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mercoledì 27 luglio 2022, ore 20:36 , utenti connessi : Home page I libri Biografia Video English Mailing List Stampa Feed RSS * Home page * Biography * Video * L'ospite del giorno * I Libri * Links * Appuntamenti * Rassegna stampa * Antologia di lettere * Foto * English * Mailing list * Il Giornale * La Stampa * Panorama * Diario di Shalom * Il mio primo giorno in Au... * Solidarietà * In memoria di mio padre * I perché della mia scelta * Solo D'Alema crede al dia... * Amnesty: una concezione m... israele non e' uno stato di apartheidk Brava!Ben scritto.Shalomggc si dovrebbe far piazza pulita dell'nformazione distorta ma si rischia di danneggiare chi faa vera informzione. Importante che le[...] La solita suddivisione ideologica tra "buoni" e "cattivi". Palestinesi buoni ed israeliani cattivi.Mi viene in mente la "performan[...] Cara Fiamma,come sempre la tua lucida analisi è da condividere, e come sempre il popolo ebraico rappresenta nella storia dell'uman[...] Vai alla scheda Errore : -2147012721 Linea: 0/Colonna: 0 Mosca chiude l'Agenzia. L'ira di Israele martedì 26 luglio 2022 - commenti Il Giornale, 26 luglio 2022 Nella nuova avventura che il mondo, bendato, sta intraprendendo, Israele e Russia confliggono. Putin ha annunciato la chiusura dell'Agenzia Ebraica in Russia, l'Agenzia, la "Sochnut"che divenne il primo governo di Israele: nata nel 1923, divenne nel '48 il primo governo di Ben Gurion; tiene insieme nel mondo il bandolo della diaspora, laica e religiosa, del ritorno in Israele del popolo ebraico. Paese per paese, città per città, il nesso fra identità culturale e religiosa delle varie comunità e Israele è là. Il Ministero della Giustizia russo ha accusato la "Sochnut" di raccogliere informazioni sui cittadini russi, e questo è illegale. La risposta tecnica è stata lo stupefatto incarico a un gruppo di legislatori israeliani di partire per Mosca per trovare il modo di far cessare l'inquisizione, ma per ora il gruppetto aspetta presso il Ministero degli Esteri e non ottiene il permesso di presentarsi in Russia. L'Agenzia ha deciso al momento di spostare la sua attività online e a Gerusalemme, una sconfitta momentanea, accompagnata dalla protesta simile a una vera e propria minaccia di rappresaglia da parte del Primo Ministro e Ministro degli Esteri Yair Lapid. [...] Continua Il flop di Biden rafforza lo Zar (ed è un rischio) martedì 19 luglio 2022 - commenti Il Giornale, 19 luglio 2022 Ci sono pochi dubbi che la visita di Putin a Teheran per incontrare il Primo Ministro Ebrahim Raisi e Tayyp Erdogan sia un modo di guardare minacciosamente negli occhi Joe Biden subito dopo il tour in Medio Oriente, a Gerusalemme e a Gedda. Gioco frontale, con l'intenzione di aprire un largo confronto geopolitico che si somma a quello fatale del faccia a faccia Russia-Occidente liberale. E' solo la seconda volta che Putin lascia i suoi confini dall'inizio della guerra. Da questo, si capisce che importanza dia al potere in Medio Oriente dopo l'isolamento e le sanzioni della guerra. Non ha futuro in Occidente, cerca spazio altrove, forza energia, territorio, controllo sul mondo islamico, apertura geografica verso il Sud globale. Grande strategia, nuova storia che gli americani cercano di fronteggiare in difesa: può portare a scontri immensi, ben oltre la capacità politica e perfino l'immaginazione dei leader occidentali attuali. Lo si è visto adesso dalla maniera fragile e sostanzialmente inerte, nonostante lo sforzo, con cui Biden ha pilotato i suoi incontri a Gerusalemme e a Gedda. Ha detto: "Siamo in Medio Oriente e non abbiamo nessuna intenzione di andarcene". Ma non ha convinto. [...] Continua Italian Israeli Journalist Defines Modern Antisemitism in ‘Jewish Lives Matter’ | The Jewish Press lunedì 18 luglio 2022 - commenti JewishPress.com, July 18, 2022 By David Israel For starters, see if you can find yourself in the forward to Fiamma Nirenstein’s