile di vita di molte donne.Leggi di più Silvia De Dea 682.489 sostenitori Firma la petizione * BONUS SALUTE MENTALE (#BONUSPSICOLOGO) Nella Legge di Bilancio 2022 era stato proposto un Bonus Salute Mentale da 50 milioni di euro per aiutare economicamente le persone che decidono di rivolgersi a uno psicologo, uno psicanalista, uno psichiatra, uno psicoterapeuta. Una proposta bipartisan appoggiata pubblicamente da tutti i principali gruppi parlamentari: Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Italia Viva e Liberi e Uguali. Tutti, maggioranza e opposizione. Ma, nonostante l'accordo tra le forze politiche, il governo non ha ritenuto di inserirla nella Legge di Bilancio. Mentre sono sopravvissuti tanti altri bonus, dai rubinetti alle zanzariere. Nel 2021, dati dell'Istituto Piepoli, il 27,5% dei pazienti che avevano intenzione di iniziare un percorso di salute mentale non ha potuto farlo per ragioni economiche. Mentre il 21% è stato costretto a interromperlo. Chiediamo al governo di prendere davvero in considerazione questa proposta e di inserirla nel primo provvedimento utile per andare incontro a un'esigenza immediata e pressante. Oltre a realizzare un investimento vero e sensato sul capitale umano e sul benessere personale e in comunità delle persone. La proposta prevede due bonus: uno iniziale da 150 euro una tantum slegato dal'Isee. E uno piu' consistente e progressivo: 1600 euro annui per Isee da 0 a 15000, 800 euro annui per Isee da 15000 a 50000 e 400 euro annui per Isee da 50000 a 90000. Non un investimento sostitutivo rispetto al servizio pubblico, che pure andrebbe potenziato, ma una risposta di civiltà rispetto ai tantissimi che si rivolgono ai professionisti nel silenzio e nell'assenza di qualsiasi tipo di sostegno.Leggi di più Francesco Maesano 324.241 sostenitori Firma la petizione * LO STUPRO NON HA ATTENUANTI Ad ottobre 2017 una ragazza dopo aver trascorso la serata in un locale a Ravenna è stata violentata e filmata. La difesa dei due imputati ha descritto la ragazza come ubriaca e molto disinibita nella sua vita in generale. I giudici, tra cui due donne, hanno deciso che questo basta per assolvere i due imputati. Cioè essere una persona disinibita e aver bevuto, non si sa quanto di preciso, basta affinchè del tuo corpo qualcuno possa decidere di fare quello che vuole.La Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha già detto che l'Italia ha dei pregiudizi sulle donne in questo senso. Vogliamo continuare su questa strada?Dobbiamo aver paura di uscire e di comportarci naturalmente purché potrebbe risultare un "via libera" a chi vuole stuprarci/molestarci?Lo stupro non ha attenuanti. Chiediamo che le massime autorità dello Stato - dal Governo alla Presidenza della Repubblica - nel rispetto dell'autonomia della magistratura diano un chiaro ed univoco segnale a noi cittadine e cittadini per ribadire una volta e per sempre che lo stupro non ha alcuna attenuante.Leggi di più Giulia P 29.978 sostenitori Firma la petizione * LA DISABILITÀ NON SCADE: AGGIORNATE IL NOMENCLATORE E LA LEGGE 104 Maddalena Milone: Alla cortese attenzione del Ministero della disabilità, delle pari opportunità e del lavoro Con la seguente lettera vorremmo presentare delle criticità che riguardano diverse aree della disabilità nel nostro paese: 1. aggiornamento nomenclatore tariffario Il nomenclatore tariffario degli ausili, protesici e non, è un documento in cui sono elencati i vari ausili ortopedici necessari alle persone con disabilità per camminare. Al momento risulta ancora in vigore quello del 1999. Nonostante sia stato emanato, in effetti, un documento con i nuovi dispositivi tecnologici e i nuovi livelli di LEA, tale documento (DPCM 12 gennaio 2017), approvato nel 2021, risulta ancora non operativo. Le stesse officine ortopediche chiedono a gran voce di risolvere tale problema, che comporta per loro una maggiore difficoltà lavorativa e un doversi adattare a una burocrazia non più adeguata. Sul sito Fioto viene riportato: "Questi cinque anni di attesa hanno accentuato le diseguaglianze territoriali (sia tra le Regioni sia tra le ASL) di accesso alle prestazioni di assistenza protesica; si sono moltiplicate le situazioni di abusivismo in assenza della disciplina dell'accreditamento della filiera erogativa. Non è più tempo di rinvii; i LEA devono diventare operativi."Soprattutto, però, questo risulta un problema molto grave per coloro che colpiti da disabilità si trovano ad affrontare spese molto alte o a rinunciare a poter svolgere determinate attività, incluse quelle lavorative e sportive, rimaste privilegio dei pochi che possono permettersi le protesi e le carrozzine per lo sport. 