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LE CANTINE DELLA PROVENZA

Il mondo del vino…

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Posted on Ottobre 28, 2024


I MIGLIORI VINI DA ABBINARE A DOLCI E FRUTTA



I vini da dolci sono quei vini che, per le loro caratteristiche, si prestano
particolarmente bene ad essere abbinati ai dessert o alla frutta. Ma cosa rende
un vino adatto a questa categoria? Semplice: la dolcezza naturale del vino,
accompagnata da una buona acidità, che equilibra il gusto e non rende il tutto
troppo stucchevole. Scegliere il giusto vino per un dolce è un’arte e può
trasformare una semplice cena in un'esperienza culinaria memorabile.


CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEI VINI DA DOLCI


DOLCEZZA

La dolcezza è la caratteristica chiave di questi vini. Tuttavia, non tutti i
vini dolci sono uguali: alcuni possono avere un gusto zuccherino più
pronunciato, mentre altri presentano una dolcezza più sottile e raffinata.


ACIDITÀ

L'acidità gioca un ruolo fondamentale nell'equilibrio dei vini dolci. Senza una
giusta acidità, il vino potrebbe risultare troppo pesante e difficile da bere. È
l'acidità che rende il vino fresco e piacevole, anche quando accompagnato da
dessert ricchi di zuccheri.


AROMI

I vini da dolci spesso hanno aromi intensi e complessi, che possono spaziare da
note fruttate, floreali, fino a sfumature di spezie e miele. Questo li rende
particolarmente adatti ad esaltare i sapori di dolci e frutta.


TIPI DI VINI DA DOLCI


MOSCATO D'ASTI

Il Moscato d'Asti è uno dei vini da dolci più famosi in Italia. Con il suo gusto
leggero e frizzante, è perfetto per accompagnare dessert leggeri e frutta
fresca.


PASSITI

I passiti sono vini prodotti da uve appassite, che conferiscono una dolcezza
naturale intensa e concentrata. Sono ideali per dessert più corposi, come i
dolci al cioccolato o quelli a base di frutta secca.


VINI LIQUOROSI

I vini liquorosi, come il Vin Santo, sono spesso dolci e potenti. Si abbinano
bene con dolci tradizionali, come biscotti secchi o dessert cremosi.


COME ABBINARE I VINI AI DOLCI


PRINCIPI GENERALI PER GLI ABBINAMENTI

L'abbinamento perfetto tra vino e dolce si basa su un equilibrio di sapori. Un
vino dolce non dovrebbe sovrastare il dessert, ma piuttosto esaltarlo. Un buon
principio è abbinare vini con una dolcezza pari o leggermente superiore a quella
del dessert.


EQUILIBRIO TRA DOLCEZZA E ACIDITÀ

Un vino con una buona acidità può compensare la ricchezza di un dolce, rendendo
l'esperienza gustativa più bilanciata e piacevole. Per esempio, un Moscato
d'Asti con un dolce ricco di crema o panna è una scelta eccellente.


MOSCATO D'ASTI: UN VINO PERFETTO PER I DOLCI


ORIGINI DEL MOSCATO D'ASTI

Il Moscato d'Asti è un vino prodotto nella regione piemontese, famoso per il suo
carattere aromatico e leggero. È particolarmente apprezzato per la sua bassa
gradazione alcolica e il suo gusto frizzante.


CARATTERISTICHE DEL MOSCATO D'ASTI

Questo vino ha un bouquet di profumi che vanno dal fiore di arancio alla pesca
bianca, con una dolcezza delicata e una leggera effervescenza che lo rende
perfetto per accompagnare i dessert.


CA' D'GAL 2015 MOSCATO D'ASTI DOCG "VITE VECCHIA"


STORIA DEL PRODUTTORE

Ca' d'Gal è una cantina storica, nota per la produzione di Moscato d'Asti di
altissima qualità. Il "Vite Vecchia" è un’etichetta speciale, che proviene da
vigne antiche e selezionate, capaci di dare uve di grande complessità aromatica.


NOTE DI DEGUSTAZIONE

Il Ca' d'Gal 2015 Moscato d'Asti "Vite Vecchia" si presenta con un colore giallo
dorato, un profumo intenso di fiori e frutta matura, e un gusto dolce ma
equilibrato da una piacevole acidità. È un vino ideale per chi cerca
un'esperienza di gusto unica.


ABBINAMENTI PERFETTI PER IL MOSCATO D'ASTI


DOLCI TRADIZIONALI ITALIANI

Il Moscato d'Asti si abbina meravigliosamente con dolci tipici come il
panettone, la colomba e la crostata di frutta. La sua leggerezza contrasta
perfettamente con la dolcezza di questi dessert.


FRUTTA FRESCA

Per chi preferisce un fine pasto più leggero, il Moscato d'Asti è ottimo con
frutta fresca come pesche e albicocche. La freschezza del vino esalta la
naturale dolcezza della frutta.


I MIGLIORI VINI DA ABBINARE A TORTE


PANETTONE

Il Panettone, con la sua consistenza soffice e i suoi canditi, si abbina bene
con vini dolci leggeri come il Moscato d'Asti.


CROSTATA DI FRUTTA

Per una crostata di frutta, un vino con una leggera effervescenza, come il
Prosecco, può essere una scelta vincente.


I MIGLIORI VINI DA ABBINARE A DESSERT AL CUCCHIAIO


TIRAMISÙ

Il Tiramisù, con i suoi sapori di caffè e mascarpone, richiede un vino dolce ma
con carattere, come un Vin Santo o un passito.


PANNA COTTA

La panna cotta, con la sua delicatezza, si abbina perfettamente con un Moscato
d'Asti.


ABBINAMENTI DI VINI CON FRUTTA FRESCA


PESCHE E MOSCATO

Le pesche succose trovano nel Moscato un compagno ideale, grazie alla freschezza
e dolcezza del vino.


FRAGOLE E PROSECCO

Le fragole, con la loro dolcezza e acidità, si abbinano bene con un Prosecco
fresco e frizzante.


COME SERVIRE I VINI DA DOLCI


TEMPERATURA DI SERVIZIO

I vini da dolci vanno serviti freschi, generalmente tra i 6 e i 10 gradi, per
esaltarne la freschezza e gli aromi.


BICCHIERI ADEGUATI

Un bicchiere da dessert più piccolo permette di concentrare gli aromi e
apprezzare al meglio il vino.


VINI DA DOLCI PER OCCASIONI SPECIALI


NATALE

Durante le festività natalizie, i vini dolci come il Moscato d'Asti e il Vin
Santo sono perfetti per accompagnare i dolci tradizionali.


MATRIMONIO

In occasione di un matrimonio, un vino dolce può chiudere perfettamente il
pasto, accompagnando la torta nuziale.


