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PICCO DI HUBBERT

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Previsioni della produzione di petrolio esclusi i paesi OPEC e l'Unione
Sovietica fatta dal Governo statunitense (2004)

La teoria del picco di Hubbert (detta anche più brevemente picco di Hubbert) è
una teoria scientifica che modella l'evoluzione temporale della produzione di
una qualsiasi risorsa mineraria o fonte fossile esauribile o fisicamente
limitata come una curva di Hubbert.[1] La prima formulazione del modello è stata
proposta nel 1956 dal geofisico statunitense Marion King Hubbert. In
particolare, l'applicazione della teoria ai tassi di produzione petrolifera
risulta oggi densa di importanti conseguenze dal punto di vista geopolitico,
economico e ingegneristico.

Dopo la formulazione iniziale della teoria, molti lavori successivi sono stati
effettuati per "raffinare" ulteriormente la parte matematica dei modelli nonché
per estendere il campo di validità della teoria. Da menzionare sono, in questo
ambito, i lavori di Colin Campbell[2][3] e Jean Laherrère.[4][5]


INDICE

 * 1 La teoria
   * 1.1 Fasi di estrazione
   * 1.2 Funzione matematica
 * 2 Applicazioni
   * 2.1 Teorie derivate
 * 3 Conseguenze
   * 3.1 Risvolti tecnologici
   * 3.2 Implicazioni politiche
 * 4 Critiche e commenti alla teoria
 * 5 Note
 * 6 Bibliografia
 * 7 Voci correlate
 * 8 Collegamenti esterni


LA TEORIA[MODIFICA | MODIFICA WIKITESTO]

La teoria si propone di prevedere, a partire dai dati relativi alla "storia
estrattiva" di un giacimento minerario, la data di produzione massima della
risorsa estratta nel giacimento, così come per un insieme di giacimenti o una
intera regione. Il punto di produzione massima, oltre il quale la produzione può
soltanto diminuire, viene detto picco di Hubbert.

In una prima fase, la teoria fu proposta da Hubbert come modello puramente
empirico basato esclusivamente sull'osservazione di dati estrattivi storici e
dei fattori economici che possono intervenire in una economia di mercato quando
ci si trova a che fare con una risorsa fisicamente limitata (come ad esempio il
petrolio) e solo in seguito vi fu affiancata una trattazione matematica.


FASI DI ESTRAZIONE[MODIFICA | MODIFICA WIKITESTO]

Negli Stati Uniti si è effettivamente osservato un picco dell'estrazione del
petrolio intorno al 1970, in seguito i consumi crescenti sono stati compensati
con le importazioni

Possono essere distinte quattro macrofasi all'interno della storia estrattiva di
un giacimento:

 1. espansione rapida - Inizialmente, dopo la prima fase di esplorazione, la
    risorsa è abbondante e bastano modesti investimenti per estrarla. In questa
    fase, la crescita della produzione è esponenziale.
 2. inizio dell'esaurimento - Le riserve "facili", ovvero quelle meno costose,
    sono quelle estratte per prime. Con l'esaurimento di queste, comincia a
    essere necessario sfruttare risorse più difficili e ciò richiede
    investimenti sempre maggiori. La produzione continua a crescere, ma non più
    esponenzialmente come nella prima fase.
 3. picco e declino - A un certo punto, il graduale esaurimento rende talmente
    elevati gli investimenti necessari che questi non sono più sostenibili. La
    produzione raggiunge un massimo (il picco di Hubbert) e poi comincia a
    declinare.
 4. declino finale - In questa fase non si fanno più investimenti significativi.
    La produzione continua, ma il declino procede fino a che non diventa
    talmente ridotta da cessare completamente.

Queste caratteristiche "empiriche" (osservate fisicamente in numerosi singoli
giacimenti) possono essere estese a diversi insiemi di giacimenti ed essere
simulate con diversi modelli matematici: empirici, stocastici oppure basati
sulla dinamica dei sistemi. Da questi studi si ottengono sempre curve a campana,
anche se non necessariamente simmetriche. La combinazione di queste curve a
campana, come è logico, genera una risultante curva con caratteristiche analoghe
di crescita iniziale, raggiunta di un picco e declino.


