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PRODURRE ENERGIA PULITA A TORINO GRAZIE AI PANNELLI FOTOVOLTAICI

29/11/202329/11/2023 Matteo Bernotti

Torino è una città che ha molto da offrire ai suoi abitanti, a partire da un
ricco patrimonio storico e culturale e una vivace economia, grazie anche alla
sua posizione strategica al centro del Piemonte.

Il capoluogo però, è anche una città con un clima rigido, con inverni freddi e
piovosi. Questo clima rende necessario riscaldare adeguatamente gli ambienti
domestici e soprattutto produrre la necessaria acqua calda sanitaria per poter
aumentare il comfort in casa.

Il riscaldamento degli ambienti domestici è chiaramente responsabile di una
parte significativa dei consumi energetici di una famiglia. In particolare, il
riscaldamento dell’acqua sanitaria può rappresentare fino al 20% della bolletta
elettrica.

Per ridurre i consumi energetici e risparmiare, è possibile far installare un
impianto fotovoltaico. I pannelli fotovoltaici sono dispositivi in grado di
convertire la luce solare in energia elettrica, tra l’altro senza emissioni di
gas serra.

Se vivi a Torino e l’argomento è di tuo interesse, ti interesserà certamente
capire come produrre energia pulita grazie ai pannelli fotovoltaici, anche per
quanto riguarda il riscaldamento dell’acqua sanitaria.


VANTAGGI DEL PRODURRE ENERGIA PULITA CON I PANNELLI FOTOVOLTAICI

I vantaggi del produrre energia pulita con i pannelli fotovoltaici sono
molteplici:

 * Riduzione dell’inquinamento atmosferico: i pannelli fotovoltaici non
   contribuiscono ad emettere gas serra, migliorando così anche la qualità
   dell’aria in città.
 * Riduzione dei costi energetici: i pannelli fotovoltaici consentono di
   produrre energia elettrica in modo autonomo, riducendo la dipendenza da fonti
   energetiche fossili ed i relativi costi della bolletta elettrica.
 * Aumento del valore dell’immobile: un impianto fotovoltaico può aumentare il
   valore di un immobile, rendendolo più appetibile per gli acquirenti.
 * Contributo alla sostenibilità ambientale: i pannelli fotovoltaici
   contribuiscono a ridurre la nostra impronta ecologica, rendendoci più
   sostenibili dal punto di vista ambientale.


COME PASSARE AL FOTOVOLTAICO SE VIVI A TORINO

Se vivi a Torino e desideri produrre energia pulita con i pannelli fotovoltaici,
la buona notizia è che anche nel capoluogo piemontese vi è un numero sufficiente
di ore di luce al mese (circa 331).

Dal punto di vista pratico, per passare al fotovoltaico è necessario fare quanto
segue:

 1. Contattare un’azienda specializzata: è importante affidarsi a un’azienda che
    effettua l’installazione di impianti fotovoltaici a Torino, che possa
    fornire un servizio completo e professionale.
 2. Eseguire un sopralluogo: l’azienda effettuerà un sopralluogo per valutare la
    fattibilità dell’installazione e le caratteristiche dell’impianto da
    installare.
 3. Scegliere l’impianto fotovoltaico più adatto: esistono diversi tipi di
    impianti fotovoltaici, di diverse dimensioni e potenze. L’azienda vi aiuterà
    a scegliere l’impianto più adatto alle vostre esigenze e al vostro budget.
 4. Autorizzazioni: in alcuni casi è necessario ottenere le autorizzazioni
    necessarie da parte del Comune di Torino, ad esempio se ci si trova in
    centro storico.
 5. Installazione: l’azienda specializzata procederà con l’installazione
    dell’impianto fotovoltaico.
 6. Collegamento alla rete elettrica: l’impianto fotovoltaico può anche essere
    collegato alla rete elettrica nazionale per poter immettere in rete parte
    dell’energia prodotta, generando dei ricavi.


TEMPI E COSTI

I tempi di installazione di un impianto fotovoltaico variano in base alla
dimensione e alla potenza dell’impianto. In generale, l’installazione richiede
da un paio di giorni a una settimana.

Per quel che riguarda i costi di un impianto fotovoltaico, anche questi variano
in base alla dimensione, alla potenza e al tipo di impianto. In generale, un
impianto fotovoltaico per una famiglia di 4 persone costa tra i 5.000 ed i
15.000 euro.

Considera ad ogni modo che esistono al momento numerosi bonus ed incentivi
fiscali che consentono di recuperare del tutto o in buona parte il tuo
investimento.


CONCLUSIONE

Dunque, produrre energia pulita a Torino con i pannelli fotovoltaici è possibile
ed è un investimento che offre numerosi vantaggi, sia in termini economici che
ambientali.

Questo potrebbe essere il momento giusto per fare installare un impianto,
considerando i vantaggi fiscali al momento disponibili.

Parlane con il tuo installatore di fiducia per verificare la fattibilità
dell’impianto nel luogo in cui vivi ed individuare la tipologia di pannelli più
adatta alle tue necessità.


IL POTERE DELLA NOSTALGIA NEL MARKETING: COME CATTURARE L’ATTENZIONE DEI CLIENTI

28/09/202328/09/2023 Matteo Bernotti

Sei mai stato colpito da un improvviso senso di nostalgia? Quel momento in cui
un ricordo del passato affiora nella tua mente, portando con sé un’ondata di
emozioni positive e maliconicamente piacevoli?

La nostalgia è proprio un’emozione potente che può trasportarci indietro nel
tempo, facendoci rivivere esperienze e ricordi speciali.

Quello che forse non sai è che la nostalgia può anche essere un potente
strumento di marketing, come vedremo a breve.

A parte esplorare il concetto di nostalgia nel contesto “marketing” vedremo
anche come questa può essere utilizzata per catturare l’attenzione dei clienti.