COME CONSERVARE I VINI DA DOLCI


CONSERVAZIONE A LUNGO TERMINE

I vini da dolci possono essere conservati in un luogo fresco e buio per diversi
anni, migliorando in complessità.


UNA VOLTA APERTI

Una volta aperti, vanno consumati entro pochi giorni per evitare che perdano
freschezza.


ERRORI COMUNI NELL'ABBINAMENTO DI VINI E DOLCI


TROPPA DOLCEZZA NEL VINO

Un errore comune è scegliere un vino troppo dolce per un dessert già dolce.
Questo può risultare eccessivo e coprire i sapori del dolce.


ABBINAMENTI TROPPO CONTRASTANTI

Un abbinamento sbagliato tra vino e dolce può rendere l'esperienza meno
piacevole. È importante scegliere vini che completino i sapori del dessert senza
sovrastarli.


CONCLUSIONE

Scegliere il vino giusto per accompagnare un dessert o della frutta può
trasformare una cena in un’esperienza gourmet. Vini come il Moscato d'Asti o il
Ca' d'Gal 2015 "Vite Vecchia" offrono un equilibrio perfetto di dolcezza e
freschezza, esaltando i sapori dei dolci senza sovrastarli. Conoscere i principi
base degli abbinamenti e sperimentare con diverse opzioni può rendere ogni pasto
indimenticabile.

 

Posted on Luglio 31, 2024


VINI BIANCHI, ESPLORIAMO LE ECCELLENZE ITALIANE IN BOTTIGLIA



L'Italia, con la sua straordinaria varietà di terroir e di vitigni autoctoni, è
una delle nazioni leader nella produzione di vini bianchi di alta qualità. Il
clima variegato, la tradizione vinicola secolare e la maestria dei viticoltori
italiani hanno dato vita a un panorama vinicolo ricco e diversificato.
Esploriamo alcuni dei migliori vini bianchi d'Italia, provenienti da diverse
regioni del Paese, molti dei quali sono recensiti dagli esperti enologi de
LaChampagnerie.it e possono essere acquistati online facendoli recapitare
direttamente a casa.


VINI BIANCHI: QUALI SONO LE ECCELLENZE IN ITALIA

Iniziamo il nostro viaggio nel nord-est dell'Italia, nel Friuli Venezia Giulia,
una regione rinomata per i suoi vini bianchi. Tra i protagonisti indiscussi
troviamo il Friulano, un vitigno autoctono che produce vini eleganti e
raffinati, con note di mandorla, mela verde e fiori bianchi. Un altro vino
bianco di spicco della regione è il Ribolla Gialla, caratterizzato da un'acidità
vivace e da aromi di agrumi e pesca bianca. I Colli Orientali del Friuli e il
Collio sono le aree di produzione più celebri, dove le condizioni pedoclimatiche
ideali contribuiscono a conferire ai vini una complessità e una freschezza
straordinarie.

Spostandoci verso ovest, incontriamo il Trentino-Alto Adige, una regione che
vanta una produzione vinicola di altissimo livello. Qui il Pinot Grigio
raggiunge vette di eccellenza, con vini che si distinguono per la loro purezza e
precisione aromatica, esprimendo note di pera, mela e fiori di campo. Il
Gewürztraminer, altro vitigno simbolo della regione, regala vini intensi e
aromatici, con sentori di litchi, rosa e spezie, perfetti per accompagnare
piatti speziati e formaggi erborinati.

In Veneto, il Soave è uno dei vini bianchi più apprezzati e riconosciuti a
livello internazionale. Prodotto principalmente con uve Garganega, il Soave
offre una gamma aromatica che spazia dai fiori bianchi agli agrumi, passando per
note minerali e mandorlate. Le colline vulcaniche di Soave Classico
rappresentano il cuore della denominazione, dove i vini acquisiscono una
struttura e una complessità uniche, grazie anche all'influenza del suolo
basaltico.

In Lombardia, nella zona della Franciacorta, si producono alcuni dei migliori
spumanti metodo classico d'Italia. I Franciacorta bianchi, a base di Chardonnay
e Pinot Bianco, si distinguono per la loro finezza e perlage, offrendo aromi di
crosta di pane, agrumi e nocciola, con una freschezza e una persistenza che li
rendono ideali per occasioni di festa e abbinamenti gastronomici di alto
livello.

Scendendo verso il centro Italia, la Toscana non è solo patria di grandi rossi,
ma anche di eccellenti vini bianchi. La Vernaccia di San Gimignano è uno dei
vini bianchi toscani più celebri, con una storia che risale al Medioevo. Questo
vino, prodotto con l'omonimo vitigno, si caratterizza per la sua struttura e
complessità, con note di mela, mandorla amara e fiori di campo, e una mineralità
che lo rende unico nel suo genere. La Toscana offre anche interessanti
interpretazioni di Vermentino, un vitigno diffuso soprattutto lungo la costa,
dove il clima mite e la vicinanza del mare conferiscono ai vini una freschezza e
una sapidità inconfondibili.

Il Lazio, spesso sottovalutato, è in realtà un'area vinicola di grande interesse
per i vini bianchi. Il Frascati, prodotto con uve Malvasia e Trebbiano, è un
vino fresco e aromatico, con note di fiori bianchi, agrumi e mandorla. Nella
zona di Montefiascone, il Trebbiano Toscano dà vita a vini leggeri e fragranti,
ideali per accompagnare piatti di pesce e antipasti.

Proseguendo verso sud, la Campania è una regione che offre vini bianchi di
straordinaria qualità, grazie alla presenza di vitigni autoctoni di grande
pregio. Il Fiano di Avellino è uno dei vini bianchi più rappresentativi della
regione, con un profilo aromatico complesso che spazia dai fiori bianchi alla
frutta secca, passando per note di miele e spezie. Il Greco di Tufo, altro
grande protagonista della viticoltura campana, si distingue per la sua struttura
e la sua mineralità, con aromi di pesca, mela verde e mandorla. La Falanghina,
infine, è un vitigno versatile che produce vini freschi e fragranti, con note di
agrumi, mela e fiori bianchi, perfetti per accompagnare piatti di mare.

La Sicilia, con il suo clima mediterraneo e i suoi suoli vulcanici, è una terra
di grande interesse per i vini bianchi. Il Carricante, vitigno autoctono
dell'Etna, dà vita a vini di straordinaria eleganza e freschezza, con note di
agrumi, erbe aromatiche e una mineralità che riflette il suolo lavico. Il
Grillo, diffuso soprattutto nella zona di Marsala, offre vini aromatici e
freschi, con sentori di agrumi, mela verde e fiori di campo. Anche il
Catarratto, altro vitigno autoctono siciliano, produce vini di grande
personalità, con una struttura importante e aromi di frutta matura e fiori
bianchi.