new book, “Jewish Lives Matter – Human Rights and Antisemitism,” published online today by the Jerusalem Center for Public Affairs. “More than it is a book, this is an open letter that expresses my utter bewilderment,” she writes. “I was angry and taken aback while pouring out these words, surrounded by a heap of scattered papers and books written by myself and others, who like myself have dealt with antisemitism throughout the years. Years in which antisemitism should have disappeared, but has instead increased and now is a huge phenomenon. We have failed! “My anger is fueled by pain: I have already explained extensively how antisemitism has turned into hatred of Israel, but this is the first time I see my own friends falling prey – slowly and without realizing it, because they are decent people – to an alien antisemitic spirit. A spirit that has worked its way into their mindset precisely in the name of the good things in which they believe, that is, human rights. “I never thought that those whom I deemed friends could have been gripped by such an instinctive repulsion for the most important manifestation of the Jewish people, Israel. Instead, this hostility is strong and completely shameless, which is also a new phenomenon. Therefore, I sat down and wrote in order not only to respond to the accusations, but also to accuse.” [...] Continua Jewish Lives Matter: Human Rights and Anti-Semitism lunedì 18 luglio 2022 - commenti In Jewish Lives Matter, award-winning journalist and author Fiamma Nirenstein poses a blunt question: Why did the May 2021 Gaza war, in which Hamas fired more than three thousand rockets at Israel’s civilian population, spark a worldwide uproar of anti-Semitism as Israel was put in the dock for defending itself? In a powerful, incisive analysis, Nirenstein traces the post-Holocaust emergence of a new, virulent, Israel-focused, anti-Semitism. She challenges the world at large – and the human rights community in particular – to remove its blinders and finally see Israel as a democracy compelled to fight back and as a fulfillment of age-old Jewish aspirations, and its enemies as aggressors bent on its utter destruction. * Click to share on Facebook (Opens in new window) * Click to share on Twitter (Opens in new window) * Click to share on WhatsApp (Opens in new window) * Click to print (Opens in new window) * Click to email a link to a friend (Opens in new window) Download pdf Continua Mr. Biden torna a casa domenica 17 luglio 2022 - commenti Mr. Biden torna a casa dal Medio Oriente, e dopo molti baci e abbracci da parte degli israeliani, non si può dire che il mondo arabo abbia conferito un serto d'alloro alla dichiarazione di Gedda: "Siamo in Medio Oriente, non abbiamo intenzione di andarcene da nessuna parte, siamo qui per restare". Una dichiarazione che rovescia la politica degli ultimi anni, col penoso picco della fuga dall'Afghanistan e che striscia dai tempi di Obama, con il ritrarsi dalla Libia e dalla Siria: il ritorno americano, solennemente sancito dal discorso di Biden nel palazzo reale di fronte ai padroni di casa Sauditi, re Salman e il principe della corona Mohammed Bin Salman, circondati da altri nove Paesi invitati al vertice con gli USA, tutti arabi sunniti, ha un significato politico immediato molto chiaro: siamo qui per formare un'alleanza strategica infrangibile che impedisca a Russia, Cina e Iran di occupare proditoriamente un vuoto. Non lasceremo il Medio Oriente nelle loro mani. Ma la risposta è stata diplomatica: certo, non si rifiuta, coi suoi aiuti strategici, economici e tecnologici, la prospettiva di costruzione di un fronte unito agli Stati Uniti quando dall'altra parte il rischio Iran, il nemico sciita ormai vicino all'arma atomica e sempre più rampante. Ma non una parola da parte araba su Russia e di Cina; MBS ha parlato solo di alleanza strategica in cui si rispetti ciascuno, e si evitino svolte atomiche. Niente Nato araba. [...] Continua