NOSTALGIA COME LEVA EMOTIVA NEL MARKETING

La nostalgia è una connessione affettiva e positiva al passato. Quando pensiamo
a esperienze o periodi della nostra vita passata, spesso proviamo un senso di
calore e felicità.

Nel marketing, la nostalgia viene utilizzata proprio per evocare emozioni
positive nei consumatori, creando un legame emotivo con un’altra epoca.

Questo legame può influenzare le decisioni di acquisto, dato che le emozioni
influiscono sulla nostra capacità decisionale ed hanno dunque un ruolo
fondamentale nel modo in cui ci comportiamo in qualità di consumatori.


UTILIZZARE LA NOSTALGIA PER CREARE UN LEGAME EMOTIVO

Come appare evidente, le aziende possono sfruttare la nostalgia come una
strategia il cui scopo è quello di creare un legame emotivo con i propri
clienti.

Un esempio efficace di questo tipo di approccio è l’utilizzo di elementi
nostalgici, come le insegne vintage. Esse rappresentano un chiaro richiamo al
passato, con il loro stile retrò e l’aspetto iconico che le contraddistingue.

Quando i consumatori vedono un’insegna vintage vengono trasportati indietro nel
tempo, evocando ricordi e sentimenti positivi associati a quell’epoca.

Ecco perché utilizzare questo tipo di insegne può essere una scelta indovinata
per attività commerciali di qualsiasi tipo.


UNO STRUMENTO EFFICACE PER CATTURARE L’ATTENZIONE DEI CLIENTI

Dunque le insegne vintage possono essere definite come uno strumento davvero
efficace per catturare l’attenzione dei clienti e creare un’atmosfera nostalgica
all’interno di un negozio o di un ristorante.

Questo tipo di prodotto può essere collocato strategicamente in diverse
posizioni per massimizzare il suo impatto. Ad esempio, un’accogliente insegna
vintage all’ingresso ( o nelle sue vicinanze) può attirare l’attenzione dei
passanti e invitarli ad entrare.

Inoltre, le insegne vintage possono essere posizionate all’interno del locale
per creare un’atmosfera più retrò e coinvolgente.

Non ci sono limiti se non quello della fantasia e del buon gusto nello scegliere
il prodotto più adatto al tipo di locale e posizionarlo laddove può essere
valorizzato al massimo.


IL LEGAME TRA NOSTALGIA E FEDELTÀ DEI CLIENTI

L’uso della nostalgia nel marketing non solo cattura l’attenzione dei clienti,
ma può anche contribuire alla creazione di legami di lunga durata.

Quando le attività commerciali riescono a creare un’esperienza “nostalgica” per
i propri clienti, ovvero una parentesi in cui affiorano alla mente piacevoli
ricordi, questi tendono ad essere più fedeli e affezionati al brand,
preferendolo agli altri.

La nostalgia crea infatti un senso di familiarità e comfort, che può portare i
clienti a scegliere ripetutamente un determinato prodotto o servizio nel corso
del tempo.


CONCLUSIONI

In breve, la nostalgia può essere definita a tutti gli effetti uno strumento di
marketing in grado di catturare l’attenzione dei clienti e di creare un legame
emotivo con loro.

Le insegne vintage sono solo un esempio di come gli elementi nostalgici possano
essere utilizzati in modo efficace, ed il consiglio è quello di sperimentare non
solo con loro, ma anche con immagini d’epoca e messaggi che richiamino il
passato.

Dunque val la pena esplorare le infinite possibilità di questi strumenti per
coinvolgere i clienti e legarli al proprio brand. Non sottovalutare dunque il
potere della nostalgia: è una preziosa risorsa da sfruttare al meglio!


GLI OPTIONAL PIÙ UTILI PER LE PISCINE PREFABBRICATE

16/07/202304/07/2023 Matteo Bernotti

Se stai pensando di far installare una piscina prefabbricata nel tuo giardino, è
il momento giusto per pensare anche agli optional disponibili che ti consentono
di aumentare il livello di comfort.

Gli optional possono infatti rendere la tua piscina ancora più comoda, sicura e
divertente, come vedremo di seguito.


LA COPERTURA

Uno dei primi optional da considerare per la tua piscina è il sistema di
copertura. Una copertura può aiutare a mantenere la piscina pulita e protetta
dagli agenti atmosferici, riducendo così anche la necessità di effettuare
frequenti pulizie.  

È un tipo di accessorio molto utile anche in Inverno, quando non si utilizza la
piscina e cadono le foglie dagli alberi. Tra l’altro, una copertura può aiutare
a mantenere la temperatura dell’acqua costante e ridurre il fenomeno
dell’evaporazione.

Tra le possibilità più interessanti a disposizione per i sistemi di copertura ci
sono le coperture invernali tubolari e la copertura isotermica estiva: la scelta
del sistema adatto dipende dalle tue esigenze individuali e dal budget a
disposizione.


SISTEMI DI ILLUMINAZIONE

L’illuminazione è sicuramente un altro optional interessante per le piscine in
acciaio. La giusta luce può migliorare di tanto l’aspetto della tua piscina di
notte e rendere al tempo stesso più sicuro il suo utilizzo, illuminandone il
fondo.

L’illuminazione può essere installata sia sul fondo che sulle pareti laterali,
per creare interessanti effetti visivi.

Di solito si preferisce optare per sistemi di illuminazione a led, che sono
assolutamente sicuri e garantiscono inoltre consumi contenuti, oltre ad offrire
una vasta gamma di colori tra i quali poter scegliere.


ROBOT PER LA PULIZIA DEL FONDO DELLA PISCINA

Un robot per la pulizia del fondo è un optional utile per mantenere la tua
piscina sempre pulita e pronta all’uso, oltre che più sicura igienicamente.
Questo tipo di dispositivo può pulire il fondo e le pareti della piscina in modo
autonomo, riducendo così la necessità di pulizie manuali e dunque di manodopera
specializzata.

Sul mercato esistono diversi tipo di robot per la pulizia del fondo della
piscina, e la principale suddivisione è tra quelli con cavo e quelli senza cavo.