Infine, la Sardegna è una regione che regala vini bianchi di grande interesse,
grazie a vitigni come il Vermentino e il Nuragus. Il Vermentino di Gallura è uno
dei vini bianchi più celebri della regione, con una freschezza e una sapidità
che riflettono la vicinanza del mare, e aromi di agrumi, frutta esotica e fiori
di campo. Il Nuragus, vitigno autoctono di origine antica, produce vini freschi
e leggeri, con note di agrumi, mela verde e fiori bianchi, ideali per
accompagnare piatti di pesce e frutti di mare.

In conclusione, l'Italia offre una straordinaria varietà di vini bianchi,
ciascuno con le proprie peculiarità e caratteristiche distintive. Dalle Alpi
alla Sicilia, ogni regione contribuisce con il proprio patrimonio vitivinicolo,
dando vita a vini di eccellenza che riflettono la ricchezza e la diversità del
territorio italiano. Questi vini rappresentano una parte fondamentale della
cultura enologica del Paese e offrono sia agli appassionati che ai neofiti
un'infinita gamma di esperienze gustative.

Posted on Giugno 10, 2024


SCOPRI IL FASCINO DEI TOUR DELLE CANTINE DEL MONFERRATO



Il Monferrato, situato nel cuore del Piemonte, è una delle zone vinicole più
prestigiose d'Italia. Conosciuto per i suoi paesaggi collinari mozzafiato e la
ricchezza delle sue tradizioni enogastronomiche, il Monferrato è una
destinazione imperdibile per gli amanti del vino. Questa terra, patrimonio
dell'UNESCO, vanta una storia millenaria di viticoltura che si riflette nella
qualità e varietà dei suoi vini. Esplorare le cantine del Monferrato significa
immergersi in un mondo dove la cultura del vino è vissuta quotidianamente con
passione e dedizione.


ESPLORARE LE CANTINE DEL MONFERRATO: UN VIAGGIO TRA I VIGNETI

Un tour delle cantine nel Monferrato offre l'opportunità di vivere un'esperienza
unica tra i vigneti e le colline della regione. Le cantine del Monferrato non
sono solo luoghi di produzione, ma veri e propri templi del vino dove tradizione
e innovazione si incontrano. Durante il tour, è possibile passeggiare tra i
vigneti, scoprire i segreti della vinificazione e incontrare i produttori locali
che con passione raccontano la storia dei loro vini. Ogni cantina ha una sua
storia unica, e visitarle significa intraprendere un viaggio attraverso le
tradizioni e le tecniche che rendono il Monferrato un luogo speciale. I
visitatori possono osservare da vicino il processo di produzione del vino, dalla
raccolta delle uve alla fermentazione, fino all'invecchiamento in botti di
rovere.


PERCHÉ LE DEGUSTAZIONI DI VINO NEL MONFERRATO SONO UNICHE?

Le degustazioni di vini nelle cantine del Monferrato sono un'esperienza
sensoriale indimenticabile. I visitatori hanno la possibilità di assaporare una
selezione di vini locali, accompagnati da prodotti tipici della zona come
formaggi, salumi e pane casereccio. Queste degustazioni spesso includono vini
pregiati come Barbera, Grignolino, e il raro Ruché. Ogni calice racconta una
storia di passione e dedizione, e i sommelier delle cantine guidano i
partecipanti attraverso un percorso gustativo che esalta le caratteristiche
uniche di ogni vino. Partecipare a una degustazione nel Monferrato significa non
solo assaporare vini eccellenti, ma anche vivere un momento di convivialità e
cultura. Le degustazioni possono svolgersi in suggestive sale di degustazione,
antiche cantine sotterranee o, durante la bella stagione, all'aperto tra i
vigneti.

Eventi e experience nelle cantine del Monferrato

Le cantine del Monferrato non si limitano alla produzione di vino: sono anche
luoghi di incontro e scoperta. Molte cantine organizzano eventi esclusivi ed
experience uniche per i visitatori. Questi eventi possono variare da cene
gourmet con abbinamenti di vini a corsi di cucina, concerti e visite guidate
alle vigne al tramonto. Alcune cantine offrono anche attività di vendemmia per
chi desidera vivere in prima persona il processo di raccolta delle uve.
Partecipare a queste esperienze significa immergersi completamente nella vita
della cantina e scoprire il Monferrato in modo autentico e coinvolgente. Eventi
come "Cantine Aperte" permettono ai visitatori di esplorare più cantine in un
solo giorno, partecipando a degustazioni e attività speciali organizzate per
l'occasione.


COSA FARE NEL MONFERRATO OLTRE A VISITARE LE CANTINE?

Oltre ai tour delle cantine, il Monferrato offre una vasta gamma di attività e
attrazioni per i visitatori. I paesaggi collinari sono perfetti per escursioni a
piedi o in bicicletta, e molti itinerari conducono a borghi storici e castelli
medievali. Tra una visita a una cantina e l'altra, si può esplorare il ricco
patrimonio culturale della regione, visitare mercati locali, e scoprire
l'artigianato tradizionale. Le cantine del Monferrato spesso collaborano con
strutture ricettive per offrire pacchetti turistici completi che includono
soggiorni in agriturismi, degustazioni e tour guidati. Per gli amanti della
natura, i parchi naturali offrono percorsi di trekking e opportunità di
osservare la fauna locale. Inoltre, le terme e i centri benessere della zona
rappresentano un'oasi di relax per chi desidera rigenerarsi dopo una giornata
trascorsa tra i vigneti.

LE ECCELLENZE GASTRONOMICHE DEL MONFERRATO

Il Monferrato non è solo vino, ma anche eccellenza gastronomica. La cucina
locale offre piatti tradizionali che esaltano i sapori del territorio, come i
famosi agnolotti del plin, il brasato al Barbera e la bagna cauda. Questi
piatti, spesso preparati con ingredienti locali e di stagione, sono
l'accompagnamento perfetto per i vini del Monferrato. Molti ristoranti e
trattorie della zona propongono menù degustazione che permettono di assaporare
una varietà di specialità locali in un'unica esperienza culinaria. Partecipare a
una cena nel Monferrato significa immergersi nei sapori autentici di una terra
ricca di tradizione e innovazione culinaria.

Posted on Giugno 10, 2024


PASTA FREDDA: LA BELLA STAGIONE NEL PIATTO (E NELLA SCHISCETTA)



Se ogni stagione ha le sue ricette d’elezione, la pasta fredda è una delle
esclusive dell’estate a cui gli amanti dei carboidrati non possono resistere!


UN INGREDIENTE, INFINITE DECLINAZIONI

Lunga o corta, fresca o secca, ripiena o a strati, semplice o pasticciata,
bianca o integrale (ma di recente anche di legumi, di mais, di riso), talvolta
persino aromatizzata (dalle verdure al nero di seppia). Sotto l’etichetta di
“pasta” ricadono un’infinità di varianti e di preparazioni variabili, che
affondano le loro origini nella tradizione casalinga portata avanti dalle
massaie e oggi si avvale dei ritrovati tecnologici che mettono a disposizione
dell’industria metodi di preparazione innovativi che rendono possibili infinite
tipologie di un ingrediente così semplice.