FUNZIONE MATEMATICA[MODIFICA | MODIFICA WIKITESTO]

La curva di Hubbert standard

Alla base di questa teoria, vi è la descrizione del consumo della risorsa (ad
esempio il petrolio) come una funzione continua (in costante crescita nell'età
industriale) che possiede un massimo assoluto (chiamato brevemente "picco").
L'analisi delle serie storiche consente di posizionare questa funzione e
calcolarne il valore massimo oltre il quale la funzione è decrescente.

È da notare tuttavia che l'analisi considera solo la variabile quantitativa, e
non di prezzo. In altre parole, la quantità prodotta è la sola variabile
indipendente, e il prezzo di mercato dipende dalla quantità domandata e offerta.
Questo approccio trascura cioè il fatto che il prezzo stesso condiziona la
quantità offerta, rendendo conveniente l'estrazione e la raffinazione di nuovi
giacimenti, seppure meno "convenienti" o con costi maggiori. Quando il prezzo di
mercato supera il costo industriale di una nuova tecnologia di estrazione o
raffinazione, l'adozione di questa diviene economicamente conveniente e può
generare un nuovo aumento della produzione, o anche un nuovo picco relativo.

Dopo il picco, in ogni caso (o meglio dopo il picco "principale"), sebbene la
variabile di prezzo e tecnologica possano quindi creare delle discontinuità e
dei salti nella produzione petrolifera, secondo tale teoria comunque la
produzione non può che diminuire. Infatti, sebbene sotto l'ipotesi di una
domanda crescente di petrolio non supportata dall'offerta i prezzi, salendo,
possano portare (quando oltre un determinato valore critico), alla scoperta o
allo sfruttamento di nuovi giacimenti, tali risorse sarebbero comunque meno
convenienti, meno importanti o meno disponibili di quelle già sfruttate.

In particolare, la storia di produzione della risorsa nel tempo segue dunque una
particolare curva a campana, detta appunto curva di Hubbert (che è la derivata
della funzione logistica), che presenta in una fase iniziale una lenta crescita
della produzione, che man mano aumenta fino ad un punto di flesso e quindi al
picco per poi cominciare un declino dapprima lento, e quindi sempre più rapido.


APPLICAZIONI[MODIFICA | MODIFICA WIKITESTO]

Confronto tra produzione di petrolio rilevata (stati continentali U.S.A.) e
curva di Hubbert

Hubbert basò inizialmente la sua teoria sull'osservazione dei dati storici della
produzione di carbone in Pennsylvania, giungendo solo in seguito ad una
trattazione matematica generalizzata applicabile anche ad altri casi.
Estrapolando la sua teoria al futuro della produzione di petrolio degli stati
continentali americani, Hubbert fece la previsione (nel 1956) che agli inizi
degli anni '70, gli USA avrebbero raggiunto il loro "picco di produzione"
petrolifera.

Le conclusioni di Hubbert furono inizialmente guardate con sufficienza dagli
ambienti scientifici ed economici, situazione che cambiò radicalmente nei primi
anni settanta, quando, effettivamente, i 48 stati continentali USA raggiunsero
il loro picco di produzione. La concomitanza di questi eventi con le crisi
petrolifere del 1973 e del 1979 fece di Hubbert forse il geofisico più famoso
del mondo.

Negli ultimi anni diversi studiosi in tutto il mondo (tra cui Colin
Campbell[2][3], Jean Laherrère[4][5] ed altri) hanno ripreso le sue teorie
cercando di estrapolare e formalizzare meglio i suoi risultati al fine di
prevedere il picco di Hubbert della produzione mondiale di petrolio e gas
naturale.