Incontro Biden-Bin Salman (ma niente stretta di mano) sabato 16 luglio 2022 - commenti Il Giornale, 16 luglio 2022 Se qualcuno pensa che volare dall'aeroporto Ben Gurion a Gedda sia soltanto un nuovo, rivoluzionario percorso più rapido, finalmente, per connettersi da Israele a tutta l'Asia, all'India, alle Filippine e al Giappone, senza fare dei giri strani e inutili, afferra solo una parte della verità. La trattativa è stata lunga e difficile, il divieto di sorvolare i deserti sauditi è stato superato con tutto l'impegno americano e anche col consenso di Israele all'Egitto di consegnare ai sauditi due isolette nel Mar Rosso. Il volo, compiuto ieri per la prima volta dall'Air Force One di Joe Biden dopo la visita di tre giorni in Israele diretto in Arabia Saudita, è una rivoluzione in tempi di terremoto mondiale. Chi l'avrebbe detto che Joe Biden, di cui si sorride quando cade dalla bicicletta o dimentica un nome, avrebbe intrapreso una ristrutturazione strategica delle alleanze con la ricostruzione del rapporto più volte ripudiato col Medio Oriente, inserendo nella medesima pagina i due Paesi che sembravano i più abissalmente lontani, Israele e l'Arabia Saudita. [...] Continua Biden alla riconquista di Israele e Arabia Saudita. "Minaccia Mosca-Teheran" giovedì 14 luglio 2022 - commenti Il Giornale, 14 luglio 2022 Da Gerusalemme Joe Biden ha intrapreso ieri la strada della costruzione di uno schieramento mediorentale, arabo e israeliano in contrapposizione all'asse russo che, nell'area, fa perno sull'Iran. Nel mezzo della nuova Guerra Fredda il presidente degli Stati Uniti, in visita in Israele da ieri, ha cercato di combattere l'immagine di una amministrazione debole segnalando determinazione, ma anche sentimento e sincerità. Biden ha segnalato che in Israele si trova fra i suoi amici cari, che combatte per la stessa casa democratica. Qui, ha abbandonato ogni stilema di realpolitik, ma dovrà recuperarlo fra due giorni in Arabia Saudita andando a visitare e a riabilitare Mohammed Bin Salman, il principe saudita che aveva espulso dal consesso dei leader frequentabili dopo l'assassinio di Kashoggi in Turchia. Adesso, gli è necessario rovesciare la decisione per garantire petrolio ed equilibrio internazionale, e per controbilanciare il potere russo in Medio Oriente. [...] Continua Putin in Iran per i droni e Mosca alza il tiro 'scontro atomico vicino' mercoledì 13 luglio 2022 - commenti Il Giornale, 13 luglio 2022 Se non è Guerra Fredda, ci somiglia. Putin va all'attacco in Medio Oriente e disegna alleanze alternative a quelle che gli Stati Uniti cercano di cementare in questi giorni. Mentre Israele chiude le strade centrali e blocca l'intera capitale per ricevere il presidente americano Biden, Putin impacchetta il suo potere per volare il 19 a Teheran. Pochi giorni perchè le telecamere si spostino da Gerusalemme e poi da Riyadh dove Biden farà tappa cercando di cementare un nuovo bastione mediorientale, e i giornalisti potranno fotografare nella capitale dell'Iran quello che Reagan avrebbe definito forse come il nuovo "asse del male"; Putin, Erdogan saranno ospiti di Ebrahim Raisi, un primo ministro che nel passato ha condannato a morte decine di migliaia di persone a nome del regime degli Ayatollah. L'occasione è un summit per la pacificazione degli 11 anni di conflitto della Siria, il cosiddetto "Astana Peace Process", ma difficile pensare che Putin vi avrebbe dedicato la sua seconda visita all'estero (dopo il Tagikistan in giugno) dall'inizio della guerra in Ucraina senza la rinnovata azione americana, con la prospettiva di un accordo sul petrolio del Golfo, il sostegno del rapporto fra Israele e i Paesi arabi di un Accordo di Abramo allargato, e anche di una "Nato" araba di cui anche Israele farebbe parte. [...] Continua La missione di Biden in Medio Oriente. Prove di risposta allo strapotere di Putin lunedì 11 luglio 2022 - commenti Il Giornale, 11 luglio 2022 Se non ci fosse nella