NON UNA RICETTA MA UNA “FILOSOFIA”

Nelle sue innumerevoli varianti, la pasta è la base per altrettanto infinite
ricette, alcune delle quali richiedono un metodo di preparazione particolare.
Non sempre basta limitarsi a cambiare la combinazione degli ingredienti;
talvolta occorre seguire dei procedimenti precisi  per ottenere il risultato
sperato.

Si pensi solo alle paste risottate, a quelle mantecate o a quelle da cuocere
direttamente in forno (come le lasagne). La pasta fredda non fa eccezione: come
si legge nella ricetta di Sonia Peronaci, non basta lasciar stemperare una
comune pastasciutta fino a riportarla a temperatura ambiente per ottenere un
piatto degno di questo nome, ma servono alcune accortezze per mantenere il
“morso” della pasta e renderla appetibile anche dopo molte ore dalla cottura
(permettendo così di preparare il pranzo in anticipo, renderlo trasportabile e
adatto anche a un pic nic o alla schiscetta per l’ufficio).

Insomma: una pasta fredda nasce tale fin dall’inizio della preparazione: non è
un semplice piatto di recupero per evitare di sprecare gli avanzi del giorno
prima!


UN ARCOBALENO DI COMBINAZIONI

Anche per quanto riguarda il condimento, ci sono alcuni accorgimenti nella
scelta e nel trattamento degli ingredienti. Primo fra tutti evitare quelli che
si rovinano col passare del tempo (per esempio quelli che tendono a ossidarsi, a
seccarsi, a rilasciare acqua o a coagularsi), che non vanno del tutto esclusi ma
si possono introdurre solo poco prima del servizio. Qualche esempio: i pomodori,
il tuorlo d’uovo, i formaggi fusi.


FREDDA SÌ, GHIACCIATA NO

La temperatura di servizio altera la percezione dei cibi, soprattutto per quelli
ricchi di acqua come frutta, frutti-ortaggio (come i pomodori), ma anche vino o
birra (nonché proprio la stessa acqua), i salumi, il cioccolato e persino il
gelato. Allo stesso modo, per risultare più soddisfacente, saporita e appagante,
anche la “pasta fredda” andrebbe mangiata non subito dopo averla estratta dal
frigorifero, bensì dopo averla riportata a temperatura ambiente (basta
mezz’ora!). Il tutto senza perdere il vantaggio di un indice glicemico più basso
rispetto alla pasta appena lessata: infatti il raffreddamento provoca la
modifica dell’amido contenuto nella pasta che lo rende meno assorbibile.


PASTA E PINSA: DUE ALLEATE PER L’ESTATE

La pasta fredda, al pari delle altre “insalate” che si possono preparare con
riso, farro, orzo, legumi e altri cereali o pseudocereali. è una delle ricette
in grado di coniugare gusto, colore e stagionalità degli ingredienti, e di
adattarsi bene a un’alimentazione attenta alla leggerezza ma che non voglia
escludere la sostanza. Incredibilmente, come abbiamo scritto qui, questa
prerogativa la avvicina molto alla pinsa: un antico prodotto della tradizione
romana che si sta diffondendo con successo in tutto il mondo e che, grazie
all’impasto preparato con cereali diversificati e molto idratato, risulta più
leggera di una comune pizza. Entrambe risultano infatti digeribili ed
estremamente versatili, condibili o farcibili post-cottura e capaci, in virtù
del loro gusto neutro, di sposarsi con gli ingredienti più disparati: dai
pomodori all’avocado, dai salumi alle verdure grigliate, fino al tonno (in
scatola o fresco) e al pesce in generale, ad alcune tipologie di carne. Ecco
perché, che si sia a dieta o meno, entrambe rappresentano una fonte di
carboidrati preferibile rispetto ad altre preparazioni, a cui non rinunciare
neppure d’estate. Anzi!

Posted on Gennaio 22, 2024


GLI INGREDIENTI DELLA PINSA E I SUOI SEGRETI



Se pensate che la pizza sia l'unica protagonista indiscussa delle serate
culinarie italiane, preparatevi a scoprire il suo cugino meno noto ma
altrettanto delizioso: la pinsa. Ma quali sono gli ingredienti della pinsa che
la rendono così speciale? Questo piatto, con radici antiche che si perdono nella
Roma imperiale, sta conquistando il palato di buongustai in tutto il mondo
grazie ai suoi ingredienti genuini e alla sua leggerezza unica.


PERCHÉ LA PINSA È DIVERSA

La pinsa romana si differenzia dalla classica pizza non solo per la sua forma
ovale ma anche per la sua digeribilità e croccantezza. Queste caratteristiche
sono il risultato di una selezione accurata di ingredienti e di un processo di
lievitazione e idratazione particolare. Scopriamo insieme quali sono questi
ingredienti e come vengono combinati per creare un prodotto che sta riscrivendo
le regole del food italiano.

Un impasto unico nel suo genere, frutto di una miscela di farine selezionate,
una lunga lievitazione che può durare fino a 72 ore e un'alta idratazione,
rendono la pinsa romana estremamente digeribile e leggera. Ma non è tutto: il
gusto inconfondibile di questo piatto è anche dovuto all’utilizzo di ingredienti
di prima qualità, che variano da oli extra vergini di oliva a formaggi D.O.P.,
passando per pomodori maturati al punto giusto e basilico fresco. In
quest'articolo, ci addentreremo nei dettagli di questi componenti e sveleremo i
segreti dietro alla preparazione della pinsa perfetta.


LA SCELTA DELLE FARINE: UN ARTE CHE FA LA DIFFERENZA

Non tutte le farine sono uguali, soprattutto quando parliamo di pinsa. La base
di questo prodotto culinario è una fusione di farine di frumento, soia e riso,
ognuna scelta per le sue proprietà uniche. La farina di frumento dona
elasticità, quella di soia contribuisce con proteine e leggerezza, mentre la
farina di riso è il segreto dietro alla croccantezza inimitabile della crosta.
Alcuni pinsaioli, veri maestri nell'arte della pinsa, possono optare anche per
l'aggiunta di farina di grano khorasan per arricchire l'impasto con un tocco di
sapore nocciolato e una dose extra di nutrienti. Ma, come in ogni opera d'arte,
non è solo la qualità del singolo ingrediente a fare la differenza: la
proporzione corretta di ciascuna farina è fondamentale per ottenere quel
risultato perfetto che fa salivare solo a guardarlo.


