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SEDICENNE VIOLENTATA, L'ACCUSA DI ALTRE RAGAZZE: «CI ASPETTAVA ALLA FERMATA DEL
BUS»

Alessandro Pecoriello, indagato per lo stupro di inizio agosto su una minorenne
bolzanina, era già stato denunciato in passato da altre ragazze. Un elemento in
comune in tutti i casi

IL CASO Adescata una sedicenne: arrestato 
L’INTERROGATORIO L’uomo era rimasto in carcere
CELLULARE Le indagini si erano mosse proprio sullo strumento digitale 

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Aliosha Bona


TAGS

 * violenza
 * bolzano
 * minorenni
 * ragazza sequestrata

 * 21 agosto 2024
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BOLZANO. Il modus operandi con cui Alessandro Pecoriello avrebbe agito nella
notte tra il 4 e il 5 agosto - drogando e violentando una sedicenne (ipotesi al
vaglio della magistratura) - potrebbe non essere un caso isolato.

A distanza di poco più di una settimana dall'arresto, misura confermata anche
dopo l'interrogatorio di garanzia, spuntano altre denunce. Risalgono a diversi
anni fa, a centinaia di chilometri dalla nostra provincia, tra la Puglia e la
Sicilia. Ma le accuse che le presunte vittime (non è chiaro lo stato attuale di
tutti i procedimenti) presentarono alle forze dell'ordine hanno più di qualche
somiglianza con quanto raccontato dalla giovane bolzanina.



In quasi tutti i casi si tratterebbe di violenze e abusi ai danni di minorenni.
Nel luglio del 2011, a Bari, era stato denunciato da una 15enne per violenza
sessuale aggravata: aveva raccontato che l'uomo l'avrebbe avvicinata alla
fermata di un autobus, trascinandola poi nella sua autovettura parcheggiata
nelle vicinanze. L'avrebbe quindi palpeggiata su tutto il corpo, fino al momento
in cui la minore era riuscita a scendere dalla macchina e salire sull'auto bus.

Ancora, davanti ad un'altra pensilina, Pecoriello era stato denunciato per atti
osceni. L'episodio risalirebbe all'ottobre del 2012, sempre a Bari: una minore
(17 anni) testimoniò agli inquirenti che l'uomo l'aveva seguita all'uscita da
scuola con la scusa di chiederle alcune indicazioni stradali. Giunto con
l'autovettura davanti alla stazione delle corriere, si sarebbe abbassato i
pantaloni mentre parlava con la ragazza. Lo stesso racconto, un mese dopo, lo
avrebbe fatto una giovane barese di 16 anni. In quel caso la ragazza avrebbe
detto ai magistrati che lui le aveva offerto cinque euro in cambio di
prestazioni sessuali. L'ultimo procedimento che risulta ufficialmente agli atti
è il racconto di una 20enne che nel giugno del 2018, ad Agrigento, presentò una
denuncia nei confronti di Alessandro Pecoriello per i reati di tentata violenza
sessuale e tentata estorsione.

La risposta della difesa

«Il mio assistito risulta incensurato perché le varie accuse nei suoi confronti
sono cadute», sottolinea Attilio Triggiani, avvocato della difesa. «Per quanto
riguarda il caso di inizio agosto a Bolzano, sono in corso le analisi degli
inquirenti sui telefonini. Attendiamo gli esami tossicologici che ci diranno
molto su come è andata quella sera».

Lungo il tragitto che tra il 4 e il 5 agosto li avrebbe dovuti portare ad una
festa techno a Trento, lui le avrebbe offerto dell'acqua da bere che, secondo il
pm Igor Secco, conteneva tranquillanti o un narcotizzanti che l'hanno stordita.

Pecoriello, poco prima di mezzanotte, avrebbe portato la vittima a Salorno, nei
pressi di alcuni meleti, dove l'avrebbe violentata. Gli abusi, secondo la
giovane, sarebbero proseguiti anche nell'appartamento del 37enne che l'ha
lasciata andare solamente il giorno dopo. Il cellulare dell'indagato è sotto la
lente d'ingrandimento dopo che la presunta vittima avrebbe raccontato al gip di
essere stata filmata durante le violenze.

In particolare ci sarebbero delle registrazioni vocali che l'uomo avrebbe
salvato e potrebbero essere di fondamentale importanza per delineare il quadro
di quella notte. È la Squadra mobile della polizia che sta portando avanti le
indagini, mantenendo il massimo riserbo.

Il passato all'Assb

Alessandro Pecoriello, 37 anni, di origini colombiane ma cittadino italiano, era
arrivato in Alto Adige qualche anno fa per trovare lavoro come operatore
socio-sanitario. Lo aveva trovato presso l'Azienda servizi sociali di Bolzano,
che però dopo alcuni mesi ha deciso di non riconfermarlo. «Siamo molto rigidi
durante le selezioni dei nostri profili sociali perché dobbiamo garantire la
sicurezza dei nostri pazienti, che presentano delle fragilità», interviene
Liliana Di Fede, direttrice dell'Assb, «Ci facciamo sempre spedire dai Tribunali
il casellario giudiziario di ogni potenziale dipendente e in quel caso non
avevamo rilevato alcuna criticità».



Probabilmente, nel casellario che viene spedito all'Assb, e a tante altre
strutture, sono menzionate solamente le condanne. E non le denunce.

La richiesta dei domiciliari

Al momento Pecoriello risulta disoccupato e gode di una piccola indennità
mensile di disoccupazione. Avrebbe lavorato anche come buttafuori in alcuni
locali della provincia. In uno di questi (come ci è stato confermato
ufficialmente) aveva il divieto di entrare dopo che era stato coinvolto in una
lite. Scorrendo la lista delle denunce si trovano anche i reati contro il
patrimonio e il porto abusivo di armi: aveva nascosto un coltellino sotto il
tappetino della sua auto qualche anno fa.Attualmente si trova nel carcere di
Trento: deve rispondere delle accuse di violenza sessuale aggravata, sequestro
di persona e cessione di sostanze stupefacenti a un minore. Per ulteriori
sviluppi potrebbero volerci giorni. Intanto la difesa, rappresentata
dall'avvocato Triggiani, ha intenzione di chiedere i domiciliari e quindi il
trasferimento dell'indagato in Puglia, dove risiede la famiglia.

 * 21 agosto 2024
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