Sebbene tali analisi risultino molto più complicate a causa della grande
incertezza sulle riserve petrolifere di molti stati (in particolare
mediorientali), la maggior parte delle analisi fa cadere il "picco di Hubbert
mondiale" all'incirca nel secondo decennio del XXI secolo o, più precisamente,
tra il 2006 e, al più tardi, il 2020, anche in previsioni di eventuali crisi
economiche che potrebbero temporaneamente ridurre la richiesta di petrolio.

Altri studi collegati, che tengono in conto anche lo sviluppo di fonti
petrolifere "non convenzionali", quali le sabbie bituminose, gli scisti
bituminosi, e i gas liquefatti (detti anche GNL) non giungono comunque a
spostare di molto in avanti queste date.

Sono collegati anche altri studi, portati avanti parallelamente dal Club di Roma
con il suo famoso Rapporto sui limiti dello sviluppo del 1972, che giungono
essenzialmente alle stesse conclusioni della teoria del Picco di Hubbert.

Recentemente è stata sviluppata a contorno una teoria che modella gli effetti
del declino produttivo petrolifero dal punto di vista dei paesi produttori e da
quello dei consumatori, denominato Export Land Model. Tale modello prevede che,
a causa dell'incremento di domanda interna petrolifera dei paesi produttori,
congiuntamente al declino produttivo dei giacimenti, i paesi importatori
dovranno fronteggiare un tasso di declino di offerta più che raddoppiato
rispetto al declino naturale. Il limite di tale teoria è che esula da studi
economici che riflettano eventuali retroazioni sulle economie dei paesi
produttori dell'innesco di crisi economiche dei paesi importatori, innescate
dalla carenza di offerta petrolifera.


TEORIE DERIVATE[MODIFICA | MODIFICA WIKITESTO]

Sulla base degli studi intorno al Picco di Hubbert per la risorsa petrolifera
sono sorte diverse teorie scientifiche e, principalmente, economiche e
politiche, alcune delle quali anche di stampo più o meno "catastrofista".

Vogliamo qui solo menzionare, tra le più importanti, la teoria di Olduvai
proposta da Richard Duncan, che lega l'esistenza stessa della civiltà
industriale all'inclinazione "crescente" della curva di Hubbert, giungendo
dunque a prevedere la fine di tale tipo di civiltà in un'epoca di curva di
Hubbert "decrescente". Questo ovviamente postulando che la produzione energetica
mondiale continui a basarsi prevalentemente sull'utilizzo del petrolio e di
fonti fossili.


CONSEGUENZE[MODIFICA | MODIFICA WIKITESTO]

La grande crescita economica e prosperità del XX secolo sono state dovute in
gran parte all'utilizzo di una risorsa energetica, come il petrolio,
estremamente efficiente, versatile e a basso costo. Il petrolio rappresenta oggi
quasi il 40% dell'energia primaria generata e circa il 90% dell'energia usata
nei trasporti; importanti sono anche le sue applicazioni nell'industria chimica,
in particolare quella dei fertilizzanti per l'agricoltura, nonché plastiche,
colle, vernici, lubrificanti, detersivi. Eventuali sostituti del petrolio
comportano in ogni caso diversi problemi di ordine tecnologico o politico e
comunque non riescono a "coprire" totalmente tutti i settori di utilizzo
attuali.


RISVOLTI TECNOLOGICI[MODIFICA | MODIFICA WIKITESTO]

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Il fatto di prevedere, per il futuro a breve, un'epoca in cui il petrolio
diverrà sempre meno disponibile ed economico, impone di ricercare sostituti
adeguati per i principali campi di applicazione del petrolio (produzione di
energia elettrica, mezzi di trasporto, industria chimica). Ciò potrebbe
provocare grossi problemi (e costi) connessi alla produzione agricola, ove
regnano la meccanizzazione ed il trasporto delle derrate anche in altre nazioni,
la riconversione di apparati industriali, gli impianti di generazione elettrica,
e anche al cambiamento di abitudini individuali e collettive.