2. Legge 104/1992 e legge 151/2001Anche nei casi di gravità, la legge non tutela sufficientemente il lavoratore disabile sul posto di lavoro, in quanto la normativa tende a tutelare il caregiver prevedendo un congedo straordinario, per gravissimi e documentati motivi di salute, solo a beneficio dei parenti/genitori/figli della persona con handicap, ma non per il disabile stesso.Mi chiedo e Vi chiedo, quindi, in che modo avvenga l'inclusione della persona con difficoltà nel mondo del lavoro, se in caso di gravi problemi di salute tale forma di congedo è prevista solo per chi assiste ma non per il lavoratore diretto interessato, che rischia così di perdere il lavoro se capita un grave problema di salute. 3. Sussidi economici per persone con disabilità e invalidità civileE' lampante come 295 euro di invalidità civile o 500 euro di accompagnamento non siano sufficienti, nel 2022 in Italia, per permettere una vita dignitosa, soprattutto se teniamo in considerazione il fatto che una persona disabile deve affrontare maggiori spese mediche.Aggiungo che il limite 17.050, 42 euro lordi (circa 1200 euro al mese) per avere tale sussidio appare assolutamente inadeguato, considerando anche i problemi precedentemente esposti. Chiediamo che tali importi vengano adeguati al costo della vita. La Costituzione Italiana, all'articolo 3, così recita:Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c.1], di razza, di lingua [cfr. art 6], di religione [cfr. artt. 8, 19], di opinione politiche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali.E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. L'articolo 38, invece, cita:Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. E' palese come tali contraddizioni violino addirittura la fonte primaria del nostro diritto, ma soprattutto avere dei cittadini in grado di lavorare e di produrre per lo Stato sarebbe un vantaggio per la Società, che invece di fatto esclude queste persone sia in ambito sociale che lavorativo, in quanto non le mette in condizione di raggiungere il loro pieno potenziale. Crediamo fermamente che sia non solo etico, ma utile un'integrazione migliore del cittadino con handicap, rendendo di nuovo produttive persone che ad oggi sono considerate solo una spesa.Si parla tanto di inclusione ma spesso si ha l’impressione che le proposte e gli interventi sul tema siano solo di pura apparenza. Leggi di più Maddalena Milone 38.842 sostenitori Firma la petizione * STOP CARO BOLLETTE, FAMIGLIE E IMPRESE STANNO MORENDO Mi chiamo Tiziana, sono coordinatrice di TNI Italia e ho un ristorante insieme alla mia famiglia. Dopo le chiusure nel lockdown ho cercato di salvare la mia attività con forza ed entusiasmo, lavorando ogni giorno a ritmi disumani. Ma poi è arrivato un nuovo lockdown mascherato e da tre mesi il ristorante è precipitato nuovamente nel buio. La stangata finale è arrivata con l’ultima bolletta…. Raddoppiata! Un imprenditore può fallire se non è capace di svolgere il proprio lavoro. Non può fallire perché arriva una bolletta che non lascia scampo… che dà il colpo di grazia. BASTA IMPOSTE E ONERI SULLE BOLLETTE!! NOI PAGHIAMO SOLO IL CONSUMO Il gas naturale in Europa ha registrato un’impressionante fiammata dei prezzi pari al +660% rispetto al pre covid. Si stima un costo energetico quadruplicato nel 2022. Questi incrementi hanno comportato un aumento dei costi in capo a imprese, attività, esercizi commerciali e famiglie, già seriamente danneggiate dal lockdown mascherato che stanno vivendo ormai da novembre. Arrivano bollette con aumenti che vanno in media dal 100 al 400% grazie anche allo sciacallaggio delle grosse multinazionali produttrici e distributrici di gas e luce che possono applicare tariffe allucinanti. Ma questo avviene solo in Italia perché in altri paesi dell’UE le bollette sono spesso irrisorie creando uno squilibrio enorme tra imprenditori italiani ridotti allo stremo e