RISCALDAMENTO DELL’ACQUA DELLA PISCINA

Il riscaldamento dell’acqua della piscina è un optional utile per prolungare la
sua stagione di utilizzo. Il riscaldamento dell’acqua può rendere possibile
infatti usufruire della piscina in maniera più confortevole, specialmente
durante i mesi più freddi.

Le pompe di calore sono un’ottima risorsa per riscaldare l’acqua di una piscina,
ed hanno una efficienza elevate che consente loro di raggiungere la temperatura
di esercizio in breve tempo.


SCALETTA ESTERNA

Una scaletta esterna è una strumento davvero utile per facilitare l’accesso in
vasca, oltre a renderne l’utilizzo più sicuro specialmente per i bambini e le
persone anziane.

Il consiglio è quello di optare per scalette esterne in acciaio, le quali
offrono grande resistenza all’usura e all’umidità.


COPERTURA ISOTERMICA ESTIVA

Una copertura isotermica estiva è un optional utile se l’obiettivo è quello di
mantenere l’acqua della piscina pulita e protetta dal sole. Una copertura
isotermica può infatti ridurre l’evaporazione dell’acqua e mantenere la
temperatura dell’acqua costante.

Tra l’altro una copertura di questo tipo è molto utile anche per impedire a
foglie e polvere di depositarsi sulla superficie dell’acqua, dunque diventa
anche uno strumento utile per mantenere pulita la tua piscina.


CENTRALINA AUTOMATICA PH-CLORO

Una centralina automatica pH-Cloro è uno strumento utile il cui scopo è quello
di mantenere equilibrata la chimica dell’acqua della piscina. Questo dispositivo
è in grado di monitorare e regolare autonomamente i livelli di pH e cloro
dell’acqua, riducendo la necessità di controlli manuali.

Si tratta certamente di una soluzione utile per una piscina igienicamente
sicura, in cui i batteri non siano liberi di proliferare.


CONCLUSIONE

Come appare evidente, gli optional per piscine possono migliorare l’esperienza
quotidiana di utilizzo, rendendo la struttura più comoda, sicura e divertente.
Ci sono diverse soluzioni tra cui scegliere, e chiaramente tutto varia in base
alle proprie esigenze e tipo di budget.

A caratteri generali, possiamo dunque dire che gli optional per piscine
prefabbricate possono migliorare significativamente il livello di comfort,
rendendola così un’oasi di relax e divertimento.


CAMBIAMENTO CLIMATICO: PER GLI ITALIANI MINACCIA LO STILE DI VITA

09/06/202409/06/2024 Matteo Bernotti

Dal 51% degli italiani il cambiamento climatico viene considerato una minaccia
per il proprio stile di vita nel prossimo decennio. In graduatoria, viene ancora
prima di questioni come le pandemie (25%), l’immigrazione (20%) e l’Intelligenza
artificiale (13%).

Le preoccupazioni sul cambiamento climatico sono così forti che due terzi degli
europei (66%) ritiene che gli eventi meteorologici estremi avranno un ruolo
nella scelta del luogo in cui si vivrà nei prossimi 20 anni. E l’aumento delle
temperature (44%), la siccità (30%) e le inondazioni (12%) sono gli eventi che
preoccupano maggiormente.
Sono i risultati di un’indagine commissionata da Finn Partners Research&Insights
e condotta in tutti i 27 Stati UE coinvolgendo quasi 12mila cittadini, di cui
1.603 in Italia.

La risposta delle istituzioni

La maggior parte (84%) degli intervistati è preoccupata per gli effetti di forti
piogge, alluvioni o temporali violenti.

L’opinione dei cittadini UE sui risultati ottenuti dai governi nazionali
nell’affrontare le questioni climatiche e ambientali è negativa: meno di uno su
cinque (17%, Italia 16%) ritiene che i governi abbiano ottenuto risultati per lo
più buoni o molto buoni. Quasi la metà (46%) afferma che le misure adottate dal
proprio governo nazionale in materia sono state per lo più scarse o molto scarse
(Italia, 50%).
La UE ha ottenuto risultati migliori, ma solo marginalmente. Un quinto (20%, del
campione totale e degli italiani) ritiene che i risultati siano stati buoni
rispetto al 42% che li cita come scarsi, (Italia, 45%).

Il negazionismo resiste

Nonostante la diffusa preoccupazione dei cittadini europei per il clima (il 79%,
e l’86% in Italia, si preoccupa dell’impatto sulle prossime generazioni), esiste
ancora una resistenza all’evidenza scientifica.
Il 10% degli intervistati (8% Italia) è dell’opinione che il cambiamento
climatico causato dall’attività antropica non sia in atto, e un altro 3,5% (2%
Italia) è dell’opinione che non ci sia un cambiamento climatico in atto.

A livello europeo, 60 milioni di persone negano che l’uomo sia la causa
principale del cambiamento climatico o sostengono che non stia accadendo.
Contrariamente alle aspettative, gli anziani non sono più propensi a negare i
cambiamenti climatici o ad attribuirli a processi naturali. Al contrario, i più
giovani (tra 18-44 anni) sono leggermente più propensi al ‘negazionismo’
climatico (4%) o che non sia causato dall’uomo (11-12%).

Le azioni green

Secondo lo studio, l’88% degli italiani concorda sul fatto che il cambiamento
climatico sia un problema serio (82% UE). L’83% degli italiani afferma di
cercare di risparmiare ‘sempre’ o ‘spesso’ energia, (76% UE), e il 55% afferma
di riflettere ‘sempre’ o ‘spesso’ sulle proprie abitudini di acquisto evitando
brand di fast fashion o concentrando gli acquisti online per avere un’unica
consegna (51% UE).

Gli italiani, poi, credono che il cambiamento climatico avrà un impatto sulle
proprie vacanze, poiché d’estate farà troppo caldo (75%) e d’inverno ci sarà
meno neve (47%), e sull’alimentazione, poiché alcuni prodotti come l’olio
diventeranno molto costosi (49%).