Finché il petrolio era una merce abbondante e ad un costo relativamente basso,
erano messe da parte soluzioni di produzione e consumo energetico, tecnicamente
fattibili, ma economicamente non convenienti. I loro costi divengono
confrontabili con quelli della situazione petrolifera che segue il picco di
Hubbert.

Un primo effetto del picco di Hubbert è quello di rendere conveniente
l'estrazione di petrolio alle più alte profondità e di un greggio di minore
qualità, che presenta maggiori costi di raffinazione. L'aumento dei prezzi rende
economicamente fattibile lo sfruttamento di giacimenti dei quali era nota
l'esistenza, così come l'investimento in nuove tecnologie di ricerca, estrazione
e raffinazione dei giacimenti petroliferi.

Il rincaro delle fonti petrolifere rende inoltre economicamente convenienti lo
sviluppo di motori a bassi consumi ed emissioni, e l'adozione di forme
alternative di produzione energetica, ad esempio da fonti rinnovabili, con
l'investimento in tecnologie per la razionalizzazione dei costi associati.

La riconversione degli impianti di generazione elettrica in particolare potrebbe
tanto portare all'adozione di politiche più "sostenibili", con l'utilizzo di
fonti rinnovabili (ad esempio solare, eolico, idroelettrico, ecc.), quanto alla
scelta di sostituti con un maggior impatto ambientale (quale potrebbe essere il
carbone).

Grosse ripercussioni potrebbero aversi anche nel settore dei trasporti basati
sul petrolio (auto, aerei, navi, ecc.), in cui, se non si trovano soluzioni
alternative "efficienti", tutto il settore potrebbe anche essere scosso da una
crisi globale.


IMPLICAZIONI POLITICHE[MODIFICA | MODIFICA WIKITESTO]

Il raggiungimento a breve del picco di Hubbert potrebbe portare a cambiamenti
geopolitici oggi difficilmente prevedibili.

In particolare è da notare che l'area del pianeta che dovrebbe raggiungere più
tardi il "picco" è (come unanimemente riconosciuto[senza fonte]) l'area
mediorientale. Il mondo si troverà dunque (almeno in una prima fase) ad essere
sempre più dipendente da quest'area, oggi politicamente instabile.
In seguito, l'utilizzo di nuove risorse, potrebbe portare "alla ribalta" altre
aree del pianeta oppure anche essere causa di guerre o instabilità politiche.

Consapevoli del fatto che prima o poi il petrolio finirà, alcuni Paesi come gli
Emirati Arabi Uniti provvedono ad esempio a investire gli utili derivanti dalla
vendita del petrolio in attività durature che possano garantire uno sviluppo
economico del territorio, anche dopo la sua cessazione.


CRITICHE E COMMENTI ALLA TEORIA[MODIFICA | MODIFICA WIKITESTO]

Le principali critiche alla teoria di Hubbert sono sostanzialmente di natura
economica, e dunque non intaccano le basi scientifiche e teoriche del modello,
ma speculano intorno alla sua possibile incompletezza.

In pratica si immagina che in caso di crisi e di prezzi elevati del greggio
possano arrivare "naturalmente" una o più scoperte o un generale affinamento
della tecnologia che riesca ad utilizzare meglio o sostituire il bene petrolio e
ne faccia calare il prezzo. Per questo motivo economisti autorevoli come Michael
Lynch del MIT[6], Leonardo Maugeri e alcuni altri avversano le teorie del picco
petrolifero poiché non contemplano potenziali nuovi metodi per produrre energia.
Lynch afferma che alla base della teoria di Hubbert ci sia una semplificazione
eccessiva ed un punto di vista malthusiano[7]. Secondo Maugeri il rapporto tra
le riserve petrolifere accertate e la produzione corrente è costantemente
migliorato, anche se ammette comunque che grosse quantità di queste riserve
difficilmente potranno essere utilizzate a causa di costi elevati o
impossibilità tecnica[8].

