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SEGNALI DI FUMO SU VIDEOMUSIC, QUANDO LE BAND ALTERNATIVE SUONAVANO LIVE IN TV

Negli anni '90, Segnali di Fumo ci portava la musica alternativa direttamente in
cameretta

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12/03/2019 - 12:00 Scritto da Simone Stefanini Timoria e altri 7
Timoria 27 Ritmo Tribale 112 Litfiba 143 Morgan Marco Castoldi 1K Edda 373 Karma
17 Bluvertigo 1K Santo Niente 352

A metà degli anni '80, così lontani e così vicini, lo streaming non era neanche
nei sogni turbobagnati degli adolescenti, che se volevano ascoltare qualcosa
dovevano comprare dischi o cassette e se volevano essere informati sulle novità,
dovevano per forza affidarsi ai pochi mensili musicali in edicola. Rai e (ai
tempi) Fininvest parlavano raramente di musica, quasi mai di quella un po'
diversa dal solito pop. Mentre gli Stati Uniti avevano MTV, gli italiani
dovevano accontentarsi di Discoring o Deejay Television. Il 2 aprile del 1984,
la situazione cambiò radicalmente quando le frequenze non ancora digitali di
Elefante Tv, iniziarono a trasmettere il video "All Night Long" di Lionel
Ritchie, che dette il via alla programmazione di Videomusic, la prima emittente
musicale d'Europa.





Chi ha più di 30 anni, ricorda bene il primo logo con la M verde e la scritta
Video, le scenografie cyberpunk, ma soprattutto i volti dei primi veejay: Rick &
Clive, Claudio De Tommasi, Elisa Jane Satta, Attilio Grilloni, Monti & Baldini,
Clare Ann Matz, Mixo e i nomi dei programmi, alcuni dei quali talmente avanti da
non avere mai avuto rivali neanche a 30 anni di distanza: Heavy con Kleever,
Moka Choc, Blue Night, Indies, Rock Revolution, Crazy Time, Zona Mito e Segnali
di Fumo.



Ecco, prendiamo un respirone perché qui le cose si fanno ancora più fighe e
ricordarle così, di botto, potrebbe far scendere più di una lacrima ai
nostalgici. Stavolta però non sarebbe il solito glorificare il passato che ci
sembra bellissimo solo perché siamo invecchiati, stavolta ne abbiamo ben donde:
Videomusic ci ha insegnato la cultura musicale, anche quella più ostica. Abbiamo
impresse nella memoria interviste a Einsturende Neubauten o Cranes, programmi
sulle avanguardie newyorchesi o sulla scena lesbo hardcore e una copertura
totale su quella metal-alternativa italiana, dai Death SS ai Bluvertigo.







Giunti negli anni '90, cambiato lo storico logo con uno più giovane e frizzante
(in realtà meno bello, ma anche meno clonato da quello di MTV), l'appuntamento
fisso con la musica dal vivo prese il nome di Segnali di Fumo, il contenitore
pomeridiano che dal 1993 al 1996, ha portato nelle nostre camerette dei live che
non osavamo neanche inserire nelle preghiere domenicali, tanto erano
impossibili: si parla dei Kyuss ad esempio (con Josh Homme alla chitarra, che
avrebbe poi fondato i Queens of the Stone Age), che ci spettinavano nel
doposcuola, direttamente dalla tv. Ospitoni stranieri a parte, Segnali di Fumo
era il palco preferito per le band italiane, che altrimenti non
avrebbero trovato spazio in tv a causa della loro musica non addomesticata. Per
fare un'analogia che ci riguarda da vicino, quelli che oggi suonerebbero al MI
AMI, a metà degli anni '90 suonavano in tv ogni pomeriggio, per il piacere di
quelli che, come noi, trovavano finalmente qualcosa che li rappresentasse. 

La conduzione di Segnali di Fumo era affidata a Paola Maugeri, praticamente la
professoressa di musica alternativa di tutti gli adulti di oggi (e, non se la
prenda, il sogno erotico/romantico di una generazione), che nelle varie edizioni
è stata affiancata a partner maschi, che agivano da comprimari, giusto per farvi
capire com'eravamo già belli progressisti. Quello che si ricordano un po' tutti
è Claudio Cingoli, il Kaimano col crestone (oggi produttore e regista tv),
mentre molti tendono a scordare l'apporto di Mikymix (oggi Caparezza) e di Laura
Freddi.





Grazie a loro potevamo assistere ai live in studio e alle interviste delle band
che più ci piacevano nell'era pre-digitale, quella in cui non potevi
nasconderti, in cui se ti piaceva un certo tipo di musica, rincorrevi concerti
ed eventi in tutta Italia, partecipavi attivamente e sceglievi le tue amicizie
in base al gruppo ritratto sulla maglietta. L'epoca in cui chi andava in
discoteca e chi suonava non s'incontravano mai, in cui ogni vestito sdrucito,
ogni scritta a penna sulle mani, ogni taglio di capelli impossibile, mostrava
quanto fossi alternativo alla massa. Una possibilità che, per la prima volta,
prendeva piede anche in provincia grazie proprio alla tv, che
portava direttamente in casa mode e suoni che, quelli che abitavano nei luoghi
dove l'unico negozietto di dischi si spingeva al massimo fino a Vasco Rossi, non
avrebbero mai potuto ascoltare altrimenti. 