IL 70% DEI VIAGGIATORI ITALIANI ACQUISTA I BIGLIETTI DEL TRENO ONLINE

06/05/202406/05/2024 Matteo Bernotti

Oggi è possibile viaggiare in treno in gran parte del continente, senza
passaporto e pagando in euro. Tre italiani su quattro hanno fatto più di un
viaggio in treno negli ultimi tre anni, e il 76% dei nostri connazionali,
rispetto al 72% della media europea, ama viaggiare in treno.

Trainline, l’app per la prenotazione di biglietti di treni e pullman, ha
commissionato una ricerca a YouGov per confrontare le abitudini di viaggio dei
viaggiatori che utilizzano il treno come mezzo di trasporto. E dall’indagine
emerge che il principale cambiamento avvenuto nel corso degli anni è stato il
modo in cui gli italiani acquistano i biglietti.
Se 25 anni fa era normale recarsi in stazione per acquistare i biglietti, oggi
il 70% degli italiani acquista i biglietti online. Un dato appena superiore alla
media degli altri paesi europei (67%).

Il comfort del viaggio

L’amore per il viaggio si riflette nell’acquisto di biglietti: negli ultimi tre
anni, tre italiani su quattro hanno acquistato più di un biglietto ferroviario,
il che significa che hanno fatto più di un viaggio in treno. Dopo gli abitanti
del Bel Paese, in cima alla lista si trovano gli spagnoli (71%) e gli inglesi
(65%).
Il treno ha qualcosa che pochi altri mezzi di trasporto offrono, la comodità:
dalla facilità di arrivare in stazione e trovare agevolmente il treno, senza
dover passare attraverso rigidi controlli, alla possibilità di staccare da tutto
e osservare il paesaggio fino all’arrivo alla stazione di destinazione.

Comodità, sostenibilità, velocità

Come anche il resto degli europei, il motivo principale per cui gli italiani
scelgono il treno è la comodità di non dover guidare evitando il traffico. Lo
dichiara un quarto degli italiani, mentre 1 su 10 sceglie il treno al posto
dell’aereo per non dover passare molto tempo negli aeroporti.
I principali fattori che spingono le persone a scegliere il treno variano
leggermente in Europa. Se la semplicità è l’aspetto predominante per tutti,
anche la sostenibilità è molto importante, soprattutto per gli intervistati di
età compresa tra 18 e 24 anni, così come la velocità, riconosciuta come un’altra
ragione per preferire il treno.

Sempre più popolare per le vacanze europee

Per quasi due terzi degli europei (62%), poi, il treno è scelto come mezzo di
trasporto per le attività di svago all’interno del proprio Paese. In testa a
questa classifica si piazzano i britannici (77%) seguiti dai tedeschi (62%).

Oltre la metà degli italiani (56%), invece, lo sceglie per i weekend lunghi e le
vacanze brevi, una percentuale superiore del 10% rispetto alla media europea.
Ben 4 persone su 5 (81%) prevedono di utilizzare il treno per organizzare le
proprie vacanze all’estero. La tendenza è particolarmente evidente tra i
giovani, che rappresentano l’89% degli intervistati tra 18 e 25 anni. Una
possibilità particolarmente apprezzata da spagnoli (88%), italiani (87%) e
tedeschi (79%).



ACQUA, ENERGIA, SECOND HAND: I RAGAZZI SCOPRONO LA SOSTENIBILITÀ 

23/04/202423/04/2024 Matteo Bernotti

Lo stile di vita sostenibile sta facendo proseliti fra i ragazzi della
Generazione Z. Tutti i comportamenti tesi alla tutela dell’ambiente stanno
guadagnando terreno tra le nuove generazioni. In occasione dell’Earth Day 2024,
Skuola.net riepiloga i risultati più interessanti emersi dalle sue recenti
indagini. Si scopre così che la Generazione Z non si limita a manifestare per la
tutela dell’ambiente, ma si impegna anche con attenzioni quotidiane, grandi e
piccole.

Circa il 90% è attento a non sprecare acqua o risorse energetiche, mentre oltre
l’80% cerca di limitare l’uso di plastica e di ridurre le emissioni nocive
nell’atmosfera. Inoltre, molti si rivolgono al mercato dell’usato per evitare di
sostenere produzioni inquinanti.

Acqua ed energia: no agli sprechi

Partiamo da una delle questioni più urgenti: la scarsità di risorse idriche. La
risposta dei giovani è chiara: circa la metà si impegna al massimo per consumare
meno acqua possibile durante la doccia, la spazzolatura dei denti, e così via.
Un altro 38% ci presta spesso attenzione. Solo il 13% lascia scorrere l’acqua
senza pensarci due volte.

Anche per quanto riguarda l’energia elettrica proveniente da fonti non
rinnovabili, quasi due terzi dei giovani sono attenti a non lasciare luci accese
quando non servono, mentre il 26% fa del suo meglio per adottare questa
abitudine. Solo il 10% non si cura affatto di questo aspetto.

Plastic free: 1 su 3 ha eliminato gli oggetti in plastica

La lotta all’inquinamento passa anche attraverso la riduzione dell’uso di
plastica, uno dei materiali più dannosi per l’ambiente marino e non solo. Circa
un terzo dei giovani afferma di aver eliminato, per quanto possibile, la
plastica dalla propria vita, rinunciando ai suoi derivati come bottiglie,
piatti, bicchieri e posate. Il 50% ci sta provando, ma ammette che è difficile,
mentre il 10% vorrebbe farlo ma fatica. Solo il 9% continua a utilizzare la
plastica come se non ci fosse un domani.

Il 54% riduce l’uso di riscaldamento e aria condizionata 

Analogamente, la Generazione Z preferisce ridurre l’uso di riscaldamento e aria
condizionata per evitare di danneggiare ulteriormente il pianeta. Il 54%
gestisce in modo oculato caloriferi e climatizzatori, consapevole del loro
impatto sul cambiamento climatico, utilizzandoli solo quando è davvero
indispensabile. Il 31% lo fa occasionalmente, mentre solo il 15% antepone il
proprio comfort al benessere collettivo.

