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claudio
di carlo
“Già la luna è in mezzo al mare” - 2017
olio su tela emulsionata, cellulosa e teca in metacrilato incolore dimensioni:
cm 80x80x4
oil on emulsified canvas, cellulose and teak in colorless methacrylate,
dimensions: 80x80x4 cm.


“Già la luna è in mezzo al mare” è il titolo dell’opera dedicata a Gioachino
Rossini dell’artista Claudio Di Carlo, frase che costituisce l’incipit di una
tra le più famose trasposizioni colte della Tarantella, intitolata “La Danza” e
composta dal musicista su testo di Bellini. La brillantezza ritmica, che si
spinge fino alla frenesia nel fraseggio ripetitivo, ossessivo e surreale, è ciò
che ha catturato l’artista e lo ha ispirato a realizzare un ritratto rossiniano
che va ad aggiungersi alle sue numerose opere dedicate a cantanti e musicisti
come Lou Reed, Nico,Ted Neeley, Ivan Graziani, Domenico Modugno ecc. Ritmo e
surrealismo, infatti, sono i tratti salienti di questo ritratto nel quale Di
Carlo smaterializza la corporeità del musicista e la rende un tutt’uno con
l’ambiente che lo circonda attraverso l’introduzione di uno spartito musicale
rossiniano che pervade il suo corpo, denotando una citazione magrittiana. In
questa opera dunque è come se si creasse un circuito diretto fra percezione
visiva e percezione auditiva. Un confronto diverso da quello che tanto aveva
impegnato Nietzsche e Wagner o Brecht e Weill sul rapporto tra parola e suono
(Wort e Ton), ma che oggi risulta essere più attuale trattandosi di suono
virtuale, scaturito da un’immagine che di per sé suggerisce un perpetuo
viaggiare di onde sonore, di melodie, di emozioni.

Francesca Pietracci
Nella sua opera "Già la luna è in mezzo al mare", Claudio Di Carlo prosegue il
suo lungo dialogo tra pittura e fotografia utilizzando un celebre ritratto
fotografico di Gioachino Rossini di Étienne Carjat e l’immagine di un suo
spartito, un’opera dove i pentagrammi attraversano letteralmente il corpo del
grande musicista in una congiunzione ideale tra la fisicità e la corporeità
dell’uomo e la presenza immateriale delle sue note. La manualità del musicista,
la sua azione grafica di composizione e di costruzione della partitura si
intreccia dunque alla memoria della sua presenza fisica, in un confronto che ci
riporta alle origini dell’arte moderna nelle metamorfosi indotte dall’arrivo
della fotografia e dove lo sguardo stesso di Rossini appare ironicamente volto
all’indietro, in un viaggio a ritroso nel tempo dove l’opera d’arte si rinnova
costantemente grazie all’azione di recupero e creazione di una pittura che si
fonde metaforicamente alla struttura stessa dell’opera musicale.

Lorenzo Canova
"Già la luna è in mezzo al mare" is the title given to the artwork dedicated to
Gioachino Rossini by the artist Claudio Di Carlo. This phrase comes from the
opening bars of one of the most famous learned transposition of the Tarantella,
called "La Danza", composed by Rossini whose lyrics are by Bellini. The
rhythmical brilliancy driven to frenzy repetitive, obsessive and surrealistic
phrasing is what captured and inspired the artist to make a Rossini portrait.
Among Di Carlo's works, we find a long list of portraits dedicated to singers
and musicians like Lou Reed, Nico, Ted Neeley, Ivan Graziani, Domenico Modugno,
etc. Rhythm and surrealism are the main features in Rossini's portrait as Di
Carlo dematerializes the musician's corporeity making it one with the
surrounding environment by the introduction of a Rossini's musical score
pervading his body and revealing one of Magritte's citation. A direct flow
between visual and auditory perception is being created in this work. We can see
a different comparison in the long ended engagement of Nietzsche and Wagner or
Brecht and Weill in the connection between word and sound (Wort and Ton) but
going back to Di Carlo's painting, we can talk of an up to date virtual sound.
This sound originating from an image reminding of an everlasting journey of
sound waves, melodies and feelings.

Francesca Pietracci
In his work "Già la luna è in mezzo al mare", Claudio Di Carlo continues his
extensive dialogue between painting and photography using a Gioachino Rossini's
famous photographic portrait by Étienne Carjat together with a Rossini's musical
score image. In this work the staves literally cross the popular musician's body
in an ideal conjunction between the man's physicality and corporeity and the
ethereal presence of his notes. The musician manual ability, his graphic gesture
as for composition and score construction, interwine with reminiscence of his
physical presence taking us to the origins of Modern Art in particular to the
metamorphosis induced by the arrival of photography. Rossini's glance ironically
appears turning backwards as if travelling back in time where the artwork renews
itself constantly thanks to the recovery action and creation of a kind of
painting metaphorically melting with the musical work structure.

Lorenzo Canova
www.claudiodicarlo.org