I '90 erano un po' i '60 rovesciati, le istanze di rivolta c'erano tutte,
tornarono in auge autogestioni e occupazioni, i primi cortei contro il Governo
(c'era Berlusconi ai tempi) e i film che davano voce alla Generazione X, quella
che aveva scoperto che il disagio poteva essere indossato come un'armatura: da
Jack Frusciante è uscito dal gruppo a Tutti giù per terra, per la prima volta
qualcuno parlava di noi senza filtri. In quel clima floridissimo, d'impegno e di
voglia di novità, le band alternative crescevano come erbacce in un campo
abbandonato e diventavano il romanzo di formazione dei giovani alternativi:
C.S.I., Marlene Kuntz, Afterhours, Bluvertigo, Subsonica, tutto il Consorzio
Produttori Indipendenti, Ritmo Tribale, Timoria, Yo Yo Mundi e i vecchi Litfiba,
ai tempi depositari della scena anni '80. Loro e tutti gli altri, un passaggio a
Videomusic prima o poi l'hanno fatto e molti di loro sono stati lanciati proprio
da Segnali di Fumo che, quando non aveva gli ospitoni, dava spazio anche a band
minori, che vincevano concorsi o semplicemente che venivano reputate
interessanti. Ecco, pensate un attimo a quelle cose aberranti in tv tipo Sanremo
Young con la Clerici o alla scuola di Amici che produce interpreti in serie: 20
anni fa, se avevi una band figa ti beccavi un passaggio televisivo e quel giorno
lì eri il king.

Qui sotto, giusto per dare qualche input alla vostra memoria, alcune esibizioni
tra quelle che abbiamo trovato sul Tubo, salvate dalla polvere da qualche
benefattore pirata, che ci ricorda come eravamo e come siamo diventati. Su,
smettetela di piangere, dalla nostalgia ci passano anche i quindicenni,
figuratevi voi.

 

Morgan spiega la musica dei Bluvertigo 







 

I Ritmo Tribale con Edda alla voce suonano unplugged 







 

I Timoria con Francesco Renga alla voce 







 

Il Santo Niente con Umberto Palazzo







 

Gli Africa Unite live  







 

Fabrizio Tavernelli degli AFA presenta Materiale Resistente







 

I Litfiba in versione ruock presentano Spirito







 

I Karma portavano le chitarre potenti e piacevano a chi cercava il grunge in
italiano







 

Un bonus, un regalo: Joey e C.J. dei Ramones negli studi di Segnali di Fumo 







---
L'articolo Segnali di Fumo su Videomusic, quando le band alternative suonavano
live in tv di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2019-03-12 12:00:00


COMMENTI (7)

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 * marco.digra 2 anni Rispondi
   
   Bello... ricordo con piacere quando sono stato ospite a Segnali di fumo, non
   come musicista, ma come fumettista. D'altronde... segnali di fumo, fumetto...
   molto avanti anche in quello, quando la "cultura ufficiale" era molto restia.
   Lì invece fummo ospiti per un pomeriggio a parlare di nuvole parlanti. E
   dopo, grazie a quella puntata, ho anche lavorato, purtroppo per soli due
   mesi, poi ci fu il passaggio a Cecchi Gori nella trasmissione Metropolis,
   sempre parlando di fumetti. E' stato bello... :)
   Marco Di Grazia

 * pani.alessio 2 anni Rispondi
   
   @marinamarrubini complimenti, un lavoro epico e -credo- unico ancora oggi.

 * ivan.b.zamellisar 3 anni Rispondi
   
   Cavoli mi ricordo a boooombaaa!!!
   Fantastiche giornate, pomeriggi e serate passate insieme a VM (specie dal
   secondo logo)!
   Il brutto era che stando hai confini della civiltà moltissime volte non
   potevo vedere niente perchè non cera ricezione e non si trovava manco il
   canale...
   Grazie per aver pubblicato questo articolo, sono un '79, almeno per quanto
   riguarda l'anagrafe, ma questo mi ha fatto andare ancora più sulla mia
   strada, ancora più under, ancora più fuori dall'idioma del grande big data,
   l'omologazione e il seguente sdoganamento dei generi....ora invece bisogna
   eliminare la rete per esser come loro, o almeno cercar di creare meglio le
   cose....rock on e sempre avanti!!! :)

 * gianni.gardon 3 anni Rispondi
   
   @marinamarrubini complimenti ovviamente da condividere con voi "dietro le
   quinte"... il vostro era un programma fighissimo, esattamente come è stato
   ben evidenziato nell'articolo. Sono un '77, quindi gli anni del Liceo,
   dell'adolescenza, della scoperta musicale, hanno coinciso con i tanti
   pomeriggi trascorsi a vedere quelle fantastiche band italiane che stavano
   emergendo e a cui videomusic dava tanto risalto. Che ricordi!

 * marco.lunghi74 3 anni Rispondi
   
   Avete fatto un bellissimo lavoro in quegli anni,programma fatto da
   professionisti che amavano e lavoravano per la musica.
   Segnali di fumo ma anche help e Roxy bar di Red Ronnie per me erano la base
   per ascoltare la musica non commerciale che girava in Italia.
   Bravi ragazzi,ancora complimenti.

 * marinamarrubini 3 anni Rispondi
   
   Ciao, ero l'autore di segnali di fumo, dal lancio fino al 95. Mi fa piacere
   che qualcuno si ricordi di quel prodotto, ci siamo divertiti e massacrati a
   farlo, ma ci abbiamo messo passione ed era tutto molto onestamente fatto. I
   conduttori erano la parte visibile, ma dietro le quinte eravamo un'armata di
   sognatori appassionati, adoratori del rock, eravamo intelligenti,
   musicalmente colti e pronti a rischiare il tutto per tutto ogni giorno.
   Eravamo una riserva indiana, avevamo contro reti potenti, ma noi senza
   auditel eravamo virali prima che la parola esistesse. E'stato un bel lavoro.
   Ciao a tutti!!

 * emiliano.baccini 3 anni Rispondi
   
   Come non menzionare allora Rick Hutton con "Rick & Roll" che dava spazio
   anche alle band emergenti?




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