Si fa notare inoltre come la domanda petrolifera sia sostanzialmente anelastica
ai prezzi, ovvero che il petrolio sia un bene primario, del quale non si può
fare a meno; se a un certo punto gli investimenti necessari all'estrazione
divengono proibitivi, la produzione non cesserà perché incontrerà una domanda
comunque disposta a remunerarli. La teoria di Hubbert poi considera solamente
logiche di mercato, mentre la produzione può essere finanziata in parte
dall'intervento statale o da forme differenti per le quali l'investimento del
privato ritorna remunerativo, e solo una parte dei costi è caricata sul
consumatore.

Il Cambridge Energy Research Associates, pur non negando la limitatezza fisica
dei giacimenti petroliferi, afferma che la produzione globale seguirà
probabilmente un "plateau ondulato" per alcuni decenni prima di calare
stabilmente[9].

In risposta a tali posizioni, viene fatto notare che tali assunzioni non
confutano la teoria di Hubbert. Introdurre (ottimisticamente e ipoteticamente)
eventuali altre sorgenti di energia, non fa che uscire dal contesto per cui la
teoria di Hubbert è valida, cioè la modellizzazione del flusso estrattivo di un
bene limitato o lentamente rinnovabile rispetto al tasso di consumo. In parole
povere, tale modellizzazione è valida finché qualche elemento non viene a
cambiare i presupposti della teoria. Al momento, non essendo stata ancora
scoperta un sorgente dotata di densità energetica e versatilità di impiego
comparabile a quella del petrolio, la teoria rimane valida.

In merito ai sovvenzionamenti statali sulla ricerca di nuovi giacimenti fossili,
questo non può cambiare il sottostante quadro geologico dei giacimenti (che sono
in quantità finita), né può quindi influire sul costo unitario energetico
assoluto di estrazione, che si fa via via più sfavorevole man mano che si è
costretti a mettere in produzione giacimenti più piccoli e di minor qualità,
traducendosi questo in costi più elevati e flussi estrattivi ridotti, in
presenza - fra l'altro - di una domanda in costante crescita.

In altre parole, un intervento statale o un eventuale ritrovamento
particolarmente fortunato di giacimenti considerevoli, può modificare la forma
della curva di Hubbert, ma non le caratteristiche fondamentali della teoria e
delle sue conseguenze.[senza fonte]


NOTE[MODIFICA | MODIFICA WIKITESTO]

 1. ^ Marion King Hubbert, Nuclear Energy and the Fossil Fuels 'Drilling and
    Production Practice' (PDF), Spring Meeting of the Southern District.
    Division of Production. American Petroleum Institute, San Antonio, Texas,
    Shell Development Company, giugno 1956, pp. 22–27. URL consultato il 18
    aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 27 maggio 2008).
 2. ^ Salta a: a b The coming oil crisis, Colin Campbell (in italiano: La crisi
    del petrolio imminente) del 1997
 3. ^ Salta a: a b The end of cheap oil Archiviato il 27 settembre 2007 in
    Internet Archive., Colin J. Campbell e Jean H. Laherrère, apparso su
    Scientific American nel marzo 1998, tradotto in italiano da Le Scienze (La
    fine del petrolio a buon mercato)
 4. ^ Salta a: a b Jean Laherrere, Forecasting production from discovery
    Archiviato il 24 maggio 2013 in Internet Archive., ASPO Lisbon (2005)
 5. ^ Salta a: a b oilcrisis.com: Jean Laherrère, su oilcrisis.com. URL
    consultato il 29 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 22 settembre
    2011).
 6. ^ energyseer.com
 7. ^ The New Pessimism about Petroleum Resources: Debunking the Hubbert Model
    (and Hubbert Modelers)
 8. ^ L. Maugeri, Oil: Never Cry Wolf—Why the Petroleum Age Is Far from over, in
    Science, vol. 304, n. 5674, 2004, pp. 1114–5, DOI:10.1126/science.1096427,
    PMID 15155935.
 9. ^ energybulletin.net: "CERA says peak oil theory is faulty", su
    energybulletin.net. URL consultato il 27 gennaio 2012 (archiviato dall'url
    originale il 22 febbraio 2012).