“Second hand”: la scelta del 40% dei giovani 

Infine, ci sono piccoli gesti che possono fare la differenza, come l’acquisto di
abiti e accessori usati, che contribuisce a limitare le produzioni industriali
spesso inquinanti. Perciò, quando devono aggiornare il loro guardaroba, il 40%
dei giovani si reca prima nei mercatini, sia fisici che online, alla ricerca di
opportunità. Il 15% lo fa sempre, mentre il 24% lo fa spesso.

Il 90% approva l’uso di dispositivi tech ricondizionati

Lo stesso vale per la tecnologia: la riparazione e il riutilizzo dei dispositivi
dismessi da altri, come gli smartphone, stanno diventando sempre più popolari.
Quasi il 90% della Generazione Z approva questa pratica: il 28% la considera
un’opzione standard quando si tratta di sostituire il telefono, il 18% l’ha già
fatto almeno una volta, mentre il 43% non l’ha ancora fatto ma non esclude di
farlo in futuro.


ABOUT HEALTH: NUOVE TECNOLOGIE E BENESSERE PSICOFISICO LE NUOVE CONSAPEVOLEZZE
DEGLI ITALIANI

12/04/202412/04/2024 Matteo Bernotti

Nomisma ha realizzato una ricerca sui driver che guidano le nuove abitudini e le
scelte degli italiani in ambito healthcare. I risultati completi dello studio
verranno presentati in occasione dell’evento About Health, dedicato a trend,
normative e strategie di web marketing nel settore salute, che si terrà a
Bologna il prossimo 23 maggio.

Rispetto a 5 anni fa, il 37% degli italiani dichiara di essere maggiormente
interessato al proprio benessere fisico, mentre oltre un terzo è più attento
al benessere psicologico, con un picco del 40% nella fascia di età tra 18 e 29
anni (fonte: Osservatorio Sanità UniSalute).
Nonostante l’aumento del costo della vita, le famiglie italiane sembrano decise
di non rinunciare alle spese sanitarie, limitando invece quelle per beni e
servizi ritenuti non essenziali.

Preferite le strutture private a discapito di quelle pubbliche

La crisi sanitaria connessa alla diffusione della pandemia Covid-19 ha
indubbiamente influenzato l’approccio degli italiani al tema salute e al tema
del ricorso a cure e visite mediche. Al tempo stesso, ha condizionato anche
l’operato delle strutture sanitarie italiane.

Ma a chi si rivolgono gli italiani per i controlli e le cure?
Dopo la pandemia, circa 13 milioni di persone hanno preferito prestazioni
in libera professione, erogate da strutture private. 
Tra i criteri che guidano questa scelta, oltre a tempi di attesa inferiori
(72%), anche maggiore disponibilità di date e orari per visite o esami (43%) e
maggiore semplicità nel prenotare la visita o l’esame (28%).

Le tecnologie al servizio della sanità

Un altro criterio riguarda la disponibilità di tecnologie avanzate (fonte:
Osservatorio Sanità UniSalute).
A questo riguardo, il tema della trasformazione digitale del settore
healthcare gioca un ruolo rilevante, tanto che la gran parte delle aziende
sanitarie in Italia stanno dedicando ingenti risorse su questo fronte. Nel 2022
gli investimenti sono stati 1,8 miliardi di euro, soprattutto per cybersecurity,
cartella clinica elettronica e telemedicina.

Del resto, 1 adulto su 3 utilizza strumenti digitali nell’ambito del benessere e
della salute, considerando l’opportunità, in particolare, in termini
di semplificazione all’accesso e all’utilizzo dei servizi (47%), maggiore
possibilità di scelta (38%) e maggiore continuità nella cura (32%).

La digitalizzazione riguarda soprattutto la fase di ricerca di un servizio

Nel complesso, il processo di digitalizzazione in ambito salute rappresenta una
modalità integrativa della fruizione del servizio. Il contatto diretto con
medici e professionisti sanitari non è messo in discussione, rappresentando
sempre la modalità di interazione cruciale con il paziente.
Piuttosto, la digitalizzazione riguarda soprattutto la fase di ricerca di un
servizio adeguato alle proprie esigenze.

Nelle fasi preliminari di individuazione della struttura a cui rivolgersi gli
italiani si affidano infatti principalmente a internet, ritenuto più efficace
per gli utenti del Nord Italia, mentre al Sud e nelle Isole il principale
strumento è il passaparola e nelle regioni del Centro trova maggiore riscontro
l’azione di promozione intrapresa dalle strutture sanitarie, realizzata
tramite spazi fissi dedicati.


LAVORO E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: FINO AL 2028 SONO PREVISTE 148 MILA
ASSUNZIONI ALL’ANNO

29/03/202429/03/2024 Matteo Bernotti

Lo ha rivelato Unioncamere, l’unione italiana delle Camere di commercio,
industria, artigianato e agricoltura: da oggi fino al 2028 ogni anno il ricambio
di personale all’interno della Pubblica amministrazione italiana sarà pari, in
media, a 148 mila profili professionali. 

Nove su 10 di questi profili riguarderanno una sostituzione per turnover. E la
maggior parte, ovvero quasi 310 mila assunti in 5 anni, troverà impiego nei
Servizi generali della Pubblica amministrazione.
Nonostante questo dato, Unioncamere segnala la carenza di laureati in discipline
Stem, insegnanti e personale medico.

Metà saranno profili altamente specializzati, soprattutto in ambito tecnologico

La metà delle professionalità che andranno a sostituire il personale della
Pubblica amministrazione fino al 2028, sarà costituita da profili altamente
specializzati, con competenze elevate in ambito digitale e tecnologico.

A questi vanno aggiunti i 234 mila profili che troveranno lavoro nel settore
pubblico dell’Istruzione e 198 mila in quello della Sanità.