L'IMPORTANZA DEL TEMPO: LIEVITAZIONE E IDROGENAZIONE

Avete mai sentito dire che la vera bellezza richiede tempo? Questo adagio si
applica perfettamente al processo di lievitazione della pinsa. La magia inizia
con un'attesa di 48-72 ore, durante la quale l'impasto fermenta lentamente,
sviluppando quei sapori complessi che non si possono affrettare. Questo lungo
riposo, unito a un livello di idratazione che supera spesso il 70%, consente
alla pinsa di essere allo stesso tempo soffice all'interno e croccante
all'esterno. L'alta idratazione ha un ulteriore beneficio: riduce la quantità di
carboidrati e lievito nell'impasto, rendendolo più leggero e facile da digerire.

Ma come si può resistere all'attesa, sapendo che un capolavoro di gusto è a
portata di mano? Forse il segreto risiede nel saper apprezzare il tempo come
ingrediente, un dono che arricchisce la nostra esperienza culinaria tanto quanto
i pomodori maturati al sole o l'olio extra vergine di oliva che completa ogni
boccone.

In questo mondo frenetico, la pinsa ci insegna una lezione importante: alcune
delle cose più deliziose della vita richiedono pazienza e attenzione ai
dettagli. La prossima volta che morderete in un angolo di pinsa croccante,
prendetevi un momento per apprezzare ogni singolo ingrediente e il tempo
prezioso che li ha resi così perfettamente in sintonia.


LA PINSA ROMANA: UN VIAGGIO DI SAPORE E TRADIZIONE

In quest'articolo abbiamo viaggiato attraverso la storia e i segreti della pinsa
romana, scoprendo come questo piatto, radicato nella tradizione culinaria
italiana, stia conquistando i palati a livello internazionale. Abbiamo esplorato
l'importanza della selezione degli ingredienti, dal mix distintivo di farine di
frumento, soia e riso, fino ai prodotti di eccellenza come oli extra vergini di
oliva e formaggi D.O.P. Abbiamo anche analizzato il processo di lievitazione e
idratazione, che dona alla pinsa la sua straordinaria digeribilità e
croccantezza uniche, ponendola come valida e gustosa alternativa alla
tradizionale pizza.

Ma oltre l'aspetto tecnico e la cura nella scelta delle materie prime, la pinsa
rappresenta una filosofia di vita: il rispetto per il tempo e la qualità. Il
lungo processo di fermentazione non è solo una necessità tecnica, ma un invito a
rallentare, a valorizzare il tempo come ingrediente essenziale nella
preparazione di pietanze che riscaldano il cuore e soddisfano il palato.

La pinsa ci insegna che la vera arte culinaria risiede nell'armonia dei sapori e
nella passione di chi la prepara, invitandoci a fare un passo indietro per
apprezzare la storia, il sapore e la sapienza che si celano dietro ogni morso.
Quindi, la prossima volta che cercherete un'esperienza gastronomica che vi
delizi e vi racconti una storia, lasciatevi tentare dalla pinsa romana e
diventate parte di una tradizione che continua a vivere e a stupire.

E se queste parole hanno risvegliato la vostra curiosità e il vostro appetito,
perché non cercare la pinsa più autentica nella vostra città o, meglio ancora,
pianificare una visita in una delle storiche pinsarie di Roma? Lasciatevi
guidare dal sapore, dalla tradizione e dalla passione che solo una vera pinsa
romana sa offrire.

Posted on Gennaio 16, 2024


FRA FRESCHEZZA E GUSTO: LA PINSA E LE RICETTE ESTIVE PER UN EQUILIBRIO PERFETTO
TRA LEGGEREZZA E SAPORE



Quando si parla di innovazione nel mondo gastronomico, la pinsa si pone come
autentica protagonista. Questo alimento, simile alla pizza per aspetto ma
differente per consistenza e sapore, è la risposta a chi cerca la leggerezza
senza voler rinunciare al gusto.


LA RIVOLUZIONE GASTRONOMICA DELLA PINSA

Quando, vent'anni fa, la pinsa fece la sua comparsa sul mercato, non fu
immediatamente riconosciuta come un prodotto distinto dalla pizza. Tuttavia,
grazie alla qualità della sua lavorazione, alla creatività delle sue ricette e
alla sua evoluzione nel tempo, la pinsa è oggi un prodotto riconosciuto e
apprezzato sia dagli operatori del settore che dai consumatori.

Ma cosa rende la pinsa così speciale e differente dalla pizza? La risposta
risiede principalmente in due fattori: il mix di farine utilizzate per la sua
preparazione e l'impasto. Questi elementi, uniti alla sua forma tipicamente
ovale, la rendono un prodotto unico nel suo genere, capace di offrire
un'esperienza gustativa diversa da quella della pizza tradizionale.

Inoltre, la pinsa è un alimento altamente digeribile e leggero. Queste
caratteristiche, unite alla sua versatilità, la rendono il piatto ideale per chi
è alla ricerca di un equilibrio perfetto tra sapore e leggerezza, anche durante
le calde serate estive.

In questi mesi estivi, siamo tutti alla ricerca di un equilibrio perfetto tra
freschezza e gusto. E quale miglior modo per raggiungere questo obiettivo se non
attraverso l'arte culinaria della pinsa e delle ricette estive? Questo
meraviglioso viaggio culinario sotto il sole ti porterà a scoprire nuovi sapori,
boccone dopo boccone, mantenendo sempre un occhio di riguardo per la leggerezza
e il benessere fisico. Ma come si può bilanciare gusto e leggerezza?


LA PINSA: UN TRIONFO DI SAPORE E LEGGEREZZA

Se non hai ancora scoperto la pinsa, preparati a innamorarti. Questa antica
varietà di pizza, originaria di Roma, si caratterizza per la sua straordinaria
leggerezza e croccantezza. Il segreto risiede principalmente nell'impasto, una
combinazione perfetta di farina di soia, riso e grano, che rispetto alla
classica pizza, la rende più digeribile e meno calorica. E in estate, chi non
avrebbe voglia di un pasto gustoso e leggero al tempo stesso?


RICETTE ESTIVE: UN INCONTRO TRA SAPORI E FRESCHEZZA

Ma la pinsa è solo l'inizio. Le ricette estive offrono un'infinità di
possibilità per bilanciare gusto e leggerezza. Pensiamo ad esempio alle insalate
di farro con verdure grigliate, ai gazpacho di frutta o agli spaghetti con i
pomodorini ciliegia e basilico: un tripudio di colori e sapori che rispecchiano
l'anima della stagione estiva.

Quindi, come possiamo resistere al richiamo di questi piatti estivi, freschi e
gustosi? La risposta è semplice: non dobbiamo! Possiamo abbandonarci al piacere
del gusto, senza rinunciare alla leggerezza e al benessere. Dopo tutto, come
diceva Brillat-Savarin: "La scoperta di un nuovo piatto fa più per la felicità
del genere umano che la scoperta di una nuova stella".