sua agenda, fiammeggiante, la guerra russa contro l'Ucraina, forse Joe Biden non starebbe per sbarcare qui, a Gerusalemme, mercoledì prossimo; non sarebbe entrata nella sua agenda la clamorosa conclusione dell'ostracismo dichiarato contro il principe Mohamed Bin Salman, il tenebroso, affascinante MBS, dittatore e riformatore saudita. Dopo l'assassinio di Kashoggi in Turchia non avrebbe mai, il presidente americano, messo in agenda, l'incontro programmato a Riad. Anzi, Biden ha sempre seguitato a ripetere che non è proprio un incontro, ma un ritrovo quasi casuale in occasione di un riunione con vari dignitari sauditi. Ma in Arabia Saudita, si sa bene, comanda MBS. E chi lo sa lo considera più di Biden, i cui cittadini ormai pagano la benzina 5 dollari per tre litri e mezzo, e si avviano carichi d'ansia alle elezioni di «midterm», prevedendo un inverno in cui la rottura con la Russia crea mancanza di energia, inflazione, disoccupazione. Biden è preoccupato e cerca un successo. A Gerusalemme si spolvera il tappeto rosso, il nuovo primo ministro (ad interim, ma entusiasta dell'occasione) Yair Lapid prepara il discorso, si chiudono le strade, Biden resterà tre giorni: un'eternità per una visita presidenziale americana, e già tuttavia più che su Israele lo sguardo di Biden è puntato sull'Arabia Saudita per due ragioni: la prima di affermazione internazionale. Una presa di posizione di fronte alla forza di Putin: che non creda di dominare il Medio Oriente, con la presenza aggressiva e catalizzatrice nel porto di Tartus, con la longa manus dell'Iran, sempre più amico della Russia, che spinge i suoi armati fino in Yemen, Iraq, Libano, con le sue forze sul mare e in terra in Siria, che tesse trame profonde con la Turchia e la incita a un doppio gioco che l'Europa non ha voglia di scoprire, ma che Biden conosce bene. La seconda ragione è quella della richiesta a MBS di aumentare la produzione petrolifera e di andarci piano coi prezzi, e di stabilire un rapporto con Israele che allargando i patti di Abramo dia una larga base di consenso alla presenza americana. Obama iniziò la sua disastrosa politica di «disengagement» con l'abolizione della «linea rossa» in Siria e quindi il consolidamento di Assad; l'Iran ha approfittato per far crescere le sue milizie Hezbollah e Houty mentre rimpinguava l'arricchimento dell'uranio; Hamas, con i soldi del Qatar e l'aiuto turco, tutti legati alla Fratellanza Musulmana e almeno temporaneamente all'Iran sciita, ha scalzato il potere di Fatah fra i palestinesi... [...] Continua LUNEDÌ 11 LUGLIO PRESENTAZIONE DEL LIBRO “JEWISH LIVES MATTER DIRITTI UMANI E ANTISEMITISMO” lunedì 11 luglio 2022 - commenti LUNEDÌ 11 LUGLIO PRESENTAZIONE DEL LIBRO “JEWISH LIVES MATTER DIRITTI UMANI E ANTISEMITISMO” Nella serata di LUNEDÌ 11 LUGLIO alle ore 21:00 presenteremo, in una conferenza virtuale alla quale potrà accedere tramite il seguente link: https://us02web.zoom.us/j/84872836624, il libro “JEWISH LIVES MATTER DIRITTI UMANI E ANTISEMITISMO” di Fiamma Nirenstein, insieme a: * FIAMMA NIRENSTEIN (Autrice del libro e Giornalista); * OFIR HAIVRY (Storico); * ALESSANDRO CECCHI PAONE (Giornalista). L’evento sarà trasmesso in diretta sulla nostra pagina Facebook. → Qui le istruzioni per scaricare la piattaforma Zoom ed effettuare il primo accesso! -------------------------------------------------------------------------------- I profili dei nostri relatori. -------------------------------------------------------------------------------- Il volantino. -------------------------------------------------------------------------------- Il manifesto. Continua Nella "guerra all'Occidente" i primi nemici siamo noi giovedì 7 luglio 2022 - commenti Il Giornale, 07 luglio 2022 "The War on the West", la guerra contro l'Occidente, ha avuto una particolare ventura: il vasto, valoroso libro di Douglas Murray autore di "The madness of the crowd" (Ed. Broadside Books Harper and Collins) parla della guerra