imprenditori di altri paese europei che possono svolgere la propria attività di impresa senza essere mangiati dalla tassazione che in Italia è la più alta in assoluto. Le imprese in Italia sono in ginocchio. Molte famiglie ridotte in povertà. Le grosse multinazionali produttrici e distributrici di energia e gas stanno realizzando extra profitti incredibili e ingiusti anche a discapito di molti piccoli distributori onesti che sono invece stati costretti a chiudere. CHIEDIAMO DI PAGARE LE STESSE TARIFFE PER L’ENERGIA CHE VENGONO PAGATE IN EUROPA. DI TASSARE GLI EXTRA PROFITTI CHE LE GROSSE MULTINAZIONALI PRODUTTRICI E DISTRIBUTRICI DI ENERGIA E GAS STANNO REALIZZANDO SULLE NOSTRE SPALLE PER SOSTENERE LO SCOSTAMENTO DI BILANCIO NECESSARIO AD AIUTARE LE IMPRESE ITALIANE MASSACRATE DAL CARO BOLLETTE. DI PAGARE SOLO IL CONSUMO EFFETTIVO. NO IMPOSTE. NO ONERI DI SISTEMA. INTERVENTO DELLO STATO PER CALMIERARE LE TARIFFE E FAR APPLICARE QUELLA PIU’ BASSA COME MISURA ECCEZIONALE IN QUESTO DIFFICILE MOMENTO STORICO CREDITO DI IMPOSTA DEL 20% SULLE BOLLETTE PAGATE ESTESO ANCHE ALLE PICCOLE MEDIE IMPRESE APPLICAZIONE DEL MECCANISMO DEL REVERSE CHARGE IVA!!!! LE IMPRESE NON HANNO LIQUIDITA’ PER PAGARE IVA OGGI CHE PORTERANNO IN DEDUZIONE DOMANI. NON C’E’ PIU’ TEMPO. OCCORRE AGIRE OGGI. “BASTA IMPOSTE SOLO CONSUMI” è una petizione rivolta al Governo per chiedere un sostegno per le imprese e le famiglie messe in ginocchio dal caro bollette. A chiederlo TNI TUTELA NAZIONALE IMPRESE, associazione sindacale del comparto HO.RE.CA.Leggi di più tiziana del monaco 108.682 sostenitori Firma la petizione * CITTADINANZA ITALIANA A PATRICK ZAKI ENG / DE / ES / FRIl 7 febbraio 2021 è stato un anno esatto dalla carcerazione di Patrick George Zaki. La storia dello studente Egiziano è ormai risaputa, e purtroppo il susseguirsi dei continui rinvii hanno portato la situazione a limiti estremi. Il ragazzo studente alla università di Bologna, accusato dal regime Egiziano di atti sovversivi verso il proprio paese, in realtà viene tenuto in carcere in condizioni al limite della civiltà. Noi italiani abbiamo già dovuto subire schiaffi morali con il caso Giulio Regeni, che a tutt'oggi lascia l'amaro in bocca per il trattamento subito a qualsiasi livello. Esiste già una proposta nazionale : 200 comuni che concederanno la cittadinanza a Patrick. Iniziativa lodevole, ma non basta. https://www.facebook.com/stationtostation2agosto/Noi chiediamo che il nostro paese, che nel frattempo continua a fare affari di ogni genere con L'Egitto, dia un segnale fortissimo: La concessione a Patrick della cittadinanza Italiana per meriti speciali e ricorrendo un eccezionale interesse dello stato, in riferimento del 2 ^ comma dell'articolo 9 della legge sulla concessione della cittadinanza Italiana . Sappiamo che è una procedura tortuosa che deve superare parecchi iter burocratici, ma sappiamo che con un gesto super partes, potrebbe essere applicata. Noi vogliamo che dalle parole si passi ai fatti. Vogliamo una unione di intenti a livello politico che superi le divergenze e dia un segnale forte e dimostri una grande coesione, un gesto verso l'Egitto e alla comunità internazionale, che faccia capire la compattezza del nostro Paese . Il tempo é sempre più scarso, e le speranze di una scarcerazione sono sempre più flebili. Come Community Station to Station, che ha come scopo il tenere viva la memoria sulle stragi efferate avvenute nel nostro paese, alla lotta contro ogni diseguaglianza, e alla difesa dei diritti civili ed umani, chiediamo l'intervento delle istituzioni affinché intervengano urgentemente e con decisione. Firmate e fate firmare questa petizione. Facciamo sentire la nostra voce, facciamo sapere a Patrick che comunque il popolo italiano è con lui. Ogni firma, condivisione, lettura, sarà un segnale che ognuno di noi darà. non abbandoniamo Patrick. #freepatrickzaki#patrickcittadinoitaliano. Community Station to Station. Grazie a tuttiLeggi di più Station To Station 312.125 sostenitori Firma la petizione * DIRITTI E DIGNITÀ PER I BRACCIANTI INVISIBILI Siamo lavoratori della terra, siamo raccoglitori del cibo, siamo operai della filiera agricola. Da troppo tempo, la nostra vita viene rubata dall’avidità. Da troppo tempo, la nostra esistenza viene schiacciata dallo sfruttamento. Da