Allora, siete pronti a intraprendere questo viaggio culinario insieme a noi?
Prepariamoci a bilanciare gusto e leggerezza, boccone dopo boccone.


UNA SCOPERTA ESTATE TRA SAPORE E LEGGEREZZA: IL VIAGGIO CULINARIO CON LA PINSA

Ci siamo immersi in un viaggio culinario che ha visto come protagonista la
pinsa, antico prodotto della tradizione romana che si sta diffondendo con
successo in tutto il mondo. Abbiamo esplorato l'incredibile versatilità di
questo piatto, capace di accogliere una varietà di ingredienti estivi per creare
ricette uniche, che bilanciano gusto e leggerezza.

Dai pomodorini ai peperoni, passando per l'avocado e il pollo, abbiamo visto
come la pinsa possa essere arricchita con ingredienti freschi e saporiti, per un
pasto estivo che non rinuncia al gusto. E non abbiamo trascurato gli aspetti
dietetici: la pinsa, grazie alla sua base di cereali diversificati e all'alta
percentuale di acqua, risulta più leggera e digeribile di una normale pizza.
Anche chi segue una dieta ha quindi la possibilità di concedersi un piatto
gustoso senza sensi di colpa.


UN INVITO A ESPLORARE UNA CUCINA LEGGERA, GUSTOSA E INNOVATIVA

In conclusione, non rimane che invitarvi a scoprire la pinsa e le sue mille
varianti estive. Sperimentate, create, divertitevi in cucina e soprattutto
gustate. L'estate è la stagione perfetta per celebrare la leggerezza senza
rinunciare al gusto. La pinsa e le sue ricette estive sono un esempio perfetto
di questa filosofia culinaria.

Non perdete l'occasione di trasformare un semplice pasto in un autentico viaggio
di sapori. E se vi sentite particolarmente ispirati, condividete le vostre
creazioni sui social, taggando il nostro sito. Siamo curiosi di vedere come
interpretate la pinsa nella vostra cucina estiva.

Posted on Giugno 23, 2023


COME APRIRE UNA CANTINA VINICOLA CON SUCCESSO



Aprire una cantina vinicola può essere un sogno che si realizza per gli
appassionati di vino, ma è anche un'impresa complessa che richiede una
pianificazione accurata e una gestione efficace. In questo articolo, esploreremo
i passaggi fondamentali per avviare una cantina vinicola di successo,
dall'acquisto del terreno alla promozione del tuo marchio.


SCEGLI LA GIUSTA POSIZIONE

●     Valuta il terreno

La scelta del terreno è cruciale per la qualità delle uve e del vino prodotto.
Considera fattori come il clima, il terreno, l'esposizione al sole e
l'accessibilità dell'acqua.

●     Vicinanza ai mercati

La vicinanza ai mercati può facilitare la distribuzione e la vendita del vino,
oltre a rendere più semplice l'attrazione di visitatori e turisti.

●     Analizza la concorrenza

Esamina la presenza di altre cantine nella zona e valuta se la tua proposta avrà
un vantaggio competitivo.


PIANIFICA L'INVESTIMENTO

●     Stima dei costi

Calcola i costi iniziali per l'acquisto del terreno, la costruzione delle
strutture, l'acquisto di attrezzature e la formazione del personale. Includi
anche i costi operativi ricorrenti.

●     Finanziamenti

Esplora le opzioni di finanziamento disponibili, come prestiti bancari,
sovvenzioni governative o investitori privati.

●     Business plan

Elabora un business plan dettagliato che includa obiettivi a breve e lungo
termine, strategie di marketing e previsioni di vendita.


SCEGLI LE VARIETÀ DI UVA

●     Adattabilità al terreno e al clima

Scegli varietà di uva che si adattino alle caratteristiche del terreno e al
clima della tua regione.

●     Popolarità sul mercato

Considera le preferenze dei consumatori e le tendenze del mercato nella scelta
delle varietà di uva da coltivare.

●     Diversificazione

Coltivare diverse varietà di uva può aiutare a diversificare la tua offerta e a
ridurre i rischi legati a malattie o condizioni climatiche avverse.


COSTRUISCI E GESTISCI LA CANTINA

●     Strutture e attrezzature

Progetta e costruisci le strutture necessarie per la produzione,
l'invecchiamento e la conservazione del vino, oltre agli spazi per la vendita e
l'accoglienza dei visitatori.

●     Personale qualificato

Assumi personale qualificato, come enologi ed esperti di viticoltura, per
garantire la qualità del vino e la gestione efficace della cantina.

●     Normative e licenze

Informarsi sulle normative locali e nazionali relative alla produzione e vendita
di vino e ottenere tutte le licenze necessarie.


PROMUOVI IL TUO MARCHIO

●     Strategia di marketing

Sviluppa una strategia di marketing efficace che promuova il tuo marchio e i
tuoi prodotti. Utilizza canali online e offline, come social media, siti web,
degustazioni, eventi e collaborazioni con ristoranti e negozi di vini.

●     Packaging e design

Cura il packaging e il design delle etichette per riflettere l'identità del tuo
marchio e attirare l'attenzione dei consumatori.

●     Turismo enogastronomico

Sfrutta il turismo enogastronomico offrendo visite guidate della cantina,
degustazioni e eventi speciali. Questo può aiutare a promuovere il tuo marchio e
a stabilire relazioni durature con i clienti.

●     Collaborazioni e partnership

Collabora con altre aziende del settore, come ristoranti, enoteche e tour
operator, per promuovere il tuo vino e ampliare la tua rete di contatti.


GESTISCI LA TUA PARTITA IVA IN MODO OTTIMALE

La corretta gestione degli adempimenti fiscali legati alla Partita IVA richiede
molta attenzione e l’impiego di tempo per poter essere sempre in regola con le
scadenze, le dichiarazioni e le tempistiche dei pagamenti all’agenzia delle
entrate.

Per farti risparmiare tempo e dedicarti in pieno ai tuoi progetti sono nati
diversi servizi online come ad esempio Fiscozen che, grazie ad un commercialista
dedicato in grado di rispondere ad ogni tua domanda fiscale, ad esempio quando
devi fare la dichiarazione intrastat, può aiutarti a gestire al meglio la tua
Partita IVA . Puoi ricevere la tua consulenza gratuita e senza impegno da parte
di un esperto che saprà rispondere ad ogni tuo dubbio.

Posted on Aprile 20, 2023


BIRRE INGLESI: QUAL È LA TRADIZIONE BIRRAIA D’ALBIONE?



Il titolo di questo articolo ci riporta indietro nel tempo, difatti è proprio
con il termine Albione che veniva anticamente chiamata la Gran Bretagna. Ad oggi
sappiamo che gli antichi inglesi cominciarono a produrre malto e birra nello
stesso periodo degli Egizi, circa nel 5000 a.C.