All’appello mancheranno profili Stem, insegnati, e professionisti del settore
medico sanitario

Già oggi però si sa che all’appello mancheranno, sia nel settore pubblico come
in quello privato, tra gli 8 mila e i 17 mila giovani in possesso di laurea in
discipline Stem, Inoltre, tra i 9 mila e i 12 mila laureati con indirizzo
insegnamento e formazione, e circa 7 mila con un profilo medico sanitario. 

“È un grande punto interrogativo per il rinnovamento della Pubblica
amministrazione – ha sottolineato il segretario generale di Unioncamere,
Giuseppe Tripoli, intervenendo all’incontro ‘Facciamo semplice l’Italia’,
organizzato a Monza -. Per la transizione amministrativa e digitale, accanto
alle tecnologie, servono persone e competenze”.

“È necessario innestare la marcia sulla formazione continua, soprattutto sul
fronte digitale”

“L’Italia purtroppo avrà circa 8 milioni di persone in età da lavoro in meno
entro il 2050 per effetto dell’andamento demografico e dell’invecchiamento della
popolazione – ha aggiunto il presidente di Unioncamere -. Inoltre, nell’ultimo
anno gli italiani che si sono trasferiti all’estero, ci rivela il Censis, sono
stati oltre 82 mila. Trentaseimila di questi sono giovani tra i 18 e i 34
anni”. 

Per rinnovare la nostra Pubblica amministrazione e consentirle di svolgere il
ruolo di volano della nostra economia e della nostra società, secondo Giuseppe
Tripoli occorre “renderla più attrattiva per i giovani. È necessario anche
innestare la marcia sulla formazione continua del personale, soprattutto sul
fronte del digitale – ha sottolineato -. Un cammino che le Camere di commercio
hanno intrapreso già da alcuni anni”. 


PERCHÈ AUMENTANO I FURTI DI DATI SUL DARK WEB?

20/03/202420/03/2024 Matteo Bernotti

Nel 2023, si è osservato un aumento delle credenziali di account compromessi,
“rubati” insieme ad altri dati di grande valore per gli hacker. Si stima che i
dati circolanti nel dark web o accessibili tramite piattaforme di messaggistica
superino i 7,5 miliardi a livello globale, con un incremento del +44,8% rispetto
al 2022.

Le segnalazioni di dati individuati sul dark web sono state 1.801.921, con un
aumento del +15,9% rispetto all’anno precedente. In particolare, in Italia, il
numero di utenti allertati per furto di dati monitorati sul dark web è aumentato
del +13,9% rispetto all’anno precedente.

Le vulnerabilità delle aziende

L’Osservatorio Cyber di CRIF ha evidenziato queste e altre tendenze, analizzando
la vulnerabilità degli utenti e delle aziende agli attacchi cyber e
interpretando i principali trend riguardanti i dati scambiati sia nell’open web
sia nel dark web. Beatrice Rubini, Executive Director di CRIF, sottolinea che i
cybercriminali utilizzano malware e applicazioni sempre più sofisticati per
rubare dati personali, mentre l’uso dell’Intelligenza Artificiale aumenta il
rischio di truffe via email con linguaggio plausibile e sviluppo di app
malevole.

L’indirizzo email è un dato prezioso

Nel corso del 2023 le frodi cyber si sono concentrate sul furto di indirizzi
email, nel 94,4% dei casi combinato con l’accesso anche alla password. Questo
fenomeno, in crescita esponenziale, rende le vittime suscettibili a messaggi di
phishing più accurati e credibili, portando ad un aumento del +29% nella gravità
degli alert inviati.

Le categorie di dati più colpite rimangono password, indirizzi email, username,
nome e cognome, numero di telefono. La combinazione di questi dati aumenta la
vulnerabilità delle vittime e il loro rischio di essere bersagliati da frodi
sempre più targettizate. Le frodi coinvolgono anche l’uso di applicazioni di
messaggistica open source come Telegram per lo scambio di dati rubati e la
compravendita di strumenti per hacker.

Gli attacchi alle aziende

Le aziende sono sempre più bersaglio dei cyber criminali, con attacchi che
coinvolgono una vasta gamma di settori, compresi finanziario, assicurativo,
automobilistico, selezione del personale, moda e lusso, oltre ad associazioni e
enti governativi.

In Italia crescono i reati informatici

In Italia sono in aumento i reati informatici. Per questa ragione occorre
mantenere alta l’attenzione sull’attività fraudolenta degli hacker, e
soprattutto allertare gli utenti sui possibili rischi legati al furto di dati.
L”aspetto più importante è che le aziende e i inoli utenti siano costantemente
informati sui più validi sistemi di protezione.


ITALIA AL TERZULTIMO POSTO IN UE PER COSTO DELL’ENERGIA ELETTRICA

10/03/202410/03/2024 Matteo Bernotti

L’aumento dell’inflazione è una preoccupazione che riguarda non solo la
popolazione italiana, ma anche quella europea in generale. In questo contesto,
in cui le persone devono fare i conti con spese sempre più alte, il tema del
costo dell’energia elettrica è un ulteriore elemento di preoccupazione nella
gestione delle finanze dei consumatori.

Uno studio condotto dalla banca N26 sull’Indice di vivibilità ha identificato i
Paesi europei che offrono una migliore qualità della vita, considerando i costi
associati, in particolare quelli legati agli affitti e all’energia elettrica,
nonché la densità della popolazione e il livello generale di felicità dei
residenti di ciascun Paese analizzato.

L’indice di vivibilità dei Paesi europei

Tra i vari fattori presi in considerazione per definire la classifica dei paesi
più vivibili in Europa, i costi legati all’energia elettrica rivestono una
particolare importanza, sia in valore assoluto che se analizzati in relazione
agli stipendi medi. Secondo i dati dello studio di N26, l’Italia si posiziona al
terzultimo posto della classifica per il costo medio annuo dell’energia
elettrica, con un costo che raggiunge quasi i 700 euro.