culturale in corso, del penoso attacco che la cultura occidentale subisce senza veramente disporre di un muro di difesa, mentre sparano i cannoni veri, quelli Russi, scuotendo alle fondamenta il nostro mondo. Quei colpi, pur nella confusione generale, risuonano ovunque, interrogando il mondo politico e culturale; Murray cerca con evidente furia, passione, senso di urgenza, appena smorzati da un ironico british accent che smorza il volume, di svegliare il mondo alla crisi isterica di senso di colpa da cui il nostro mondo messo a fondamentale pericolo di vita. La guerra al nostro mondo, Murray la esamina soprattutto dal centro dell'impero, gli USA, e dalla sua Inghilterra. La lente prescelta è quella dell' ossessione razziale, la cosiddetta "Critical Race Theory" (CRT) che si sviluppa con l'orrida uccisione di George Floyd da parte della polizia americana nel 2020 e quindi con Black Lives Matter. La CRT prende come una malattia mortale possesso della società occidentale creando ramificazioni profonde: la conseguenza infatti è una forma di senso di colpa ossessivo e definitivo, racconta punto per punto Murray. La nostra civiltà è stata ridotta dai testi che riempiono ormai le librerie, i programmi scolastici, determinano le cattedre delle maggiori università come Harvard, Stanford, Columbia, ispirano le urla di manifestazioni incongrue e devastanti: vedono la nostra civiltà come un polipo avviluppato sullo schiavismo e l'odio razziale, dalle fondamenta di Gerusalemme, la religione, e di Roma, l'ordine della legge. La cultura razziale, secondo la CRT nullifica tutta la strada verso le uguaglianze la fratellanza umana regolate dalle regole postcoloniali, dalla legge, dalla democrazia: "Il progresso nelle relazioni razziali è nella maggior parte un miraggio che oscura il fatto che i bianchi continuano consciamente e inconsciamente a fare tutto ciò che è in loro potere per assicurarsi il predominio e mantenere il controllo". Questo scrive, fra mille che Murray cita, uno degli autori più importanti che ha scritto il nuovo Talmud del nostro tempo, Derrick Bell. La lista è è lunga, ci troviamo da Michael Moore che fra l'altro scrive una ser die testi al titolo "Stupido uomo bianco", a Robin Di Angelo che sostiene che "bianchi buoni non ne esistono", e una pletora di altre bibbie del nuovo credo. E al seguito, tutti i giornalisti e i politici a caccia di consenso. Questo, nonostante la sofferta e ben concreta strada dell'eguaglianza sia ormai lunga due secoli, nonostante l'America abbia votato Obama per presidente nel 2009, e che il 66 per cento degli americani lo stesso anno pensi che i rapporti razziali sono"sostanzialmente buoni". Non importa: l'accademia e di conseguenza l'educazione, i media, la buona creanza sociale americana si è inventata, racconta minutamente Murray, un intero set di concetti e termini per cui il bianco, anche i bambini piccoli (Ibram X.Kendi, How to be an antiracist), sono "suprematisti bianchi". [...] Continua Quei valori eterni dell'ebraismo mercoledì 6 luglio 2022 - commenti Il Giornale, 06 luglio 2022 L'ebraismo è una cosa molta seria, molto forte e molto delicata nello stesso tempo: le sue regole, le sue norme sono sopravvissute a persecuzioni e ad assedi, mantenendo in vita un senso religioso e nazionale che ha dimostrato il suo valore oltre ogni umana aspettativa. Questo vale per gli ebrei e per i laici. Chi non lo capisce, chi vede queste regole, queste tradizioni nel cibo, nella preghiera, nelle feste comandate come stupidi residui, addirittura come una recita, un intrattenimento sociale richiesto dal conformismo o dall'opportunità, fa un grave errore. [...] Continua Israele al voto la quinta volta in tre anni. Scontro infuocato tra Lapid e Netanyahu venerdì 1 luglio 2022 - commenti Il Giornale, 01 luglio 2022 Sarà lunga: 120 giorni. Sarà dura: due mondi faccia a faccia l'uno contro. Sarà feroce: Netanyahu e Lapid combatteranno con le unghie e con i denti per vincere