Ma qual è, quindi, la loro tradizione?


LA STORIA DELLA BIRRA INGLESE

All’inizio, gli inglesi aromatizzavano le loro birre in diversi modi: con il
miele, ad esempio, ma anche utilizzando bacche ed erbe aromatiche, per non
parlare del fatto che furono tra i primi a scoprire l’essiccazione del grano nei
forni. Nonostante la lunga storia che c’è sull’antica produzione della birra
inglese, all’epoca e per molto tempo questa era affidata alle donne che la
vendevano fuori porta cosicché le entrate della casa potessero aumentare.
Soltanto dopo tempo divenne un mestiere anche per gli uomini.

Un’altra particolare curiosità, a proposito delle birre inglesi, risale al modo
in cui esse vengono tutt’ora chiamate. Mentre nel resto del mondo si sceglie un
vero e proprio nome, in Inghilterra sono gli aggettivi che ne descrivono il
gusto a dargli il nome. Per intenderci, una birra dal nome “Bitter” è più amara
di una dal nome “Mind”, che si presenta invece più dolce.

Ale & Beer: Due tipologie di birre inglesi dalle sostanziali differenze.
All’inizio della sua produzione, difatti, la birra inglese era priva di luppolo.
Le così chiamate birre “Ale” erano, e sono, birre particolari dal gusto
speziato. Le “Beer”, invece, sono arrivate tempo dopo, quando gli inglesi si
sono resi conto che la temperatura del loro paese era perfetta per la
coltivazione del luppolo e se ne incominciò quindi la produzione e l’utilizzo.

Bitter Ale: Ad oggi, la Bitter Ale è la birra più famosa conosciuta in
Inghilterra. Si tratta di una birra poco alcolica e dal color ambrato, con un
particolare gusto di malto e contenente poca anidride carbonica. Il termine
bitter, oltre ad indicarne il sapore leggermente amarognolo, ne indica anche la
gradazione alcolica. È Bitter difatti una birra avente al di sotto di 4%, Strong
o Special Bitter una avente fino ai 4,5% ed è invece denominata ESB (Extra
Special Bitter) una birra avente fino a 5,5%.

Le birre più apprezzate: Tra le birre inglesi più apprezzate anche in Italia
troviamo sicuramente le Stout, caratterizzate dall’alta fermentazione e dal
gusto particolare di malto e orzo tostato, le Barley Wine, particolari per avere
un sapore molto vicino a quello del vino e un tasso alcolico molto più alto
delle normali birre, le Bitter, le Brown, chiamate così per il loro colore
ambrato, le Porter, molto simili alle birre Stout ed, infine, le birre Scotch,
aventi un gusto molto caramellato ed una gradazione alcolica considerevole.

Birre inglesi commerciali: Sarebbe senz’altro magico poter sorseggiare una buona
birra inglese nei pub più caratteristici dell’Inghilterra, dove c’è la vera e
propria usanza di trascorrere del tempo con amici, parenti o magari in
tranquilla solitudine, a guardare la partita o semplicemente lavorando, avendo
vicini a sé una buona birra appena spillata o servita direttamente in bottiglia.

Ma per quanto ci riguarda, non essendo Londra proprio a portata di mano, per
sorseggiare una buona birra inglese, sarà necessario accontentarsi di quelle
oggi presenti in commercio. Queste birre, infatti, sono reperibili in qualsiasi
punto vendita ben fornito, ma anche e soprattutto online, dove per ordinarle
basta un click. Siti come birredamanicomio.com, fattiunabirra.it e
cantinadellabirra.it possono aiutare, e di certo non dimenticherete di
consultare 1001birre.it, che già dal nome vi sarà facile immaginare la vasta
scelta di birre inglesi che potrà presentarvi.

Posted on Marzo 29, 2023


I DRINK PIÙ BEVUTI AL MONDO



Quali sono i drink più bevuti al mondo, i cocktail che hanno fatto la storia e
continuano a farsi apprezzare, spesso spaziando tra diverse generazioni? Andare
a formulare un’unica classifica non è per nulla facile e meno che mai qualcosa
di scontato, molto dipende dalla tipologia di locali e naturalmente di
clientela, i gusti dei più giovani non coincidono necessariamente con chi ha
qualche anno in più, ma possiamo comunque individuare alcuni trend di massima,
ormai decisamente ben consolidati, in alcuni casi anche da parecchi anni.

Come per alimenti, bevande e prodotti in genere, anche per i cocktail vengono
stilate periodiche classifiche, vediamo quindi quali sono i drink più popolari,
quelli più bevuti e richiesti, a livello internazionale e nazionale.

Non ci sono grandi sorprese, tutti i cocktail in classifica si possono definire
come dei grandi classici, forti di ricette ben consolidate e di una lunga storia
e tradizione. Spesso sono così anziani che la loro genesi non è più qualcosa di
certo, ma diventa una sorta di racconto leggendario, in gran parte non
verificabile.

Tra i drink più famosi, apprezzati e maggiormente bevuti al bancone del bar, in
praticamente tutto il mondo, troviamo di sicuro: l’Old Fashioned, il Negroni, il
Daiquiri, il Martini (nella sua versione Dry) e il Gin Tonic, che stanno in
buona compagnia con altri grandi nomi, noti ai più. Se ci concentriamo sui gusti
degli italiani, si cambia leggermente, con Negroni al primo posto, seguito da
Cuba libre, Mojito e Martini Dry. Tra i più giovani, funzionano molto bene anche
Sex on the beach (forse sopratutto per il suo nome) e Gin Lemon, altro classico
praticamente immortale.

A seguire, sia nella classifica nazionale che in quella internazionale, si
trovano poi altri classici senza tempo, come: Manhattan, Aperol Spritz, Bloody
Mary, Moscow Mule e Mai Tai. Molti di questi hanno anche una loro versione
Virgin, per chi non beve alcolici.

Diversi dei citati drink sono piuttosto semplici, spesso infatti vengono anche
preparati a casa, la semplicità è dovuta principalmente all'utilizzo di pochi
ingredienti, ma per prepararli al meglio questi andranno sapientemente miscelati
e serviti e la cosa è tutt’altro che scontata.

Prendiamo ad esempio l'Old Fashioned, che come altri classici, esiste
dall'Ottocento, ed è ancora tra i più bevuti in giro per il mondo, si tratta di
un cocktail americano che si basa principalmente sulla presenza di un buon
whisky, ma bisogna prestare attenzione a come lo si prepara e serve.

La sua ricetta prevede:

 * 4,5 cl di Bourbon o Rye whisky;
 * 2 o 3 gocce di Angostura;
 * 1 zolletta di zucchero;
 * Acqua frizzante o soda;

Importante sarà anche servirlo nel giusto bicchiere, un tumbler basso, con
qualche cubetto di ghiaccio, guarnito con una scorza d’arancia e una ciliegina
rossa.

