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sabato 21 marzo 2020 | 21:30
Cronaca



LA TRINCEA INVISIBILE DEGLI ADDETTI ALLE PULIZIE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

VIDEO | «Tutti siamo importanti in un contesto del genere». La testimonianza di
Giuseppina, lavoratrice del settore all'ospedale di Catanzaro

di Rossella  Galati




«La paura c’è però si affronta». Non nasconde di avere paura Giuseppina Agosto.
È la responsabile della Coopservice a Catanzaro, l’azienda che da cinque anni si
occupa delle pulizie all’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. Anche lei e i
suoi collaboratori condividono in queste settimane turni massacranti con medici
e infermieri per contrastare la diffusione del contagio da coronavirus.Anche
loro sono in trincea, una trincea invisibile. «Ogni tanti siamo dimenticati e
questo mi dispiace. Tutti siamo importanti in un contesto del genere perciò non
sottovalutate chi fa le pulizie» dice.


LAVORO E AMORE

E come Giuseppina, che lavora insieme ad altre 130 persone circa, sono in tanti
coloro che ogni giorno in tutta Italia assicurano a medici,  infermieri e
degenti  di stare in ambienti salubri e sanificati incontrando gli occhi e le
paure anche dei pazienti positivi al Covid-19. «L’altro giorno sono andata a
pulire una stanza – racconta – e quando sono uscita di là mi sentivo tranquilla,
in pace. Ho parlato con alcuni pazienti che mi hanno trasferito la loro paura,
specialmente uno di loro che, considerata la situazione, era un po’ preoccupato
e io ho cercato di tranquillizzarli».




TRA SACRIFICI E OTTIMISTMO

E sotto quelle tute, dietro quei volti stanchi ma responsabili, ci sono
sacrifici, ci sono rinunce come testimonia la stessa Giuseppina, madre di tre
figli e in attesa di un quarto nipote. «Non vedo i miei figli da più di due
settimane, da quando c’è stato il primo paziente positivo. Ci vediamo solo
attraverso le videochiamate. Mi sono messa quasi in quarantena, faccio casa
ospedale, ospedale casa. Inoltre una mia figlia sta per partorire ma non la
posso vedere e mi manca tanto. Ma so che è giusto così – dice con ottimismo -.
Sono sicura che ce la faremo, ce la dobbiamo fare».

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