le prossime elezioni. Con la chiusura della Knesset comincia una campagna, la quinta in due anni, che di nuovo spaccherà amicizie e famiglie in questo Paese, mentre i nemici, come i Palestinesi e l'Iran, ballano. Yair Lapid gestirà le elezioni dal ruolo di quattordicesimo Primo Ministro, anche se provvisorio, dello Stato d'Israele; Naftali Bennet se n'è andato con una benedizione all'alleato cui lascia il ruolo, annunciando che lascia la politica. Il suo funambolico portare il partito "Yemina" la destra, in un governo sostanzialmente di sinistra, ha segnato i confini di quel che è possibile nella politica israeliana, che comunque cerca stabilità, sicurezza,economia, rapporto con gli USA e col mondo arabo, esercito pronto a tutto. Ed eccoci di nuovo dunque a due candidati che anche nella storia personale rappresentano due mondi: Netanyahu, figlio di Bentzion, grande storico dell'Inquisizione: uno statista più che un politico, amato e odiato, sicuro della necessità del popolo ebraico di essere forte di fronte all'Iran e al terrorismo palestinese, e di proclamarlo forte. Forte di una biografia familiare e personale in cui l'eroismo è di casa (il fratello Yoni ucciso a Entebbe, lui ferito più volte nell'Unità Speciale Sayeret Matkal), non religioso ma legato alla tradizione, apprezzato dal mondo religioso e dagli abitanti degli insediamenti. E architetto dei patti di Abramo e quindi di un'idea di pace economica e popolare e di difesa anti-iraniana senza limiti imposti dai palestinesi. [...] Continua Donne vittime della nuova guerra civile domenica 26 giugno 2022 - commenti Il Giornale, 26 giugno 2022 Il titolo di "New Republic" ieri recita: "la Guerra per il diritto ad abortire dovrà violare la legge", è una scelta pesante, dopo gli scontri di massa con Black Lives Matter nel 2020, ma si può capire. La rabbia è tanta, e così la voglia di farne un'arma e un bacino di consenso. Chi scrive, in gioventù ha marciato, parlato, scritto molto per il diritto all'aborto: è sbagliato anche oggi semplificare con una proibizione un diritto delicato e triste, su cui si sono impegnati decenni di lotte femministe. Era inevitabile allora e lo resta oggi, che quando una ragazza arriva a quella drammatica conclusione per violenza, età, malattia, miseria, la sua volontà non possa essere coercita con una proibizione, ovvero che il diritto a controllare il suo corpo e l'intero suo futuro non possa esserle alienato al giorno d'oggi nella società democratica. Certo, ci sono molte cose che potrebbero essere dette ragionevolmente, come per esempio che sentenze come la parenthood v. Casey del 1992 sembra avventurarsi nel regno della crudeltà quando suggerisce che l'aborto è praticabile fino al settimo mese. I limiti di quella scelta non sono scritti nella roccia, ma è evidente che siano molto delicati, a volte anche tragici, che il buon senso e la forza morale oltre all'aiuto della società dovrebbero giuocarvi un ruolo preponderante. ma la Costituzione, non lo sa. E inoltre, è fastidioso che la lectio corrente sui giornali indignati della risoluzione della Corte Suprema a maggioranza repubblicana, sia criminalizzante, ancora una volta, verso i conservatori: la scelta è legata a un'aria, un clima, una tempesta cognitiva dovuta a una guerra in corso di cui le donne sono cadute vittima. [...] Continua Informazione Corretta, il nuovo video di Fiamma Nirenstein: "Tutti uniti contro l'accusa di Israele 'Paese di apartheid'" sabato 25 giugno 2022 - commenti Cari amici, il sito web Informazione Corretta pubblica in esclusiva un mio nuovo video: Tutti uniti contro l'accusa di Israele 'Paese di apartheid' Amnesty International rilancia contro Israele l'accusa di "Paese di apartheid". Una menzogna per delegittimare lo Stato ebraico sempre più pericolosa. Clicca qui per vedere il video Continua 1 2 3 4 > » Ultima » Testi e immagini sono copyright 2022 Fiamma Nirenstein - per contatti: info@fiammanirenstein.com Concept & design Fourweb