troppo tempo, la nostra realtà viene annientata dalla miseria. Da troppo tempo, il nostro grido di giustizia per un salario dignitoso viene soffocato dal silenzio dell’ingiustizia. Da troppo tempo, la nostra richiesta di un alloggio decoroso viene illusa dalla politica del gradualismo. Da troppo tempo, il nostro urlo di dolore per una regolarizzazione viene represso dal mutismo dell’inconvenienza elettoralistica. Da troppo tempo, il nostro lavoro e quello dei contadini/agricoltori viene schiacciato sotto lo stesso rullo compressore della macchina costipatrice dei grandi monopoli. Da troppo tempo, la terra madre viene mortificata dalla bulimia del produttivismo sollecitata dall’ardita cupidigia dei giganti del cibo. Da troppo tempo, il consumatore viene tenuto all’oscuro dall’abbrutimento, dallo sfruttamento, dall’immiserimento e dall’ingiustizia che accompagna il cibo, ipotecandone la qualità etica, lungo la filiera agricola. Oggi, l’ora del BASTA deve suonare,Oggi, la lunga notte dell’ingiustizia deve calare,Oggi, l’alba del giorno luminoso dell’alleanza - tra i braccianti sfruttati, i contadini/agricoltori schiacciati e i consumatori - deve sorgere. È per questo che oggi innalziamo un grido di dolore per chiedere: 1. Un salario dignitoso con “Uguale Lavoro Uguale Salario”, per tutti noi, indipendentemente dalla provenienza geografica, per emanciparci dalla precarietà lavorativa,2. Una regolarizzazione per uscire dall’invisibilità esistenziale, 3. Una possibilità di usufruire di alloggi decorosi per affrancarci dalla vulnerabilità sociale,4. Un codice etico pubblico per garantire ai consumatori un cibo sano e per tutelare nostro lavoro e quello dei contadini/agricoltori. Signor Presidente,non rimandi questo atto di Giustizia e di Civiltà ma assuma con audacia questa decisione per darci Diritti, perché un diritto ritardato è un diritto negato e un diritto per pochi diventa un privilegio per tutti.Le/I bracciantiLeggi di più Campagna Braccianti 156.076 sostenitori Firma la petizione * SALVIAMO LA WHIRLPOOL DI NAPOLI Siamo i lavoratori della Whirlpool di Napoli. Fino a luglio di quest’anno abbiamo lavorato in questa fabbrica, la storica Ignis fondata da Borghi, poi diventata Philips e dagli inizi anni '90 Whirlpool. Come sapete, qualche settimana fa - a seguito dello sblocco dei licenziamenti previsto dal Governo - l’azienda ha aperto la procedura di licenziamento nei confronti di tutti i lavoratori del sito produttivo di Napoli, lasciando circa 400 di noi (più indotto) per strada. Purtroppo, in questi ultimi mesi si sta verificando sempre più spesso che aziende in buona salute spolpino il patrimonio produttivo di un sito per poi andarsene via, senza alcun rispetto per niente e per nessuno. Si veda, oltre a noi, il caso dei lavoratori della GKN di Firenze solo a titolo esemplificativo. E infatti, dopo due anni di lotta contro una multinazionale cinica, la quale senza alcune evidenti ragioni economiche e dopo aver usufruito anche di aiuti statali ha scelto di abbandonare questo stabilimento, ci è stato dato il benservito gettando noi e le nostre famiglie nell’incertezza e nella disperazione più totale. Insieme ai colleghi, abbiamo trascorso interi anni di vita e di lavoro in fabbrica e non ci siamo mai fermati. Non ci siamo sottratti nemmeno alla richiesta di rientrare in fabbrica durante la fase più acuta del Covid, pur senza aver ricevuto alcuna rassicurazione sul nostro futuro e con tutti i rischi che c’erano per la nostra salute. Lo abbiamo fatto perché per noi il lavoro è futuro, è vita. Siamo orgogliosi di ciò che abbiamo fatto in questi anni, perché ha sempre dato un contributo di qualità alla produzione industriale fatta in Italia e nel nostro territorio. Un territorio per il quale - è bene ribadirlo - la tutela del lavoro è lotta alla criminalità e difesa della legalità, è contributo allo sviluppo di un’intera zona. Quattrocento posti di lavoro in meno a Napoli sono un favore fatto alla malavita e un impoverimento del tessuto economico e sociale della città, in un momento in cui la crisi da Covid 19 picchia duramente su tantissime persone e famiglie. Una vera e propria bomba sociale. E’ da molto tempo che chiediamo alle Istituzioni di tutelarci per rispetto della dignità delle persone che lavorano in