Capire quali sono i cocktail più richiesti può dare informazioni interessanti su
vari trend e sull’evoluzione del gusto dell’utenza, che può influenzare non poco
le proposte dei locali e dei singoli barman. Ci possono essere cocktail che
entrano o escono dal listino, ma può anche capitare, come più volte accaduto in
passato, che un cocktail muti, si evolva, cambi ingredienti o dia vita a delle
variazioni, capaci in alcuni casi anche di imporsi sull’originale.

Come ogni cosa, anche il modo di bere cambia nel tempo e spesso segue dei veri e
propri trend. L’Americano è tra i cocktail che ha saputo più spesso modificarsi
e anche far nascere nuove varianti di successo e non a caso è tra i più longevi
ed apprezzati nel mondo. Ci da quindi una lezione di resilienza molto
importante. Le tradizioni sono importanti, ma l’apertura alla sperimentazione e
all’ascolto di cosa chiede la clientela, lo è altrettanto.

Posted on Febbraio 13, 2023


RUM AGRICOLI MIGLIORI: LA DIFFERENZA CON IL RUM INDUSTRIALE



Hai mai sentito parlare di rum agricolo? Qual è la differenza tra rum
industriale e agricolo? Continua a leggere per saperne di più su questo spirito
unico, la sua storia e perché sta diventando sempre più popolare. Che tu sia un
intenditore di rum o che tu stia appena iniziando ad apprezzarne il consumo, c'è
un tipo di rum che si distingue dagli altri: il rum agricolo. Questo articolo,
scritto con l’aiuto di Rivoldrink, shop di rum agricoli, ci aiuterà a coprire le
varietà di rum che hanno un profilo aromatico distinto e caratteristiche uniche
che lo distinguono dai rum tradizionali.


COS'È IL RUM AGRICOLO?

Si parla frequentemente di degustazioni di vino in Italia ma se ti dicessimo che
puoi conquistare il tuo palato anche con il rum? Il rum agricolo è un tipo di
rum prodotto con succo di canna da zucchero fermentato o melassa. Viene
distillato direttamente dopo la fermentazione e ha un ABV (volume alcolico) più
elevato rispetto al rum tradizionale. Il processo di distillazione rimuove anche
alcune delle impurità presenti nel rum normale. Questo rende i rum agricoli più
morbidi e saporiti rispetto ad altri tipi di alcolici.

Il rum agricolo è prodotto con soli tre ingredienti: succo di canna da zucchero,
acqua e lievito. Questo differisce notevolmente dai rum tradizionali realizzati
con melassa o altri sottoprodotti della canna da zucchero. La canna da zucchero
utilizzata nei rum agricoli viene coltivata in piccole fattorie a conduzione
familiare e raccolta in modo sostenibile per garantire risultati di qualità.

Il processo di fermentazione del rum agricolo differisce anche dai rum
tradizionali in quanto avviene per un periodo di tempo più lungo a temperature
più basse. Questo processo consente una conversione più lenta degli zuccheri in
alcol, risultando in un profilo aromatico più morbido e ricco rispetto alle sue
controparti. Inoltre, poiché questo tipo di rum non contiene additivi o
coloranti artificiali, conserva la sua naturale tonalità dorata.


LA STORIA DEL RUM AGRICOLO

Il rum agricolo esiste dalla fine del 1800. È stato prodotto per la prima volta
a Cuba, dove ha rapidamente guadagnato popolarità grazie al suo sapore unico e
all'elevato contenuto alcolico. Negli ultimi anni, altri paesi hanno iniziato a
produrre le proprie versioni di rum agricolo, comprese molte isole caraibiche
come Barbados, Giamaica, Haiti e Martinica. Questi paesi producono alcuni dei
rum di altissima qualità al mondo.


DIFFERENZA TRA RUM INDUSTRIALE E AGRICOLO

Ti trovi mai confuso quando cerchi di decifrare le differenze tra rum, rum
agricolo e cachaça? Non sei solo. Mentre tutti e tre possono essere considerati
un tipo di rum, ci sono sottili distinzioni tra loro. Esploriamo il background e
le caratteristiche di ciascuno in modo che tu possa prendere una decisione
informata la prossima volta che ordini una bevanda.

–         Rum: il rum è prodotto con prodotti derivati dalla canna da zucchero
come melassa o sciroppo. Viene tipicamente distillato a colonna, quindi
invecchiato in botti di rovere per conferirgli il suo sapore caratteristico. Il
colore del rum varia a seconda di quanto tempo è stato invecchiato; i rum più
leggeri sono generalmente chiari o di colore dorato mentre i rum dal sapore più
intenso sono più color caramello. Molto spesso, viene utilizzato come
miscelatore in cocktail come Cuba Libres, Pina Coladas, Daiquiris, Mai Tais,
Mojitos e altro ancora.

–         Rum Agricolo: è prodotto con succo di canna da zucchero pressato
fresco anziché melassa o sciroppo. Questo lo distingue dagli altri tipi di rum
in quanto conserva il sapore erbaceo naturale del succo di canna da zucchero
fresco, consentendo anche ai distillatori di creare le proprie miscele uniche di
sapori sperimentando diverse tecniche di fermentazione e metodi di
invecchiamento. Come con altri tipi di rum, quello agricolo è comunemente usato
nei cocktail, ma si abbina bene anche con sciroppi dolci per creare una bevanda
rinfrescante nelle calde giornate estive.

–         Cachaça: è simile al rum agricolo ma differisce in quanto deve essere
prodotto esclusivamente in Brasile utilizzando solo succo di canna da zucchero
coltivato localmente, rendendolo uno degli spiriti più iconici del paese. Ha un
forte profilo aromatico grazie alla sua elevata gradazione alcolica (tipicamente
intorno al 40% ABV). Può essere gustato liscio o con ghiaccio, ma il più delle
volte viene utilizzato come ingrediente nei classici cocktail brasiliani come la
Caipirinha, dove conferisce al cocktail una profondità e una complessità uniche
che non troverai con altri distillati.


PERCHÉ DOVRESTI BERE RUM AGRICOLO

I rum agricoli sono noti per la loro complessità ed equilibrio che li rende
perfetti da sorseggiare da soli o da miscelare in cocktail. Ciò che distingue
questo tipo dalle altre varietà è la morbidezza: anche se miscelato con altri
ingredienti, potrai comunque assaporare le sottili note di vaniglia, caramello e
persino sentori di agrumi che rendono questi tipi di rum così popolari tra gli
appassionati. Inoltre, poiché è realizzato con solo tre semplici ingredienti,
questi rum sono noti per avere livelli molto più bassi di congeneri (o impurità)
rispetto ai rum tradizionali, il che può portare a meno problemi nella gestione
alcolica.


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