BIBLIOGRAFIA[MODIFICA | MODIFICA WIKITESTO]

 * Hubbert M.K., Nuclear energy and the fossil fuels, American Petroleum
   Institute Drilling & Production Practice, Proceedings Spring Meeting San
   Antonio Texas (1956)
 * The coming oil crisis, Colin Campbell (in italiano: "La crisi del petrolio
   imminente") del 1997
 * The end of cheap oil, Colin Campbell e Jean H. Laherrère, apparso su
   Scientific American nel marzo 1998, tradotto in italiano da Le Scienze (La
   fine del petrolio a buon mercato).
 * La fine del petrolio, Ugo Bardi, Editori Riuniti, 2003
 * La festa è finita, Richard Heinberg, Fazi Editore, 2004, ISBN 8881125129
 * Collasso, James Howard Kunstler, Nuovi Mondi Media, 2005
 * The oil age is over, Matthew David Savinar
 * La sfida del secolo, Piero Angela, Mondadori, 2006
 * L'era del petrolio, Leonardo Maugeri, Feltrinelli, 2006
 * La terra svuotata, Ugo Bardi, Editori Riuniti university press, 2012


VOCI CORRELATE[MODIFICA | MODIFICA WIKITESTO]

 * ASPO (Association for the Study of Peak Oil and Gas)
 * Colin Campbell (geologo)
 * Club di Roma
 * Crisi energetica (1973)
 * Crisi energetica (1979)
 * Curva di Hubbert
 * Jean Laherrère
 * Marion King Hubbert
 * Petrolio
 * Rapporto sui limiti dello sviluppo


COLLEGAMENTI ESTERNI[MODIFICA | MODIFICA WIKITESTO]

 * (EN) Sito di ASPO, Association for the Study of Peak Oil & Gas, su
   peakoil.net.
 * Sito italiano di ASPO, su aspoitalia.net.
 * Sito italiano di Oilcrash, su oilcrash.com.
 * (EN) Sito inglese sul picco di Hubbert, su after-oil.co.uk.
 * (EN) Hubbert Peak of Oil Production, su hubbertpeak.com. URL consultato il 3
   dicembre 2004 (archiviato dall'url originale il 27 novembre 2020).
 * (EN) Rivista on-line MuseLetter, su museletter.com. URL consultato il 3
   dicembre 2004 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2004).
 * (EN) Sito del COPAD (Citizens Committee on Oil Peak And Decline), su
   copad.org.
 * (EN) Oilcrash, 2006
 * (EN) Sito originale sulla Transizione, su transitiontowns.org. URL consultato
   il 31 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 9 gennaio 2009).
 * Picco Energetico Archiviato il 7 gennaio 2009 in Internet Archive. Un esame
   visivo dei conti nazionali e regionali di produzione e di consumo di energia;
   dati della BP Statistical Review
 * (EN) Dr. Albert Bartlett: Exponential Growth - Arithmetic, Population and
   Energy ("Dr. Albert Bartlett: Crescita esponenziale - Aritmetica, popolazione
   ed energia") - video e audio in streaming 59 min

mostra
V · D · M
Picco del petrolioTemi chiavePicco di Hubbert · Riserve di petrolio · Teoria di
OlduvaiReazioniRisparmio energetico · Hirsch report · Protocollo di Rimini ·
Export Land Model · Semplicità volontaria · Swing producer · Permacultura ·
Fonti alternative di energiaPersoneAlbert Allen Bartlett · Colin J. Campbell ·
John Michael Greer · David L. Goodstein · Richard Heinberg · M. King Hubbert ·
James Kunstler · Jean Laherrère · Jeremy Leggett · Dale Allen Pfeiffer · Richard
Rainwater · Michael C. Ruppert · Matthew Simmons · Richard C. Duncan · Kenneth
S. DeffeyesLibriCollasso · Il mondo in riserva · La festa è finita · Senza
petrolio · Rapporto sui limiti dello sviluppoOrganizzazioniASPO · The Oil Drum ·
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