Benché inferiore rispetto a Germania e Belgio, dove si si spende rispettivamente
757 euro e 761euro circa, questo importo risulta particolarmente elevato se
rapportato all’ammontare medio degli stipendi, che arriva a 31.530 euro in
Italia, contro i 45.457 euro in Germania e i 52.035 euro in Belgio.

Gli italiani spendono il 2% dello stipendio in bolletta elettrica

La percentuale dello stipendio che gli italiani destinano all’energia elettrica
supera il 2%, posizionandosi solo al di sotto di quella della Grecia. Nonostante
il costo dell’energia elettrica in Grecia sia notevolmente più basso, dato che
si attesta intorno ai 414 euro annui, la popolazione guadagna significativamente
meno rispetto agli altri Paesi europei analizzati, con stipendi medi che si
aggirano sui 16.000 euro l’anno.

La vivibilità è connessa ai costi 

La metodologia utilizzata dall’Indice di vivibilità di N26 si concentra su 12
paesi europei selezionati in base alla loro attrattiva per la ricollocazione,
alla dimensione della popolazione e alla stabilità economica. Le classifiche
sono state determinate analizzando le spese medie per l’energia nel 2023, gli
aumenti salariali medi dal 2022 al 2023, la densità di popolazione al 16 luglio
2023 e i livelli di felicità medi negli anni 2020-2022.

Classifiche più elevate riflettono spese energetiche inferiori, aumenti
salariali superiori all’inflazione, densità di popolazione più bassa e livelli
di felicità più elevati, con l’obiettivo di evidenziare i paesi più favorevoli
per la ricollocazione o la residenza in base al punteggio complessivo.


MEDIA DIGITALI: CONSUMI E COMPORTAMENTI DEI MINORI

27/02/202427/02/2024 Matteo Bernotti

Trascorrono online da una a tre ore al giorno, uno su cinque, oltre le quattro
ore, utilizzando social network, messaggistica e piattaforme streaming. Quando
sono in rete si esprimono attraverso quattro modalità: irrequieti, esploratori,
performativi e ripiegati. Il 94% dei minori tra gli 8 e 16 anni utilizza
lo smartphone: il 68% ne possiede uno personale, il 28% l’ha ricevuto prima dei
10 anni e il 25% dopo gli 11. Ma contestualmente cresce la consapevolezza di un
uso eccessivo.

È questa la fotografia dei minori tra 8 e 16 anni intervistati da
uno studio promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy con la
collaborazione dell’Alta Scuola in Media, comunicazione e
spettacolo dell’Università Cattolica.

Ogni social ha il suo ruolo specifico

Sette ragazzi su dieci (50% tra 8 e 10 anni) usano regolarmente i social e
le piattaforme streaming, e l’utenza aumenta nel passaggio a tweens e teens.
Instagram serve a curiosare e interagire, Tik Tok a lasciarsi andare al flusso,
Facebook a leggere i commenti più che a guardare.

In generale le piattaforme streaming (YouTube, Amazon Prime Video e Netflix, ma
anche Svod e Avod) vengono utilizzate in famiglia, o da soli, molto meno con gli
amici, fuori casa e a scuola.
Tra le piattaforme di messaggistica, Whatsapp è risultato imprescindibile per
comunicare, creare community, scambiare materiali. I fruitori regolari sono al
93% 14-15enni, all’89% 11-13enni e al 60% tra 8-10 anni.

Un controllo eccessivo inibisce lo sviluppo di competenze?

Gli intervistati hanno espresso piena fiducia a Whatsapp, Instagram e Pinterest
(e a seguire Telegram, Twitch e Discord), alle piattaforme Netflix e Amazon
Prime Video, e in seconda battuta a Rai Play e Disney+, non alla più popolare
YouTube.

Per quanto riguarda le forme di limitazione e controllo nell’uso degli
smartphone da parte dei genitori, circa 8 su 10 le utilizza sfruttando i
limitatori, come parental control offerti da piattaforme e dispositivi.
Più di un terzo dei ragazzi e delle ragazze viene controllato: il 49% dei
bambini 8-10enni e il 20% dei 14-15enni. Ma l’eccessivo controllo potrebbe
inibire lo sviluppo di competenze e autonomia, rendendo più acritica la
navigazione.

Quattro su 10 hanno avuto esperienze negative

Lo studio poi conferma i rischi della rete: 4 su 10 raccontano esperienze
negative, e la maggioranza ha visto contenuti inadatti almeno una volta su un
social. In particolare, i più piccoli sono incappati in eventi critici su
YouTube.
Circa un quarto del campione (17% teens) afferma di non essere mai incorso in
esperienze negative sui social, mentre il 42% (53% teens) ne riporta di gravi e
ripetute.

I più esposti sono coloro che tendono a condividere contenuti e informazioni
personali con sconosciuti, i soggetti più fragili o che esprimono minor
benessere, gli utenti regolari dei social network, gli iperconnessi e i gamers
intensivi. Ma si evidenzia anche una lieve prevalenza territoriale che penalizza
i residenti nelle grandi città e nel Sud Italia, più inclini all’uso precoce di
smartphone e social.


SPACE ECONOMY: L’OSSERVAZIONE DELLA TERRA IN ITALIA VALE 230 MILIONI DI EURO

19/02/202419/02/2024 Matteo Bernotti

Per le sue implicazioni sullo sviluppo tecnologico ed economico anche in settori
tradizionalmente distanti, in Italia il settore spaziale è sempre più
strategico. Alla filiera italiana dello spazio sono riconosciute alte competenze
tecnologiche nei diversi ambiti, Osservazione della Terra, Comunicazione
Satellitare, Navigazione Satellitare e Esplorazione Spaziale, e un’integrazione
su tutta la value chain.