fabbrica, perché una persona senza lavoro è una persona senza dignità. Le risposte che aspettavamo, però, non sono mai arrivate. Per questo, adesso pretendiamo una risposta dai candidati a Sindaco di Napoli su come intenderanno affrontare questa nostra situazione, su come vogliono fermare questa emorragia occupazionale e le sue conseguenze sociali. E pretendiamo anche una risposta dal Governo, perché la perdita del posto di lavoro mette a rischio persone e famiglie in un territorio già martoriato e perché le vicende dei lavoratori sfruttati e poi abbandonati dalle multinazionali colpiscono l’Italia intera, creando gravissimi precedenti e un’emergenza da affrontare nell’immediato. Siamo persone, e oggi più che mai pretendiamo di essere ascoltate nella difesa dei nostri diritti. Aiutateci a far sentire la nostra voce firmando questa petizione.Leggi di più i lavoratori della whirlpool di Napoli Napoli non molla 59.843 sostenitori Firma la petizione * PREVENIRE LA DEFORESTAZIONE E LO SFRUTTAMENTO DELL'AMAZZONIA! BR / DE / ES Jair Bolsonaro, eletto presidente del Brasile per i prossimi 4 anni, durante un’intervista in campagna elettorale, ha detto che non vede niente di male nello sfruttamento della foresta amazzonica a fini economici. In poche parole, nessun problema quindi a deforestare, se questo fa bene all’economia del paese.Siamo consapevoli però che non tutto può essere fatto in nome della crescita economica, deforestare significa distruggere fauna e flora insostituibile. E oggi il “polmone del mondo” sta bruciando.Firma questa petizione in modo che nessuno abbia il diritto di toccare le nostre foreste, se non per proteggerle e/o studiarle, in modo che tutto ciò che le coinvolge sia un contributo ecologico, compresa l'economia, e che Possiamo mantenere in vigore l'articolo 225 della Costituzione federale del Brasile: "Ognuno ha il diritto a un ambiente ecologicamente equilibrato, un bene per l'uso comune delle persone ed essenziale per la sana qualità della vita, e il potere pubblico e la comunità hanno il dovere di difenderlo. e preservarlo per le generazioni presenti e future ".L'Amazzonia è conosciuta come il "polmone del mondo", essendo la vegetazione principale del nostro pianeta e contiene la più grande biodiversità per una foresta tropicale. Questa regione ospita circa 2,5 milioni di specie di insetti, decine di migliaia di piante e circa 2.000 uccelli e mammiferi e nel solo Brasile vi è una media tra 96.000 e 128.000 specie di invertebrati e un chilometro quadrato della foresta pluviale amazzonica può contenere circa 90.000 tonnellate di piante vive.Oltre alla minaccia a questa biodiversità derivante dallo sfruttamento, viene messo in discussione un altro fatto, come le emissioni di carbonio dovute agli incendi, che possono contribuire in modo decisivo al riscaldamento globale. Gli studi indicano che l'insostenibile deforestazione della foresta può portare a una riduzione delle precipitazioni e, quindi, a un aumento della temperatura nella regione e, di conseguenza, nel mondo.Lo scopo di questa petizione è di informare tali organismi dei pericoli per le nostre foreste, prendere posizione e adottare le misure appropriate, in quanto sono responsabili della protezione ambientale nazionale.Leggi di più Valeria Magalhaes 6.024.210 sostenitori Firma la petizione -------------------------------------------------------------------------------- AZIENDA * Su Change.org * Impatto * Lavora con noi * Team COMMUNITY * Blog * Media INFORMATIVE * Aiuto * Guide * Privacy * Politiche * Cookie SUI SOCIAL MEDIA * Twitter * Facebook * Instagram DeutschEnglish (Australia)English (Canada)English (India)English (United Kingdom)English (United States)Español (Argentina)Español (España)Español (Latinoamérica)Françaisहिन्दीBahasa IndonesiaItaliano日本語Português (Brasil)РусскийภาษาไทยTürkçe -------------------------------------------------------------------------------- * © 2022, Change.org, PBC * Il sito è protetto da reCAPTCHA, da Informativa sulla Privacy di Google e si applicano i Termini di servizio DeutschEnglish (Australia)English (Canada)English (India)English (United Kingdom)English (United States)Español (Argentina)Español (España)Español (Latinoamérica)Françaisहिन्दीBahasa IndonesiaItaliano日本語Português (Brasil)РусскийภาษาไทยTürkçe