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16
Ott


PIATTAFORME PETROLIFERE: SICUREZZA SUL LAVORO E TUTELA DELL’AMBIENTE

Blog, sicurezza settore idrocarburi, sicurezza sul lavoro, Sidas News
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PIATTAFORME PETROLIFERE: SICUREZZA SUL LAVORO E TUTELA DELL’AMBIENTE

Nei mari italiani sono attivi 138 impianti tra piattaforme petrolifere e teste
pozzo sottomarine.

Le piattaforme si concentrano prevalentemente nell’alto Adriatico, nello Ionio e
nel Canale di Sicilia e vi lavorano circa 15mila addetti, inclusi quelli delle
imprese di supporto: un piccolo esercito di professionisti qualificati che
operano in condizioni assolutamente uniche e spesso difficili. La loro
sicurezza, la tutela dell’ambiente e le prospettive di questo settore strategico
per il fabbisogno energetico degli oltre 700 milioni di cittadini che vivono
oggi in Europa, sono state al centro dell’evento “Sicurezza sulle piattaforme
offshore”, organizzato dai sindacati di categoria Femca Cisl, Filctem Cgil e
Uiltec Uil a Palermo, a cui hanno partecipato anche molti rappresentanti dei
sindacati del nord Europa.

Nel 2017 in Italia, nelle attività di ricerca, coltivazione e stoccaggio di
idrocarburi, si sono verificati 37 infortuni: il 95% degli incidenti riguarda la
terraferma, il resto le attività a mare. Si è registrato un aumento degli
infortuni lievi e una riduzione degli infortuni nelle attività di mare, ma
lo scenario resta comunque preoccupante e non va trascurato.

I lavoratori del settore, altamente specializzati, svolgono un’attività in un
ambiente lavorativo e con modalità particolari che influiscono moltissimo sulla
qualità della vita, e l’idea di applicare il CCNL Energia e Petrolio offre
precise tutele in questo senso. Le competenze dei responsabili sindacali per la
sicurezza possono e devono essere messe al servizio anche dei lavoratori delle
piattaforme offshore, come in qualsiasi realtà produttiva energetica in Italia.

Dopo il disastro del 2010 nel Golfo del Messico, il Parlamento europeo ha
emanato la direttiva 30/2013 sulla sicurezza delle operazioni in mare nel
settore degli idrocarburi, aggiornando la lista dei rischi riconducibili
all’attività, potenziandone i controlli e i sistemi di segnalazione e
prevenzione degli incidenti.

In Italia il decreto legislativo n.104 del 16 giugno 2017 attua tale
direttiva, che ha istituito presso il ministero dello Sviluppo economico la
Commissione garante della sicurezza sulle piattaforme.

Per quanto riguarda, invece, lo smantellamento delle piattaforme estrattive
obsolete, l’auspicio è che si possa intervenire riqualificando tali piattaforme,
soprattutto quando il loro smaltimento risulti troppo oneroso; ad esempio il
“Progetto Poseidon“, elaborato insieme al Centro Nazionale delle Ricerche (CNR),
all’Istituto scienze marine (ISMAR) e alla Fondazione Cetacea, che ha
l’obiettivo di convertire le piattaforme della costa romagnola in stazioni
scientifiche interconnesse, ad alto contenuto tecnologico, per lo studio
dell’ambiente marino. Questa conversione, ripetibile e riproducibile anche per
altri impianti, porterebbe alla creazione del primo parco marino tecnologico in
Europa.

 


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