Secondo i dati dell’Osservatorio Space Economy della School of Management del
Politecnico di Milano, nel 2023 il mercato italiano dei servizi di Osservazione
della Terra ha proseguito la sua crescita, raggiungendo 230 milioni di
euro, +15% rispetto al 2022.
Ma per la creazione di un mercato sostenibile e competitivo sul piano
internazionale è necessaria la creazione di un vero ecosistema, che al momento,
risulta ancora embrionale rispetto a Stati Uniti e Francia. 

I numeri del mercato italiano

“Il mercato dell’Osservazione della terra, componente rilevante spesso associata
all’intera concezione della New Space Economy, registra un aumento rispetto agli
anni precedenti che ne consolida ancor maggiormente l’importanza all’interno
della Space Economy nazionale – spiegano Angelo Cavallo e Camilla Colombo,
Responsabili Scientifici dell’Osservatorio Space Economy -. Il 71% del fatturato
delle imprese del settore è generato da forniture al comparto pubblico, mentre
il restante 29% grandi imprese, Pmi e startup. Un trend che in parte è dovuto
alle innumerevoli risorse messe a disposizione tramite bandi pubblici, PNRR in
primis. In termini di distribuzione geografica, il 35% del fatturato è dovuto al
commercio interno, mentre il 65% è frutto di relazioni oltreconfine”. 

Le Pmi della filiera spaziale

Le Pmi che compongono la filiera spaziale sono l’83% del totale, ma faticano ad
avere le Agenzie Spaziali come clienti, per difficoltà a partecipare a bandi e
gare pubbliche.

In questo contesto, l’espansione della Space Economy verso settori non spazio è
agli inizi. Oggi, solo il 10% delle aziende End-User (imprese potenzialmente
clienti di applicazioni derivanti dall’utilizzo combinato di tecnologie spaziali
e digitali) si sta interessando a iniziative legate alla Space Economy, il
restante 90% non conosce il tema o non lo percepisce di valore.

I trend tecnologici

Da un punto di vista commerciale si conferma l’interesse per gli In-Orbit
Services, dalla riparazione di satelliti al rifornimento in orbita, passando per
la riallocazione orbitale e l’assemblaggio componenti 3D.
Sull’onda dell’Everything-as-a-Service che continua a caratterizzare i più
diffusi business digitali, anche nello spazio si assiste alla diffusione di
modelli di business servitizzati, nello specifico, Satellite as a Service (SaaS)
e l’Insight as a Service (IaaS).

Il primo fa riferimento alla possibilità di trasmettere dati e usufruire di
servizi satellitari, delegando le complesse operazioni satellitari e la raccolta
di dati a fornitori terzi. Con il modello IaaS, invece, non solo avviene la
trasmissione dei dati satellitari, ma vengono anche condivisi i cosiddetti
‘actionable insights’, cioè le informazioni operative che derivano da tali dati.


LAVORATORI E INTELLIGENZA ARTIFICIALE, UN RAPPORTO ANCORA SENZA REGOLE

07/02/202407/02/2024 Matteo Bernotti

Sono moltissimi i dipendenti delle imprese che già oggi sfruttano strumenti di
IA generativa sul luogo di lavoro. Niente di male, se non fosse che una gran
parte di loro lo fanno senza adeguata formazione, supporto o policy aziendale.
In Italia, il 17% dei lavoratori intervistati ammette di utilizzare tali
strumenti, ma il 49% di questi lo fa senza aver ottenuto l’approvazione formale
dal datore di lavoro.

Sono alcuni dei risultati dell’ultima indagine condotta da Salesforce,
intitolata “Le promesse e le insidie dell’Intelligenza Artificiale sul lavoro”.
L’analisi, che svela importanti dinamiche legate all’utilizzo dell’IA generativa
da parte dei lavoratori, ha coinvolto oltre 14.000 dipendenti distribuiti in 14
paesi, con 1.002 partecipanti provenienti dall’Italia.

Il 54% dei lavoratori italiani “bara”

Gli intervistati, anche se già impiegano le nuove tecnologie IA, manifestano la
volontà di avere indicazioni chiare in merito all’utilizzo etico e sicuro
dell’IA. I lavoratori che utilizzano strumenti non autorizzati riconoscono la
necessità di adottare programmi ufficiali approvati dalle rispettive aziende.
Tuttavia, alcuni praticano comportamenti discutibili, come attribuirsi
indebitamente il lavoro svolto dall’IA o mentire sulle proprie competenze. In
Italia, il 54% ha presentato il lavoro di IA come proprio, mentre il 29%
simulerebbe competenze più avanzate per ottenere nuove opportunità lavorative.

Non è solo “colpa” dei dipendenti

Nonostante le azioni non sempre corrette dei dipendenti, la ricerca mette in
luce  che la responsabilità non è esclusivamente a loro carico. A livello
globale, quasi sette lavoratori su dieci non hanno ancora ricevuto una
formazione completa su come utilizzare in modo sicuro ed etico gli strumenti di
IA generativa sul luogo di lavoro. In Italia, solo il 23% dei lavoratori ha
ricevuto una formazione sull’utilizzo di tali strumenti.

Oltre alla mancanza di formazione, viene evidenziato un problema legato alla
mancanza o all’ambiguità delle policy aziendali sull’IA generativa. A livello
mondiale, l’87% dei lavoratori nel settore sanitario afferma che le politiche
aziendali sono poco chiare o addirittura assenti. 
In Italia, il 42% dei lavoratori sostiene che la propria azienda non ha policy
riguardanti l’utilizzo dell’IA, e solo il 15% opera in un contesto in cui
esistono linee guida ben definite.

Nuove opportunità professionali

E’ un dato di fatto che la conoscenza di strumenti di IA possa avere un
riverbero positivo sull’avanzamento di carriera. Il 37% dei lavoratori italiani
ritiene che acquisire competenze nell’IA renderebbe il proprio profilo più
appetibile. Il 46% è attratto da aziende all’avanguardia nell’utilizzo dell’IA.

Nel complesso, il 72% crede che l’IA generativa aumenti la produttività, e il
39% pensa che coloro che padroneggiano queste tecnologie possano ambire a
stipendi più alti.


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